Mese: Maggio 2024 Pagina 15 di 36

Stagione promettente per la pesca delle acciughe in Perù

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Stagione promettente per la pesca delle acciughe in Perù – Il Perù ha avuto un inizio promettente nella stagione di pesca delle acciughe del 2024, con la cattura che ha già superato il milione di tonnellate in soli 21 giorni dall’apertura della stagione il 16 aprile. Questo rappresenta il 42,34% della quota totale di 2.475.000 tonnellate destinata alla pesca nelle zone Centro-Nord del paese.

Il Ministero della Produzione del Perù ha rivelato che fino allo scorso 6 maggio, i pescatori hanno sbarcato 1.048.031 tonnellate di acciughe, principalmente per il consumo umano indiretto. Di queste, il 73,51% è stato pescato dalla flotta industriale, mentre il restante 26,49% proviene dalla flotta artigianale. I porti di Malabrigo, Chimbote, Callao, Coishco e Chancay hanno segnalato i maggiori volumi di sbarchi.

Quest’anno la quota di pesca è stata aumentata del 55% rispetto alla stessa stagione del 2023, che fu interrotta a causa degli effetti del fenomeno El Niño. La decisione di aumentare la quota si basa sull’osservazione che la biomassa di acciughe è cresciuta rispetto agli anni precedenti, segnando una ripresa significativa per l’industria ittica peruviana.

Finora, l’industria della pesca delle acciughe ha contribuito per lo 0,28% al Prodotto Interno Lordo (PIL) del Perù e per il 13,1% al PIL specifico del settore pesca, generando un valore aggiunto significativo. Questo impatto economico si riflette anche nelle esportazioni, con le acciughe che rappresentano il 18,9% del totale delle spedizioni ittiche peruviane, contribuendo significativamente all’economia nazionale.

Oltre agli aspetti economici, la stagione di pesca delle acciughe ha anche un impatto notevole sull’occupazione. Fino ad oggi, l’industria ha creato circa 11.800 posti di lavoro diretti e 36.200 indiretti lungo l’intera catena del valore. Questi dati sottolineano l’importanza dell’industria della pesca per il tessuto sociale ed economico del Perù, offrendo opportunità di lavoro e sostegno alle comunità costiere.

Stagione promettente per la pesca delle acciughe in Perù

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Stagione promettente per la pesca delle acciughe in Perù – Il Perù ha avuto un inizio promettente nella stagione di pesca delle acciughe del 2024, con la cattura che ha già superato il milione di tonnellate in soli 21 giorni dall’apertura della stagione il 16 aprile. Questo rappresenta il 42,34% della quota totale di 2.475.000 tonnellate destinata alla pesca nelle zone Centro-Nord del paese.

Il Ministero della Produzione del Perù ha rivelato che fino allo scorso 6 maggio, i pescatori hanno sbarcato 1.048.031 tonnellate di acciughe, principalmente per il consumo umano indiretto. Di queste, il 73,51% è stato pescato dalla flotta industriale, mentre il restante 26,49% proviene dalla flotta artigianale. I porti di Malabrigo, Chimbote, Callao, Coishco e Chancay hanno segnalato i maggiori volumi di sbarchi.

Quest’anno la quota di pesca è stata aumentata del 55% rispetto alla stessa stagione del 2023, che fu interrotta a causa degli effetti del fenomeno El Niño. La decisione di aumentare la quota si basa sull’osservazione che la biomassa di acciughe è cresciuta rispetto agli anni precedenti, segnando una ripresa significativa per l’industria ittica peruviana.

Finora, l’industria della pesca delle acciughe ha contribuito per lo 0,28% al Prodotto Interno Lordo (PIL) del Perù e per il 13,1% al PIL specifico del settore pesca, generando un valore aggiunto significativo. Questo impatto economico si riflette anche nelle esportazioni, con le acciughe che rappresentano il 18,9% del totale delle spedizioni ittiche peruviane, contribuendo significativamente all’economia nazionale.

Oltre agli aspetti economici, la stagione di pesca delle acciughe ha anche un impatto notevole sull’occupazione. Fino ad oggi, l’industria ha creato circa 11.800 posti di lavoro diretti e 36.200 indiretti lungo l’intera catena del valore. Questi dati sottolineano l’importanza dell’industria della pesca per il tessuto sociale ed economico del Perù, offrendo opportunità di lavoro e sostegno alle comunità costiere.

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Stagione promettente per la pesca delle acciughe in Perù – Il Perù ha avuto un inizio promettente nella stagione di pesca delle acciughe del 2024, con la cattura che ha già superato il milione di tonnellate in soli 21 giorni dall’apertura della stagione il 16 aprile. Questo rappresenta il 42,34% della quota totale di 2.475.000 tonnellate destinata alla pesca nelle zone Centro-Nord del paese.

Il Ministero della Produzione del Perù ha rivelato che fino allo scorso 6 maggio, i pescatori hanno sbarcato 1.048.031 tonnellate di acciughe, principalmente per il consumo umano indiretto. Di queste, il 73,51% è stato pescato dalla flotta industriale, mentre il restante 26,49% proviene dalla flotta artigianale. I porti di Malabrigo, Chimbote, Callao, Coishco e Chancay hanno segnalato i maggiori volumi di sbarchi.

Quest’anno la quota di pesca è stata aumentata del 55% rispetto alla stessa stagione del 2023, che fu interrotta a causa degli effetti del fenomeno El Niño. La decisione di aumentare la quota si basa sull’osservazione che la biomassa di acciughe è cresciuta rispetto agli anni precedenti, segnando una ripresa significativa per l’industria ittica peruviana.

Finora, l’industria della pesca delle acciughe ha contribuito per lo 0,28% al Prodotto Interno Lordo (PIL) del Perù e per il 13,1% al PIL specifico del settore pesca, generando un valore aggiunto significativo. Questo impatto economico si riflette anche nelle esportazioni, con le acciughe che rappresentano il 18,9% del totale delle spedizioni ittiche peruviane, contribuendo significativamente all’economia nazionale.

Oltre agli aspetti economici, la stagione di pesca delle acciughe ha anche un impatto notevole sull’occupazione. Fino ad oggi, l’industria ha creato circa 11.800 posti di lavoro diretti e 36.200 indiretti lungo l’intera catena del valore. Questi dati sottolineano l’importanza dell’industria della pesca per il tessuto sociale ed economico del Perù, offrendo opportunità di lavoro e sostegno alle comunità costiere.

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Stagione promettente per la pesca delle acciughe in Perù – Il Perù ha avuto un inizio promettente nella stagione di pesca delle acciughe del 2024, con la cattura che ha già superato il milione di tonnellate in soli 21 giorni dall’apertura della stagione il 16 aprile. Questo rappresenta il 42,34% della quota totale di 2.475.000 tonnellate destinata alla pesca nelle zone Centro-Nord del paese.

Il Ministero della Produzione del Perù ha rivelato che fino allo scorso 6 maggio, i pescatori hanno sbarcato 1.048.031 tonnellate di acciughe, principalmente per il consumo umano indiretto. Di queste, il 73,51% è stato pescato dalla flotta industriale, mentre il restante 26,49% proviene dalla flotta artigianale. I porti di Malabrigo, Chimbote, Callao, Coishco e Chancay hanno segnalato i maggiori volumi di sbarchi.

Quest’anno la quota di pesca è stata aumentata del 55% rispetto alla stessa stagione del 2023, che fu interrotta a causa degli effetti del fenomeno El Niño. La decisione di aumentare la quota si basa sull’osservazione che la biomassa di acciughe è cresciuta rispetto agli anni precedenti, segnando una ripresa significativa per l’industria ittica peruviana.

Finora, l’industria della pesca delle acciughe ha contribuito per lo 0,28% al Prodotto Interno Lordo (PIL) del Perù e per il 13,1% al PIL specifico del settore pesca, generando un valore aggiunto significativo. Questo impatto economico si riflette anche nelle esportazioni, con le acciughe che rappresentano il 18,9% del totale delle spedizioni ittiche peruviane, contribuendo significativamente all’economia nazionale.

Oltre agli aspetti economici, la stagione di pesca delle acciughe ha anche un impatto notevole sull’occupazione. Fino ad oggi, l’industria ha creato circa 11.800 posti di lavoro diretti e 36.200 indiretti lungo l’intera catena del valore. Questi dati sottolineano l’importanza dell’industria della pesca per il tessuto sociale ed economico del Perù, offrendo opportunità di lavoro e sostegno alle comunità costiere.

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Cozze: potenziale ingrediente per i mangimi del futuro

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Cozze: potenziale ingrediente per i mangimi del futuro – Negli ultimi cinque anni, l’Istituto di Ricerca Marina della Norvegia ha portato avanti un progetto di ricerca rivoluzionario per indagare l’efficacia di risorse marine a basso livello trofico, come cozze e alghe, come ingredienti alternativi nei mangimi per la piscicoltura. Con una crescente preoccupazione globale verso la sostenibilità, la ricerca si è concentrata sulle potenzialità di queste risorse naturali, abbondanti lungo le coste norvegesi, per sostituire gli ingredienti più tradizionali nei mangimi per il salmone.

Durante il progetto, sono state condotte tre diverse prove di alimentazione, mostrando che il salmone può essere efficacemente nutrito con mangimi contenenti cozze e alghe zuccherine. Queste due risorse marine sono state identificate come le più promettenti per la coltivazione in Norvegia per via della loro abbondanza e sostenibilità. Tuttavia, le loro applicazioni come ingredienti nei mangimi sono diverse: le alghe zuccherine hanno un basso contenuto di grassi e proteine, mentre le cozze sono ricche di nutrienti essenziali per il salmone.

L’interesse principale del progetto era esplorare metodi di lavorazione delle cozze che minimizzassero l’impatto ambientale, come l’insilamento, un processo in cui l’acido viene aggiunto alla carne delle cozze per accelerarne la conservazione. Questo metodo richiede meno energia rispetto alla produzione di farina di cozze, rendendolo più sostenibile dal punto di vista climatico. I risultati hanno mostrato che non c’erano differenze significative nell’uso del mangime tra le cozze insilate e quelle trasformate in farina.

L’interesse per le cozze non riguarda solo la loro efficacia come ingrediente nel mangime, ma anche il loro potenziale per ridurre l’impronta climatica. Le cozze crescono naturalmente in mare e hanno una bassa impronta di carbonio. Tuttavia, il trattamento dei gusci di cozza una volta che raggiungono la terraferma è cruciale per determinare il loro impatto ambientale complessivo.

Cozze: potenziale ingrediente per i mangimi del futuro

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