Mese: Maggio 2024 Pagina 3 di 36

A settembre in Tanzania il Blue Food Forum

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A settembre in Tanzania il Blue Food Forum – Nell’ambito del progetto FISH4ACP della FAO, è stato annunciato il Blue Food Forum, un evento che promette di essere un punto di incontro cruciale per la collaborazione e il dialogo. Questo forum è convocato con l’obiettivo di esplorare il potenziale di trasformazione delle catene del valore acquatico, con l’intento di rimodellare i sistemi alimentari globali a beneficio delle comunità di tutto il mondo.

Obiettivi del Blue Food Forum

Il Blue Food Forum riunirà esperti provenienti da tutto il mondo per discutere il ruolo dello sviluppo delle catene del valore acquatico nel catalizzare il cambiamento sistemico. Attraverso tavole rotonde e sessioni interattive, i partecipanti esploreranno come queste catene del valore possono contribuire alla crescita economica, favorire la sostenibilità ambientale e promuovere lo sviluppo sociale, sia a livello comunitario che nazionale.

Le discussioni al Blue Food Forum saranno fondamentali per definire i quadri politici e determinare un impatto significativo sul terreno. La partecipazione dei delegati arricchirà il dialogo con prospettive diverse e intuizioni strategiche, cruciali per la formulazione di politiche efficaci.

Il forum invita tutti gli interessati a registrarsi e unirsi a questo viaggio di trasformazione. La partecipazione attiva non solo contribuirà al successo dell’evento, ma riaffermerà anche la determinazione collettiva a rafforzare le catene del valore acquatico.

Il Blue Food Forum si terrà il 12 e 13 settembre 2024 nella celebre città di Dar es Salaam, nella Repubblica Unita di Tanzania, presso il prestigioso Julius Nyerere International Convention Center (JICC). Questo evento rappresenta un’opportunità unica per condividere conoscenze, esperienze e strategie innovative per un futuro sostenibile.

Per partecipare al Blue Food Forum, è possibile registrarsi qui e unirsi a noi in questo evento di grande rilevanza globale.

A settembre in Tanzania il Blue Food Forum

 

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Granchio blu sei cotto: nell’estate romagnola i pescatori lanciano la sfida con nuovi sapori del mare e con il green and blue novel food

Granchio blu sei cotto: nell’estate romagnola i pescatori lanciano la sfida con nuovi sapori del mare e con il green and blue novel food

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Dalle alghe fritte agli spaghetti conditi con il sugo al granchio blu. Ma anche vongola romagnola, e cozza romagnola connotati da apposito marchio collettivo. Sono alcune delle novità gastronomiche che sbarcheranno sulle tavole della Romagna (e non solo) a partire dall’estate e per i prossimi mesi. Vecchi e nuovi sapori, prelibatezze da scoprire (o riscoprire). Questi gli obiettivi della campagna di promozione e valorizzazione dei prodotti ittici dell’Emilia-Romagna, che è stata presentata nella giornata di oggi, lunedì 27 maggio, a bordo della Motonave Bella Rimini, da Legacoop Agroalimentare e Cooperativa Casa del Pescatore di Cattolica, in collaborazione Ecomondo, Legacoop Emilia-Romagna e con i pescatori del Consorzio Pescatori di Goro (Co.Pe.Go), Cooperativa la VelaCooperativa pescatori di CerviaCasa del pescatore di Cesenatico e Cooperativa Lavoratori del Mare di Rimini.

Un modo per sostenere allevatori e pescatori. «L’idea di voler fare entrare il granchio blu nella nostra cultura alimentare, obiettivo dell’iniziativa, è un atto concreto per provare, quanto meno, a trarre un piccolo vantaggio da quella che è una vera e propria emergenza», ha detto Cristian Maretti presidente di Legacoop Agroalimentare. «Far crescere il consumo di granchio blu con l’offerta di un prodotto già pronto ad essere cucinato, potrà dare anche un piccolo sollievo economico agli allevatori di molluschi alle prese con uno stravolgimento dell’ecosistema che ha portato di fatto all’azzeramento della produzione di vongole veraci e ha messo in ginocchio i pescatori. Un’iniziativa, questa della Romagna, che potrebbe fare da apripista per iniziative simili anche in altre regioni d’Italia con il coinvolgimento delle nostre cooperative» continua Maretti. Inoltre «questa di Legacoop Agroalimentare è una di quelle iniziative, svolte nell’ambito del programma nazionale triennale, che va nella direzione di dare strategie inedite e avere flessibilità nelle decisioni che abbiamo sempre auspicato. Iniziativa che si sposa anche con il recente al Dl Agricoltura dove finalmente il granchio blu è stato considerato un problema ambientale, e quindi è stato istituito un commissario straordinario, e dove sono stati stanziati aiuti alla filiera ittica per contrastare la crisi economica».

Granchio blu sei cotto: ristoratori, albergatori, Vip tutti coinvolti. Si tratta di un progetto che nasce per supportare e sostenere le imprese della pesca e della molluschicoltura nel processo di adeguamento commerciale attraverso una strategia che punta a qualificare i processi produttivi, la tracciabilità dei prodotti ittici. Ma anche a sviluppare nuove strategie di mercato e di vendita delle produzioni locali rafforzando la competitività del sistema produttivo locale. Pescatori, operatori del settore ittico e GdO, mondo della ristorazione e dell’hotellerie sono pronti a fare sistema e a collaborare per promuovere una nuova “educazione alimentare”, basata sul consumo consapevole e sulla comprensione delle relazioni esistenti tra sistemi produttivi, consumi alimentari e sviluppo ecocompatibile.

La campagna di promozione e valorizzazione dei prodotti ittici dell’Emilia-Romagna. Le iniziative che verranno realizzate si concentreranno sulla promozione e valorizzazione di tre specifici prodotti ittici: i primi due sono la Cozza Romagnola (mytilus galloprovincialis) e la Vongola Romagnola (Chamelea gallina), marchi collettivi territoriali depositati presso Euipo, l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale. Il terzo prodotto non è ancora sufficientemente conosciuto e non fa ancora parte della cultura gastronomica romagnola, ma che si appresta a divenire un vero e proprio green & novel food. Si tratta del granchio blu (callinectes sapidus). «Come già noto, da oltre un anno l’invasione del granchio blu nell’area del Delta del Po ci ha messi tutti di fronte ad uno stravolgimento ecosistemico dell’habitat deltizio e marino, mettendo in ginocchio il comparto ittico, con particolare riferimento alla venericoltura dei pescatori di Goro e Comacchio», spiega Massimo Bellavista, responsabile pesca e acquacoltura Emilia-Romagna di Legacoop Agroalimentare.

«Da oltre un anno, siamo attivamente impegnati nella ricerca di soluzioni tese fornire supporto di vario genere al migliaio di pescatori in ginocchio per il drastico calo e, di fatto, azzeramento, della produzione di vongole veraci, sino ad oggi considerato il distretto europeo della vongola verace. Da oltre un anno siamo impegnati a sensibilizzare le istituzioni, ma anche gli stakeholder dei settori della blue economy, in primis il settore turistico balneare».

Con queste premesse nasce la campagna chiamata Abbiamo cotto il granchio blu, mirata a sostenere l’introduzione di questo nuovo crostaceo nella cultura alimentare romagnola. L’iniziativa promuove l’utilizzo del granchio blu pescato e raccolto dai pescatori delle cooperative dell’Emilia-Romagna e che prevede il coinvolgimento degli hotel e dei ristoranti della costa emiliano-romagnola, proponendo alla clientela un piatto a base di granchio blu. L’iniziativa trova la disponibilità delle associazioni Federalberghi Emilia-Romagna e le rispettive associazioni territoriali della costa, Promozione Alberghiera, dei grossisti e della Grande distribuzione Organizzata. La commercializzazione del granchio blu eviscerato di alta qualità, fresco o congelato, è affidata al Consorzio Pescatori di Goro. Alla Cooperativa Casa del pescatore di Cattolica, protagonista di un importante processo di sviluppo orientato alla trasformazione e commercializzazione del seafood nostrano, è invece, affidata la produzione e commercializzazione di un sugo pronto per il canale horeca.

Prodotto fresco, pulito pronto a essere cotto, e sughi: questa la proposta. «La scelta verso un preciso sugo pronto è il risultato di un lungo lavoro di ricerca delle materie prime ma anche di analisi delle varie proposte», dichiara Nicola Tontini, direttore della Cooperativa Casa del pescatore di Cattolica. «Negli ultimi mesi sono stati realizzati alcuni panel taste con autorevoli e qualificati rappresentanti – prosegue Tontini – che hanno contribuito a orientare indirizzato la scelta basandosi su diversi criteri (aspetto, qualità aromatica, intensità aromatica, grado di cottura, sapidità, armonia dei sapori e succulenza)».

Una campagna di sensibilizzazione. La campagna di promozione e valorizzazione dei prodotti ittici dell’Emilia-Romagna e della specie alloctona callinectes sapidus, finanziata nell’ambito del Piano Nazionale della pesca e dell’acquacoltura del Ministero delle Politiche Agricole e della Sovranità Alimentare – annualità 2024 – verrà presentata alla Commissione Europea il 30 maggio a Svendborg in Danimarca, in occasione dell’European Maritime Day (evento annuale che celebra la giornata marittima europea). È prevista la stampa di adesivi e vetrofanie che consentiranno di identificare gli hotel e i ristoranti aderenti all’iniziativa, depliant informativi e gadget per i più piccoli. E verrà promossa sui media nazionali e internazionali grazie al Patrocinio della Regione Emilia-Romagna, Comune di Rimini, Comune di Cesenatico, Comune di Goro e il supporto del Galpa/Flag Costa dell’Emilia-Romagna.  

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Inquinamento e cambiamento climatico minacciano gli allevamenti di ostriche

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Inquinamento e cambiamento climatico minacciano gli allevamenti di ostriche – Gli allevamenti di ostriche in tutto il mondo stanno affrontando sfide crescenti a causa dell’inquinamento e del cambiamento climatico. Questi fattori ambientali stanno influenzando negativamente la salute delle ostriche, l’efficienza degli allevamenti e la sostenibilità a lungo termine di questa attività essenziale per molte economie costiere. Esaminiamo i principali problemi causati dall’inquinamento e dal cambiamento climatico, supportati da fonti autorevoli.

Inquinamento e allevamenti di ostriche

L’inquinamento delle acque è una delle principali minacce per gli allevamenti di ostriche. Sostanze chimiche nocive provenienti da attività agricole, industriali e urbane si accumulano nelle acque costiere, causando gravi danni agli ecosistemi marini. Le ostriche, essendo organismi filtratori, sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento.

Uno studio pubblicato su Marine Pollution Bulletin ha evidenziato che i nutrienti e i contaminanti chimici presenti nelle acque possono compromettere la salute delle ostriche, causando malattie e mortalità elevata . Inoltre, l’eutrofizzazione, causata dall’eccesso di nutrienti come il fosforo e l’azoto, può portare a fioriture algali nocive che riducono la qualità dell’acqua e diminuiscono la disponibilità di ossigeno, ulteriormente stressando le ostriche .

Cambiamento climatico e acidificazione degli oceani

Il cambiamento climatico sta avendo un impatto devastante sugli allevamenti di ostriche attraverso l’acidificazione degli oceani. L’aumento delle emissioni di anidride carbonica (CO2) non solo contribuisce al riscaldamento globale, ma altera anche la chimica degli oceani. Quando la CO2 si dissolve nell’acqua, forma acido carbonico, che abbassa il pH dell’acqua marina e riduce la disponibilità di carbonato di calcio, un minerale essenziale per la formazione delle conchiglie delle ostriche.

Secondo il Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), l’acidificazione degli oceani rappresenta una grave minaccia per gli organismi marini che costruiscono conchiglie, come le ostriche. Le conchiglie diventano più sottili e fragili, aumentando la vulnerabilità delle ostriche alle malattie e ai predatori .

Variazioni climatiche e stress termico

Le variazioni climatiche stanno inoltre provocando ondate di calore marine, che possono causare stress termico negli allevamenti di ostriche. Le temperature elevate dell’acqua riducono la disponibilità di ossigeno e possono favorire la proliferazione di patogeni e parassiti, portando a elevati tassi di mortalità.

Uno studio condotto da Nature Climate Change ha mostrato che le ondate di calore marine stanno diventando più frequenti e intense, con gravi implicazioni per la sostenibilità degli allevamenti di ostriche . Questi eventi climatici estremi non solo influenzano la produzione, ma possono anche avere impatti economici devastanti per le comunità costiere che dipendono dall’acquacoltura di ostriche.

Adattamento e mitigazione

Per affrontare queste sfide, è essenziale implementare misure di adattamento e mitigazione. Gli allevatori di ostriche devono adottare pratiche sostenibili, come il monitoraggio continuo della qualità dell’acqua e l’uso di tecnologie avanzate per ridurre l’impatto ambientale. Inoltre, la cooperazione internazionale e l’adozione di politiche climatiche più ambiziose sono cruciali per ridurre le emissioni di gas serra e limitare l’acidificazione degli oceani.

L’inquinamento e il cambiamento climatico rappresentano minacce serie e interconnesse per gli allevamenti di ostriche in tutto il mondo. Affrontare questi problemi richiede un impegno collettivo per la sostenibilità ambientale e la protezione degli ecosistemi marini. Solo attraverso un’azione concertata possiamo garantire un futuro sostenibile per l’acquacoltura di ostriche e per le comunità che dipendono da questa risorsa preziosa.

Inquinamento e cambiamento climatico minacciano gli allevamenti di ostriche

 

 

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Da Legacoop Agroalimentare “Granchio blu sei cotto”

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Da Legacoop Agroalimentare “Granchio blu sei cotto” – Dalle alghe fritte agli spaghetti conditi con il sugo al granchio blu. Ma anche vongola romagnola, e cozza romagnola connotati da apposito marchio collettivo. Sono alcune delle novità gastronomiche che sbarcheranno sulle tavole della Romagna (e non solo) a partire dall’estate e per i prossimi mesi. Vecchi e nuovi sapori, prelibatezze da scoprire (o riscoprire). Questi gli obiettivi della campagna di promozione e valorizzazione dei prodotti ittici dell’Emilia-Romagna, che è stata presentata nella giornata di oggi, lunedì 27 maggio, a bordo della Motonave Bella Rimini, da Legacoop Agroalimentare e Cooperativa Casa del Pescatore di Cattolica, in collaborazione Ecomondo, Legacoop Emilia-Romagna e con i pescatori del Consorzio Pescatori di Goro (Co.Pe.Go), Cooperativa la Vela, Cooperativa pescatori di Cervia, Casa del pescatore di Cesenatico e Cooperativa Lavoratori del Mare di Rimini.

Un modo per sostenere allevatori e pescatori. «L’idea di voler fare entrare il granchio blu nella nostra cultura alimentare, obiettivo dell’iniziativa, è un atto concreto per provare, quanto meno, a trarre un piccolo vantaggio da quella che è una vera e propria emergenza», ha detto Cristian Maretti presidente di Legacoop Agroalimentare. «Far crescere il consumo di granchio blu con l’offerta di un prodotto già pronto ad essere cucinato, potrà dare anche un piccolo sollievo economico agli allevatori di molluschi alle prese con uno stravolgimento dell’ecosistema che ha portato di fatto all’azzeramento della produzione di vongole veraci e ha messo in ginocchio i pescatori. Un’iniziativa, questa della Romagna, che potrebbe fare da apripista per iniziative simili anche in altre regioni d’Italia con il coinvolgimento delle nostre cooperative» continua Maretti. Inoltre «questa di Legacoop Agroalimentare è una di quelle iniziative, svolte nell’ambito del programma nazionale triennale, che va nella direzione di dare strategie inedite e avere flessibilità nelle decisioni che abbiamo sempre auspicato. Iniziativa che si sposa anche con il recente al Dl Agricoltura dove finalmente il granchio blu è stato considerato un problema ambientale, e quindi è stato istituito un commissario straordinario, e dove sono stati stanziati aiuti alla filiera ittica per contrastare la crisi economica».

Granchio blu sei cotto: ristoratori, albergatori, Vip tutti coinvolti. Si tratta di un progetto che nasce per supportare e sostenere le imprese della pesca e della molluschicoltura nel processo di adeguamento commerciale attraverso una strategia che punta a qualificare i processi produttivi, la tracciabilità dei prodotti ittici. Ma anche a sviluppare nuove strategie di mercato e di vendita delle produzioni locali rafforzando la competitività del sistema produttivo locale. Pescatori, operatori del settore ittico e GdO, mondo della ristorazione e dell’hotellerie sono pronti a fare sistema e a collaborare per promuovere una nuova “educazione alimentare”, basata sul consumo consapevole e sulla comprensione delle relazioni esistenti tra sistemi produttivi, consumi alimentari e sviluppo ecocompatibile.

La campagna di promozione e valorizzazione dei prodotti ittici dell’Emilia-Romagna. Le iniziative che verranno realizzate si concentreranno sulla promozione e valorizzazione di tre specifici prodotti ittici: i primi due sono la Cozza Romagnola (mytilus galloprovincialis) e la Vongola Romagnola (Chamelea gallina), marchi collettivi territoriali depositati presso Euipo, l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale. Il terzo prodotto non è ancora sufficientemente conosciuto e non fa ancora parte della cultura gastronomica romagnola, ma che si appresta a divenire un vero e proprio green & novel food. Si tratta del granchio blu (callinectes sapidus). «Come già noto, da oltre un anno l’invasione del granchio blu nell’area del Delta del Po ci ha messi tutti di fronte ad uno stravolgimento ecosistemico dell’habitat deltizio e marino, mettendo in ginocchio il comparto ittico, con particolare riferimento alla venericoltura dei pescatori di Goro e Comacchio», spiega Massimo Bellavista, responsabile pesca e acquacoltura Emilia-Romagna di Legacoop Agroalimentare. «Da oltre un anno, siamo attivamente impegnati nella ricerca di soluzioni tese fornire supporto di vario genere al migliaio di pescatori in ginocchio per il drastico calo e, di fatto, azzeramento, della produzione di vongole veraci, sino ad oggi considerato il distretto europeo della vongola verace. Da oltre un anno siamo impegnati a sensibilizzare le istituzioni, ma anche gli stakeholder dei settori della blue economy, in primis il settore turistico balneare».

Con queste premesse nasce la campagna chiamata Abbiamo cotto il granchio blu, mirata a sostenere l’introduzione di questo nuovo crostaceo nella cultura alimentare romagnola. L’iniziativa promuove l’utilizzo del granchio blu pescato e raccolto dai pescatori delle cooperative dell’Emilia-Romagna e che prevede il coinvolgimento degli hotel e dei ristoranti della costa emiliano-romagnola, proponendo alla clientela un piatto a base di granchio blu. L’iniziativa trova la disponibilità delle associazioni Federalberghi Emilia-Romagna e le rispettive associazioni territoriali della costa, Promozione Alberghiera, dei grossisti e della Grande distribuzione Organizzata. La commercializzazione del granchio blu eviscerato di alta qualità, fresco o congelato, è affidata al Consorzio Pescatori di Goro. Alla Cooperativa Casa del pescatore di Cattolica, protagonista di un importante processo di sviluppo orientato alla trasformazione e commercializzazione del seafood nostrano, è invece, affidata la produzione e commercializzazione di un sugo pronto per il canale horeca.

Prodotto fresco, pulito pronto a essere cotto, e sughi: questa la proposta. «La scelta verso un preciso sugo pronto è il risultato di un lungo lavoro di ricerca delle materie prime ma anche di analisi delle varie proposte», dichiara Nicola Tontini, direttore della Cooperativa Casa del pescatore di Cattolica. «Negli ultimi mesi sono stati realizzati alcuni panel taste con autorevoli e qualificati rappresentanti – prosegue Tontini – che hanno contribuito a orientare indirizzato la scelta basandosi su diversi criteri (aspetto, qualità aromatica, intensità aromatica, grado di cottura, sapidità, armonia dei sapori e succulenza)».

Una campagna di sensibilizzazione. La campagna di promozione e valorizzazione dei prodotti ittici dell’Emilia-Romagna e della specie alloctona callinectes sapidus, finanziata nell’ambito del Piano Nazionale della pesca e dell’acquacoltura del Ministero delle Politiche Agricole e della Sovranità Alimentare – annualità 2024 – verrà presentata alla Commissione Europea il 30 maggio a Svendborg in Danimarca, in occasione dell’European Maritime Day (evento annuale che celebra la giornata marittima europea). È prevista la stampa di adesivi e vetrofanie che consentiranno di identificare gli hotel e i ristoranti aderenti all’iniziativa, depliant informativi e gadget per i più piccoli. E verrà promossa sui media nazionali e internazionali grazie al Patrocinio della Regione Emilia-Romagna, Comune di Rimini, Comune di Cesenatico, Comune di Goro e il supporto del Galpa/Flag Costa dell’Emilia-Romagna.

Da Legacoop Agroalimentare “Granchio blu sei cotto”

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Pesca illegale. La Commissione Europea deferisce il Senegal

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Pesca illegale. La Commissione Europea deferisce il Senegal – La pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) rappresenta una delle principali minacce per la sostenibilità delle risorse marine. La Commissione Europea ha recentemente emesso un cartellino giallo al Senegal, segnalando la necessità di intensificare gli sforzi nella lotta contro la pesca INN. Questa decisione è parte dell’impegno dell’UE per contrastare la pesca illegale a livello globale e promuovere una gestione sostenibile degli oceani.

La decisione di pre-identificare il Senegal come paese non cooperante nella lotta contro la pesca INN si basa su gravi carenze nel sistema di monitoraggio, controllo e sorveglianza del paese. Queste carenze riguardano sia le navi battenti bandiera senegalese operanti in acque internazionali sia i controlli sui pescherecci stranieri nei porti del Senegal, in particolare a Dakar. Inoltre, sono state segnalate esportazioni illegali dal Senegal verso il mercato dell’UE, minando la fiducia nel sistema di tracciabilità che certifica la legalità dei prodotti ittici.

La pesca INN non solo compromette gli sforzi di conservazione e gestione sostenibile delle risorse ittiche, ma rappresenta anche una grave minaccia per la biodiversità marina e l’ambiente. La Commissione Europea adotta un approccio di tolleranza zero verso queste pratiche, riconoscendo l’importanza di un’azione decisa per proteggere gli ecosistemi marini e garantire la sostenibilità degli stock ittici. In risposta alle carenze rilevate, pertanto ha avviato un dialogo formale con il Senegal per affrontare e risolvere i problemi identificati. Sebbene il cartellino giallo non comporti ancora sanzioni commerciali, esso rappresenta un avvertimento serio, dando al Senegal la possibilità di adottare le misure necessarie per conformarsi agli standard internazionali.

Se il Senegal non riuscirà a migliorare la situazione entro un termine ragionevole, potrebbe affrontare ulteriori azioni, inclusa la possibilità di un cartellino rosso, che comporterebbe il divieto di esportazione dei prodotti della pesca senegalesi nel mercato dell’UE.

L’Unione Europea, maggiore importatore mondiale di prodotti ittici, stima che il valore globale della pesca INN sia tra i 10 e i 20 miliardi di euro all’anno, con catture illegali che rappresentano circa il 15% del totale mondiale. Il regolamento INN dell’UE, in vigore dal 2010, mira a garantire che solo i prodotti della pesca catturati legalmente possano entrare nel mercato europeo. Uno dei pilastri del regolamento è il sistema di certificazione delle catture, che rafforza la tracciabilità e la legalità dei prodotti ittici.

Pesca illegale. La Commissione Europea deferisce il Senegal

 

 

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