Mese: Marzo 2024 Pagina 12 di 81

Salmone norvegese tra etica e ambiente, un settore al bivio

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Salmone norvegese tra etica e ambiente, un settore al bivio – Il dibattito sull’allevamento del salmone in Norvegia si infiamma, con un crescente scetticismo che emerge tra i cittadini norvegesi. Una recente indagine condotta dall’emittente nazionale Norsk rikskringkasting AS ha rivelato un cambiamento di percezione nei confronti di questa industria, tradizionalmente pilastro dell’economia norvegese. Circa il 37% degli intervistati ha espresso un atteggiamento più negativo rispetto al passato, un segnale chiaro che non può essere ignorato.

Questo cambiamento di opinione sembra essere guidato in larga parte da preoccupazioni etiche e ambientali, con un numero significativo di anziani che si aggiungono alle file dei critici. La causa? Una serie di rapporti che evidenziano l’alto tasso di mortalità dei salmoni negli allevamenti, attribuito a vari problemi biologici. Questi dati hanno acceso un faro critico sull’intero settore, spingendo molti a interrogarsi sull’impatto e sulle pratiche dell’acquacoltura norvegese.

Seafood Norvegia, l’organizzazione industriale che rappresenta il settore, sostiene che una narrazione mediatica più equilibrata potrebbe contribuire a migliorare l’immagine dell’allevamento del salmone. Sottolineano come la percezione pubblica possa essere fortemente influenzata dalla copertura giornalistica, suggerendo che notizie positive potrebbero riequilibrare il dibattito.

Trond Blindheim, professore associato presso l’Università di Kristiania, riconosce le sfide che l’industria deve affrontare per ripristinare la sua reputazione e ritiene che le aziende devono unire le forze e agire congiuntamente per ristabilire la fiducia nel settore, un compito che si preannuncia tutt’altro che semplice.

L’allevamento del salmone, nonostante abbia contribuito significativamente all’economia norvegese creando posti di lavoro e generando reddito, è sotto osservazione critica sin dalla creazione del primo recinto marino negli anni ’70. Ambientalisti e non solo, hanno sollevato preoccupazioni interrogandosi sulle pratiche e sull’impatto ambientale dell’industria.

Di fronte a queste criticità, Seafood Norvegia ha espresso l’intenzione di prendere seriamente in considerazione le preoccupazioni della popolazione, riconoscendo gli aspetti negativi che hanno segnato l’industria, specialmente nell’ultimo anno. È evidente che il settore si trova a un bivio: tra la necessità di mantenere la propria competitività economica e l’urgenza di rispondere in modo responsabile alle crescenti richieste di sostenibilità e rispetto etico.

La strada da percorrere per l’industria del salmone norvegese è chiara: solo attraverso un impegno concreto verso pratiche più sostenibili e trasparenti si potrà sperare di riconquistare la fiducia del pubblico e navigare con successo verso un futuro in cui economia e ambiente possano prosperare insieme.

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Le alghe marine al centro di un futuro sostenibile

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Le alghe marine al centro di un futuro sostenibile – In un mondo alla costante ricerca di soluzioni sostenibili, le alghe marine emergono come vere e proprie eroine verdi dell’economia oceanica. Un recente studio dell’UNCTAD, l’organismo intergovernativo sul commercio e lo sviluppo creato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha fatto chiarezza sul potenziale incredibile di questo settore, ancora troppo spesso sottovalutato. Intitolato Un oceano di opportunità: il potenziale delle alghe marine per promuovere le dimensioni alimentari, ambientali e di genere degli SDGs, lo studio svela come la coltivazione, la raccolta, la lavorazione e il commercio delle alghe possano essere la chiave per una crescita sostenibile entro il 2030.

Con un approccio multidisciplinare, l’UNCTAD ha esplorato le numerose facce del settore delle alghe, mettendo in evidenza non solo il suo contributo alla sicurezza alimentare e nutrizionale, ma anche il ruolo fondamentale che può giocare nell’emancipazione femminile e nella protezione ambientale. Attraverso un’analisi dettagliata, supportata da esperti internazionali e organizzazioni come la FAO e la Global Seaweed Coalition, lo studio evidenzia come i paesi in via di sviluppo siano al centro di questa rivoluzione verde, con un’enfasi particolare sul contributo vitale delle donne in ogni fase della catena del valore delle alghe.

Lo studio si concentra su casi pratici dalla Repubblica Unita di Tanzania, Kenya e Portogallo, dimostrando come l’inclusione femminile nel settore non solo promuova l’empowerment economico delle donne, ma anche incoraggi pratiche sostenibili che possono trasformare l’intero settore. Identifica inoltre sfide e opportunità per un futuro in cui il settore delle alghe sia sostenibile e inclusivo di genere, evidenziando le lacune attuali nella ricerca che necessitano di ulteriori indagini.

Grazie alla sua analisi dettagliata, completa di dati sui flussi commerciali e sulla partecipazione femminile, sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati, lo studio dell’UNCTAD fornisce una visione complessiva dello stato attuale dell’industria delle alghe, sottolineando l’urgenza e l’importanza di sfruttare appieno questo settore per il bene del nostro pianeta e delle sue comunità.

Lo studio in questione non è solo una lettura obbligatoria per chi opera nel settore dell’acquacoltura e dello sviluppo sostenibile, ma anche un campanello d’allarme per il mondo intero. Le alghe marine, con il loro immenso potenziale di promuovere la sostenibilità ambientale, la sicurezza alimentare e l’equità di genere, rappresentano una risorsa inestimabile nella lotta contro i cambiamenti climatici e nella ricerca di un futuro più verde e giusto per tutti.

Le alghe marine al centro di un futuro sostenibile

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Il pesce nel cuore della dieta mediterranea

Il pesce nel cuore della dieta mediterranea

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Il pesce nel cuore della dieta mediterranea – La dieta mediterranea è universalmente riconosciuta per i suoi benefici sulla salute, grazie a un equilibrio ideale di ingredienti freschi, l’uso abbondante di olio d’oliva, cereali integrali, frutta, verdura e, naturalmente, pesce. Quest’ultimo, elemento distintivo del regime alimentare mediterraneo, rappresenta una fonte primaria di nutrienti essenziali, ma la sua valenza va oltre il mero apporto nutrizionale, toccando questioni di sostenibilità, tradizione culinaria e innovazione nel campo della nutrizione e della gastronomia.

Recenti studi hanno dimostrato che i polinsaturi omega-3, abbondanti nel pesce, non solo contribuiscono alla salute cardiovascolare e neurologica, ma giocano un ruolo cruciale nella regolazione dell’umore e potrebbero avere effetti protettivi contro l’invecchiamento cerebrale. Tuttavia, la comprensione popolare di questi benefici è spesso superficiale. Un’analisi più approfondita rivela che il tipo di pesce consumato, la sua provenienza e il metodo di cottura possono influenzare significativamente il profilo nutrizionale del piatto finale.

Sostenibilità e sfide del consumo di pesce

Mentre il consumo di pesce è incentivato per le sue qualità salutari, cresce la consapevolezza riguardo alla sostenibilità delle sue fonti. La sovrappesca e le pratiche di allevamento intensivo sollevano interrogativi sull’impatto ambientale e sulla qualità del prodotto ittico. Gli esperti suggeriscono di orientarsi verso specie meno conosciute e sostenibili, promuovendo una diversificazione che potrebbe beneficiare sia l’ecosistema marino che i consumatori, esplorando sapori nuovi e riducendo la pressione sulle specie più popolari e sovrasfruttate.

Innovazioni nel campo della nutrizione e della culinaria

L’innovazione gioca un ruolo chiave nella riscoperta del pesce all’interno della dieta mediterranea. Dalle tecniche di cottura che preservano l’integrità nutrizionale degli alimenti, come il sottovuoto a bassa temperatura, ai nuovi approcci nell’allevamento sostenibile, come l’acquaponica, che combina la coltivazione di piante e l’allevamento di pesci in sistemi chiusi, minimizzando l’impatto ambientale.

Verso un consumo consapevole

L’educare i consumatori sulle scelte sostenibili e sulla varietà gastronomica che il mondo ittico offre è fondamentale. Raccontare storie di piccoli produttori che adottano pratiche sostenibili o di comunità che rivitalizzano ricette tradizionali con pesci meno noti può ispirare un approccio al consumo di pesce più consapevole e curioso.

Il pesce rappresenta un pilastro della dieta mediterranea non solo per i suoi benefici nutrizionali ma anche come veicolo di valori culturali e ambientali. Promuovere un consumo più informato e sostenibile, insieme all’adozione di innovazioni nel settore, potrebbe rafforzare ulteriormente il legame tra tradizione mediterranea e futuro sostenibile.

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Le alghe marine al centro di un futuro sostenibile

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Le alghe marine al centro di un futuro sostenibile – In un mondo alla costante ricerca di soluzioni sostenibili, le alghe marine emergono come vere e proprie eroine verdi dell’economia oceanica. Un recente studio dell’UNCTAD, l’organismo intergovernativo sul commercio e lo sviluppo creato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha fatto chiarezza sul potenziale incredibile di questo settore, ancora troppo spesso sottovalutato. Intitolato Un oceano di opportunità: il potenziale delle alghe marine per promuovere le dimensioni alimentari, ambientali e di genere degli SDGs, lo studio svela come la coltivazione, la raccolta, la lavorazione e il commercio delle alghe possano essere la chiave per una crescita sostenibile entro il 2030.

Con un approccio multidisciplinare, l’UNCTAD ha esplorato le numerose facce del settore delle alghe, mettendo in evidenza non solo il suo contributo alla sicurezza alimentare e nutrizionale, ma anche il ruolo fondamentale che può giocare nell’emancipazione femminile e nella protezione ambientale. Attraverso un’analisi dettagliata, supportata da esperti internazionali e organizzazioni come la FAO e la Global Seaweed Coalition, lo studio evidenzia come i paesi in via di sviluppo siano al centro di questa rivoluzione verde, con un’enfasi particolare sul contributo vitale delle donne in ogni fase della catena del valore delle alghe.

Lo studio si concentra su casi pratici dalla Repubblica Unita di Tanzania, Kenya e Portogallo, dimostrando come l’inclusione femminile nel settore non solo promuova l’empowerment economico delle donne, ma anche incoraggi pratiche sostenibili che possono trasformare l’intero settore. Identifica inoltre sfide e opportunità per un futuro in cui il settore delle alghe sia sostenibile e inclusivo di genere, evidenziando le lacune attuali nella ricerca che necessitano di ulteriori indagini.

Grazie alla sua analisi dettagliata, completa di dati sui flussi commerciali e sulla partecipazione femminile, sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati, lo studio dell’UNCTAD fornisce una visione complessiva dello stato attuale dell’industria delle alghe, sottolineando l’urgenza e l’importanza di sfruttare appieno questo settore per il bene del nostro pianeta e delle sue comunità.

Lo studio in questione non è solo una lettura obbligatoria per chi opera nel settore dell’acquacoltura e dello sviluppo sostenibile, ma anche un campanello d’allarme per il mondo intero. Le alghe marine, con il loro immenso potenziale di promuovere la sostenibilità ambientale, la sicurezza alimentare e l’equità di genere, rappresentano una risorsa inestimabile nella lotta contro i cambiamenti climatici e nella ricerca di un futuro più verde e giusto per tutti.

Le alghe marine al centro di un futuro sostenibile

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Con un approccio multidisciplinare, l’UNCTAD ha esplorato le numerose facce del settore delle alghe, mettendo in evidenza non solo il suo contributo alla sicurezza alimentare e nutrizionale, ma anche il ruolo fondamentale che può giocare nell’emancipazione femminile e nella protezione ambientale. Attraverso un’analisi dettagliata, supportata da esperti internazionali e organizzazioni come la FAO e la Global Seaweed Coalition, lo studio evidenzia come i paesi in via di sviluppo siano al centro di questa rivoluzione verde, con un’enfasi particolare sul contributo vitale delle donne in ogni fase della catena del valore delle alghe.

Lo studio si concentra su casi pratici dalla Repubblica Unita di Tanzania, Kenya e Portogallo, dimostrando come l’inclusione femminile nel settore non solo promuova l’empowerment economico delle donne, ma anche incoraggi pratiche sostenibili che possono trasformare l’intero settore. Identifica inoltre sfide e opportunità per un futuro in cui il settore delle alghe sia sostenibile e inclusivo di genere, evidenziando le lacune attuali nella ricerca che necessitano di ulteriori indagini.

Grazie alla sua analisi dettagliata, completa di dati sui flussi commerciali e sulla partecipazione femminile, sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati, lo studio dell’UNCTAD fornisce una visione complessiva dello stato attuale dell’industria delle alghe, sottolineando l’urgenza e l’importanza di sfruttare appieno questo settore per il bene del nostro pianeta e delle sue comunità.

Lo studio in questione non è solo una lettura obbligatoria per chi opera nel settore dell’acquacoltura e dello sviluppo sostenibile, ma anche un campanello d’allarme per il mondo intero. Le alghe marine, con il loro immenso potenziale di promuovere la sostenibilità ambientale, la sicurezza alimentare e l’equità di genere, rappresentano una risorsa inestimabile nella lotta contro i cambiamenti climatici e nella ricerca di un futuro più verde e giusto per tutti.

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