Mese: Maggio 2024 Pagina 2 di 36

A luglio il report “Stato della pesca e dell’acquacoltura mondiale 2024”

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A luglio il report “Stato della pesca e dell’acquacoltura mondiale 2024” – L’importanza della pesca e dell’acquacoltura nella sicurezza alimentare globale è al centro dell’attenzione del Comitato per la Pesca (COFI) della FAO. Dall’8 al 12 luglio, la sede della FAO a Roma ospiterà la 36ª sessione di questo unico forum intergovernativo globale, riunendo esperti e membri della FAO per affrontare le sfide cruciali e delineare il futuro del settore.

Uno dei momenti chiave dell’incontro sarà la presentazione del report “Stato della pesca e dell’acquacoltura mondiale 2024“. Pubblicato biennalmente, questo report offre una panoramica dettagliata sulla situazione attuale del settore, evidenziando come la Blue Transformation stia già favorendo una crescita sostenibile dell’acquacoltura, migliorando l’efficienza nella gestione della pesca e innalzando gli standard lungo tutte le catene del valore.

Durante la sessione, verranno discussi i progressi compiuti nella finalizzazione della Guida della FAO sulla responsabilità sociale nelle catene del valore della pesca e dell’acquacoltura. Questa guida è fondamentale per garantire che le pratiche di pesca e acquacoltura rispettino i diritti dei lavoratori e promuovano condizioni di lavoro dignitose.

Inoltre, si esplorerà il ruolo cruciale degli alimenti acquatici nella sicurezza alimentare e nella nutrizione globale. Gli alimenti provenienti dagli ecosistemi acquatici non solo contribuiscono a un’alimentazione equilibrata, ma offrono anche soluzioni potenti contro il cambiamento climatico, grazie alla loro capacità di ridurre l’impronta di carbonio e di promuovere la biodiversità.

Il cambiamento climatico e l’inquinamento da plastica sono due delle sfide più urgenti che minacciano i sistemi alimentari acquatici. Durante l’incontro, i delegati esploreranno soluzioni e azioni concrete per mitigare questi problemi. La conservazione della biodiversità sarà un tema centrale, con particolare attenzione alle implicazioni del quadro globale sulla biodiversità di Kunming-Montreal per la pesca e l’acquacoltura.

La 36ª sessione del Comitato per la Pesca della FAO rappresenta dunque un’opportunità cruciale per affrontare le sfide attuali e future del settore della pesca e dell’acquacoltura. Con l’obiettivo di promuovere la sostenibilità, migliorare l’efficienza e garantire la sicurezza alimentare globale, questo incontro segnerà un passo significativo verso un futuro più verde e sostenibile per gli ecosistemi marini.

A luglio il report “Stato della pesca e dell’acquacoltura mondiale 2024”

 

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Il granchio blu continua a colpire la produzione di vongole

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Il granchio blu continua a colpire la produzione di vongole – La Sacca di Goro, situata nel Ferrarese, è uno dei principali luoghi di produzione di vongole in Europa, fornendo circa la metà delle vongole commercializzate nel continente. Tuttavia, questo prezioso ecosistema lagunare è attualmente minacciato dal granchio blu, una specie invasiva che ha invaso l’alto Adriatico, causando gravi danni alla produzione di molluschi.

Nei primi cinque mesi di quest’anno, le cooperative della Sacca di Goro hanno riportato un crollo della produzione di vongole, con cali che arrivano fino al 100% in alcune aree. Le cooperative di Comacchio e alcune di Goro, che operano in acque troppo profonde per installare recinti anti-granchio, sono state particolarmente colpite. Questo drammatico bilancio è stato discusso nei giorni scorsi durante un incontro in Prefettura a Ferrara, dove erano presenti sindaci, rappresentanti istituzionali, consorzi di pescatori, associazioni di categoria e il segretario della commissione regionale dell’Associazione bancaria italiana (Abi).

Durante l’incontro, è emersa la necessità di dichiarare lo stato di emergenza e nominare un commissario per affrontare la crisi. I pescatori hanno osservato una riduzione nel numero e nelle dimensioni dei granchi blu rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma non è chiaro se ciò sia dovuto alla temperatura dell’acqua o ad altri fattori. Nonostante questa riduzione, la situazione rimane critica.

Le associazioni di categoria hanno sollevato diverse esigenze. In primo luogo, hanno richiesto che i contributi regionali per lo smaltimento dei granchi blu (un euro e mezzo al chilo) siano resi retroattivi, poiché il bando deve ancora essere pubblicato. Senza questi contributi, i pescatori non possono continuare l’attività di raccolta e smaltimento dei granchi, compromettendo ulteriormente la loro fonte di reddito.

Tra le novità del Decreto Legge Agricoltura, la moratoria di un anno sul pagamento dei mutui è stata giudicata insufficiente perché non copre anche i mutui contratti per esigenze personali. Le associazioni di categoria hanno sottolineato l’importanza di prorogare lo stato di calamità già dichiarato per una durata di 24 mesi, permettendo alle imprese di richiedere contributi anche nel 2025.

La Sacca di Goro rappresenta un patrimonio ecologico e produttivo di inestimabile valore. Gli sforzi degli allevatori e delle istituzioni locali sono cruciali per proteggere questo ecosistema lagunare dalle minacce del granchio blu. La dichiarazione di stato di emergenza e l’adozione di misure di sostegno adeguate sono passi fondamentali per garantire la sopravvivenza di questa importante risorsa economica e ambientale.

Il granchio blu continua a colpire la produzione di vongole

 

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La lattuga di mare apre una nuova frontiera della produzione alimentare sostenibile

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La lattuga di mare apre una nuova frontiera della produzione alimentare sostenibile – Le alghe marine, spesso sottovalutate, stanno emergendo come una risorsa cruciale per affrontare le sfide della sostenibilità alimentare globale. Tra queste, l’Ulva, comunemente chiamata lattuga di mare, si sta distinguendo per il suo elevato valore nutritivo e il suo potenziale nel trasformare i sistemi alimentari. Un recente progetto innovativo, ULVA FARM, ha sviluppato un protocollo di coltivazione all’avanguardia che promette di rivoluzionare la produzione di questa alga preziosa.

Il progetto ULVA FARM, finanziato dal Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, ha introdotto un metodo innovativo per la coltivazione della lattuga di mare, superando le limitazioni tecniche dei metodi tradizionali. Questo approccio ha aperto la strada a una produzione su larga scala di Ulva, garantendo alta qualità a costi ridotti.

Nordic SeaFarm, uno spin-off nato dalla collaborazione tra tre prestigiose università svedesi, è il leader del progetto ULVA FARM. Con oltre mezzo secolo di esperienza nell’ecologia marina e nella coltivazione di alghe, questa organizzazione sta trasformando la produzione di Ulva in una realtà offshore efficiente e sostenibile. Questo progresso riduce la dipendenza dalle importazioni a basso costo e di bassa qualità dal mercato asiatico, promuovendo l’autosufficienza e la sostenibilità.

Tradizionalmente, la coltivazione di Ulva è avvenuta sulla terraferma, limitando l’espansione e aumentando i costi. Questo ha spinto molti produttori e consumatori a fare affidamento su importazioni economiche ma di qualità inferiore. Ad esempio, la Svezia importa il 75% delle sue materie prime marine, inclusi pesci, crostacei e alghe. Il progetto ULVA FARM mira a cambiare questo paradigma attraverso un modello di coltivazione offshore, permettendo una produzione locale sostenibile e di alta qualità.

Nella costa occidentale della Svezia, il progetto ha già prodotto risultati promettenti, con la produzione di 530 bobine di Ulva allo stadio iniziale, che hanno portato a 23 km di filo seminato. Questo ha consentito una resa di 1 kg di Ulva per metro di corda durante la stagione di semina ottimale. Inoltre, sono stati mappati 122 ettari di aree adatte alla coltivazione industriale di Ulva, selezionate in base a criteri rigorosi come profondità e esposizione alle onde.

Nel novembre 2022, la Commissione Europea ha adottato la comunicazione “Verso un settore delle alghe nell’UE forte e sostenibile”, delineando 23 azioni per sostenere l’industria delle alghe. Questa iniziativa mira a trasformare il settore in un pilastro robusto e rigenerativo dell’economia europea, soddisfacendo la crescente domanda di prodotti a base di alghe. Si prevede che la domanda raggiungerà i 9 miliardi di euro entro il 2030, con applicazioni nei settori alimentare, cosmetico, farmaceutico e della produzione di energia.

La lattuga di mare apre una nuova frontiera della produzione alimentare sostenibile

 

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L’Italia secondo produttore europeo di tonno in scatola

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L’Italia secondo produttore europeo di tonno in scatola – L’industria del tonno in scatola rappresenta una delle colonne portanti del settore alimentare italiano, posizionando il nostro Paese al secondo posto a livello mondiale per produzione, subito dopo la Spagna, e tra i leader mondiali per consumi. Questo quadro emerge dai recenti dati forniti dall’Associazione Nazionale dei Conservieri Ittici e delle Tonnare (ANCIT), che rappresenta la quasi totalità delle aziende italiane produttrici e distributrici di conserve ittiche, tra cui tonno in scatola, acciughe, sgombro e salmone.

Il 2023 è stato un anno complesso per il comparto delle conserve ittiche. L’aumento vertiginoso dell’inflazione ha comportato una contrazione dei volumi di vendita. Giovanni Battista Valsecchi, Presidente di ANCIT, ha descritto questo periodo come una fase di assestamento, sottolineando le difficoltà ma anche le opportunità di rilancio che il settore sta cercando di cogliere.

Valsecchi ha spiegato che, nonostante le difficoltà economiche, il settore sta mostrando segnali di stabilizzazione e persino di crescita in alcuni ambiti. “Stiamo vivendo un periodo di trasformazione. È un momento di sfida, ma anche di grandi opportunità per innovare e migliorare,” ha affermato Valsecchi.

Nonostante le sfide, la produzione nazionale di tonno in scatola si sta riallineando ai livelli pre-pandemia, con una produzione di 73.581 tonnellate, leggermente inferiore al 2019. Tuttavia, le esportazioni hanno registrato un aumento significativo, raggiungendo le 27.926 tonnellate, con un incremento del 8,65% rispetto al 2019. Questo trend positivo nelle esportazioni dimostra la solidità e la competitività del tonno italiano sui mercati internazionali.

Il valore di mercato del tonno in scatola ha raggiunto i 1.674 milioni di euro, segnando un aumento dell’8% rispetto al 2022 e del 26,34% rispetto al 2019. Questi dati evidenziano come, nonostante le difficoltà, il settore riesca a mantenere un valore economico significativo, contribuendo in modo rilevante all’economia italiana.

Anche sul fronte dei consumi interni, il mercato del tonno in scatola si mostra resiliente. Nei canali retail, inclusi supermercati e discount, le vendite di tonno sott’olio e al naturale hanno registrato quasi 111.000 tonnellate, un dato in linea con i livelli del 2019. Sebbene vi sia stata una lieve diminuzione rispetto al 2022, si osserva una stabilità complessiva che conferma la popolarità del tonno in scatola tra i consumatori italiani.

Interessante notare un incremento nella domanda di tonno al naturale, probabilmente dovuto alla crescente attenzione dei consumatori verso scelte alimentari più salutari. Questo trend riflette una consapevolezza crescente riguardo alla salute e al benessere, influenzando le preferenze di acquisto.

Un aspetto particolarmente virtuoso del settore del tonno in scatola è l’adozione di pratiche di economia circolare. Attraverso processi innovativi e l’upcycling, oltre il 50% del tonno non utilizzato per l’inscatolamento viene trasformato in co-prodotti per l’alimentazione, la farmaceutica e la cosmesi. Questo approccio riduce significativamente gli sprechi e massimizza l’utilizzo delle risorse, dimostrando un forte impegno verso la sostenibilità ambientale.

Valsecchi ha spiegato: “Utilizziamo ogni parte del pesce, trasformando ciò che potrebbe essere considerato scarto in prodotti di valore. Questo non solo riduce l’impatto ambientale, ma crea anche nuove opportunità economiche.”

L’Italia si distingue anche per l’efficienza nel riciclo delle scatolette di tonno, realizzate con materiali completamente riciclabili come acciaio e alluminio. Il nostro Paese è leader in Europa in questo ambito, con un tasso di riciclo del 71,5%. Questo impegno non solo contribuisce alla sostenibilità, ma rafforza anche l’immagine positiva del settore agli occhi dei consumatori sempre più attenti all’ambiente.

Il comparto del tonno in scatola continua dunque ad essere un elemento strategico e innovativo dell’industria alimentare italiana. Nonostante le sfide economiche, il settore mostra segnali di ripresa e un impegno costante verso la sostenibilità e l’innovazione. Con un’attenzione crescente alla qualità e alla salute, l’industria del tonno in scatola è destinata a rimanere un pilastro fondamentale dell’economia alimentare italiana.

L’Italia secondo produttore europeo di tonno in scatola

 

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Soluzione SalmoTrace per la tracciabilità del salmone d’allevamento

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Soluzione SalmoTrace per la tracciabilità del salmone d’allevamento  – La fuga dei pesci dalle reti di allevamento è una preoccupazione globale crescente. Secondo la Direzione norvegese della pesca, non è possibile determinare con precisione quanti pesci fuggano dalle gabbie ogni anno, ma il numero è significativo e può causare gravi danni ecologici. Questo fenomeno, unito al problema dell’etichettatura errata dei prodotti ittici – con il 36% dei prodotti etichettati in modo scorretto – rappresenta una sfida cruciale per l’industria dell’acquacoltura. Una soluzione innovativa sviluppata in Norvegia, SalmoTrace, promette di risolvere questi problemi grazie alla tecnologia di tracciabilità del DNA.

Fughe e etichettatura errata

L’acquacoltura è una delle industrie in crescita più rapide a livello globale, creando posti di lavoro e generando valore economico. Tuttavia, l’industria deve affrontare due problemi principali: la fuga dei pesci e l’integrità del marchio. Le fughe di pesci d’allevamento nelle acque naturali possono causare danni irreparabili agli ecosistemi, soprattutto quando i pesci d’allevamento si mescolano con le popolazioni selvatiche, come il salmone selvatico.

Inoltre, l’etichettatura errata dei prodotti ittici mina la fiducia dei consumatori e danneggia l’integrità del marchio degli allevatori. Secondo studi recenti, fino al 36% dei prodotti ittici globali sono etichettati in modo errato, consentendo ai produttori fraudolenti di rivendicare false origini e, in alcuni casi, persino di commercializzare specie diverse da quelle dichiarate.

Dopo anni di ricerca e sviluppo, SalmoTrace ha introdotto una tecnologia innovativa che permette di tracciare i pesci d’allevamento lungo tutta la catena del valore utilizzando firme uniche del DNA. Questa tecnologia non influisce sulla salute o sulla qualità del pesce, offrendo un metodo preciso, sostenibile e conveniente per garantire la tracciabilità.

La tracciabilità viene implementata iniettando firme uniche del DNA in ogni pesce durante la fase di vaccinazione. Questo processo non altera la qualità del pesce e permette di risalire alla sua origine in qualsiasi punto della catena del valore. L’analisi del DNA può essere effettuata rapidamente, consentendo alle autorità e agli allevatori di confermare l’origine del pesce in modo preciso.

Questa tecnologia ha già trovato applicazione in altri settori come la moda, i farmaceutici e l’industria petrolifera, dimostrando la sua efficacia nel distinguere prodotti legittimi da quelli contraffatti o distribuiti illegalmente. Nell’acquacoltura, l’uso diella tecnologia SalmoTrace permetterà di migliorare la trasparenza e l’affidabilità del settore, rendendolo ancora più attraente per i consumatori attenti alla sostenibilità.

Impatto sostenibile

L’acquacoltura è una soluzione cruciale per soddisfare la crescente domanda globale di proteine sostenibili. Con l’adozione di tecnologie avanzate come quella di SalmoTrace, l’industria può migliorare la sostenibilità e l’integrità dei suoi prodotti, contribuendo a proteggere gli ecosistemi marini e garantendo che i consumatori ricevano prodotti ittici di alta qualità.

La tracciabilità del salmone d’allevamento tramite il DNA rappresenta una rivoluzione per l’industria dell’acquacoltura. Con la tecnologia di SalmoTrace, gli allevatori possono garantire l’origine dei loro prodotti, prevenendo le fughe di pesci e combattendo l’etichettatura errata. Questa innovazione non solo protegge l’ambiente, ma rafforza anche la fiducia dei consumatori, rendendo l’acquacoltura una soluzione sostenibile e sicura per il futuro.

Soluzione SalmoTrace per la tracciabilità del salmone d’allevamento 

 

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