Mese: Febbraio 2024 Pagina 39 di 75

Da Europêche le prospettive e le sfide del settore pesca

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Da Europêche le prospettive e le sfide del settore pesca – L’Unione Europea si trova ad affrontare le ultime fasi del suo mandato legislativo (2019-2024), e in questo contesto, Europêche ha dato voce alle preoccupazioni dell’industria della pesca europea riguardo al futuro della Commissione europea e della politica comune della pesca (PCP). Gli Stati membri sono stati coinvolti in un confronto riguardo alla ristrutturazione della Commissione e alle linee guida della PCP, con un focus sull’equilibrio tra gli obiettivi socio-economici e la sicurezza alimentare, oltre alla competitività dei pescatori europei sul mercato internazionale.

In particolare, Europêche ha sollecitato una risposta decisa contro le azioni discriminatorie della Norvegia nei confronti dei diritti di pesca dell’UE, includendo il rifiuto del meccanismo finanziario SEE 2021-2028. Tale comportamento include pratiche come l’appropriazione illecita di quote di merluzzo e il divieto di metodi di pesca tradizionali nelle acque norvegesi, evidenziando una necessità di equità e rispetto reciproco nel settore ittico.

Un altro punto critico riguarda la revisione della PCP e della struttura della Commissione europea, con Europêche che sottolinea la necessità di un ritorno a politiche che pongano la produzione alimentare primaria al centro dell’agenda, separandola dalle questioni ambientali. Questa revisione, secondo Europêche, dovrebbe avvenire nel prossimo mandato della Commissione europea (2024-2029), per garantire una maggiore coerenza e sostenibilità nel settore.

Il settore ittico europeo ha anche manifestato preoccupazione riguardo alla protezione degli ecosistemi marini, criticando il piano d’azione della Commissione per la sua mancanza di solidità scientifica e di attenzione alla sicurezza alimentare. Europêche ha sottolineato l’importanza di un approccio caso per caso e di una valutazione d’impatto accurata per garantire che le politiche siano basate sulla scienza e sulle esigenze reali del settore.

Infine, Europêche ha esortato gli Stati membri a considerare attentamente l’attuazione del nuovo sistema di controllo della pesca dell’UE, affinché le misure adottate siano praticabili ed economicamente vantaggiose. Il settore si è mostrato preoccupato per alcune disposizioni che potrebbero mettere a rischio la competitività delle flotte europee, esortando a una maggiore coerenza e collaborazione tra le istituzioni europee e i vari attori del settore.

Queste questioni evidenziano la complessità e la delicatezza delle politiche relative alla pesca nell’Unione Europea, con Europêche che si pone come voce guida nel promuovere un approccio equilibrato e sostenibile per il futuro del settore ittico europeo.

Europêche è l’organismo rappresentativo dei pescatori nell’Unione europea. Rappresenta 45.000 navi, sia artigianali che di grande stazza, 80.000 pescatori e conta 16 organizzazioni membri provenienti da 10 paesi europei.

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Da Europêche le prospettive e le sfide del settore pesca – L’Unione Europea si trova ad affrontare le ultime fasi del suo mandato legislativo (2019-2024), e in questo contesto, Europêche ha dato voce alle preoccupazioni dell’industria della pesca europea riguardo al futuro della Commissione europea e della politica comune della pesca (PCP). Gli Stati membri sono stati coinvolti in un confronto riguardo alla ristrutturazione della Commissione e alle linee guida della PCP, con un focus sull’equilibrio tra gli obiettivi socio-economici e la sicurezza alimentare, oltre alla competitività dei pescatori europei sul mercato internazionale.

In particolare, Europêche ha sollecitato una risposta decisa contro le azioni discriminatorie della Norvegia nei confronti dei diritti di pesca dell’UE, includendo il rifiuto del meccanismo finanziario SEE 2021-2028. Tale comportamento include pratiche come l’appropriazione illecita di quote di merluzzo e il divieto di metodi di pesca tradizionali nelle acque norvegesi, evidenziando una necessità di equità e rispetto reciproco nel settore ittico.

Un altro punto critico riguarda la revisione della PCP e della struttura della Commissione europea, con Europêche che sottolinea la necessità di un ritorno a politiche che pongano la produzione alimentare primaria al centro dell’agenda, separandola dalle questioni ambientali. Questa revisione, secondo Europêche, dovrebbe avvenire nel prossimo mandato della Commissione europea (2024-2029), per garantire una maggiore coerenza e sostenibilità nel settore.

Il settore ittico europeo ha anche manifestato preoccupazione riguardo alla protezione degli ecosistemi marini, criticando il piano d’azione della Commissione per la sua mancanza di solidità scientifica e di attenzione alla sicurezza alimentare. Europêche ha sottolineato l’importanza di un approccio caso per caso e di una valutazione d’impatto accurata per garantire che le politiche siano basate sulla scienza e sulle esigenze reali del settore.

Infine, Europêche ha esortato gli Stati membri a considerare attentamente l’attuazione del nuovo sistema di controllo della pesca dell’UE, affinché le misure adottate siano praticabili ed economicamente vantaggiose. Il settore si è mostrato preoccupato per alcune disposizioni che potrebbero mettere a rischio la competitività delle flotte europee, esortando a una maggiore coerenza e collaborazione tra le istituzioni europee e i vari attori del settore.

Queste questioni evidenziano la complessità e la delicatezza delle politiche relative alla pesca nell’Unione Europea, con Europêche che si pone come voce guida nel promuovere un approccio equilibrato e sostenibile per il futuro del settore ittico europeo.

Europêche è l’organismo rappresentativo dei pescatori nell’Unione europea. Rappresenta 45.000 navi, sia artigianali che di grande stazza, 80.000 pescatori e conta 16 organizzazioni membri provenienti da 10 paesi europei.

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Da Europêche le prospettive e le sfide del settore pesca – L’Unione Europea si trova ad affrontare le ultime fasi del suo mandato legislativo (2019-2024), e in questo contesto, Europêche ha dato voce alle preoccupazioni dell’industria della pesca europea riguardo al futuro della Commissione europea e della politica comune della pesca (PCP). Gli Stati membri sono stati coinvolti in un confronto riguardo alla ristrutturazione della Commissione e alle linee guida della PCP, con un focus sull’equilibrio tra gli obiettivi socio-economici e la sicurezza alimentare, oltre alla competitività dei pescatori europei sul mercato internazionale.

In particolare, Europêche ha sollecitato una risposta decisa contro le azioni discriminatorie della Norvegia nei confronti dei diritti di pesca dell’UE, includendo il rifiuto del meccanismo finanziario SEE 2021-2028. Tale comportamento include pratiche come l’appropriazione illecita di quote di merluzzo e il divieto di metodi di pesca tradizionali nelle acque norvegesi, evidenziando una necessità di equità e rispetto reciproco nel settore ittico.

Un altro punto critico riguarda la revisione della PCP e della struttura della Commissione europea, con Europêche che sottolinea la necessità di un ritorno a politiche che pongano la produzione alimentare primaria al centro dell’agenda, separandola dalle questioni ambientali. Questa revisione, secondo Europêche, dovrebbe avvenire nel prossimo mandato della Commissione europea (2024-2029), per garantire una maggiore coerenza e sostenibilità nel settore.

Il settore ittico europeo ha anche manifestato preoccupazione riguardo alla protezione degli ecosistemi marini, criticando il piano d’azione della Commissione per la sua mancanza di solidità scientifica e di attenzione alla sicurezza alimentare. Europêche ha sottolineato l’importanza di un approccio caso per caso e di una valutazione d’impatto accurata per garantire che le politiche siano basate sulla scienza e sulle esigenze reali del settore.

Infine, Europêche ha esortato gli Stati membri a considerare attentamente l’attuazione del nuovo sistema di controllo della pesca dell’UE, affinché le misure adottate siano praticabili ed economicamente vantaggiose. Il settore si è mostrato preoccupato per alcune disposizioni che potrebbero mettere a rischio la competitività delle flotte europee, esortando a una maggiore coerenza e collaborazione tra le istituzioni europee e i vari attori del settore.

Queste questioni evidenziano la complessità e la delicatezza delle politiche relative alla pesca nell’Unione Europea, con Europêche che si pone come voce guida nel promuovere un approccio equilibrato e sostenibile per il futuro del settore ittico europeo.

Europêche è l’organismo rappresentativo dei pescatori nell’Unione europea. Rappresenta 45.000 navi, sia artigianali che di grande stazza, 80.000 pescatori e conta 16 organizzazioni membri provenienti da 10 paesi europei.

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In particolare, Europêche ha sollecitato una risposta decisa contro le azioni discriminatorie della Norvegia nei confronti dei diritti di pesca dell’UE, includendo il rifiuto del meccanismo finanziario SEE 2021-2028. Tale comportamento include pratiche come l’appropriazione illecita di quote di merluzzo e il divieto di metodi di pesca tradizionali nelle acque norvegesi, evidenziando una necessità di equità e rispetto reciproco nel settore ittico.

Un altro punto critico riguarda la revisione della PCP e della struttura della Commissione europea, con Europêche che sottolinea la necessità di un ritorno a politiche che pongano la produzione alimentare primaria al centro dell’agenda, separandola dalle questioni ambientali. Questa revisione, secondo Europêche, dovrebbe avvenire nel prossimo mandato della Commissione europea (2024-2029), per garantire una maggiore coerenza e sostenibilità nel settore.

Il settore ittico europeo ha anche manifestato preoccupazione riguardo alla protezione degli ecosistemi marini, criticando il piano d’azione della Commissione per la sua mancanza di solidità scientifica e di attenzione alla sicurezza alimentare. Europêche ha sottolineato l’importanza di un approccio caso per caso e di una valutazione d’impatto accurata per garantire che le politiche siano basate sulla scienza e sulle esigenze reali del settore.

Infine, Europêche ha esortato gli Stati membri a considerare attentamente l’attuazione del nuovo sistema di controllo della pesca dell’UE, affinché le misure adottate siano praticabili ed economicamente vantaggiose. Il settore si è mostrato preoccupato per alcune disposizioni che potrebbero mettere a rischio la competitività delle flotte europee, esortando a una maggiore coerenza e collaborazione tra le istituzioni europee e i vari attori del settore.

Queste questioni evidenziano la complessità e la delicatezza delle politiche relative alla pesca nell’Unione Europea, con Europêche che si pone come voce guida nel promuovere un approccio equilibrato e sostenibile per il futuro del settore ittico europeo.

Europêche è l’organismo rappresentativo dei pescatori nell’Unione europea. Rappresenta 45.000 navi, sia artigianali che di grande stazza, 80.000 pescatori e conta 16 organizzazioni membri provenienti da 10 paesi europei.

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Alimentazione a base di vermi enchitreidi per un’acquacoltura sostenibile

 

Alimentazione a base di vermi enchitreidi per un’acquacoltura sostenibile – Una recente ricerca ha fatto luce su una prospettiva innovativa per l’acquacoltura sostenibile: i vermi enchitreidi. Questi piccoli organismi, noti per il loro appetito per materiali organici come le alghe marine in decomposizione, potrebbero ben presto diventare una fonte alternativa e sostenibile di alimentazione per i pesci d’allevamento.

La produzione di avannotti per l’acquacoltura si affida principalmente a ingredienti convenzionali come rotiferi, piccoli crostacei e oli di pesce. Tuttavia, questo approccio spesso comporta una serie di problemi, tra cui una minore sostenibilità a lungo termine e una potenziale mancanza di nutrizione ottimale per i pesci.

In risposta a questa sfida, i ricercatori dell’Università di Aarhus hanno sviluppato un metodo innovativo per coltivare vermi enchitreidi marini come alternativa ai tradizionali mangimi. Utilizzando una combinazione di terriccio e alghe marine in decomposizione come substrato, sono riusciti a ottenere livelli semiindustriali di produzione di biomassa di enchitreidi con costi operativi minimi e bassa necessità di manodopera.

Vermi enchitreidi

Ciò che rende i vermi enchitreidi così promettenti è la loro eccezionale composizione nutrizionale. Ricchi di proteine, lipidi e acidi grassi omega-3 a catena lunga, questi vermi offrono un alimento completo e bilanciato per i pesci d’allevamento. Inoltre, il loro potenziale per essere alimentati con scarti organici industriali li rende una soluzione ideale per ridurre la dipendenza dalle fonti alimentari marine e alleviare la pressione sugli ecosistemi marini.

I primi test hanno dimostrato che i vermi enchitreidi possono migliorare significativamente la crescita di alcune specie di pesci d’allevamento, come rombo, passera e pesce bianco, rispetto all’alimentazione tradizionale. Questi risultati promettenti potrebbero aprire la strada a una nuova era nell’acquacoltura sostenibile.

Nonostante siano necessarie ulteriori ricerche per esplorare appieno il potenziale dei vermi enchitreidi come alternativa alimentare, questa scoperta rappresenta un passo significativo verso un futuro più sostenibile per l’industria ittica. Finanziata dal Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, questa ricerca potrebbe dare inizio a una nuova rivoluzione nell’acquacoltura, consentendo di soddisfare la crescente domanda di pesce in modo eco-friendly e responsabile.

Alimentazione a base di vermi enchitreidi per un’acquacoltura sostenibile

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