Mese: Aprile 2024 Pagina 35 di 71

Cinque Terre. Zona di tutela speciale adotta la navigazione elettrica

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Cinque Terre. Zona di tutela speciale adotta la navigazione elettrica – Il Parco Nazionale delle Cinque Terre ha recentemente approvato il Disciplinare integrativo 2024 dell’Area marina protetta, introducendo importanti novità per la protezione dell’ambiente marino, tra cui spicca la creazione di una nuova Area di speciale tutela dedicata alla “Mitigazione degli impatti acustici sulla fauna ittica“. Questa misura si inserisce nell’ambito del più ampio progetto e-FishMed finanziato dall’Unione Europea.

Il programma mira a ridurre l’inquinamento acustico generato dai motori endotermici delle imbarcazioni, riconosciuto come una delle principali minacce per la fauna ittica dell’area. Gli studi condotti dal 2019 al 2023 dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e da altre prestigiose istituzioni hanno sottolineato l’urgenza di intervenire per preservare l’integrità ecologica del mare.

In risposta, il Disciplinare prevede iniziative concrete come l’investimento in una rete di stazioni di ricarica per le marine e incentivi per la riconversione delle unità da diporto a tecnologie meno impattanti. Inoltre, si richiederà agli operatori del settore nautico di aderire a un protocollo tecnico di intesa per l’aggiornamento delle motorizzazioni entro il prossimo triennio, conformemente agli standard di ecosostenibilità.

La prima edizione del programma di scambio, organizzata in collaborazione con il Ministero spagnolo dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione, ospiterà i partecipanti in Spagna, dove condivideranno esperienze e metodologie per il miglioramento della gestione delle risorse marine. Le attività includeranno visite al Centro spagnolo di monitoraggio della pesca a Madrid e sessioni di osservazione delle pratiche di ispezione a Malaga.

L’introduzione di questa area di tutela speciale rappresenta un passo significativo verso una gestione più sostenibile del Parco, mirando a bilanciare la protezione ambientale con le esigenze delle comunità locali e le attività economiche. La misura non solo migliorerà la salute degli ecosistemi marini ma anche la qualità della vita delle specie che ne dipendono.

La collaborazione tra il Parco delle Cinque Terre e gli stakeholder, inclusi noleggiatori, pescatori e associazioni nautiche, ha giocato un ruolo cruciale nella stesura del disciplinare, dimostrando un impegno condiviso verso obiettivi di sostenibilità a lungo termine. Questa sinergia tra conservazione ambientale e sviluppo economico è essenziale per garantire un futuro prospero per la regione, rispettando la fragilità del suo ecosistema marino.

Cinque Terre. Zona di tutela speciale adotta la navigazione elettrica

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Cinque Terre. Zona di tutela speciale adotta la navigazione elettrica

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Cinque Terre. Zona di tutela speciale adotta la navigazione elettrica – Il Parco Nazionale delle Cinque Terre ha recentemente approvato il Disciplinare integrativo 2024 dell’Area marina protetta, introducendo importanti novità per la protezione dell’ambiente marino, tra cui spicca la creazione di una nuova Area di speciale tutela dedicata alla “Mitigazione degli impatti acustici sulla fauna ittica“. Questa misura si inserisce nell’ambito del più ampio progetto e-FishMed finanziato dall’Unione Europea.

Il programma mira a ridurre l’inquinamento acustico generato dai motori endotermici delle imbarcazioni, riconosciuto come una delle principali minacce per la fauna ittica dell’area. Gli studi condotti dal 2019 al 2023 dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e da altre prestigiose istituzioni hanno sottolineato l’urgenza di intervenire per preservare l’integrità ecologica del mare.

In risposta, il Disciplinare prevede iniziative concrete come l’investimento in una rete di stazioni di ricarica per le marine e incentivi per la riconversione delle unità da diporto a tecnologie meno impattanti. Inoltre, si richiederà agli operatori del settore nautico di aderire a un protocollo tecnico di intesa per l’aggiornamento delle motorizzazioni entro il prossimo triennio, conformemente agli standard di ecosostenibilità.

La prima edizione del programma di scambio, organizzata in collaborazione con il Ministero spagnolo dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione, ospiterà i partecipanti in Spagna, dove condivideranno esperienze e metodologie per il miglioramento della gestione delle risorse marine. Le attività includeranno visite al Centro spagnolo di monitoraggio della pesca a Madrid e sessioni di osservazione delle pratiche di ispezione a Malaga.

L’introduzione di questa area di tutela speciale rappresenta un passo significativo verso una gestione più sostenibile del Parco, mirando a bilanciare la protezione ambientale con le esigenze delle comunità locali e le attività economiche. La misura non solo migliorerà la salute degli ecosistemi marini ma anche la qualità della vita delle specie che ne dipendono.

La collaborazione tra il Parco delle Cinque Terre e gli stakeholder, inclusi noleggiatori, pescatori e associazioni nautiche, ha giocato un ruolo cruciale nella stesura del disciplinare, dimostrando un impegno condiviso verso obiettivi di sostenibilità a lungo termine. Questa sinergia tra conservazione ambientale e sviluppo economico è essenziale per garantire un futuro prospero per la regione, rispettando la fragilità del suo ecosistema marino.

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Il progetto e-FishMed sostiene la lotta alla pesca INN nel Mediterraneo

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Il progetto e-FishMed sostiene la lotta alla pesca INN nel Mediterraneo – L’Agenzia europea di controllo della pesca (EFCA) ha avviato un innovativo programma di scambio nel quadro del progetto e-FishMed, finanziato dall’Unione Europea, per intensificare la lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU). Questa iniziativa mira a rafforzare la cooperazione regionale e a facilitare la condivisione di competenze e pratiche migliori tra i paesi del Mediterraneo.

Il programma, che coinvolge ispettori della pesca e operatori dei Centri di monitoraggio della pesca (FMC) di Algeria, Libia, Marocco, Mauritania e Tunisia, è supportato tecnicamente dai paesi partner del progetto e-FishMed, che includono Francia, Italia, Malta, Portogallo e Spagna, rappresentando un ponte tra le competenze del nord e del sud del Mediterraneo.

La prima sessione del programma di scambio, aperta ieri, si svolgerà fino al 19 aprile 2024 in Spagna, in collaborazione con il Ministero spagnolo dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione. I partecipanti a Madrid, visiteranno il Centro spagnolo di monitoraggio della pesca. Questo incontro iniziale prevede diverse sessioni interattive volte a facilitare lo scambio di conoscenze e il rafforzamento delle reti professionali e della cooperazione tra i paesi partecipanti. Successivamente, il gruppo si sposterà a Malaga, dove gli ispettori avranno l’opportunità di osservare direttamente le attività di ispezione della pesca, acquisendo una visione pratica dei metodi di lavoro spagnoli.

Questo scambio è uno dei risultati chiave del progetto e-FishMed, che si propone di armonizzare le attività di controllo e ispezione della pesca nel Mediterraneo, promuovendo allo stesso tempo una cooperazione efficace contro la pesca IUU. L’iniziativa è fondamentale non solo per migliorare le misure di conservazione e gestione delle risorse ittiche nella regione, ma anche per favorire lo sviluppo di un’economia blu sostenibile.

L’implementazione di questo programma di scambio evidenzia un impegno crescente verso la sostenibilità e la gestione responsabile delle risorse marine, cruciali per il futuro del Mediterraneo e delle sue comunità costiere.

Il progetto e-FishMed sostiene la lotta alla pesca INN nel Mediterraneo

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Mangiare più pesce selvatico riduce l’impatto ambientale

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Mangiare più pesce selvatico riduce l’impatto ambientale – La crescente consapevolezza dell’impatto ambientale dell’acquacoltura sta spingendo gli esperti a raccomandare un consumo più diretto di pesci selvatici come sgombri, acciughe e aringhe, comunemente utilizzati nei mangimi per il salmone d’allevamento. Un recente studio condotto da ricercatori dell’Università di Cambridge ha messo in luce come l’attuale modello di produzione del salmone d’allevamento porti a una notevole perdita di nutrienti essenziali, suggerendo che integrare più pesci selvatici nella nostra dieta potrebbe non solo arricchirla di sostanze nutritive, ma anche ridurre la pressione sulle risorse marine limitate.

Il team di ricerca, guidato da David Willer del Dipartimento di Zoologia dell’Università di Cambridge, ha evidenziato che i pesci selvatici utilizzati come mangime presentano livelli di micronutrienti simili o superiori rispetto ai filetti di salmone d’allevamento. Per esempio, è stato scoperto che i livelli di calcio nei pesci selvatici sono oltre cinque volte superiori rispetto al salmone, e sostanze come iodio, ferro, omega-3, vitamina B12 e vitamina A sono significativamente più elevate.

Questi risultati sottolineano una potenziale inefficienza nel settore dell’acquacoltura, dove importanti nutrienti sono persi quando i pesci selvatici vengono trasformati in mangimi piuttosto che essere consumati direttamente dall’uomo. Gli scienziati propongono quindi un cambio di paradigma, dove si valorizzino maggiormente i pesci selvatici non solo per la loro biodiversità, ma anche per il loro alto valore nutrizionale.

Migliorare i mangimi per  l’acquacoltura

Inoltre, i ricercatori hanno osservato come l’industria del salmone potrebbe migliorare la ritenzione dei nutrienti attraverso un uso più strategico degli ingredienti nei mangimi, come i sottoprodotti della pesca e i pesci di qualità industriale provenienti da fonti sostenibili. La proposta include la necessità di un sistema standardizzato che integri la metrica della ritenzione dei nutrienti nelle pratiche industriali, un approccio che potrebbe rendere il settore più efficiente e meno impattante sugli ecosistemi marini.

L’espansione del consumo di varietà di pesci selvatici, non solo beneficerebbe sulla nostra salute, ma contribuirebbe anche alla sostenibilità degli oceani, riducendo la dipendenza da un limitato numero di specie per l’alimentazione del salmone d’allevamento. Questa ricerca, finanziata da enti governativi e privati, è un passo avanti nel comprendere come le nostre scelte alimentari possano avere un impatto diretto sulla salute dell’ecosistema marino globale.

Mangiare più pesce selvatico riduce l’impatto ambientale

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Mangiare più pesce selvatico riduce l’impatto ambientale

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Mangiare più pesce selvatico riduce l’impatto ambientale – La crescente consapevolezza dell’impatto ambientale dell’acquacoltura sta spingendo gli esperti a raccomandare un consumo più diretto di pesci selvatici come sgombri, acciughe e aringhe, comunemente utilizzati nei mangimi per il salmone d’allevamento. Un recente studio condotto da ricercatori dell’Università di Cambridge ha messo in luce come l’attuale modello di produzione del salmone d’allevamento porti a una notevole perdita di nutrienti essenziali, suggerendo che integrare più pesci selvatici nella nostra dieta potrebbe non solo arricchirla di sostanze nutritive, ma anche ridurre la pressione sulle risorse marine limitate.

Il team di ricerca, guidato da David Willer del Dipartimento di Zoologia dell’Università di Cambridge, ha evidenziato che i pesci selvatici utilizzati come mangime presentano livelli di micronutrienti simili o superiori rispetto ai filetti di salmone d’allevamento. Per esempio, è stato scoperto che i livelli di calcio nei pesci selvatici sono oltre cinque volte superiori rispetto al salmone, e sostanze come iodio, ferro, omega-3, vitamina B12 e vitamina A sono significativamente più elevate.

Questi risultati sottolineano una potenziale inefficienza nel settore dell’acquacoltura, dove importanti nutrienti sono persi quando i pesci selvatici vengono trasformati in mangimi piuttosto che essere consumati direttamente dall’uomo. Gli scienziati propongono quindi un cambio di paradigma, dove si valorizzino maggiormente i pesci selvatici non solo per la loro biodiversità, ma anche per il loro alto valore nutrizionale.

Migliorare i mangimi per  l’acquacoltura

Inoltre, i ricercatori hanno osservato come l’industria del salmone potrebbe migliorare la ritenzione dei nutrienti attraverso un uso più strategico degli ingredienti nei mangimi, come i sottoprodotti della pesca e i pesci di qualità industriale provenienti da fonti sostenibili. La proposta include la necessità di un sistema standardizzato che integri la metrica della ritenzione dei nutrienti nelle pratiche industriali, un approccio che potrebbe rendere il settore più efficiente e meno impattante sugli ecosistemi marini.

L’espansione del consumo di varietà di pesci selvatici, non solo beneficerebbe sulla nostra salute, ma contribuirebbe anche alla sostenibilità degli oceani, riducendo la dipendenza da un limitato numero di specie per l’alimentazione del salmone d’allevamento. Questa ricerca, finanziata da enti governativi e privati, è un passo avanti nel comprendere come le nostre scelte alimentari possano avere un impatto diretto sulla salute dell’ecosistema marino globale.

Mangiare più pesce selvatico riduce l’impatto ambientale

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