Mese: Aprile 2024 Pagina 65 di 71

Pep4Fish guarda allo sviluppo di diete innovative per acquacoltura

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Pep4Fish guarda allo sviluppo di diete innovative per acquacoltura – In Portogallo, il team di ricerca del Centro Interdisciplinare di Ricerca Marina e Ambientale (CIIMAR) sta facendo passi da gigante nel progetto Pep4Fish, un’iniziativa all’avanguardia che punta a trasformare l’industria dell’acquacoltura. L’obiettivo? Sviluppare diete innovative per spigole e orate, utilizzando nuovi alimenti nutrienti derivati dai sottoprodotti dell’industria agroalimentare, inclusi quelli provenienti da pesce, pollame, maiale e persino insetti.

Questa iniziativa non solo promette di migliorare la salute dei pesci ma si pone anche come un modello di economia circolare, riducendo gli sprechi alimentari in modo significativo. Guidati da Luísa Valente del CIIMAR, i ricercatori si sono concentrati su tecniche all’avanguardia per l’estrazione del DNA da questi sottoprodotti trasformati. L’obiettivo è assicurare l’autenticità e la qualità degli ingredienti utilizzati nelle nuove diete per l’acquacoltura.

Grazie alla collaborazione con partner industriali come Savinor, Sorgal (parte del gruppo Soja de Portugal), Sebol e ITS (appartenenti al gruppo ETSA), il team ha sviluppato un metodo rapido ed efficiente per ottenere DNA di alta qualità, fondamentale per garantire l’autenticità degli idrolizzati proteici impiegati. La validazione di questo metodo attraverso la tecnica PCR segna un passo importante verso l’autenticazione sicura degli alimenti prodotti.

Il progetto Pep4Fish rappresenta un eccellente esempio di come la collaborazione tra la ricerca scientifica e il settore industriale possa produrre soluzioni innovative che non solo rispondono alle esigenze del mercato ma promuovono anche pratiche sostenibili e rispettose dell’ambiente.

Con l’annuncio di una nuova unità industriale di punta, Pep4Fish è pronto a portare sul mercato idrolizzati proteici di origine animale per i mangimi acquatici, dimostrando il potenziale di una sinergia tra sostenibilità ambientale e innovazione nel settore dell’acquacoltura. Questo approccio non solo apre nuove strade per l’alimentazione sostenibile dei pesci ma segna anche un passo avanti significativo nella lotta contro lo spreco alimentare, allineandosi perfettamente con i principi dell’economia circolare.

Pep4Fish guarda allo sviluppo di diete innovative per acquacoltura

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Pep4Fish guarda allo sviluppo di diete innovative per acquacoltura – In Portogallo, il team di ricerca del Centro Interdisciplinare di Ricerca Marina e Ambientale (CIIMAR) sta facendo passi da gigante nel progetto Pep4Fish, un’iniziativa all’avanguardia che punta a trasformare l’industria dell’acquacoltura. L’obiettivo? Sviluppare diete innovative per spigole e orate, utilizzando nuovi alimenti nutrienti derivati dai sottoprodotti dell’industria agroalimentare, inclusi quelli provenienti da pesce, pollame, maiale e persino insetti.

Questa iniziativa non solo promette di migliorare la salute dei pesci ma si pone anche come un modello di economia circolare, riducendo gli sprechi alimentari in modo significativo. Guidati da Luísa Valente del CIIMAR, i ricercatori si sono concentrati su tecniche all’avanguardia per l’estrazione del DNA da questi sottoprodotti trasformati. L’obiettivo è assicurare l’autenticità e la qualità degli ingredienti utilizzati nelle nuove diete per l’acquacoltura.

Grazie alla collaborazione con partner industriali come Savinor, Sorgal (parte del gruppo Soja de Portugal), Sebol e ITS (appartenenti al gruppo ETSA), il team ha sviluppato un metodo rapido ed efficiente per ottenere DNA di alta qualità, fondamentale per garantire l’autenticità degli idrolizzati proteici impiegati. La validazione di questo metodo attraverso la tecnica PCR segna un passo importante verso l’autenticazione sicura degli alimenti prodotti.

Il progetto Pep4Fish rappresenta un eccellente esempio di come la collaborazione tra la ricerca scientifica e il settore industriale possa produrre soluzioni innovative che non solo rispondono alle esigenze del mercato ma promuovono anche pratiche sostenibili e rispettose dell’ambiente.

Con l’annuncio di una nuova unità industriale di punta, Pep4Fish è pronto a portare sul mercato idrolizzati proteici di origine animale per i mangimi acquatici, dimostrando il potenziale di una sinergia tra sostenibilità ambientale e innovazione nel settore dell’acquacoltura. Questo approccio non solo apre nuove strade per l’alimentazione sostenibile dei pesci ma segna anche un passo avanti significativo nella lotta contro lo spreco alimentare, allineandosi perfettamente con i principi dell’economia circolare.

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Pep4Fish guarda allo sviluppo di diete innovative per acquacoltura – In Portogallo, il team di ricerca del Centro Interdisciplinare di Ricerca Marina e Ambientale (CIIMAR) sta facendo passi da gigante nel progetto Pep4Fish, un’iniziativa all’avanguardia che punta a trasformare l’industria dell’acquacoltura. L’obiettivo? Sviluppare diete innovative per spigole e orate, utilizzando nuovi alimenti nutrienti derivati dai sottoprodotti dell’industria agroalimentare, inclusi quelli provenienti da pesce, pollame, maiale e persino insetti.

Questa iniziativa non solo promette di migliorare la salute dei pesci ma si pone anche come un modello di economia circolare, riducendo gli sprechi alimentari in modo significativo. Guidati da Luísa Valente del CIIMAR, i ricercatori si sono concentrati su tecniche all’avanguardia per l’estrazione del DNA da questi sottoprodotti trasformati. L’obiettivo è assicurare l’autenticità e la qualità degli ingredienti utilizzati nelle nuove diete per l’acquacoltura.

Grazie alla collaborazione con partner industriali come Savinor, Sorgal (parte del gruppo Soja de Portugal), Sebol e ITS (appartenenti al gruppo ETSA), il team ha sviluppato un metodo rapido ed efficiente per ottenere DNA di alta qualità, fondamentale per garantire l’autenticità degli idrolizzati proteici impiegati. La validazione di questo metodo attraverso la tecnica PCR segna un passo importante verso l’autenticazione sicura degli alimenti prodotti.

Il progetto Pep4Fish rappresenta un eccellente esempio di come la collaborazione tra la ricerca scientifica e il settore industriale possa produrre soluzioni innovative che non solo rispondono alle esigenze del mercato ma promuovono anche pratiche sostenibili e rispettose dell’ambiente.

Con l’annuncio di una nuova unità industriale di punta, Pep4Fish è pronto a portare sul mercato idrolizzati proteici di origine animale per i mangimi acquatici, dimostrando il potenziale di una sinergia tra sostenibilità ambientale e innovazione nel settore dell’acquacoltura. Questo approccio non solo apre nuove strade per l’alimentazione sostenibile dei pesci ma segna anche un passo avanti significativo nella lotta contro lo spreco alimentare, allineandosi perfettamente con i principi dell’economia circolare.

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Pep4Fish guarda allo sviluppo di diete innovative per acquacoltura – In Portogallo, il team di ricerca del Centro Interdisciplinare di Ricerca Marina e Ambientale (CIIMAR) sta facendo passi da gigante nel progetto Pep4Fish, un’iniziativa all’avanguardia che punta a trasformare l’industria dell’acquacoltura. L’obiettivo? Sviluppare diete innovative per spigole e orate, utilizzando nuovi alimenti nutrienti derivati dai sottoprodotti dell’industria agroalimentare, inclusi quelli provenienti da pesce, pollame, maiale e persino insetti.

Questa iniziativa non solo promette di migliorare la salute dei pesci ma si pone anche come un modello di economia circolare, riducendo gli sprechi alimentari in modo significativo. Guidati da Luísa Valente del CIIMAR, i ricercatori si sono concentrati su tecniche all’avanguardia per l’estrazione del DNA da questi sottoprodotti trasformati. L’obiettivo è assicurare l’autenticità e la qualità degli ingredienti utilizzati nelle nuove diete per l’acquacoltura.

Grazie alla collaborazione con partner industriali come Savinor, Sorgal (parte del gruppo Soja de Portugal), Sebol e ITS (appartenenti al gruppo ETSA), il team ha sviluppato un metodo rapido ed efficiente per ottenere DNA di alta qualità, fondamentale per garantire l’autenticità degli idrolizzati proteici impiegati. La validazione di questo metodo attraverso la tecnica PCR segna un passo importante verso l’autenticazione sicura degli alimenti prodotti.

Il progetto Pep4Fish rappresenta un eccellente esempio di come la collaborazione tra la ricerca scientifica e il settore industriale possa produrre soluzioni innovative che non solo rispondono alle esigenze del mercato ma promuovono anche pratiche sostenibili e rispettose dell’ambiente.

Con l’annuncio di una nuova unità industriale di punta, Pep4Fish è pronto a portare sul mercato idrolizzati proteici di origine animale per i mangimi acquatici, dimostrando il potenziale di una sinergia tra sostenibilità ambientale e innovazione nel settore dell’acquacoltura. Questo approccio non solo apre nuove strade per l’alimentazione sostenibile dei pesci ma segna anche un passo avanti significativo nella lotta contro lo spreco alimentare, allineandosi perfettamente con i principi dell’economia circolare.

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Un passo avanti nella lotta contro la pesca distruttiva

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Un passo avanti nella lotta contro la pesca distruttiva – In un mondo che cerca sempre più di abbracciare la sostenibilità, la questione della pesca distruttiva si impone con urgenza. Riconosciuta da molteplici quadri internazionali – tra cui gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite – la necessità di contrastare le pratiche di pesca dannose è più sentita che mai. Tuttavia, fino ad oggi, la mancanza di una definizione precisa ha reso difficile misurare e combattere efficacemente questo problema.

Una svolta significativa arriva da un ampio lavoro collaborativo che ha visto coinvolti 80 esperti di pesca da oltre 30 paesi. Dopo un’intensa consultazione, è stata finalmente proposta una nuova definizione operativa di “pesca distruttiva”. Questa chiarificazione era attesa con impazienza, poiché permette di identificare con precisione le pratiche da evitare per preservare l’integrità degli ecosistemi marini.

Secondo il dottor Arlie McCarthy, uno dei principali autori dello studio, comprendere esattamente cosa sia la pesca distruttiva è fondamentale. Solo così possiamo realmente valutare i progressi fatti verso la sua eliminazione. La definizione recentemente formulata identifica la pesca distruttiva come ogni pratica che degrada irreversibilmente l’habitat marino, causa un impatto ambientale negativo significativo, provoca il declino delle specie target e non, e danneggia i mezzi di sussistenza delle comunità che dipendono dal mare.

Questo nuovo punto di riferimento, pubblicato sulla rivista Conservation Letters, nasce da un processo consultivo approfondito. Utilizzando la tecnica Delphi, un metodo anonimo e iterativo, gli esperti hanno raggiunto un consenso che ora guiderà le discussioni politiche internazionali, offrendo ai paesi uno strumento fondamentale per proibire le pratiche di pesca dannose.

Hannah Richardson, a capo del progetto, sottolinea l’importanza di questa definizione per la sicurezza alimentare globale e la salute degli oceani. Senza una linea guida chiara, diventa quasi impossibile implementare politiche efficaci a livello internazionale.

La collaborazione internazionale tra istituzioni accademiche e organizzazioni ambientaliste ha dimostrato come, unendo le forze, sia possibile fare passi da gigante verso la conservazione marina. Ora, l’obiettivo è lavorare con i politici per rendere questa definizione universalmente accettata e utilizzata per tutelare i nostri oceani.

Chris McOwen, uno scienziato marino coinvolto nel progetto, evidenzia l’importanza di continuare a lavorare con i governi e l’industria per affinare la definizione e adattarla alle diverse necessità. L’impegno futuro si concentrerà su come ampliare la comprensione della pesca distruttiva, includendo anche gli impatti sociali ed economici.

Grazie al sostegno di varie fondazioni, il progetto ha potuto illuminare un’area precedentemente oscura del dibattito sulla conservazione marina. Questa definizione di pesca distruttiva rappresenta non solo un traguardo scientifico ma anche un passo avanti verso un futuro più sostenibile per gli oceani del nostro pianeta.

Un passo avanti nella lotta contro la pesca distruttiva

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