Mese: Febbraio 2024 Pagina 35 di 75

Clearbot per la salvaguardia delle acque

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Clearbot per la salvaguardia delle acque – Oggi la conservazione dell’ambiente marino è diventata una priorità imprescindibile, vista l’escalation di problemi quali l’inquinamento da plastica, le fuoriuscite di petrolio e la proliferazione di specie invasive. In questo contesto si inserisce un progetto innovativo che segna un passo significativo verso la pulizia e il mantenimento delle acque: il Clearbot, una barca da lavoro alimentata a batteria, progettata per operare efficacemente nelle zone costiere e nelle acque interne congestionate.

Il progetto Clearbot nasce nel 2019 dall’iniziativa di Sidhant Gupta e Utkarsh Goel, mossi dall’urgenza di affrontare l’inadeguatezza delle operazioni manuali di pulizia lungo le spiagge di Bali. La loro visione ha portato alla creazione di un prototipo funzionale, progettato, costruito e testato proprio nelle acque di Bali. Questo robot marino si avvale di tecnologie avanzate, quali l’intelligenza artificiale (IA), lidar e sensori di navigazione, per localizzare e raccogliere i rifiuti galleggianti.

Funzionalità e applicazioni

Secondo il Lloyd’s Register (LR), ente di classificazione marittima che ha monitorato attentamente i progressi di Clearbot, questa imbarcazione si distingue per la sua versatilità e potenziale impatto ambientale. Le sue applicazioni spaziano dalla raccolta dei rifiuti galleggianti e il recupero di schiuma, alla risposta rapida in caso di fuoriuscite di petrolio. Inoltre, Clearbot dimostra di essere uno strumento prezioso anche per combattere le infestazioni di giacinti d’acqua, eseguire indagini batimetriche e persino effettuare consegne di merci in aree difficilmente accessibili.

Tecnologia e innovazione

L’elemento chiave che distingue Clearbot è l’uso dell’intelligenza artificiale per la navigazione autonoma e l’analisi post-elaborazione dei rifiuti raccolti. Questa tecnologia permette a Clearbot di identificare e classificare i rifiuti in modo efficiente, massimizzando l’impatto delle operazioni di pulizia. La combinazione di lidar e sensori garantisce inoltre una navigazione sicura e precisa, fondamentale per operare in acque congestionate o vicino a ostacoli.

L’ambizione di Clearbot va oltre la semplice pulizia delle acque. Il team dietro questo progetto mira a una diffusione globale della tecnologia, evidenziando l’adattabilità del sistema a diversi contesti ambientali e le sue potenziali applicazioni in una varietà di servizi marini e costieri. L’approccio innovativo di Clearbot offre una nuova prospettiva sulle strategie di conservazione marina, promettendo un impatto significativo nella lotta contro l’inquinamento e nella protezione degli ecosistemi acquatici.

Clearbot rappresenta un esempio chiaro di come la tecnologia possa essere impiegata per affrontare alcune delle sfide ambientali più pressanti dei nostri tempi. Con il suo design avanzato e le molteplici applicazioni, questo progetto si pone all’avanguardia nella salvaguardia delle acque, aprendo la strada a future innovazioni nel campo della conservazione marittima.

Clearbot per la salvaguardia delle acque

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Clearbot per la salvaguardia delle acque

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Clearbot per la salvaguardia delle acque – Oggi la conservazione dell’ambiente marino è diventata una priorità imprescindibile, vista l’escalation di problemi quali l’inquinamento da plastica, le fuoriuscite di petrolio e la proliferazione di specie invasive. In questo contesto si inserisce un progetto innovativo che segna un passo significativo verso la pulizia e il mantenimento delle acque: il Clearbot, una barca da lavoro alimentata a batteria, progettata per operare efficacemente nelle zone costiere e nelle acque interne congestionate.

Il progetto Clearbot nasce nel 2019 dall’iniziativa di Sidhant Gupta e Utkarsh Goel, mossi dall’urgenza di affrontare l’inadeguatezza delle operazioni manuali di pulizia lungo le spiagge di Bali. La loro visione ha portato alla creazione di un prototipo funzionale, progettato, costruito e testato proprio nelle acque di Bali. Questo robot marino si avvale di tecnologie avanzate, quali l’intelligenza artificiale (IA), lidar e sensori di navigazione, per localizzare e raccogliere i rifiuti galleggianti.

Funzionalità e applicazioni

Secondo il Lloyd’s Register (LR), ente di classificazione marittima che ha monitorato attentamente i progressi di Clearbot, questa imbarcazione si distingue per la sua versatilità e potenziale impatto ambientale. Le sue applicazioni spaziano dalla raccolta dei rifiuti galleggianti e il recupero di schiuma, alla risposta rapida in caso di fuoriuscite di petrolio. Inoltre, Clearbot dimostra di essere uno strumento prezioso anche per combattere le infestazioni di giacinti d’acqua, eseguire indagini batimetriche e persino effettuare consegne di merci in aree difficilmente accessibili.

Tecnologia e innovazione

L’elemento chiave che distingue Clearbot è l’uso dell’intelligenza artificiale per la navigazione autonoma e l’analisi post-elaborazione dei rifiuti raccolti. Questa tecnologia permette a Clearbot di identificare e classificare i rifiuti in modo efficiente, massimizzando l’impatto delle operazioni di pulizia. La combinazione di lidar e sensori garantisce inoltre una navigazione sicura e precisa, fondamentale per operare in acque congestionate o vicino a ostacoli.

L’ambizione di Clearbot va oltre la semplice pulizia delle acque. Il team dietro questo progetto mira a una diffusione globale della tecnologia, evidenziando l’adattabilità del sistema a diversi contesti ambientali e le sue potenziali applicazioni in una varietà di servizi marini e costieri. L’approccio innovativo di Clearbot offre una nuova prospettiva sulle strategie di conservazione marina, promettendo un impatto significativo nella lotta contro l’inquinamento e nella protezione degli ecosistemi acquatici.

Clearbot rappresenta un esempio chiaro di come la tecnologia possa essere impiegata per affrontare alcune delle sfide ambientali più pressanti dei nostri tempi. Con il suo design avanzato e le molteplici applicazioni, questo progetto si pone all’avanguardia nella salvaguardia delle acque, aprendo la strada a future innovazioni nel campo della conservazione marittima.

Clearbot per la salvaguardia delle acque

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Il Vietnam verso la tecnologia digitale in acquacoltura

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Il Vietnam verso la tecnologia digitale in acquacoltura – Nel cuore dell’Asia, il Vietnam sta scrivendo un nuovo capitolo nel settore dell’acquacoltura, grazie a un’impressionante svolta tecnologica. Questo paese, famoso per le sue rigogliose risaie e la vivace cultura marittima, sta ora facendo leva sulla tecnologia digitale per trasformare l’acquacoltura in una pratica più sostenibile, efficiente e redditizia.

Con l’introduzione di tecniche agricole all’avanguardia, come l’agricoltura superintensiva e la tecnologia biofloc, il Vietnam ha fatto passi da gigante nel rafforzare la catena del valore del settore della pesca. Queste innovazioni non solo hanno moltiplicato la produttività tradizionale da 1-2 tonnellate per ettaro a 15-20 tonnellate, ma hanno anche significativamente ridotto i tempi di produzione, portando a un aumento dei profitti che spaziano dai 200 ai 300 milioni di VND per ettaro (dai 7.400 euro ai 11.100 euro).

Un esempio eclatante di questa trasformazione si può osservare nella provincia di Quảng Ninh, dove la piscicoltura offshore in gabbia si fonde armoniosamente con la tecnologia intelligente. Qui, strumenti avanzati permettono di monitorare e controllare in tempo reale fattori cruciali come la temperatura dell’acqua e i livelli di ossigeno disciolto, ottimizzando così le condizioni di vita dei pesci e minimizzando l’impatto ambientale.

Bắc Giang, una provincia che si estende su oltre 12.050 ettari dedicati all’acquacoltura, racconta una storia di successo simile. Con una produzione che sfiora le 54.741 tonnellate, questa regione sfrutta la tecnologia digitale per potenziare ulteriormente la produzione ittica. Le tecniche superintensive e biofloc implementate hanno portato a una notevole crescita della produttività, evidenziando il potenziale di queste pratiche innovative.

Il viaggio del Vietnam verso l’acquacoltura digitale non si ferma qui. L’ambizione è quella di ottimizzare l’efficienza produttiva attraverso una trasformazione digitale capillare, che prevede lo sviluppo e l’adozione di tecnologie agricole avanzate. Queste tecnologie mirano a ridurre il consumo di acqua e mangimi, limitare l’uso di antibiotici e promuovere il trasferimento tecnologico e la formazione.

Con dati che indicano per il 2023 un’espansione dell’acquacoltura fino a 1,3 milioni di ettari e una produzione di 9.269 milioni di tonnellate, il Vietnam si appresta a diventare un leader globale nel settore della pesca sostenibile. L’obiettivo di raggiungere 9,2 miliardi di dollari (circa 8,5 miliardi di euro), in valore di esportazioni, dimostra l’impegno del paese verso un futuro in cui tecnologia e sostenibilità navigano a braccetto verso orizzonti sempre più verdi e produttivi.

Il percorso del Vietnam nell’acquacoltura digitale non è solo una testimonianza della resilienza e dell’innovazione del paese, ma serve anche da faro per altre nazioni che cercano di modernizzare le proprie pratiche di pesca, abbracciando la tecnologia per un futuro più sostenibile e prospero.

Il Vietnam verso la tecnologia digitale in acquacoltura

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Il Vietnam verso la tecnologia digitale in acquacoltura

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Il Vietnam verso la tecnologia digitale in acquacoltura – Nel cuore dell’Asia, il Vietnam sta scrivendo un nuovo capitolo nel settore dell’acquacoltura, grazie a un’impressionante svolta tecnologica. Questo paese, famoso per le sue rigogliose risaie e la vivace cultura marittima, sta ora facendo leva sulla tecnologia digitale per trasformare l’acquacoltura in una pratica più sostenibile, efficiente e redditizia.

Con l’introduzione di tecniche agricole all’avanguardia, come l’agricoltura superintensiva e la tecnologia biofloc, il Vietnam ha fatto passi da gigante nel rafforzare la catena del valore del settore della pesca. Queste innovazioni non solo hanno moltiplicato la produttività tradizionale da 1-2 tonnellate per ettaro a 15-20 tonnellate, ma hanno anche significativamente ridotto i tempi di produzione, portando a un aumento dei profitti che spaziano dai 200 ai 300 milioni di VND per ettaro (dai 7.400 euro ai 11.100 euro).

Un esempio eclatante di questa trasformazione si può osservare nella provincia di Quảng Ninh, dove la piscicoltura offshore in gabbia si fonde armoniosamente con la tecnologia intelligente. Qui, strumenti avanzati permettono di monitorare e controllare in tempo reale fattori cruciali come la temperatura dell’acqua e i livelli di ossigeno disciolto, ottimizzando così le condizioni di vita dei pesci e minimizzando l’impatto ambientale.

Bắc Giang, una provincia che si estende su oltre 12.050 ettari dedicati all’acquacoltura, racconta una storia di successo simile. Con una produzione che sfiora le 54.741 tonnellate, questa regione sfrutta la tecnologia digitale per potenziare ulteriormente la produzione ittica. Le tecniche superintensive e biofloc implementate hanno portato a una notevole crescita della produttività, evidenziando il potenziale di queste pratiche innovative.

Il viaggio del Vietnam verso l’acquacoltura digitale non si ferma qui. L’ambizione è quella di ottimizzare l’efficienza produttiva attraverso una trasformazione digitale capillare, che prevede lo sviluppo e l’adozione di tecnologie agricole avanzate. Queste tecnologie mirano a ridurre il consumo di acqua e mangimi, limitare l’uso di antibiotici e promuovere il trasferimento tecnologico e la formazione.

Con dati che indicano per il 2023 un’espansione dell’acquacoltura fino a 1,3 milioni di ettari e una produzione di 9.269 milioni di tonnellate, il Vietnam si appresta a diventare un leader globale nel settore della pesca sostenibile. L’obiettivo di raggiungere 9,2 miliardi di dollari (circa 8,5 miliardi di euro), in valore di esportazioni, dimostra l’impegno del paese verso un futuro in cui tecnologia e sostenibilità navigano a braccetto verso orizzonti sempre più verdi e produttivi.

Il percorso del Vietnam nell’acquacoltura digitale non è solo una testimonianza della resilienza e dell’innovazione del paese, ma serve anche da faro per altre nazioni che cercano di modernizzare le proprie pratiche di pesca, abbracciando la tecnologia per un futuro più sostenibile e prospero.

Il Vietnam verso la tecnologia digitale in acquacoltura

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Il Vietnam verso la tecnologia digitale in acquacoltura

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Il Vietnam verso la tecnologia digitale in acquacoltura – Nel cuore dell’Asia, il Vietnam sta scrivendo un nuovo capitolo nel settore dell’acquacoltura, grazie a un’impressionante svolta tecnologica. Questo paese, famoso per le sue rigogliose risaie e la vivace cultura marittima, sta ora facendo leva sulla tecnologia digitale per trasformare l’acquacoltura in una pratica più sostenibile, efficiente e redditizia.

Con l’introduzione di tecniche agricole all’avanguardia, come l’agricoltura superintensiva e la tecnologia biofloc, il Vietnam ha fatto passi da gigante nel rafforzare la catena del valore del settore della pesca. Queste innovazioni non solo hanno moltiplicato la produttività tradizionale da 1-2 tonnellate per ettaro a 15-20 tonnellate, ma hanno anche significativamente ridotto i tempi di produzione, portando a un aumento dei profitti che spaziano dai 200 ai 300 milioni di VND per ettaro (dai 7.400 euro ai 11.100 euro).

Un esempio eclatante di questa trasformazione si può osservare nella provincia di Quảng Ninh, dove la piscicoltura offshore in gabbia si fonde armoniosamente con la tecnologia intelligente. Qui, strumenti avanzati permettono di monitorare e controllare in tempo reale fattori cruciali come la temperatura dell’acqua e i livelli di ossigeno disciolto, ottimizzando così le condizioni di vita dei pesci e minimizzando l’impatto ambientale.

Bắc Giang, una provincia che si estende su oltre 12.050 ettari dedicati all’acquacoltura, racconta una storia di successo simile. Con una produzione che sfiora le 54.741 tonnellate, questa regione sfrutta la tecnologia digitale per potenziare ulteriormente la produzione ittica. Le tecniche superintensive e biofloc implementate hanno portato a una notevole crescita della produttività, evidenziando il potenziale di queste pratiche innovative.

Il viaggio del Vietnam verso l’acquacoltura digitale non si ferma qui. L’ambizione è quella di ottimizzare l’efficienza produttiva attraverso una trasformazione digitale capillare, che prevede lo sviluppo e l’adozione di tecnologie agricole avanzate. Queste tecnologie mirano a ridurre il consumo di acqua e mangimi, limitare l’uso di antibiotici e promuovere il trasferimento tecnologico e la formazione.

Con dati che indicano per il 2023 un’espansione dell’acquacoltura fino a 1,3 milioni di ettari e una produzione di 9.269 milioni di tonnellate, il Vietnam si appresta a diventare un leader globale nel settore della pesca sostenibile. L’obiettivo di raggiungere 9,2 miliardi di dollari (circa 8,5 miliardi di euro), in valore di esportazioni, dimostra l’impegno del paese verso un futuro in cui tecnologia e sostenibilità navigano a braccetto verso orizzonti sempre più verdi e produttivi.

Il percorso del Vietnam nell’acquacoltura digitale non è solo una testimonianza della resilienza e dell’innovazione del paese, ma serve anche da faro per altre nazioni che cercano di modernizzare le proprie pratiche di pesca, abbracciando la tecnologia per un futuro più sostenibile e prospero.

Il Vietnam verso la tecnologia digitale in acquacoltura

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