Mese: Giugno 2023 Pagina 10 di 96

Tardino: “Passa in PE obbligo telecamere a bordo”

 

Tardino: “Passa in PE obbligo telecamere a bordo”  – “Come anticipato all’indomani dell’accordo siglato con il Consiglio dell’Ue, la commissione pesca del PE ha oggi votato il regolamento Controlli, con il voto contrario da parte della Lega. I gruppi di maggioranza a Bruxelles, complici le assenze degli eurodeputati di Pd, M5s e terzo polo, hanno dato il via libera a nuove misure vessatorie nei confronti dei pescatori, categoria sempre nel mirino delle restrizioni dell’Ue, tartassata da regole e norme che invece di sostenere un settore di vitale importanza per l’economia costringono le imprese alla chiusura. Tutto questo grazie ai soliti fanatici delle ideologie green e alle nostre sinistre: le avevamo invitate a schierarsi a favore della nostra pesca e invece hanno disertato la votazione in Commissione. Il provvedimento prevede l’obbligo di telecamere a bordo dei pescherecci, per i quali è anche previsto un inasprimento delle regole sul cosiddetto ‘margine di tolleranza’ che riduce al minimo la flessibilità nelle operazioni di trasbordo e di cattura accidentale. Questo vorrà dire ancora più sanzioni. Una nuova vergognosa decisione che, all’inizio, prevedeva nella proposta originale telecamere a bordo di pescherecci a partire dai 12 metri di lunghezza, mentre grazie al lavoro e all’impegno della Lega sarà applicato solo alle imbarcazioni oltre i 18 metri. Una misura che ci consente di escludere gran parte della nostra flotta. Continueremo ad impegnarci per questo settore e lottare contro provvedimenti lontani dalla realtà, scritti da chi, evidentemente, non è mai salito su una barca da pesca, e che tendono solo a impedire ai nostri pescatori di poter lavorare, mentre favoriscono i nostri Paesi competitor dell’area mediterranea non soggetti a questi regolamenti asfissianti e privi di logica”.

Così in una nota Annalisa Tardino, eurodeputata della Lega, componente della Commissione Pesca e commissario regionale del partito in Sicilia.

Tardino: “Passa in PE obbligo telecamere a bordo” 

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Tardino: “Passa in PE obbligo telecamere a bordo”

 

Tardino: “Passa in PE obbligo telecamere a bordo”  – “Come anticipato all’indomani dell’accordo siglato con il Consiglio dell’Ue, la commissione pesca del PE ha oggi votato il regolamento Controlli, con il voto contrario da parte della Lega. I gruppi di maggioranza a Bruxelles, complici le assenze degli eurodeputati di Pd, M5s e terzo polo, hanno dato il via libera a nuove misure vessatorie nei confronti dei pescatori, categoria sempre nel mirino delle restrizioni dell’Ue, tartassata da regole e norme che invece di sostenere un settore di vitale importanza per l’economia costringono le imprese alla chiusura. Tutto questo grazie ai soliti fanatici delle ideologie green e alle nostre sinistre: le avevamo invitate a schierarsi a favore della nostra pesca e invece hanno disertato la votazione in Commissione. Il provvedimento prevede l’obbligo di telecamere a bordo dei pescherecci, per i quali è anche previsto un inasprimento delle regole sul cosiddetto ‘margine di tolleranza’ che riduce al minimo la flessibilità nelle operazioni di trasbordo e di cattura accidentale. Questo vorrà dire ancora più sanzioni. Una nuova vergognosa decisione che, all’inizio, prevedeva nella proposta originale telecamere a bordo di pescherecci a partire dai 12 metri di lunghezza, mentre grazie al lavoro e all’impegno della Lega sarà applicato solo alle imbarcazioni oltre i 18 metri. Una misura che ci consente di escludere gran parte della nostra flotta. Continueremo ad impegnarci per questo settore e lottare contro provvedimenti lontani dalla realtà, scritti da chi, evidentemente, non è mai salito su una barca da pesca, e che tendono solo a impedire ai nostri pescatori di poter lavorare, mentre favoriscono i nostri Paesi competitor dell’area mediterranea non soggetti a questi regolamenti asfissianti e privi di logica”.

Così in una nota Annalisa Tardino, eurodeputata della Lega, componente della Commissione Pesca e commissario regionale del partito in Sicilia.

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Tardino: “Passa in PE obbligo telecamere a bordo”  – “Come anticipato all’indomani dell’accordo siglato con il Consiglio dell’Ue, la commissione pesca del PE ha oggi votato il regolamento Controlli, con il voto contrario da parte della Lega. I gruppi di maggioranza a Bruxelles, complici le assenze degli eurodeputati di Pd, M5s e terzo polo, hanno dato il via libera a nuove misure vessatorie nei confronti dei pescatori, categoria sempre nel mirino delle restrizioni dell’Ue, tartassata da regole e norme che invece di sostenere un settore di vitale importanza per l’economia costringono le imprese alla chiusura. Tutto questo grazie ai soliti fanatici delle ideologie green e alle nostre sinistre: le avevamo invitate a schierarsi a favore della nostra pesca e invece hanno disertato la votazione in Commissione. Il provvedimento prevede l’obbligo di telecamere a bordo dei pescherecci, per i quali è anche previsto un inasprimento delle regole sul cosiddetto ‘margine di tolleranza’ che riduce al minimo la flessibilità nelle operazioni di trasbordo e di cattura accidentale. Questo vorrà dire ancora più sanzioni. Una nuova vergognosa decisione che, all’inizio, prevedeva nella proposta originale telecamere a bordo di pescherecci a partire dai 12 metri di lunghezza, mentre grazie al lavoro e all’impegno della Lega sarà applicato solo alle imbarcazioni oltre i 18 metri. Una misura che ci consente di escludere gran parte della nostra flotta. Continueremo ad impegnarci per questo settore e lottare contro provvedimenti lontani dalla realtà, scritti da chi, evidentemente, non è mai salito su una barca da pesca, e che tendono solo a impedire ai nostri pescatori di poter lavorare, mentre favoriscono i nostri Paesi competitor dell’area mediterranea non soggetti a questi regolamenti asfissianti e privi di logica”.

Così in una nota Annalisa Tardino, eurodeputata della Lega, componente della Commissione Pesca e commissario regionale del partito in Sicilia.

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Ostriche: il progetto per mitigare gli ostacoli e incrementarne l’allevamento

 

Ostriche: il progetto per mitigare gli ostacoli e incrementarne l’allevamento – Superare gli ostacoli per favorire lo sviluppo dell’ostricoltura italiana. Non è una trovata pubblicitaria ma l’obiettivo (concreto e tangibile) del progetto in cui è coinvolto il CIRSPE – Centro italiano ricerche e studi sulla pesca per la realizzazione di nuovi impianti di allevamento di ostriche o di potenziamento di quelli già esistenti. Dunque più ostriche in mare, e naturalmente sulle nostre tavole, a prezzi più competitivi! Esso favorirà lo sviluppo economico e il mercato della specie in linea con i principi di sostenibilità ambientale e sociale. Il superamento dei principali ostacoli che limitano e rallentano lo sviluppo dell’ostricoltura nei vari siti dislocati lungo le coste italiane e la correzione delle maggiori problematiche che oggi si riscontrano nelle aziende di allevamento favoriranno l’incremento della produzione del pregiato mollusco.

Il progetto, che si concluderà nei prossimi mesi, vede dunque tra i protagonisti il CIRSPE in un’ATS con capofila l’Università di Ferrara, l’Università di Bologna e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, per una sinergia che rappresenta l’eccellenza nel panorama italiano della ricerca applicata alla pesca e all’acquacoltura.

“Siamo orgogliosi di poter contribuire con le nostre competenze e conoscenze al miglioramento della produzione incentivando il lavoro degli ostricoltori italiani che, oltre a portare sulle nostre tavole un prodotto di eccellenza il cui gusto non teme confronti con i blasonati molluschi transalpini, oggi possono anche contribuire fattivamente al miglioramento della qualità ambientale – spiega Gilberto Ferrari, presidente del CIRSPE -. I nostri studi, supportati dalle ricerche svolte in collaborazione con gli atenei di Ferrara e Bologna e dai test realizzati dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, hanno anche dimostrato che le ostriche sono degli eccellenti accumulatori di CO2, e quindi più ostriche vengono allevate e più si contribuisce al salvaguardia dell’ambiente”.

L’innovativo progetto al quale partecipa il Cirpse e sostenuto dal PO FEAMP 2014-2020 Misura 2.47 “Innovazione” si inserisce nel cosiddetto ‘Piano di rilancio dell’ostricoltura nazionale’ e risponde appieno ai dettami della Blue economy europea, che traccia appunto la linea per una pesca e un’acquacoltura sempre più sostenibili, rispettose degli ecosistemi acquatici e, possibilmente, generatrici di positive ricadute sull’ambiente.

Ricerca applicata alla pesca e all’acquacoltura: il lavoro del CIRSPE

I tecnici del CIRSPE, che operano nel comparto della ricerca scientifica applicata alle esigenze del mondo ittico, hanno contribuito a far nascere e finanziare il progetto.
“Il CIRSPE è una struttura di ricerca privata nata per fornire diretto supporto al mondo della pesca e dell’acquacoltura, e lavora a fianco degli operatori del settore svolgendo un prezioso ruolo: quello di incentivare l’attività tecnico-scientifica applicata alle metodologie di cattura e allevamento, in primis per favorire le imprese e sviluppare tutti quegli aspetti innovativi che possano far evolvere l’imprenditore ittico e renderne l’attività sempre più adeguata al contesto ambientale – aggiunge il presidente Ferrari -. In quest’ottica i nostri biologi, scienziati naturalisti e tecnici elaborano ad esempio adeguati piani di gestione per uno sfruttamento sostenibile delle risorse, rispondendo a specifiche esigenze per poter affrontare al meglio il mercato di riferimento”.

È da questi principi e linee di ricerca che nasce quindi il progetto sull’allevamento dell’ostrica nei mari italiani, in particolare nella zona dell’Alto Adriatico. Tra i diversi obiettivi della Blue economy relativi alla programmazione 2021-2027 ci sono infatti quelli di abbattere l’emissione di CO2 e di favorire un’economia circolare, nonché di conservare alti livelli di biodiversità e contrastare i cambiamenti climatici.

Per coniugare tutte queste finalità il team composto dal CIRSPE e dai tre membri scientifici dell’Ats ha perciò puntato sul potenziamento del comparto dell’ostricoltura nazionale, per favorirne lo sviluppo economico e ampliare il mercato della specie, proprio in linea con la piena sostenibilità ambientale e sociale.

Il ruolo del CIRSPE è anche quello di contribuire al superamento dei principali ostacoli che potrebbero limitare lo sviluppo dell’ostricoltura in Italia attraverso una piattaforma che farà da supporto al network di interessati del settore, favorendo la condivisione delle conoscenze e le buone pratiche tra le imprese e i vari soggetti coinvolti. Questo favorirà la condivisione delle conoscenze e le buone pratiche tra le imprese e i vari soggetti coinvolti e di condividere le buone pratiche raggiunte. Al termine del progetto, previsto per fine agosto, risultati raggiunti e prospettive economiche saranno declinati e comunicati in maniera diretta sulla piattaforma che verrà realizzata per questo scopo. Con un semplice click si avrà accesso a dati su: tecniche di allevamento, nuove tecnologie e innovazione di processo; valorizzazione di specie autoctone e riduzione degli impatti ambientali; aspetti economici e potenziali scenari di sviluppo dell’ostricoltura italiana; aspetti igienico sanitari e valorizzazione del prodotto; normativa di settore e opportunità di finanziamento.

Ostriche: il progetto per mitigare gli ostacoli e incrementarne l’allevamento

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Ostriche: il progetto per mitigare gli ostacoli e incrementarne l’allevamento

 

Ostriche: il progetto per mitigare gli ostacoli e incrementarne l’allevamento – Superare gli ostacoli per favorire lo sviluppo dell’ostricoltura italiana. Non è una trovata pubblicitaria ma l’obiettivo (concreto e tangibile) del progetto in cui è coinvolto il CIRSPE – Centro italiano ricerche e studi sulla pesca per la realizzazione di nuovi impianti di allevamento di ostriche o di potenziamento di quelli già esistenti. Dunque più ostriche in mare, e naturalmente sulle nostre tavole, a prezzi più competitivi! Esso favorirà lo sviluppo economico e il mercato della specie in linea con i principi di sostenibilità ambientale e sociale. Il superamento dei principali ostacoli che limitano e rallentano lo sviluppo dell’ostricoltura nei vari siti dislocati lungo le coste italiane e la correzione delle maggiori problematiche che oggi si riscontrano nelle aziende di allevamento favoriranno l’incremento della produzione del pregiato mollusco.

Il progetto, che si concluderà nei prossimi mesi, vede dunque tra i protagonisti il CIRSPE in un’ATS con capofila l’Università di Ferrara, l’Università di Bologna e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, per una sinergia che rappresenta l’eccellenza nel panorama italiano della ricerca applicata alla pesca e all’acquacoltura.

“Siamo orgogliosi di poter contribuire con le nostre competenze e conoscenze al miglioramento della produzione incentivando il lavoro degli ostricoltori italiani che, oltre a portare sulle nostre tavole un prodotto di eccellenza il cui gusto non teme confronti con i blasonati molluschi transalpini, oggi possono anche contribuire fattivamente al miglioramento della qualità ambientale – spiega Gilberto Ferrari, presidente del CIRSPE -. I nostri studi, supportati dalle ricerche svolte in collaborazione con gli atenei di Ferrara e Bologna e dai test realizzati dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, hanno anche dimostrato che le ostriche sono degli eccellenti accumulatori di CO2, e quindi più ostriche vengono allevate e più si contribuisce al salvaguardia dell’ambiente”.

L’innovativo progetto al quale partecipa il Cirpse e sostenuto dal PO FEAMP 2014-2020 Misura 2.47 “Innovazione” si inserisce nel cosiddetto ‘Piano di rilancio dell’ostricoltura nazionale’ e risponde appieno ai dettami della Blue economy europea, che traccia appunto la linea per una pesca e un’acquacoltura sempre più sostenibili, rispettose degli ecosistemi acquatici e, possibilmente, generatrici di positive ricadute sull’ambiente.

Ricerca applicata alla pesca e all’acquacoltura: il lavoro del CIRSPE

I tecnici del CIRSPE, che operano nel comparto della ricerca scientifica applicata alle esigenze del mondo ittico, hanno contribuito a far nascere e finanziare il progetto.
“Il CIRSPE è una struttura di ricerca privata nata per fornire diretto supporto al mondo della pesca e dell’acquacoltura, e lavora a fianco degli operatori del settore svolgendo un prezioso ruolo: quello di incentivare l’attività tecnico-scientifica applicata alle metodologie di cattura e allevamento, in primis per favorire le imprese e sviluppare tutti quegli aspetti innovativi che possano far evolvere l’imprenditore ittico e renderne l’attività sempre più adeguata al contesto ambientale – aggiunge il presidente Ferrari -. In quest’ottica i nostri biologi, scienziati naturalisti e tecnici elaborano ad esempio adeguati piani di gestione per uno sfruttamento sostenibile delle risorse, rispondendo a specifiche esigenze per poter affrontare al meglio il mercato di riferimento”.

È da questi principi e linee di ricerca che nasce quindi il progetto sull’allevamento dell’ostrica nei mari italiani, in particolare nella zona dell’Alto Adriatico. Tra i diversi obiettivi della Blue economy relativi alla programmazione 2021-2027 ci sono infatti quelli di abbattere l’emissione di CO2 e di favorire un’economia circolare, nonché di conservare alti livelli di biodiversità e contrastare i cambiamenti climatici.

Per coniugare tutte queste finalità il team composto dal CIRSPE e dai tre membri scientifici dell’Ats ha perciò puntato sul potenziamento del comparto dell’ostricoltura nazionale, per favorirne lo sviluppo economico e ampliare il mercato della specie, proprio in linea con la piena sostenibilità ambientale e sociale.

Il ruolo del CIRSPE è anche quello di contribuire al superamento dei principali ostacoli che potrebbero limitare lo sviluppo dell’ostricoltura in Italia attraverso una piattaforma che farà da supporto al network di interessati del settore, favorendo la condivisione delle conoscenze e le buone pratiche tra le imprese e i vari soggetti coinvolti. Questo favorirà la condivisione delle conoscenze e le buone pratiche tra le imprese e i vari soggetti coinvolti e di condividere le buone pratiche raggiunte. Al termine del progetto, previsto per fine agosto, risultati raggiunti e prospettive economiche saranno declinati e comunicati in maniera diretta sulla piattaforma che verrà realizzata per questo scopo. Con un semplice click si avrà accesso a dati su: tecniche di allevamento, nuove tecnologie e innovazione di processo; valorizzazione di specie autoctone e riduzione degli impatti ambientali; aspetti economici e potenziali scenari di sviluppo dell’ostricoltura italiana; aspetti igienico sanitari e valorizzazione del prodotto; normativa di settore e opportunità di finanziamento.

Ostriche: il progetto per mitigare gli ostacoli e incrementarne l’allevamento

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