Mese: Febbraio 2024 Pagina 6 di 75

In corso a Nairobi l’UNEA-6

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In corso a Nairobi l’UNEA-6 – I ministri dell’Ambiente di tutto il mondo si incontrano in un’importante conferenza per affrontare le sfide considerate tra le più pressanti del nostro pianeta: il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento. Questo evento segna un momento cruciale per la cooperazione internazionale verso soluzioni sostenibili e inclusive.

Il commissario Sinkevičius, anticipando l’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente, ha sottolineato l’urgenza di questa missione. Ha evidenziato come la perdita di biodiversità stia erodendo le fondamenta delle nostre economie e minacciando il benessere di miliardi di persone. L’inquinamento, che ogni anno è responsabile di nove milioni di morti, insieme agli effetti devastanti del cambiamento climatico come l’innalzamento del livello del mare, la siccità e le inondazioni, richiede un cambiamento radicale nel nostro approccio al pianeta. L’Unione Europea si impegna a guidare con l’esempio, promuovendo azioni ambiziose per una gestione più sostenibile delle risorse naturali.

Tra gli obiettivi chiave dell’UE per l’assemblea ci sono:

1. Favorire le economie circolari: l’UE propone di accelerare la transizione verso un modello economico che riduca al minimo l’impatto sull’ambiente, promuovendo pratiche sostenibili nel settore tessile e nel commercio di veicoli usati, oltre a valorizzare i principi di una bioeconomia circolare.

2. Rafforzare le politiche idriche: si mira a migliorare la gestione delle risorse idriche per garantire sicurezza e resilienza idrica a livello globale, attraverso l’adozione di politiche idriche più forti e la preservazione delle risorse idriche di fronte a sfide ambientali crescenti.

3.Proteggere gli oceani: l’UE si impegna per un’agenda globale che intensifichi la protezione degli oceani, vitale per la biodiversità e il clima. Ciò include il sostegno all’attuazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 relativi agli oceani e la promozione di accordi internazionali per ridurre l’inquinamento marino.

La sesta sessione dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEA-6), in corso da ieri e fino al 1 marzo a Nairobi in Kenya, e che vede la partecipazione di rappresentanti di 193 Stati membri, oltre a imprese e società civile, è un’opportunità senza precedenti per stabilire un’agenda ambientale globale che guidi l’azione multilaterale. L’obiettivo è chiaro: adottare decisioni concrete che indirizzino le tre crisi ambientali interconnesse, dimostrando l’impegno comune verso un futuro più sostenibile per tutti.

In corso a Nairobi l’UNEA-6

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In corso a Nairobi l’UNEA-6

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In corso a Nairobi l’UNEA-6 – I ministri dell’Ambiente di tutto il mondo si incontrano in un’importante conferenza per affrontare le sfide considerate tra le più pressanti del nostro pianeta: il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento. Questo evento segna un momento cruciale per la cooperazione internazionale verso soluzioni sostenibili e inclusive.

Il commissario Sinkevičius, anticipando l’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente, ha sottolineato l’urgenza di questa missione. Ha evidenziato come la perdita di biodiversità stia erodendo le fondamenta delle nostre economie e minacciando il benessere di miliardi di persone. L’inquinamento, che ogni anno è responsabile di nove milioni di morti, insieme agli effetti devastanti del cambiamento climatico come l’innalzamento del livello del mare, la siccità e le inondazioni, richiede un cambiamento radicale nel nostro approccio al pianeta. L’Unione Europea si impegna a guidare con l’esempio, promuovendo azioni ambiziose per una gestione più sostenibile delle risorse naturali.

Tra gli obiettivi chiave dell’UE per l’assemblea ci sono:

1. Favorire le economie circolari: l’UE propone di accelerare la transizione verso un modello economico che riduca al minimo l’impatto sull’ambiente, promuovendo pratiche sostenibili nel settore tessile e nel commercio di veicoli usati, oltre a valorizzare i principi di una bioeconomia circolare.

2. Rafforzare le politiche idriche: si mira a migliorare la gestione delle risorse idriche per garantire sicurezza e resilienza idrica a livello globale, attraverso l’adozione di politiche idriche più forti e la preservazione delle risorse idriche di fronte a sfide ambientali crescenti.

3.Proteggere gli oceani: l’UE si impegna per un’agenda globale che intensifichi la protezione degli oceani, vitale per la biodiversità e il clima. Ciò include il sostegno all’attuazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 relativi agli oceani e la promozione di accordi internazionali per ridurre l’inquinamento marino.

La sesta sessione dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEA-6), in corso da ieri e fino al 1 marzo a Nairobi in Kenya, e che vede la partecipazione di rappresentanti di 193 Stati membri, oltre a imprese e società civile, è un’opportunità senza precedenti per stabilire un’agenda ambientale globale che guidi l’azione multilaterale. L’obiettivo è chiaro: adottare decisioni concrete che indirizzino le tre crisi ambientali interconnesse, dimostrando l’impegno comune verso un futuro più sostenibile per tutti.

In corso a Nairobi l’UNEA-6

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Nuovo studio sull’inquinamento da plastica

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Nuovo studio sull’inquinamento da plastica – Un recente studio pubblicato su Nature Scientific Reports ha identificato i principali fattori che guidano l’adozione di regolamentazioni severe sugli inquinanti: principalmente, la presenza di alternative adeguate e il pericolo che rappresentano per l’ambiente, piuttosto che le implicazioni per la salute umana. Questa scoperta apre nuove strade per affrontare la crescente sfida dell’inquinamento da plastica, che si è affermata come un problema globale che richiede un’azione collettiva.

Nicola Beaumont

Il team di ricerca, guidato dal Prof. Nicola Beaumont della Plymouth Marine Laboratory (PML), ha esaminato le lezioni apprese da precedenti successi nel controllo degli inquinanti a livello globale, come il Protocollo di Montreal sui CFC e la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (POP). Analizzando questi casi, gli scienziati hanno identificato elementi cruciali che possono influenzare il successo di un nuovo trattato internazionale per ridurre drasticamente l’inquinamento da plastica.

L’elemento sorprendente emerso dallo studio è che le preoccupazioni ambientali hanno giocato un ruolo più significativo delle questioni legate alla salute umana nel passato successo delle normative sugli inquinanti. Inoltre, la decisione di limitare o eliminare l’uso di certe sostanze pericolose è stata fortemente influenzata dalla disponibilità di sostituti adeguati.

Questa constatazione suggerisce che la lotta contro l’inquinamento da plastica non dovrebbe essere rallentata dalla mancanza di ricerca sugli effetti della plastica sulla salute umana. Piuttosto, dovrebbe concentrarsi sull’evidenziare i danni ambientali causati dalla plastica e sull’importanza di trovare e utilizzare sostituti validi.

Il Prof. Beaumont sottolinea che anche i sostituti “deboli“, che non offrono una soluzione perfetta, possono comunque contribuire a una regolamentazione più stringente delle sostanze inquinanti. Lo studio enfatizza che prendere esempio dai successi di accordi ambientali internazionali passati, come il Protocollo di Montreal, può offrire un modello efficace per ridurre l’uso di plastica inquinante.

In conclusione, puntare sulla necessità di sostituti e sull’importanza di proteggere l’ambiente potrebbe essere la chiave per un futuro con meno plastica. Questo approccio non solo contribuirà a preservare il nostro pianeta, ma guiderà anche lo sviluppo e l’attuazione di strategie efficaci per combattere l’inquinamento da plastica.

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Nuovo studio sull’inquinamento da plastica

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Nuovo studio sull’inquinamento da plastica – Un recente studio pubblicato su Nature Scientific Reports ha identificato i principali fattori che guidano l’adozione di regolamentazioni severe sugli inquinanti: principalmente, la presenza di alternative adeguate e il pericolo che rappresentano per l’ambiente, piuttosto che le implicazioni per la salute umana. Questa scoperta apre nuove strade per affrontare la crescente sfida dell’inquinamento da plastica, che si è affermata come un problema globale che richiede un’azione collettiva.

Nicola Beaumont

Il team di ricerca, guidato dal Prof. Nicola Beaumont della Plymouth Marine Laboratory (PML), ha esaminato le lezioni apprese da precedenti successi nel controllo degli inquinanti a livello globale, come il Protocollo di Montreal sui CFC e la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (POP). Analizzando questi casi, gli scienziati hanno identificato elementi cruciali che possono influenzare il successo di un nuovo trattato internazionale per ridurre drasticamente l’inquinamento da plastica.

L’elemento sorprendente emerso dallo studio è che le preoccupazioni ambientali hanno giocato un ruolo più significativo delle questioni legate alla salute umana nel passato successo delle normative sugli inquinanti. Inoltre, la decisione di limitare o eliminare l’uso di certe sostanze pericolose è stata fortemente influenzata dalla disponibilità di sostituti adeguati.

Questa constatazione suggerisce che la lotta contro l’inquinamento da plastica non dovrebbe essere rallentata dalla mancanza di ricerca sugli effetti della plastica sulla salute umana. Piuttosto, dovrebbe concentrarsi sull’evidenziare i danni ambientali causati dalla plastica e sull’importanza di trovare e utilizzare sostituti validi.

Il Prof. Beaumont sottolinea che anche i sostituti “deboli“, che non offrono una soluzione perfetta, possono comunque contribuire a una regolamentazione più stringente delle sostanze inquinanti. Lo studio enfatizza che prendere esempio dai successi di accordi ambientali internazionali passati, come il Protocollo di Montreal, può offrire un modello efficace per ridurre l’uso di plastica inquinante.

In conclusione, puntare sulla necessità di sostituti e sull’importanza di proteggere l’ambiente potrebbe essere la chiave per un futuro con meno plastica. Questo approccio non solo contribuirà a preservare il nostro pianeta, ma guiderà anche lo sviluppo e l’attuazione di strategie efficaci per combattere l’inquinamento da plastica.

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Nuovo studio sull’inquinamento da plastica

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Nuovo studio sull’inquinamento da plastica – Un recente studio pubblicato su Nature Scientific Reports ha identificato i principali fattori che guidano l’adozione di regolamentazioni severe sugli inquinanti: principalmente, la presenza di alternative adeguate e il pericolo che rappresentano per l’ambiente, piuttosto che le implicazioni per la salute umana. Questa scoperta apre nuove strade per affrontare la crescente sfida dell’inquinamento da plastica, che si è affermata come un problema globale che richiede un’azione collettiva.

Nicola Beaumont

Il team di ricerca, guidato dal Prof. Nicola Beaumont della Plymouth Marine Laboratory (PML), ha esaminato le lezioni apprese da precedenti successi nel controllo degli inquinanti a livello globale, come il Protocollo di Montreal sui CFC e la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (POP). Analizzando questi casi, gli scienziati hanno identificato elementi cruciali che possono influenzare il successo di un nuovo trattato internazionale per ridurre drasticamente l’inquinamento da plastica.

L’elemento sorprendente emerso dallo studio è che le preoccupazioni ambientali hanno giocato un ruolo più significativo delle questioni legate alla salute umana nel passato successo delle normative sugli inquinanti. Inoltre, la decisione di limitare o eliminare l’uso di certe sostanze pericolose è stata fortemente influenzata dalla disponibilità di sostituti adeguati.

Questa constatazione suggerisce che la lotta contro l’inquinamento da plastica non dovrebbe essere rallentata dalla mancanza di ricerca sugli effetti della plastica sulla salute umana. Piuttosto, dovrebbe concentrarsi sull’evidenziare i danni ambientali causati dalla plastica e sull’importanza di trovare e utilizzare sostituti validi.

Il Prof. Beaumont sottolinea che anche i sostituti “deboli“, che non offrono una soluzione perfetta, possono comunque contribuire a una regolamentazione più stringente delle sostanze inquinanti. Lo studio enfatizza che prendere esempio dai successi di accordi ambientali internazionali passati, come il Protocollo di Montreal, può offrire un modello efficace per ridurre l’uso di plastica inquinante.

In conclusione, puntare sulla necessità di sostituti e sull’importanza di proteggere l’ambiente potrebbe essere la chiave per un futuro con meno plastica. Questo approccio non solo contribuirà a preservare il nostro pianeta, ma guiderà anche lo sviluppo e l’attuazione di strategie efficaci per combattere l’inquinamento da plastica.

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