Mese: Agosto 2023 Pagina 18 di 74

In arrivo il Global Fishery Forum & Seafood Expo Russia 2023

 

In arrivo il Global Fishery Forum & Seafood Expo Russia 2023, mancano meno di due mesi alla data di apertura. Il focus principale di quest’anno è mantenere la stabilità dello sviluppo dell’industria della pesca, in un contesto di commercio multipolare in evoluzione. Si pone un’attenzione particolare sull’integrazione dell’economia settoriale russa in questo sistema, in particolare con i Paesi dell’Asia-Pacifico, che rappresentano il 60% del consumo globale di prodotti ittici. L’esposizione e il programma aziendale rifletteranno il potenziamento della cooperazione con l’Asia-Pacifico, l’America Latina, l’Africa, il Medio Oriente e l’EAEU.

L’industria russa della pesca ha superato con successo le sfide recenti, adattando rapidamente le infrastrutture di produzione e fornitura di prodotti ittici. Tuttavia, si affaccia ora all’obiettivo ambizioso di evolvere ulteriormente, passando a un livello di sviluppo più avanzato. Questo richiede una crescita della capacità della flotta, lo sviluppo di tecnologie di lavorazione avanzate, miglioramenti logistici e vendite al dettaglio, digitalizzazione e supporto scientifico.

Un aspetto fondamentale sarà la tavola rotonda sulla sovranità tecnologica dell’industria della pesca, concentrandosi sul rinnovamento delle flotte e delle capacità di trasformazione. Questa discussione coinvolgerà le autorità pertinenti e i rappresentanti delle flotte, dei cantieri navali e delle attrezzature.

La cooperazione con i paesi vicini e l’Unione Economica Eurasiatica rafforzerà l’acquacoltura. Un convegno specialistico affronterà il ruolo di questa cooperazione nell’infrastruttura e nel supporto tecnologico del settore. La formazione di una catena del freddo continua nel trasporto di pesce e frutti di mare sarà un argomento di grande rilievo.

Il forum promuove anche il consumo interno dei prodotti ittici russi. La tavola rotonda dedicata discuterà su come aumentare il consumo di pesce russo e mantenere un equilibrio tra esportazioni e consumo interno. L’armonizzazione delle materie prime nei mercati nazionali ed esteri sarà al centro delle discussioni.

La sesta edizione del Global Fishery Forum & Seafood Expo Russia si avvicina con promettenti prospettive e un programma ricco di tematiche cruciali per l’evoluzione dell’industria ittica. I partecipanti avranno l’opportunità di esplorare le ultime tendenze, connettersi con esperti di settore e trarre beneficio dalle diverse sessioni e tavole rotonde.

In arrivo il Global Fishery Forum & Seafood Expo Russia 2023

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Confartigianato: l’Italia protagonista dell’economia del mare

Confartigianato: l’Italia protagonista dell’economia del mare

L’ultimo Rapporto annuale di Confartigianato delinea il profilo dell’economia del mare: sono 2.467.076 le micro e piccole imprese con 5.898.822 addetti, pari a oltre la metà (54,3%) degli addetti nazionali delle MPI attive nelle 66 province costiere,  affacciate sul mare o con almeno la metà della popolazione residente entro 50 km dalla costa e che rappresentano l’economia italiana del mare.

Le MPI concentrano il 70,7% degli addetti delle imprese delle province costiere, una quota nettamente superiore al 63,4% della media nazionale.

In particolare, nelle aree costiere si contano 526.846 le imprese artigiane con 1.238.045 addetti, pari alla metà (48,7%) degli addetti dell’artigianato italiano ed al 14,8% degli addetti nazionali. Per quanto riguarda il turismo, nelle province costiere si concentra il 61,2% delle presenze turistiche totali e il 50,7% di quelle straniere ed in particolare le località marine interessano il 27,1% delle presenze, dietro solo a quelle delle città d’arte (27,6%). In termini di offerta, nei territori costieri si concentra il 57,3% dell’artigianato interessato dalla domanda turistica che offre prodotti e servizi di qualità e contribuisce al trasporto dei turisti.

Nel confronto internazionale l’Italia è al primo posto in Ue a 27 per pil generato nelle province costiere, pari a 906,8 miliardi di euro e alla metà (50,6%) del PIL nazionale, quota superiore rispetto al 36,6% della media Ue. Il valore dell’economia italiana del mare supera i 786,2 miliardi di euro della Francia (32,3% del PIL), i 713,2 miliardi della Spagna (57,4% del PIL) e i 458,8 miliardi dei Paesi Bassi (56,6% del PIL). L’Italia rappresenta il 12,8% del PIL dell’Ue, ma la quota sale al 17,7% per il PIL dell’economia del mare definita dalle aree costiere.

“Senza artigiani e Mpi – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – non esisterebbe l’’economia del mare’ e l’Italia non sarebbe al top tra le mete turistiche più apprezzate a livello internazionale. È indispensabile valorizzare questa nostra peculiarità negli interventi di politica economica. In particolare, per quanto riguarda il turismo, va sostenuto il sistema delle imprese artigiane e di vicinato che sono fondamentali per alimentare l’attrattività dei territori italiani”.

“L’artigianato – aggiunge Granelli – rappresenta un player di primo piano nell’economia del mare e delle aree costiere, soprattutto nella fornitura di servizi e prodotti (stabilimenti balneari, alimentare e ristorazione, compagnie di trasporto turistico via terra e via mare), ma anche nella produzione di imbarcazioni e accessori, di attrezzatura e abbigliamento tecnico e sportivo. Decisivo è anche il contributo degli artigiani e delle Mpi nell’assicurare la mobilità di merci e persone, con un ruolo fondamentale nell’organizzazione logistica di questa filiera integrata nei porti italiani. Inoltre cittadini e turisti possono fruire di servizi flessibili e ad alta specializzazione offerti dagli operatori artigiani impegnati nel trasporto con imbarcazioni da diporto, motoscafi, bus, taxi e noleggio con conducente”.

La metà (50,7%) del valore aggiunto nazionale è generato dall’economia del mare, la quale ha registrato una maggiore resilienza nella pandemia: tra il 2019 e il 2021, la flessione del valore aggiunto delle province costiere risulta dimezzato rispetto a quello delle restanti province. Il carattere peninsulare dell’Italia attribuisce un ruolo dominante al Mezzogiorno nell’economia del mare: nel Sud e Isole, infatti, si concentra il 43,0% del PIL dei territori costieri, davanti al 31,5% del Centro, al 20,0% del Nord-Est e al 5,5% del Nord-Ovest e nel Mezzogiorno i territori costieri determinano la quasi totalità (97,6%) del PIL della ripartizione, a fronte di 73,4% del Centro, 43,7% del Nord-Est e 8,5% del Nord-Ovest.

Nei territori costieri si realizza il 34,0% dell’export manifatturiero, pari a 167,4 miliardi di euro, una quota che sale 41,9% per l’export verso l’area del mediterraneo. In particolare la quota tocca il 94,3% per l’export di navi e imbarcazioni, ambito che conta circa 3mila imprese artigiane specializzate in attività cantieristiche e riparazione e manutenzione di navi e imbarcazioni che rappresentano l’88,8% dell’artigianato italiano della nautica, evidenze emerse in un  approfondimento in occasione di Seafuture, la Fiera internazionale della blue economy e dell’innovazione tecnologica legata al settore Difesa, svoltasi ad inizio giugno 2023 a La Spezia.

Uno degli asset dell’economia del mare è rappresentato dall’attività portuale, con l’apporto del sistema delle imprese del trasporto merci e della logistica. Prendendo a riferimento i 40 porti principali, ognuno con oltre un milione di tonnellate di merci movimentate in imbarco e sbarco e che insieme concentrano il 96,8% del trasporto marittimo merci nazionale, la regione con maggiore attività è la Sicilia con il 16,8% del movimento merci nel 2021, seguita dalla Liguria con il 14,9%, dal Friuli-Venezia Giulia con il 13,1% e dalla Sardegna con il 10,3%: queste prime quattro regioni insieme concentrano oltre la metà (55,0%) del movimento merci dei porti italiani.

Fonte: https://italia-informa.com/Confartigianato-Studi–Italia-protagonista-dell-economia-del-mare.aspx

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Ricerca. Polveri proteiche dai sottoprodotti ittici

 

Ricerca. Polveri proteiche dai sottoprodotti ittici – I ricercatori del Centro di Ricerca Norvegese (NORCE) stanno lavorando sullo sviluppo  di un processo innovativo per trasformare i sottoprodotti derivati dalla lavorazione dei prodotti ittici in polveri proteiche di pesce. Queste polveri proteiche potrebbero essere utilizzate come integratori per atleti o come sostituti dei pasti per gli anziani, aprendo nuove prospettive nell’industria alimentare.

Il processo di trasformazione

In un comunicato stampa diffuso dal NORCE, il ricercatore Rasmus Ree ha spiegato il processo che sta dietro a questa innovazione. Attualmente, i sottoprodotti ittici vengono trattati con un enzima chiamato proteasi per frammentare le proteine del pesce in pezzi più piccoli attraverso un processo chiamato idrolisi enzimatica. Tuttavia, la polvere proteica risultante mantiene un forte odore e sapore di pesce, limitandone l’usabilità.

Eliminazione dell’odore di pesce

Ree ha spiegato che l’odore del pesce nella polvere proteica è causato principalmente da un composto chiamato trimetilammina (TMA). Per risolvere questo problema, i ricercatori hanno sviluppato un enzima che trasforma il TMA in trimetilammina-N-ossido (TMAO), che risulta essere inodore. Questo approccio sfrutta una reazione naturale che avviene nei pesci stessi. Un enzima chiamato monoossigenasi contenente flavina (mFMO) è stato identificato come catalizzatore di questa reazione.

Sfida della resistenza al calore

Tuttavia, l’enzima mFMO non è risultato inizialmente stabile alle alte temperature necessarie per il processo di idrolisi (50-60 gradi Celsius). Per superare questa sfida, i ricercatori hanno apportato modifiche all’enzima tramite un algoritmo avanzato, aumentandone la tolleranza al calore.

Risultati promettenti

Le modifiche apportate all’enzima hanno dimostrato di essere efficaci: la variante enzimatica modificata ha mostrato di poter funzionare a temperature più elevate e addirittura di essere più efficiente a tali temperature. Questo risultato ha aperto nuove possibilità per l’applicazione di questa innovazione su diverse materie prime, come il merluzzo e il pesce pelagico.

Il lavoro dei ricercatori NORCE nel trasformare i sottoprodotti ittici in polveri proteiche rappresenta un passo avanti significativo nell’industria alimentare. L’eliminazione dell’odore di pesce e la resistenza al calore dell’enzima modificato potrebbero rivoluzionare il settore degli integratori per atleti e degli alimenti sostitutivi per gli anziani, aprendo la strada a nuove opportunità e sviluppi.

Ricerca. Polveri proteiche dai sottoprodotti ittici

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Meno catture ma più fatturato per la flotta tedesca

 

Meno catture ma più fatturato per la flotta tedesca – Nel rapporto annuale dell’Agenzia federale per l’agricoltura e l’alimentazione (BLE), emerge che nel 2022 la flotta tedesca di pesca ha registrato un calo del quasi 8% nelle quantità di pesce sbarcate, raggiungendo un totale di 150.250 tonnellate. Questo calo è stato accompagnato da una diminuzione di cinque imbarcazioni da pesca rispetto all’anno precedente. Tuttavia, nonostante questi numeri, il settore della pesca tedesco ha vissuto un anno economicamente positivo, con un aumento del 16,13% nel fatturato per un valore di circa 187,2 milioni di euro.

Fattori influenti e trend economici

La riduzione delle quote di cattura, insieme alla diminuzione dei giorni di pesca e alle fluttuazioni annuali dovute a fattori ambientali, sono stati identificati dal governo come fattori chiave nel calo delle quantità di pesce sbarcate nel 2022. Nonostante ciò, l’industria della pesca tedesca è stata in grado di aumentare il proprio fatturato grazie a strategie e adattamenti.

Principali specie ittiche e sbarchi

Nel 2022, le tre principali specie ittiche sbarcate sono state l’aringa (34,7%), il melù (14,5%) e lo spratto (11,5%). Questi dati riflettono la diversificazione delle catture nonostante le sfide incontrate nel corso dell’anno.

Sbarchi nei porti e destinazioni

I porti di pesca costieri di Meclemburgo-Pomerania Anteriore, Bassa Sassonia, Schleswig-Holstein e Brema hanno visto lo sbarco totale di 21.487 tonnellate di pesce nel 2022, includendo catture accessorie, prodotti immagazzinati, farina di pesce e mangimi per pesci. Le specie predominanti nei principali sbarchi sono state il granchio (36,9%), lo sgombro (12,1%) e lo spratto (9,3%). Tuttavia, una parte significativa delle quantità sbarcate, pari a 128.762 tonnellate e dal valore di 113,8 milioni di euro, è stata destinata a paesi terzi. Tra questi, i Paesi Bassi hanno ricevuto i due terzi delle spedizioni, seguiti dalla Danimarca con l’18,6% e dal Marocco con il 7,3%.

Nonostante la diminuzione delle quantità sbarcate di pesce da parte della flotta tedesca nel 2022, il settore ha comunque registrato un incremento significativo nel fatturato. Questo risultato è stato attribuito alle strategie di adattamento alle sfide legate alle quote di cattura e alle fluttuazioni ambientali. L’identificazione delle specie ittiche predominanti e delle destinazioni delle spedizioni contribuisce a una visione completa dell’industria della pesca tedesca nel 2022.

Meno catture ma più fatturato per la flotta tedesca

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Meno catture ma più fatturato per la flotta tedesca

 

Meno catture ma più fatturato per la flotta tedesca – Nel rapporto annuale dell’Agenzia federale per l’agricoltura e l’alimentazione (BLE), emerge che nel 2022 la flotta tedesca di pesca ha registrato un calo del quasi 8% nelle quantità di pesce sbarcate, raggiungendo un totale di 150.250 tonnellate. Questo calo è stato accompagnato da una diminuzione di cinque imbarcazioni da pesca rispetto all’anno precedente. Tuttavia, nonostante questi numeri, il settore della pesca tedesco ha vissuto un anno economicamente positivo, con un aumento del 16,13% nel fatturato per un valore di circa 187,2 milioni di euro.

Fattori influenti e trend economici

La riduzione delle quote di cattura, insieme alla diminuzione dei giorni di pesca e alle fluttuazioni annuali dovute a fattori ambientali, sono stati identificati dal governo come fattori chiave nel calo delle quantità di pesce sbarcate nel 2022. Nonostante ciò, l’industria della pesca tedesca è stata in grado di aumentare il proprio fatturato grazie a strategie e adattamenti.

Principali specie ittiche e sbarchi

Nel 2022, le tre principali specie ittiche sbarcate sono state l’aringa (34,7%), il melù (14,5%) e lo spratto (11,5%). Questi dati riflettono la diversificazione delle catture nonostante le sfide incontrate nel corso dell’anno.

Sbarchi nei porti e destinazioni

I porti di pesca costieri di Meclemburgo-Pomerania Anteriore, Bassa Sassonia, Schleswig-Holstein e Brema hanno visto lo sbarco totale di 21.487 tonnellate di pesce nel 2022, includendo catture accessorie, prodotti immagazzinati, farina di pesce e mangimi per pesci. Le specie predominanti nei principali sbarchi sono state il granchio (36,9%), lo sgombro (12,1%) e lo spratto (9,3%). Tuttavia, una parte significativa delle quantità sbarcate, pari a 128.762 tonnellate e dal valore di 113,8 milioni di euro, è stata destinata a paesi terzi. Tra questi, i Paesi Bassi hanno ricevuto i due terzi delle spedizioni, seguiti dalla Danimarca con l’18,6% e dal Marocco con il 7,3%.

Nonostante la diminuzione delle quantità sbarcate di pesce da parte della flotta tedesca nel 2022, il settore ha comunque registrato un incremento significativo nel fatturato. Questo risultato è stato attribuito alle strategie di adattamento alle sfide legate alle quote di cattura e alle fluttuazioni ambientali. L’identificazione delle specie ittiche predominanti e delle destinazioni delle spedizioni contribuisce a una visione completa dell’industria della pesca tedesca nel 2022.

Meno catture ma più fatturato per la flotta tedesca

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