Mese: Ottobre 2023 Pagina 5 di 84

Il potenziale dell’allevamento del pesce lupo

 

Il potenziale dell’allevamento del pesce lupo – Una recente ricerca condotta dall’Università di Göteborg ha aperto nuove prospettive nell’allevamento commerciale del pesce lupo, proponendo un approccio innovativo basato sull’uso di scarti di gamberetti per la produzione di mangimi. Questa scoperta potrebbe rivoluzionare l’industria dell’acquacoltura, offrendo una soluzione sostenibile ed efficiente per la coltivazione di questa specie marina dalle carni prelibate.

Il pesce lupo: un predatore del profondo Oceano Atlantico

Il lupo di mare (Anarhichas lupus) è una specie che trova il suo habitat sul fondo dell’Oceano Atlantico, predando crostacei e mantenendo una vita stanziale nei pressi delle rocce marine. Tuttavia, la sua popolazione naturale sta declinando a causa della pesca eccessiva e delle catture accessorie, portando la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAAa classificarlo come una “specie di interesse“. Questa situazione ha spinto i ricercatori a esplorare nuove strade per il suo allevamento in ambito commerciale.

La chiave del successo: alimentazione e allevamento adeguati

La dott.ssa Ida Hedén, del Dipartimento di scienze biologiche e ambientali dell’Università di Göteborg, sostiene che il pesce lupo possieda un notevole potenziale per l’allevamento marino. Tuttavia, per sfruttarlo appieno, è necessario fornire una dieta adeguata e implementare programmi di allevamento mirati.

Una dieta su misura: mangimi da scarti di gamberetti e aringhe

Hedén ha condotto studi approfonditi per identificare gli ingredienti ottimali dei mangimi. Ha scoperto che l’utilizzo di sottoprodotti di gamberetti e aringhe, provenienti dall’industria di lavorazione del pesce, può fornire proteine di alta qualità essenziali per la crescita del pesce lupo. Questo approccio circolare si propone di ridurre la dipendenza dalla farina di pesce pescata in natura.

Sfide da affrontare: crescita e allevamento

Nonostante il suo potenziale, l’allevamento di pesce lupo presenta sfide da superare. La sua crescita è più lenta rispetto ad altre specie come il salmone atlantico d’allevamento. Tuttavia, Hedén sottolinea che programmi di allevamento mirati possono creare ceppi di pesci a crescita più rapida, aprendo la strada alla commercializzazione su larga scala.

Il futuro dell’acquacoltura del pesce lupo

Il pesce lupo potrebbe diventare una risorsa preziosa nell’industria dell’acquacoltura marina, offrendo carni di alta qualità e sostenibilità ambientale. Con l’approccio giusto, la dott.ssa Hedén suggerisce che potremmo vedere pesce lupo allevato a fini commerciali entro i prossimi cinque anni.

La ricerca dell’Università di Göteborg ha aperto una nuova frontiera nell’acquacoltura, offrendo soluzioni innovative per sfruttare appieno il potenziale del pesce lupo. Con l’attenzione rivolta all’alimentazione e all’allevamento mirato, potremmo presto assistere a una rivoluzione nell’industria della pesca e dell’acquacoltura.

Il potenziale dell’allevamento del pesce lupo

L’articolo Il potenziale dell’allevamento del pesce lupo proviene da Pesceinrete.

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Il potenziale dell’allevamento del pesce lupo

 

Il potenziale dell’allevamento del pesce lupo – Una recente ricerca condotta dall’Università di Göteborg ha aperto nuove prospettive nell’allevamento commerciale del pesce lupo, proponendo un approccio innovativo basato sull’uso di scarti di gamberetti per la produzione di mangimi. Questa scoperta potrebbe rivoluzionare l’industria dell’acquacoltura, offrendo una soluzione sostenibile ed efficiente per la coltivazione di questa specie marina dalle carni prelibate.

Il pesce lupo: un predatore del profondo Oceano Atlantico

Il lupo di mare (Anarhichas lupus) è una specie che trova il suo habitat sul fondo dell’Oceano Atlantico, predando crostacei e mantenendo una vita stanziale nei pressi delle rocce marine. Tuttavia, la sua popolazione naturale sta declinando a causa della pesca eccessiva e delle catture accessorie, portando la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAAa classificarlo come una “specie di interesse“. Questa situazione ha spinto i ricercatori a esplorare nuove strade per il suo allevamento in ambito commerciale.

La chiave del successo: alimentazione e allevamento adeguati

La dott.ssa Ida Hedén, del Dipartimento di scienze biologiche e ambientali dell’Università di Göteborg, sostiene che il pesce lupo possieda un notevole potenziale per l’allevamento marino. Tuttavia, per sfruttarlo appieno, è necessario fornire una dieta adeguata e implementare programmi di allevamento mirati.

Una dieta su misura: mangimi da scarti di gamberetti e aringhe

Hedén ha condotto studi approfonditi per identificare gli ingredienti ottimali dei mangimi. Ha scoperto che l’utilizzo di sottoprodotti di gamberetti e aringhe, provenienti dall’industria di lavorazione del pesce, può fornire proteine di alta qualità essenziali per la crescita del pesce lupo. Questo approccio circolare si propone di ridurre la dipendenza dalla farina di pesce pescata in natura.

Sfide da affrontare: crescita e allevamento

Nonostante il suo potenziale, l’allevamento di pesce lupo presenta sfide da superare. La sua crescita è più lenta rispetto ad altre specie come il salmone atlantico d’allevamento. Tuttavia, Hedén sottolinea che programmi di allevamento mirati possono creare ceppi di pesci a crescita più rapida, aprendo la strada alla commercializzazione su larga scala.

Il futuro dell’acquacoltura del pesce lupo

Il pesce lupo potrebbe diventare una risorsa preziosa nell’industria dell’acquacoltura marina, offrendo carni di alta qualità e sostenibilità ambientale. Con l’approccio giusto, la dott.ssa Hedén suggerisce che potremmo vedere pesce lupo allevato a fini commerciali entro i prossimi cinque anni.

La ricerca dell’Università di Göteborg ha aperto una nuova frontiera nell’acquacoltura, offrendo soluzioni innovative per sfruttare appieno il potenziale del pesce lupo. Con l’attenzione rivolta all’alimentazione e all’allevamento mirato, potremmo presto assistere a una rivoluzione nell’industria della pesca e dell’acquacoltura.

Il potenziale dell’allevamento del pesce lupo

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Il potenziale dell’allevamento del pesce lupo

 

Il potenziale dell’allevamento del pesce lupo – Una recente ricerca condotta dall’Università di Göteborg ha aperto nuove prospettive nell’allevamento commerciale del pesce lupo, proponendo un approccio innovativo basato sull’uso di scarti di gamberetti per la produzione di mangimi. Questa scoperta potrebbe rivoluzionare l’industria dell’acquacoltura, offrendo una soluzione sostenibile ed efficiente per la coltivazione di questa specie marina dalle carni prelibate.

Il pesce lupo: un predatore del profondo Oceano Atlantico

Il lupo di mare (Anarhichas lupus) è una specie che trova il suo habitat sul fondo dell’Oceano Atlantico, predando crostacei e mantenendo una vita stanziale nei pressi delle rocce marine. Tuttavia, la sua popolazione naturale sta declinando a causa della pesca eccessiva e delle catture accessorie, portando la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAAa classificarlo come una “specie di interesse“. Questa situazione ha spinto i ricercatori a esplorare nuove strade per il suo allevamento in ambito commerciale.

La chiave del successo: alimentazione e allevamento adeguati

La dott.ssa Ida Hedén, del Dipartimento di scienze biologiche e ambientali dell’Università di Göteborg, sostiene che il pesce lupo possieda un notevole potenziale per l’allevamento marino. Tuttavia, per sfruttarlo appieno, è necessario fornire una dieta adeguata e implementare programmi di allevamento mirati.

Una dieta su misura: mangimi da scarti di gamberetti e aringhe

Hedén ha condotto studi approfonditi per identificare gli ingredienti ottimali dei mangimi. Ha scoperto che l’utilizzo di sottoprodotti di gamberetti e aringhe, provenienti dall’industria di lavorazione del pesce, può fornire proteine di alta qualità essenziali per la crescita del pesce lupo. Questo approccio circolare si propone di ridurre la dipendenza dalla farina di pesce pescata in natura.

Sfide da affrontare: crescita e allevamento

Nonostante il suo potenziale, l’allevamento di pesce lupo presenta sfide da superare. La sua crescita è più lenta rispetto ad altre specie come il salmone atlantico d’allevamento. Tuttavia, Hedén sottolinea che programmi di allevamento mirati possono creare ceppi di pesci a crescita più rapida, aprendo la strada alla commercializzazione su larga scala.

Il futuro dell’acquacoltura del pesce lupo

Il pesce lupo potrebbe diventare una risorsa preziosa nell’industria dell’acquacoltura marina, offrendo carni di alta qualità e sostenibilità ambientale. Con l’approccio giusto, la dott.ssa Hedén suggerisce che potremmo vedere pesce lupo allevato a fini commerciali entro i prossimi cinque anni.

La ricerca dell’Università di Göteborg ha aperto una nuova frontiera nell’acquacoltura, offrendo soluzioni innovative per sfruttare appieno il potenziale del pesce lupo. Con l’attenzione rivolta all’alimentazione e all’allevamento mirato, potremmo presto assistere a una rivoluzione nell’industria della pesca e dell’acquacoltura.

Il potenziale dell’allevamento del pesce lupo

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A Lampedusa confronto pescatori e ricercatori su ecosistema marino

 

A Lampedusa confronto pescatori e ricercatori su ecosistema marino – L’isola delle Pelagie ospiterà oggi, 29 ottobre, i nuovi incontri dell’innovativo progetto europeo ‘Knowledge based fishing‘ realizzato dal CirspeCentro Italiano Ricerche e Studi sulla Pesca con il sostegno finanziario del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (misura 1.39). L’iniziativa progettuale, realizzata nel quadro del Programma Operativo Feamp 2014/2020, è strutturata come una sorta di seminario peripatetico lungo le principali marinerie della Sicilia dove scienza e mondo economico-produttivo si confrontano sulle condizioni dell’ecosistema marino con l’obiettivo di immaginare quale possa essere la rotta futura dei pescatori e degli operatori ittici siciliani alla luce delle nuove sfide su tracciabilità e sostenibilità

Sarà l’isola di Lampedusa la location d’eccezione per i prossimi incontri del progetto FEAMP ‘Caratterizzazione dell’attività alieutica e delle risorse ittiche nelle acque siciliane per praticare una pesca sostenibile basata sulle conoscenze (knowledge based fishing)‘, iniziativa che da diversi mesi sta portando in giro per la Sicilia esperti, tecnici ed operatori del comparto pesca che, nell’ambito di una fitta ed incisiva rete di meeting, si confrontano pubblicamente su un tema di assoluta attualità per il futuro del Mediterraneo e delle marinerie siciliane: come interpretare ed applicare i dati della ricerca scientifica per valorizzare le produzioni, migliorando i sistemi di tracciabilità per renderli maggiormente riconoscibili al pubblico; il tutto in un’ottica di compiuta e corretta sostenibilità delle catture.

Si confronteranno sulla tematica insieme ai pescatori, agli armatori e agli operatori della marineria dell’isola Gilberto Ferrari, responsabile nazionale Confcooperative per la pesca e l’acquacoltura e presidente del Cirspe, il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino, il presidente del Consorzio gestione pesca artigianale Salvatore Martello, il presidente dell’associazione armatori di Lampedusa Piero Billeci, il presidente di Fedagripesca Sicilia Nino Accetta e le Autorità marittime locali.

“Abbiamo messo in piedi un progetto con un ambizioso obiettivo che però riteniamo ineludibile: contemperare le esigenze dei lavoratori della pesca con l’indispensabile attenzione e cura all’ambiente marino – afferma Gilberto Ferrari -. Da anni Confcooperative è impegnata per assicurare un’economia sostenibile attraverso modalità di lavoro che garantiscano un equilibrio tra le aspettative produttive ed il rispetto dell’ambiente. Il nostro mandato è quello di contribuire ad assicurare un presente capace di dare reddito ai soci ed ai pescatori delle nostre cooperative ma che al tempo stesso immagini un futuro per le prossime generazioni. Grazie anche al lavoro del nostro centro studi, che da anni opera nel campo della ricerca applicata alla pesca, abbiamo raccolto sinora una consistente e significativa mole di dati sui pesci e gli organismi che popolano le acque mediterranee, un lavoro che è stato possibile oggi affinare e perfezionare grazie al fondo FEAMP e alla misura 1.39 declinata alla specificità delle acque siciliane. Grazie al sostegno dell’Europa oggi abbiamo a disposizione una nuova serie di preziosi elementi scientifici che abbiamo il dovere di condividere con quanti traggono sostentamento dal mare, per tentare di favorirne il lavoro nella direzione della piena e corretta sostenibilità. Il mare va rispettato, custodito gelosamente gestendone bene le risorse assicurandone la rinnovabilità; ma per consentire all’uomo di continuare a pescare dobbiamo avere il coraggio e la consapevolezza che agire solo sul nostro settore è sbagliato ed ipocrita. Sono anni che andiamo rivendicando un approccio olistico che tenga nel debito conto l’incidenza degli altri fattori che comunque alterano l’ecosistema marino. Per non parlare poi della concorrenza spesso sleale delle altre flotte extra-Ue. E partendo da questo aspetto, basilare per gli operatori di Lampedusa che quotidianamente hanno a che fare con una realtà complessa quale quella della loro isola e del suo mare, vogliamo disegnare una vera e propria roadmap in grado di aiutare, negli anni a venire, i pescatori siciliani lungo l’ambizioso percorso dell’innovazione e della sostenibilità coniugando queste sfida con quella, altrettanto importante, della valorizzazione del prodotto che da sempre impreziosisce ogni giorno le nostre tavole”.

Altro tema ‘caldo’ dell’incontro del 29 ottobre a Lampedusa sarà quello delle garanzie per i consumatori circa la provenienza e la salubrità del pescato acquistato nella grande e piccola distribuzione. Si parlerà quindi della spinosa questione della tracciabilità, tema che coinvolge in primis gli operatori del settore, dai pescatori ai commercianti, sui quali pesano le maggiori responsabilità legate alla commercializzazione di un prodotto che soddisfi tutti i requisiti di legge in termini di qualità e salubrità. Su questo saranno chiamati al confronto anche le Istituzioni a partire dalla Guardia Costiera, che illustrerà le modalità di controllo sul pescato, gli armatori e gli imprenditori, nonché i pescatori che ogni giorno prendono il largo verso il mare di Lampedusa per sbarcare poi un prodotto che, senza dubbio, necessita anche di una maggiore conoscenza da parte degli acquirenti per rispettare la stagionalità delle specie ittiche in tavola, ulteriore garanzia di tracciabilità.

A Lampedusa confronto pescatori e ricercatori su ecosistema marino

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A Lampedusa confronto pescatori e ricercatori su ecosistema marino

 

A Lampedusa confronto pescatori e ricercatori su ecosistema marino – L’isola delle Pelagie ospiterà oggi, 29 ottobre, i nuovi incontri dell’innovativo progetto europeo ‘Knowledge based fishing‘ realizzato dal CirspeCentro Italiano Ricerche e Studi sulla Pesca con il sostegno finanziario del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (misura 1.39). L’iniziativa progettuale, realizzata nel quadro del Programma Operativo Feamp 2014/2020, è strutturata come una sorta di seminario peripatetico lungo le principali marinerie della Sicilia dove scienza e mondo economico-produttivo si confrontano sulle condizioni dell’ecosistema marino con l’obiettivo di immaginare quale possa essere la rotta futura dei pescatori e degli operatori ittici siciliani alla luce delle nuove sfide su tracciabilità e sostenibilità

Sarà l’isola di Lampedusa la location d’eccezione per i prossimi incontri del progetto FEAMP ‘Caratterizzazione dell’attività alieutica e delle risorse ittiche nelle acque siciliane per praticare una pesca sostenibile basata sulle conoscenze (knowledge based fishing)‘, iniziativa che da diversi mesi sta portando in giro per la Sicilia esperti, tecnici ed operatori del comparto pesca che, nell’ambito di una fitta ed incisiva rete di meeting, si confrontano pubblicamente su un tema di assoluta attualità per il futuro del Mediterraneo e delle marinerie siciliane: come interpretare ed applicare i dati della ricerca scientifica per valorizzare le produzioni, migliorando i sistemi di tracciabilità per renderli maggiormente riconoscibili al pubblico; il tutto in un’ottica di compiuta e corretta sostenibilità delle catture.

Si confronteranno sulla tematica insieme ai pescatori, agli armatori e agli operatori della marineria dell’isola Gilberto Ferrari, responsabile nazionale Confcooperative per la pesca e l’acquacoltura e presidente del Cirspe, il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino, il presidente del Consorzio gestione pesca artigianale Salvatore Martello, il presidente dell’associazione armatori di Lampedusa Piero Billeci, il presidente di Fedagripesca Sicilia Nino Accetta e le Autorità marittime locali.

“Abbiamo messo in piedi un progetto con un ambizioso obiettivo che però riteniamo ineludibile: contemperare le esigenze dei lavoratori della pesca con l’indispensabile attenzione e cura all’ambiente marino – afferma Gilberto Ferrari -. Da anni Confcooperative è impegnata per assicurare un’economia sostenibile attraverso modalità di lavoro che garantiscano un equilibrio tra le aspettative produttive ed il rispetto dell’ambiente. Il nostro mandato è quello di contribuire ad assicurare un presente capace di dare reddito ai soci ed ai pescatori delle nostre cooperative ma che al tempo stesso immagini un futuro per le prossime generazioni. Grazie anche al lavoro del nostro centro studi, che da anni opera nel campo della ricerca applicata alla pesca, abbiamo raccolto sinora una consistente e significativa mole di dati sui pesci e gli organismi che popolano le acque mediterranee, un lavoro che è stato possibile oggi affinare e perfezionare grazie al fondo FEAMP e alla misura 1.39 declinata alla specificità delle acque siciliane. Grazie al sostegno dell’Europa oggi abbiamo a disposizione una nuova serie di preziosi elementi scientifici che abbiamo il dovere di condividere con quanti traggono sostentamento dal mare, per tentare di favorirne il lavoro nella direzione della piena e corretta sostenibilità. Il mare va rispettato, custodito gelosamente gestendone bene le risorse assicurandone la rinnovabilità; ma per consentire all’uomo di continuare a pescare dobbiamo avere il coraggio e la consapevolezza che agire solo sul nostro settore è sbagliato ed ipocrita. Sono anni che andiamo rivendicando un approccio olistico che tenga nel debito conto l’incidenza degli altri fattori che comunque alterano l’ecosistema marino. Per non parlare poi della concorrenza spesso sleale delle altre flotte extra-Ue. E partendo da questo aspetto, basilare per gli operatori di Lampedusa che quotidianamente hanno a che fare con una realtà complessa quale quella della loro isola e del suo mare, vogliamo disegnare una vera e propria roadmap in grado di aiutare, negli anni a venire, i pescatori siciliani lungo l’ambizioso percorso dell’innovazione e della sostenibilità coniugando queste sfida con quella, altrettanto importante, della valorizzazione del prodotto che da sempre impreziosisce ogni giorno le nostre tavole”.

Altro tema ‘caldo’ dell’incontro del 29 ottobre a Lampedusa sarà quello delle garanzie per i consumatori circa la provenienza e la salubrità del pescato acquistato nella grande e piccola distribuzione. Si parlerà quindi della spinosa questione della tracciabilità, tema che coinvolge in primis gli operatori del settore, dai pescatori ai commercianti, sui quali pesano le maggiori responsabilità legate alla commercializzazione di un prodotto che soddisfi tutti i requisiti di legge in termini di qualità e salubrità. Su questo saranno chiamati al confronto anche le Istituzioni a partire dalla Guardia Costiera, che illustrerà le modalità di controllo sul pescato, gli armatori e gli imprenditori, nonché i pescatori che ogni giorno prendono il largo verso il mare di Lampedusa per sbarcare poi un prodotto che, senza dubbio, necessita anche di una maggiore conoscenza da parte degli acquirenti per rispettare la stagionalità delle specie ittiche in tavola, ulteriore garanzia di tracciabilità.

A Lampedusa confronto pescatori e ricercatori su ecosistema marino

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