Mese: Marzo 2024 Pagina 18 di 81

L’alimentazione alternativa nell’acquacoltura richiede un approccio complementare

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L’alimentazione alternativa nell’acquacoltura richiede un approccio complementare – Un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Reviews in Fisheries Science and Aquaculture mette in luce la sfida di trovare fonti proteiche alternative per ridurre la dipendenza dell’alimentazione acquatica dagli ingredienti marini. La ricerca, guidata dal Dr. Brett Glencross, Direttore Tecnico dell’IFFO, l’Organizzazione Internazionale per gli Ingredienti Marini, insieme a un team di ricercatori, esplora un’ampia gamma di fonti proteiche attualmente utilizzate nei mangimi per acquacoltura.

Le opzioni esaminate comprendono ingredienti marini tradizionali, proteine animali trasformate da sottoprodotti della produzione di cibo per umani, farine di insetti e vermi, proteine unicellulari come quelle ottenute da batteri e microalghe, e varie fonti di origine vegetale come cereali, semi oleosi e legumi. Quest’ultime rappresentano il grosso della produzione globale di mangimi acquatici e vengono utilizzate sia in forma grezza che lavorata.

Il Dr. Glencross sottolinea che l’analisi dimostra come ogni ingrediente presenti vantaggi e svantaggi specifici. Attraverso l’identificazione di sinergie tra i diversi ingredienti, è possibile scoprire opportunità di complementarità che potrebbero ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili. Ad esempio, mentre la soia offre vantaggi in termini di disponibilità e costanza della qualità, potrebbe non essere appetibile per molte specie acquatiche. Al contrario, la farina di pesce, sebbene disponibile in quantità limitate, è altamente appetibile e può essere combinata efficacemente con la soia per sfruttarne i reciproci punti di forza.

Le raccomandazioni principali dello studio per il settore includono l’ottimizzazione della gestione delle risorse esistenti per incrementarne la produttività, una maggiore enfasi sul riutilizzo e la minimizzazione degli sprechi, e l’esplorazione di nuove risorse non in competizione con la produzione alimentare umana.

Un aspetto cruciale evidenziato da Glencross è l’importanza di riconoscere i punti di forza e di debolezza di ciascun ingrediente per migliorare l’adattabilità e la sostenibilità del settore nel lungo termine. Nonostante i progressi tecnologici abbiano migliorato la capacità di lavorare con una varietà più ampia di ingredienti, la ricerca sottolinea che vi è ancora molto lavoro da fare per sviluppare fonti proteiche alternative che possano contribuire significativamente all’alimentazione acquatica.

In conclusione, il percorso verso un settore dell’acquacoltura meno dipendente dagli ingredienti marini è complesso e richiede un approccio olistico che consideri l’integrazione di diverse fonti proteiche. L’industria dell’alimentazione acquatica si trova di fronte alla sfida di bilanciare sostenibilità, disponibilità e necessità nutrizionali in un contesto in continua evoluzione, ma le ricerche come quella condotta dal Dr. Glencross e il suo team forniscono direzioni preziose per il futuro.

L’alimentazione alternativa nell’acquacoltura richiede un approccio complementare

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L’alimentazione alternativa nell’acquacoltura richiede un approccio complementare

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L’alimentazione alternativa nell’acquacoltura richiede un approccio complementare – Un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Reviews in Fisheries Science and Aquaculture mette in luce la sfida di trovare fonti proteiche alternative per ridurre la dipendenza dell’alimentazione acquatica dagli ingredienti marini. La ricerca, guidata dal Dr. Brett Glencross, Direttore Tecnico dell’IFFO, l’Organizzazione Internazionale per gli Ingredienti Marini, insieme a un team di ricercatori, esplora un’ampia gamma di fonti proteiche attualmente utilizzate nei mangimi per acquacoltura.

Le opzioni esaminate comprendono ingredienti marini tradizionali, proteine animali trasformate da sottoprodotti della produzione di cibo per umani, farine di insetti e vermi, proteine unicellulari come quelle ottenute da batteri e microalghe, e varie fonti di origine vegetale come cereali, semi oleosi e legumi. Quest’ultime rappresentano il grosso della produzione globale di mangimi acquatici e vengono utilizzate sia in forma grezza che lavorata.

Il Dr. Glencross sottolinea che l’analisi dimostra come ogni ingrediente presenti vantaggi e svantaggi specifici. Attraverso l’identificazione di sinergie tra i diversi ingredienti, è possibile scoprire opportunità di complementarità che potrebbero ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili. Ad esempio, mentre la soia offre vantaggi in termini di disponibilità e costanza della qualità, potrebbe non essere appetibile per molte specie acquatiche. Al contrario, la farina di pesce, sebbene disponibile in quantità limitate, è altamente appetibile e può essere combinata efficacemente con la soia per sfruttarne i reciproci punti di forza.

Le raccomandazioni principali dello studio per il settore includono l’ottimizzazione della gestione delle risorse esistenti per incrementarne la produttività, una maggiore enfasi sul riutilizzo e la minimizzazione degli sprechi, e l’esplorazione di nuove risorse non in competizione con la produzione alimentare umana.

Un aspetto cruciale evidenziato da Glencross è l’importanza di riconoscere i punti di forza e di debolezza di ciascun ingrediente per migliorare l’adattabilità e la sostenibilità del settore nel lungo termine. Nonostante i progressi tecnologici abbiano migliorato la capacità di lavorare con una varietà più ampia di ingredienti, la ricerca sottolinea che vi è ancora molto lavoro da fare per sviluppare fonti proteiche alternative che possano contribuire significativamente all’alimentazione acquatica.

In conclusione, il percorso verso un settore dell’acquacoltura meno dipendente dagli ingredienti marini è complesso e richiede un approccio olistico che consideri l’integrazione di diverse fonti proteiche. L’industria dell’alimentazione acquatica si trova di fronte alla sfida di bilanciare sostenibilità, disponibilità e necessità nutrizionali in un contesto in continua evoluzione, ma le ricerche come quella condotta dal Dr. Glencross e il suo team forniscono direzioni preziose per il futuro.

L’alimentazione alternativa nell’acquacoltura richiede un approccio complementare

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Cantieri per l’eolico in mare

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Cantieri per l’eolico in mare – La Sicilia presenterà una candidatura unitaria al ministero dell’Ambiente per un porto nel quale realizzare il cantiere per la produzione e l’assemblaggio di piattaforme galleggianti per l’energia eolica in mare. Questo il tema di una riunione di coordinamento che si è tenuta la scorsa settimana a Palazzo d’Orléans a Palermo tra il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e i rappresentanti delle autorità portuali siciliane.

Il ministero dell’Ambiente, come previsto dall’articolo 8 della legge 11/2024, emanerà un avviso per selezionare, in almeno due porti del Sud, aree da destinare alla realizzazione di infrastrutture idonee a questo scopo e la Sicilia sta valutando di indicare, in maniera congiunta con le autorità, il porto di Augusta. L’obiettivo del governo nazionale è quello di creare un polo strategico del settore e la Regione Siciliana avanzerà la propria candidatura.

Per le autorità portuali erano presenti all’incontro Flora Albano ed Enrico Petralia, project manager e direttore tecnico di Palermo; Domenico Latella, segretario generale di Messina e Francesco Di Sarcina, presidente dell’Autorità di sistema portuale di Sicilia orientale Augusta – Catania.

Cantieri per l’eolico in mare

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Alleanza Cooperative pronti a lavorare con Masaf a fermo più flessibile

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Alleanza Cooperative pronti a lavorare con Masaf a fermo più flessibile – “In una cornice europea che impone all’Italia sempre minor giorni di pesca e quantitativi di cattura per molte specie ittiche, apprezziamo la proposta del Sottosegretario Masaf La Pietra di trovare soluzioni diverse per il fermo pesca all’insegna di una maggiore sostenibilità soprattutto economica e sociale. Lavoreremo insieme al ministero a soluzioni condivise con i nostri pescatori”.

Così l’Alleanza delle Cooperative Pesca e Acquacoltura sull’ipotese di una riformulazione del fermo pesca annunciata dal sottosegretario La Pietra nel corso del tavolo pesca. A fronte di un tetto di giornate massime assegnate dall’Europa all’Italia per i diversi mestieri di pesca, evidenzia la cooperazione, le imprese potrebbero fruire di maggiore libertà nella programmazione delle uscite a mare quotidiane, secondo le esigenze del mercato. Rimane invece invariato il periodo di fermo continuativo obbligatorio secondo un calendario che dovrebbe ricalcare quello dello scorso anno.

“Abbiamo apprezzato la proposta ministeriale di mettere mano al sistema delle sanzioni, davvero troppo onerose per le imprese di pesca. Bene anche l’accelerazione sul bando per le demolizioni dei pescherecci che possono contare su un plafond di 70milioni di euro. Stiamo lavorando affinché nel DDL lavoro vengono previsti degli sgravi contributivi per chi assume pescatori imbarcati su pescherecci che vengono demoliti”, conclude l’Alleanza.

Alleanza Cooperative pronti a lavorare con Masaf a fermo più flessibile

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Alleanza Cooperative pronti a lavorare con Masaf a fermo più flessibile

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Alleanza Cooperative pronti a lavorare con Masaf a fermo più flessibile – “In una cornice europea che impone all’Italia sempre minor giorni di pesca e quantitativi di cattura per molte specie ittiche, apprezziamo la proposta del Sottosegretario Masaf La Pietra di trovare soluzioni diverse per il fermo pesca all’insegna di una maggiore sostenibilità soprattutto economica e sociale. Lavoreremo insieme al ministero a soluzioni condivise con i nostri pescatori”.

Così l’Alleanza delle Cooperative Pesca e Acquacoltura sull’ipotese di una riformulazione del fermo pesca annunciata dal sottosegretario La Pietra nel corso del tavolo pesca. A fronte di un tetto di giornate massime assegnate dall’Europa all’Italia per i diversi mestieri di pesca, evidenzia la cooperazione, le imprese potrebbero fruire di maggiore libertà nella programmazione delle uscite a mare quotidiane, secondo le esigenze del mercato. Rimane invece invariato il periodo di fermo continuativo obbligatorio secondo un calendario che dovrebbe ricalcare quello dello scorso anno.

“Abbiamo apprezzato la proposta ministeriale di mettere mano al sistema delle sanzioni, davvero troppo onerose per le imprese di pesca. Bene anche l’accelerazione sul bando per le demolizioni dei pescherecci che possono contare su un plafond di 70milioni di euro. Stiamo lavorando affinché nel DDL lavoro vengono previsti degli sgravi contributivi per chi assume pescatori imbarcati su pescherecci che vengono demoliti”, conclude l’Alleanza.

Alleanza Cooperative pronti a lavorare con Masaf a fermo più flessibile

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