Mese: Agosto 2023 Pagina 26 di 74

Granchio blu, Scognamiglio: “Campagna di contrasto diventa operativa”

 

Granchio blu, Scognamiglio: “Campagna di contrasto diventa operativa” – “La campagna di contrasto all’invasione del granchio blu nei mari italiani diventa operativa. L’obiettivo è limitare i danni provocati da questa specie proveniente dall’Atlantico del Nord e cercare di trasformarla in una risorsa”. Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimentare.

“Dopo essere stati tra i primi – ha proseguito il numero uno dell’associazione di settore del mondo cooperativistico – a sollevare, insieme alle imprese aderenti e ai nostri pescatori, il pericolo rappresentato dalla presenza in acqua del crostaceo alieno, che si è rapidamente diffuso nel Mediterraneo, evidenziando le ricadute negative per le attività ittiche e gli equilbri delle catena alimentare, a causa della sua capacità predatoria, il caso del granchio blu è finalmente diventato questione di rilievo per istituzioni pubbliche, politica e mass media. Grazie al governo nazionale si è riusciti a mettere in piedi un piano di intervento per la gestione del problema, con l’intento di creare nuove opportunità per il comparto ittico, attraverso la cattura sistematica e la commercializzazione della specie killer, la cui carne è considerata pregiata e prelibata. E’ tempo dunque di entrare nel vivo delle operazioni con la pubblicazione del decreto, che consente l’utilizzo di attrezzi appositi. L’autorizzazione sarà rilasciata a tutte le imprese di pesca e acquacoltura che ne faranno richiesta. Si potrà così tenere sotto controllo la specie, eradicandola dalle nostre acque, e fornire informazioni utili per predisporre ulteriori azioni di contenimento di questo predatore. Gli attrezzi da pesca indicati devono essere utilizzati esclusivamente per la cattura del “granchio blu”. Specie ittiche diverse, se catturate, vanno rigettate in mare e non possono essere sbarcate. L’autorizzazione ha carattere di eccezionalità e temporaneità, per una durata di tre mesi”.

“L’Unci AgroAlimentare – ha concluso Scognamiglio – sarà come sempre in prima linea nella gestione di questa fase delicata e darà il proprio contributo per il raggiungimento degli obiettivi, anche partecipando ai prossimi appuntamenti istituzionali, a cominciare dalle riunioni tematiche di approfondimento con le Regioni Veneto ed Emilia Romagna”.

Granchio blu, Scognamiglio: “Campagna di contrasto diventa operativa”

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Granchio blu, Scognamiglio: “Campagna di contrasto diventa operativa”

 

Granchio blu, Scognamiglio: “Campagna di contrasto diventa operativa” – “La campagna di contrasto all’invasione del granchio blu nei mari italiani diventa operativa. L’obiettivo è limitare i danni provocati da questa specie proveniente dall’Atlantico del Nord e cercare di trasformarla in una risorsa”. Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimentare.

“Dopo essere stati tra i primi – ha proseguito il numero uno dell’associazione di settore del mondo cooperativistico – a sollevare, insieme alle imprese aderenti e ai nostri pescatori, il pericolo rappresentato dalla presenza in acqua del crostaceo alieno, che si è rapidamente diffuso nel Mediterraneo, evidenziando le ricadute negative per le attività ittiche e gli equilbri delle catena alimentare, a causa della sua capacità predatoria, il caso del granchio blu è finalmente diventato questione di rilievo per istituzioni pubbliche, politica e mass media. Grazie al governo nazionale si è riusciti a mettere in piedi un piano di intervento per la gestione del problema, con l’intento di creare nuove opportunità per il comparto ittico, attraverso la cattura sistematica e la commercializzazione della specie killer, la cui carne è considerata pregiata e prelibata. E’ tempo dunque di entrare nel vivo delle operazioni con la pubblicazione del decreto, che consente l’utilizzo di attrezzi appositi. L’autorizzazione sarà rilasciata a tutte le imprese di pesca e acquacoltura che ne faranno richiesta. Si potrà così tenere sotto controllo la specie, eradicandola dalle nostre acque, e fornire informazioni utili per predisporre ulteriori azioni di contenimento di questo predatore. Gli attrezzi da pesca indicati devono essere utilizzati esclusivamente per la cattura del “granchio blu”. Specie ittiche diverse, se catturate, vanno rigettate in mare e non possono essere sbarcate. L’autorizzazione ha carattere di eccezionalità e temporaneità, per una durata di tre mesi”.

“L’Unci AgroAlimentare – ha concluso Scognamiglio – sarà come sempre in prima linea nella gestione di questa fase delicata e darà il proprio contributo per il raggiungimento degli obiettivi, anche partecipando ai prossimi appuntamenti istituzionali, a cominciare dalle riunioni tematiche di approfondimento con le Regioni Veneto ed Emilia Romagna”.

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Granchio blu, Bonaccini chiede lo stato di emergenza nazionale

 

Granchio blu, Bonaccini chiede lo stato di emergenza nazionale  – Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha avanzato la richiesta, anche su indicazione delle associazioni che rappresentano le cooperative di pesca del territorio, chiedendo che alla deliberazione faccia seguito un adeguato sostegno economico per assicurare alle Amministrazioni locali e ai pescatori investiti dal problema la possibilità di interventi urgenti, per contrastare i danni all’ecosistema ambientale e i danni economici a imprese e famiglie.

A breve, dice la richiesta, la Regione provvederà a inviare (come da indicazioni del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) il report dei danni provocati dal granchio blu ai pescatori delle marinerie di Goro e Comacchio e, si afferma nella nota della Regione, “siamo disponibili a collaborare per i primi ristori sulla base dei 2,9 milioni dichiarati in disponibilità per tale emergenza dal Governo da Lei presieduto”.

“Ma si tratta solo di un primo stanziamento rispetto a quanto necessario – precisano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini e l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi -, per un fenomeno la cui portata è ormai impressionante, come mettono in evidenza, in primo luogo, le associazioni dei pescatori. Un primo passo è stata l’autorizzazione alla cattura, al prelievo e alla commercializzazione, ma questo non basta. Questa specie sta mettendo in crisi un intero settore”.

“Come Regione – concludono Bonaccini e Mammi – abbiamo anche proposto di aprire una linea di credito per le imprese dell’acquacoltura: di questo e delle altre problematiche parleremo nei prossimi giorni in un incontro con i pescatori e acquacoltori di Goro e Comacchio, assieme ai sindaci, per fare il punto della situazione”.

La situazione granchio blu

Nel 2023 in tutto il Delta del Po e per quanto riguarda l’Emilia-Romagna nei comuni di Goro e Comacchio in provincia di Ferrara, si è verificata una proliferazione massiva di granchio blu (Callinectes Sapidus), una specie alloctona originaria dell’Oceano Atlantico, probabilmente immessa nel Mar Mediterraneo attraverso le acque di zavorra delle navi, che non ha antagonisti naturali nei nostri mari e sta invadendo l’Adriatico e procedendo alla distruzione sistematica dell’ecosistema marino.

Tale specie si è dimostrata particolarmente aggressiva nei confronti degli allevamenti di acquacoltura presenti nella Sacca di Goro e nei canali adduttori di Comacchio, ambienti naturali dove annualmente vengono prodotte circa 16 mila tonnellate di vongole, che corrispondono al 55% della produzione italiana e al 40% di quella europea con 1700 addetti che fanno riferimento alle marinerie di Goro e di Comacchio.

Goro e di Comacchio riportano di una raccolta di 160 tonnellate di granchio blu nel solo periodo intercorso tra l’11 luglio e l’11 agosto 2023. Le associazioni di pesca del territorio denunciano che oltre al “danno emergente” caratterizzato dalle spese sostenute ogni giorno per raccogliere e smaltire il più alto numero possibile di granchi blu (ovvero diverse decine di tonnellate di esemplari al giorno, avviate agli inceneritori riconosciuti), sono preoccupati in particolare per il reddito i lavoratori e i loro nuclei familiari nei prossimi 12/24 mesi, poiché tale proliferazione ha mandato in fumo tutte le semine di novellame fatte durante la primavera, oltre alle specie già pronte per la commercializzazione.

Granchio blu, Bonaccini chiede lo stato di emergenza nazionale 

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Granchio blu, Toti: “Da mesi monitoriamo la situazione, pronti a tutelare i nostri miticoltori”

 

“Regione Liguria da qualche mese sta tendendo monitorata, insieme ad Arpal e agli enti competenti, la diffusione del granchio blu nei nostri mari. Allo stato attuale la diffusione del temuto crostaceo nel nostro litorale non appare preoccupante, come in altre regioni, ma stiamo tenendo alta l’attenzione per tutelare al meglio i miticoltori liguri che in questi mesi stanno già facendo i conti con il problema delle orate che divorano i muscoli. In questi mesi sono stati effettuati prelievi e indagini su tutta la costa ligure per capire l’evoluzione del fenomeno e intervenire, se necessario, per arginare l’eventuale invasione”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il vice presidente con delega alla Pesca e Acquacoltura Alessandro Piana in merito all’emergenza granchio blu.

“Essendo non nativo e tenendo presente la sua ‘pericolosità’ ambientale e socio-economica – aggiunge l’assessore Piana – ad ora le azioni da fare sono quelle di studiarlo meglio (monitorarne l’espansione e indagare se vi siano predatori naturali); pescarlo il più possibile con attrezzi selettivi (che non catturino altre specie) promuovendone il consumo. Ciò lo faremo con gli uffici regionali che curano le aree marine, pesca e agricoltura con il Genoa Marine Center, Stazione Zoologica Anton Dohrn. Alla prima call Interreg presenteremo quindi un progetto in associazione con la Stazione zoologica Anton Dhorn, il centro per il Mare del Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Università di Genova”.

“Il granchio blu è un ‘alieno’, cioè una specie non nativa del Mediterraneo dove è entrata molto probabilmente con le acque di zavorra di navi provenienti dall’Atlantico occidentale, sua area di origine – spiega Paolo Guidetti dirigente della sede di Genova della Stazione Zoologica Anton-Dohrn -. Registrato a metà del secolo scorso per la prima volta in Grecia, si è diffuso rapidamente negli ultimi decenni ed è arrivato anche da noi in Liguria. È un buon nuotatore, un predatore efficace, soprattutto di molluschi bivalvi di sabbia (tra cui vongole e arselle qui in Mediterraneo) e soprattutto in ambienti salmastri. Parliamo quindi di lagune, estuari e simili, habitat non così diffusi in Liguria, ma non conosciamo le sue capacità di adattamento. Se molto abbondante, oltre a rimpiazzare altre specie native di granchi e divorare molluschi alterando l’ecosistema, può anche essere causa di danni socio-economici importanti agli operatori dei settori pesca ed acquacoltura”.

Regione Liguria è già all’opera attraverso l’Ente Parco dell’Antola anche per contrastare la presenza del gambero rosso, un crostaceo molto pericoloso perchè portatore della peste del gambero, una malattia letale per i gamberi d’acqua dolce Austropotamobius pallipes tipici di queste zone. Grazie a Life Claw, progetto di contenimento finanziato dall’Unione Europea, il Parco dell’Antola e Regione Liguria, attraverso l’utilizzo di gabbie con esca, stanno limitando l’invasione di un altro crostaceo potenzialmente pericoloso.

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Granchio blu, Toti: “Da mesi monitoriamo la situazione, pronti a tutelare i nostri miticoltori”

 

“Regione Liguria da qualche mese sta tendendo monitorata, insieme ad Arpal e agli enti competenti, la diffusione del granchio blu nei nostri mari. Allo stato attuale la diffusione del temuto crostaceo nel nostro litorale non appare preoccupante, come in altre regioni, ma stiamo tenendo alta l’attenzione per tutelare al meglio i miticoltori liguri che in questi mesi stanno già facendo i conti con il problema delle orate che divorano i muscoli. In questi mesi sono stati effettuati prelievi e indagini su tutta la costa ligure per capire l’evoluzione del fenomeno e intervenire, se necessario, per arginare l’eventuale invasione”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il vice presidente con delega alla Pesca e Acquacoltura Alessandro Piana in merito all’emergenza granchio blu.

“Essendo non nativo e tenendo presente la sua ‘pericolosità’ ambientale e socio-economica – aggiunge l’assessore Piana – ad ora le azioni da fare sono quelle di studiarlo meglio (monitorarne l’espansione e indagare se vi siano predatori naturali); pescarlo il più possibile con attrezzi selettivi (che non catturino altre specie) promuovendone il consumo. Ciò lo faremo con gli uffici regionali che curano le aree marine, pesca e agricoltura con il Genoa Marine Center, Stazione Zoologica Anton Dohrn. Alla prima call Interreg presenteremo quindi un progetto in associazione con la Stazione zoologica Anton Dhorn, il centro per il Mare del Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Università di Genova”.

“Il granchio blu è un ‘alieno’, cioè una specie non nativa del Mediterraneo dove è entrata molto probabilmente con le acque di zavorra di navi provenienti dall’Atlantico occidentale, sua area di origine – spiega Paolo Guidetti dirigente della sede di Genova della Stazione Zoologica Anton-Dohrn -. Registrato a metà del secolo scorso per la prima volta in Grecia, si è diffuso rapidamente negli ultimi decenni ed è arrivato anche da noi in Liguria. È un buon nuotatore, un predatore efficace, soprattutto di molluschi bivalvi di sabbia (tra cui vongole e arselle qui in Mediterraneo) e soprattutto in ambienti salmastri. Parliamo quindi di lagune, estuari e simili, habitat non così diffusi in Liguria, ma non conosciamo le sue capacità di adattamento. Se molto abbondante, oltre a rimpiazzare altre specie native di granchi e divorare molluschi alterando l’ecosistema, può anche essere causa di danni socio-economici importanti agli operatori dei settori pesca ed acquacoltura”.

Regione Liguria è già all’opera attraverso l’Ente Parco dell’Antola anche per contrastare la presenza del gambero rosso, un crostaceo molto pericoloso perchè portatore della peste del gambero, una malattia letale per i gamberi d’acqua dolce Austropotamobius pallipes tipici di queste zone. Grazie a Life Claw, progetto di contenimento finanziato dall’Unione Europea, il Parco dell’Antola e Regione Liguria, attraverso l’utilizzo di gabbie con esca, stanno limitando l’invasione di un altro crostaceo potenzialmente pericoloso.

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