Mese: Maggio 2024 Pagina 17 di 36

Cozze: potenziale ingrediente per i mangimi del futuro

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Cozze: potenziale ingrediente per i mangimi del futuro – Negli ultimi cinque anni, l’Istituto di Ricerca Marina della Norvegia ha portato avanti un progetto di ricerca rivoluzionario per indagare l’efficacia di risorse marine a basso livello trofico, come cozze e alghe, come ingredienti alternativi nei mangimi per la piscicoltura. Con una crescente preoccupazione globale verso la sostenibilità, la ricerca si è concentrata sulle potenzialità di queste risorse naturali, abbondanti lungo le coste norvegesi, per sostituire gli ingredienti più tradizionali nei mangimi per il salmone.

Durante il progetto, sono state condotte tre diverse prove di alimentazione, mostrando che il salmone può essere efficacemente nutrito con mangimi contenenti cozze e alghe zuccherine. Queste due risorse marine sono state identificate come le più promettenti per la coltivazione in Norvegia per via della loro abbondanza e sostenibilità. Tuttavia, le loro applicazioni come ingredienti nei mangimi sono diverse: le alghe zuccherine hanno un basso contenuto di grassi e proteine, mentre le cozze sono ricche di nutrienti essenziali per il salmone.

L’interesse principale del progetto era esplorare metodi di lavorazione delle cozze che minimizzassero l’impatto ambientale, come l’insilamento, un processo in cui l’acido viene aggiunto alla carne delle cozze per accelerarne la conservazione. Questo metodo richiede meno energia rispetto alla produzione di farina di cozze, rendendolo più sostenibile dal punto di vista climatico. I risultati hanno mostrato che non c’erano differenze significative nell’uso del mangime tra le cozze insilate e quelle trasformate in farina.

L’interesse per le cozze non riguarda solo la loro efficacia come ingrediente nel mangime, ma anche il loro potenziale per ridurre l’impronta climatica. Le cozze crescono naturalmente in mare e hanno una bassa impronta di carbonio. Tuttavia, il trattamento dei gusci di cozza una volta che raggiungono la terraferma è cruciale per determinare il loro impatto ambientale complessivo.

Cozze: potenziale ingrediente per i mangimi del futuro

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Cozze: potenziale ingrediente per i mangimi del futuro

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Cozze: potenziale ingrediente per i mangimi del futuro – Negli ultimi cinque anni, l’Istituto di Ricerca Marina della Norvegia ha portato avanti un progetto di ricerca rivoluzionario per indagare l’efficacia di risorse marine a basso livello trofico, come cozze e alghe, come ingredienti alternativi nei mangimi per la piscicoltura. Con una crescente preoccupazione globale verso la sostenibilità, la ricerca si è concentrata sulle potenzialità di queste risorse naturali, abbondanti lungo le coste norvegesi, per sostituire gli ingredienti più tradizionali nei mangimi per il salmone.

Durante il progetto, sono state condotte tre diverse prove di alimentazione, mostrando che il salmone può essere efficacemente nutrito con mangimi contenenti cozze e alghe zuccherine. Queste due risorse marine sono state identificate come le più promettenti per la coltivazione in Norvegia per via della loro abbondanza e sostenibilità. Tuttavia, le loro applicazioni come ingredienti nei mangimi sono diverse: le alghe zuccherine hanno un basso contenuto di grassi e proteine, mentre le cozze sono ricche di nutrienti essenziali per il salmone.

L’interesse principale del progetto era esplorare metodi di lavorazione delle cozze che minimizzassero l’impatto ambientale, come l’insilamento, un processo in cui l’acido viene aggiunto alla carne delle cozze per accelerarne la conservazione. Questo metodo richiede meno energia rispetto alla produzione di farina di cozze, rendendolo più sostenibile dal punto di vista climatico. I risultati hanno mostrato che non c’erano differenze significative nell’uso del mangime tra le cozze insilate e quelle trasformate in farina.

L’interesse per le cozze non riguarda solo la loro efficacia come ingrediente nel mangime, ma anche il loro potenziale per ridurre l’impronta climatica. Le cozze crescono naturalmente in mare e hanno una bassa impronta di carbonio. Tuttavia, il trattamento dei gusci di cozza una volta che raggiungono la terraferma è cruciale per determinare il loro impatto ambientale complessivo.

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Cozze: potenziale ingrediente per i mangimi del futuro – Negli ultimi cinque anni, l’Istituto di Ricerca Marina della Norvegia ha portato avanti un progetto di ricerca rivoluzionario per indagare l’efficacia di risorse marine a basso livello trofico, come cozze e alghe, come ingredienti alternativi nei mangimi per la piscicoltura. Con una crescente preoccupazione globale verso la sostenibilità, la ricerca si è concentrata sulle potenzialità di queste risorse naturali, abbondanti lungo le coste norvegesi, per sostituire gli ingredienti più tradizionali nei mangimi per il salmone.

Durante il progetto, sono state condotte tre diverse prove di alimentazione, mostrando che il salmone può essere efficacemente nutrito con mangimi contenenti cozze e alghe zuccherine. Queste due risorse marine sono state identificate come le più promettenti per la coltivazione in Norvegia per via della loro abbondanza e sostenibilità. Tuttavia, le loro applicazioni come ingredienti nei mangimi sono diverse: le alghe zuccherine hanno un basso contenuto di grassi e proteine, mentre le cozze sono ricche di nutrienti essenziali per il salmone.

L’interesse principale del progetto era esplorare metodi di lavorazione delle cozze che minimizzassero l’impatto ambientale, come l’insilamento, un processo in cui l’acido viene aggiunto alla carne delle cozze per accelerarne la conservazione. Questo metodo richiede meno energia rispetto alla produzione di farina di cozze, rendendolo più sostenibile dal punto di vista climatico. I risultati hanno mostrato che non c’erano differenze significative nell’uso del mangime tra le cozze insilate e quelle trasformate in farina.

L’interesse per le cozze non riguarda solo la loro efficacia come ingrediente nel mangime, ma anche il loro potenziale per ridurre l’impronta climatica. Le cozze crescono naturalmente in mare e hanno una bassa impronta di carbonio. Tuttavia, il trattamento dei gusci di cozza una volta che raggiungono la terraferma è cruciale per determinare il loro impatto ambientale complessivo.

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Scognamiglio: “Regolamentare pesca sportiva per non penalizzare settore professionale”

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Scognamiglio: “Regolamentare pesca sportiva per non penalizzare settore professionale” – “Consideriamo utile ed opportuna una regolamentazione della pesca sportiva e ricreativa, soprattutto con un monitoraggio delle catture, su cui oggi ci sono evidenti distorsioni. La sostenibilità ambientale non può essere una preoccupazione da imputare soltanto alla pesca professionale, che da tempo sta adeguando metodi e strumenti delle proprie attività”. Così Gennaro Scognamiglio, al termine della riunione del tavolo istituzionale, svolta a Roma, con il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ed il sottosegretario, Patrizio Giacomo La Pietra.

“Su questo versante – ha proseguito il dirigente dell’associazione di settore del mondo cooperativistico – siamo in piena sintonia con gli esponenti del governo nazionale, che intendono predisporre un decreto per la gestione oculata della pesca con il sistema dei palamiti, su cui si sono registrate diverse criticità. Da parte nostra, proponiamo un confronto con le associazioni della pesca sportiva, per individuare soluzioni idonee, con la piena assunzione di responsabilità di tutti, nel preservare gli stock ittici, proteggere la biodiversità marina e salvaguardare la risorsa mare, come patrimonio e bene comune. Il comparto della pesca professionale è stato fin troppo penalizzato dalle politiche dell’Unione europea, che in maniera iniqua e contraddittoria hanno scaricato sul settore l’intero peso degli squilibri dell’ecosistema, rendendo quasi impraticabile l’attività, soprattutto per le piccole realtà, senza porsi alcuna preoccupazione sulle gravi ricadute occupazionali o sulle conseguenze per i consumatori sulla qualità del pescato, mentre non si spende una parola sui processi di inquinamento delle acque e su ciò che c’è a monte o sullo sversamento di rifiuti da terra, che nuociono gravemente alla salute del mare. Apprezziamo, quindi, la scelta dei rappresentanti istituzionali italiani di presentare un ricorso alla Corte di Giustizia contro le nuove misure di controllo introdotte da Bruxelles, che criminalizzano lavoratori ed imprese, gravando con spese e procedure burocratiche asfissianti”.

“Lo sforzo che si sta compiendo in queste settimane – ha concluso Scognamiglio – ed il confronto avviato sono una pietra miliare di un percorso virtuoso, che potrà risultare fruttuoso, coniugando la difesa delle attività di pesca con la sostenibilità ambientale, garantendo un’armonica regolamentazione a trecentosessanta gradi e costruendo le condizioni per garantire una prospettiva a imprese e lavoratori”.

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Scognamiglio: “Regolamentare pesca sportiva per non penalizzare settore professionale” – “Consideriamo utile ed opportuna una regolamentazione della pesca sportiva e ricreativa, soprattutto con un monitoraggio delle catture, su cui oggi ci sono evidenti distorsioni. La sostenibilità ambientale non può essere una preoccupazione da imputare soltanto alla pesca professionale, che da tempo sta adeguando metodi e strumenti delle proprie attività”. Così Gennaro Scognamiglio, al termine della riunione del tavolo istituzionale, svolta a Roma, con il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ed il sottosegretario, Patrizio Giacomo La Pietra.

“Su questo versante – ha proseguito il dirigente dell’associazione di settore del mondo cooperativistico – siamo in piena sintonia con gli esponenti del governo nazionale, che intendono predisporre un decreto per la gestione oculata della pesca con il sistema dei palamiti, su cui si sono registrate diverse criticità. Da parte nostra, proponiamo un confronto con le associazioni della pesca sportiva, per individuare soluzioni idonee, con la piena assunzione di responsabilità di tutti, nel preservare gli stock ittici, proteggere la biodiversità marina e salvaguardare la risorsa mare, come patrimonio e bene comune. Il comparto della pesca professionale è stato fin troppo penalizzato dalle politiche dell’Unione europea, che in maniera iniqua e contraddittoria hanno scaricato sul settore l’intero peso degli squilibri dell’ecosistema, rendendo quasi impraticabile l’attività, soprattutto per le piccole realtà, senza porsi alcuna preoccupazione sulle gravi ricadute occupazionali o sulle conseguenze per i consumatori sulla qualità del pescato, mentre non si spende una parola sui processi di inquinamento delle acque e su ciò che c’è a monte o sullo sversamento di rifiuti da terra, che nuociono gravemente alla salute del mare. Apprezziamo, quindi, la scelta dei rappresentanti istituzionali italiani di presentare un ricorso alla Corte di Giustizia contro le nuove misure di controllo introdotte da Bruxelles, che criminalizzano lavoratori ed imprese, gravando con spese e procedure burocratiche asfissianti”.

“Lo sforzo che si sta compiendo in queste settimane – ha concluso Scognamiglio – ed il confronto avviato sono una pietra miliare di un percorso virtuoso, che potrà risultare fruttuoso, coniugando la difesa delle attività di pesca con la sostenibilità ambientale, garantendo un’armonica regolamentazione a trecentosessanta gradi e costruendo le condizioni per garantire una prospettiva a imprese e lavoratori”.

Scognamiglio: “Regolamentare pesca sportiva per non penalizzare settore professionale”

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