Mese: Maggio 2024 Pagina 32 di 36

Ricerca evidenzia collegamento tra emozioni e consumo di pesce

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Ricerca evidenzia collegamento tra emozioni e consumo di pesce – Le emozioni giocano un ruolo cruciale nelle scelte alimentari, influenzando sia l’umore che le reazioni corporee. La ricerca condotta da Nofima ha esplorato questa interazione, focalizzandosi sui giovani adulti e il loro consumo di prodotti ittici in Norvegia.

Il team di ricerca di Nofima, guidato da Kamilla Bergsnev, ha utilizzato un modello innovativo per analizzare come variabili quali linguaggio, olfatto e contesto influenzino le scelte alimentari legate ai prodotti ittici. Il rapporto rivela che nel 2023, nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione, il consumo di pesce tra i giovani adulti rimane inferiore agli standard desiderati, una sfida che le autorità norvegesi sono determinate a invertire.

Risultati della ricerca: un mosaico di reazioni

Attraverso esperimenti diversificati, i ricercatori hanno scoperto che le parole utilizzate per descrivere i prodotti ittici possono evocare reazioni emotive significativamente diverse. Parole come “salmone” e “merluzzo” tendono a suscitare risposte positive, grazie alla loro famigliarità e prevalenza nella dieta norvegese. Al contrario, termini come “aringhe” e “ostriche” possono generare reazioni meno favorevoli, suggerendo una minore accettazione tra i giovani.

L’esperimento olfattivo e la realtà virtuale

Interessanti scoperte sono emerse anche dall’analisi delle reazioni agli odori dei prodotti ittici. Gli odori di merluzzo e salmone fresco, per esempio, non hanno mostrato una correlazione diretta con le emozioni evocate dalle parole corrispondenti. Inoltre, l’uso della realtà virtuale per simulare diversi contesti ha dimostrato che, il contesto appunto, può influenzare notevolmente le reazioni emotive legate all’esperienza olfattiva.

Implicazioni a lungo termine e cambiamenti nei consumi

I risultati di questa ricerca non solo offrono intuizioni preziose su come migliorare le strategie di marketing dei prodotti ittici ma indicano anche la necessità di un approccio più olistico che consideri l’emozione come un fattore chiave nelle decisioni di consumo. L’esempio del sushi in Norvegia illustra come le abitudini alimentari possano evolversi drasticamente con l’esposizione e l’abitudine, suggerendo che anche i prodotti ittici meno popolari potrebbero guadagnare accettazione nel tempo.

La ricerca condotta da Nofima evidenzia dunque l’importanza di comprendere le dinamiche emotive e sensoriali nei consumi alimentari, specialmente in un’epoca in cui il cibo è tanto una scelta di stile di vita quanto una necessità. Per l’industria ittica, e per la salute pubblica, investire nella comprensione e nel miglioramento delle percezioni dei frutti di mare può portare a un futuro in cui il pesce è non solo consumato per i suoi benefici nutrizionali ma anche apprezzato per il suo valore gastronomico e culturale.

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Ricerca evidenzia collegamento tra emozioni e consumo di pesce – Le emozioni giocano un ruolo cruciale nelle scelte alimentari, influenzando sia l’umore che le reazioni corporee. La ricerca condotta da Nofima ha esplorato questa interazione, focalizzandosi sui giovani adulti e il loro consumo di prodotti ittici in Norvegia.

Il team di ricerca di Nofima, guidato da Kamilla Bergsnev, ha utilizzato un modello innovativo per analizzare come variabili quali linguaggio, olfatto e contesto influenzino le scelte alimentari legate ai prodotti ittici. Il rapporto rivela che nel 2023, nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione, il consumo di pesce tra i giovani adulti rimane inferiore agli standard desiderati, una sfida che le autorità norvegesi sono determinate a invertire.

Risultati della ricerca: un mosaico di reazioni

Attraverso esperimenti diversificati, i ricercatori hanno scoperto che le parole utilizzate per descrivere i prodotti ittici possono evocare reazioni emotive significativamente diverse. Parole come “salmone” e “merluzzo” tendono a suscitare risposte positive, grazie alla loro famigliarità e prevalenza nella dieta norvegese. Al contrario, termini come “aringhe” e “ostriche” possono generare reazioni meno favorevoli, suggerendo una minore accettazione tra i giovani.

L’esperimento olfattivo e la realtà virtuale

Interessanti scoperte sono emerse anche dall’analisi delle reazioni agli odori dei prodotti ittici. Gli odori di merluzzo e salmone fresco, per esempio, non hanno mostrato una correlazione diretta con le emozioni evocate dalle parole corrispondenti. Inoltre, l’uso della realtà virtuale per simulare diversi contesti ha dimostrato che, il contesto appunto, può influenzare notevolmente le reazioni emotive legate all’esperienza olfattiva.

Implicazioni a lungo termine e cambiamenti nei consumi

I risultati di questa ricerca non solo offrono intuizioni preziose su come migliorare le strategie di marketing dei prodotti ittici ma indicano anche la necessità di un approccio più olistico che consideri l’emozione come un fattore chiave nelle decisioni di consumo. L’esempio del sushi in Norvegia illustra come le abitudini alimentari possano evolversi drasticamente con l’esposizione e l’abitudine, suggerendo che anche i prodotti ittici meno popolari potrebbero guadagnare accettazione nel tempo.

La ricerca condotta da Nofima evidenzia dunque l’importanza di comprendere le dinamiche emotive e sensoriali nei consumi alimentari, specialmente in un’epoca in cui il cibo è tanto una scelta di stile di vita quanto una necessità. Per l’industria ittica, e per la salute pubblica, investire nella comprensione e nel miglioramento delle percezioni dei frutti di mare può portare a un futuro in cui il pesce è non solo consumato per i suoi benefici nutrizionali ma anche apprezzato per il suo valore gastronomico e culturale.

Ricerca evidenzia collegamento tra emozioni e consumo di pesce

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Ricerca evidenzia collegamento tra emozioni e consumo di pesce – Le emozioni giocano un ruolo cruciale nelle scelte alimentari, influenzando sia l’umore che le reazioni corporee. La ricerca condotta da Nofima ha esplorato questa interazione, focalizzandosi sui giovani adulti e il loro consumo di prodotti ittici in Norvegia.

Il team di ricerca di Nofima, guidato da Kamilla Bergsnev, ha utilizzato un modello innovativo per analizzare come variabili quali linguaggio, olfatto e contesto influenzino le scelte alimentari legate ai prodotti ittici. Il rapporto rivela che nel 2023, nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione, il consumo di pesce tra i giovani adulti rimane inferiore agli standard desiderati, una sfida che le autorità norvegesi sono determinate a invertire.

Risultati della ricerca: un mosaico di reazioni

Attraverso esperimenti diversificati, i ricercatori hanno scoperto che le parole utilizzate per descrivere i prodotti ittici possono evocare reazioni emotive significativamente diverse. Parole come “salmone” e “merluzzo” tendono a suscitare risposte positive, grazie alla loro famigliarità e prevalenza nella dieta norvegese. Al contrario, termini come “aringhe” e “ostriche” possono generare reazioni meno favorevoli, suggerendo una minore accettazione tra i giovani.

L’esperimento olfattivo e la realtà virtuale

Interessanti scoperte sono emerse anche dall’analisi delle reazioni agli odori dei prodotti ittici. Gli odori di merluzzo e salmone fresco, per esempio, non hanno mostrato una correlazione diretta con le emozioni evocate dalle parole corrispondenti. Inoltre, l’uso della realtà virtuale per simulare diversi contesti ha dimostrato che, il contesto appunto, può influenzare notevolmente le reazioni emotive legate all’esperienza olfattiva.

Implicazioni a lungo termine e cambiamenti nei consumi

I risultati di questa ricerca non solo offrono intuizioni preziose su come migliorare le strategie di marketing dei prodotti ittici ma indicano anche la necessità di un approccio più olistico che consideri l’emozione come un fattore chiave nelle decisioni di consumo. L’esempio del sushi in Norvegia illustra come le abitudini alimentari possano evolversi drasticamente con l’esposizione e l’abitudine, suggerendo che anche i prodotti ittici meno popolari potrebbero guadagnare accettazione nel tempo.

La ricerca condotta da Nofima evidenzia dunque l’importanza di comprendere le dinamiche emotive e sensoriali nei consumi alimentari, specialmente in un’epoca in cui il cibo è tanto una scelta di stile di vita quanto una necessità. Per l’industria ittica, e per la salute pubblica, investire nella comprensione e nel miglioramento delle percezioni dei frutti di mare può portare a un futuro in cui il pesce è non solo consumato per i suoi benefici nutrizionali ma anche apprezzato per il suo valore gastronomico e culturale.

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Il team di ricerca di Nofima, guidato da Kamilla Bergsnev, ha utilizzato un modello innovativo per analizzare come variabili quali linguaggio, olfatto e contesto influenzino le scelte alimentari legate ai prodotti ittici. Il rapporto rivela che nel 2023, nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione, il consumo di pesce tra i giovani adulti rimane inferiore agli standard desiderati, una sfida che le autorità norvegesi sono determinate a invertire.

Risultati della ricerca: un mosaico di reazioni

Attraverso esperimenti diversificati, i ricercatori hanno scoperto che le parole utilizzate per descrivere i prodotti ittici possono evocare reazioni emotive significativamente diverse. Parole come “salmone” e “merluzzo” tendono a suscitare risposte positive, grazie alla loro famigliarità e prevalenza nella dieta norvegese. Al contrario, termini come “aringhe” e “ostriche” possono generare reazioni meno favorevoli, suggerendo una minore accettazione tra i giovani.

L’esperimento olfattivo e la realtà virtuale

Interessanti scoperte sono emerse anche dall’analisi delle reazioni agli odori dei prodotti ittici. Gli odori di merluzzo e salmone fresco, per esempio, non hanno mostrato una correlazione diretta con le emozioni evocate dalle parole corrispondenti. Inoltre, l’uso della realtà virtuale per simulare diversi contesti ha dimostrato che, il contesto appunto, può influenzare notevolmente le reazioni emotive legate all’esperienza olfattiva.

Implicazioni a lungo termine e cambiamenti nei consumi

I risultati di questa ricerca non solo offrono intuizioni preziose su come migliorare le strategie di marketing dei prodotti ittici ma indicano anche la necessità di un approccio più olistico che consideri l’emozione come un fattore chiave nelle decisioni di consumo. L’esempio del sushi in Norvegia illustra come le abitudini alimentari possano evolversi drasticamente con l’esposizione e l’abitudine, suggerendo che anche i prodotti ittici meno popolari potrebbero guadagnare accettazione nel tempo.

La ricerca condotta da Nofima evidenzia dunque l’importanza di comprendere le dinamiche emotive e sensoriali nei consumi alimentari, specialmente in un’epoca in cui il cibo è tanto una scelta di stile di vita quanto una necessità. Per l’industria ittica, e per la salute pubblica, investire nella comprensione e nel miglioramento delle percezioni dei frutti di mare può portare a un futuro in cui il pesce è non solo consumato per i suoi benefici nutrizionali ma anche apprezzato per il suo valore gastronomico e culturale.

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I cambiamenti climatici riorientano la distribuzione di specie marine nel Mediterraneo

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Uno studio recente dell’Istituto Spagnolo di Oceanografia (IEO-CSIC) ha esplorato i cambiamenti nella distribuzione spaziale di 102 specie demersali nel Mediterraneo negli ultimi 25 anni, mettendo in luce come questi movimenti siano strettamente correlati alle variazioni climatiche.

Pubblicato sulla rivista Ecological Indicators, lo studio rivela che 42 di queste specie hanno alterato la loro distribuzione nel periodo considerato. Il Mediterraneo, noto per essere uno degli ecosistemi più vulnerabili al mondo a causa di vari impatti antropici, compreso l’alto rischio climatico, sta subendo cambiamenti significativi nell’ecologia delle specie marine.

Sorprendentemente, 26 delle 42 specie analizzate si sono spostate in direzioni inaspettate. Contrariamente alle aspettative che vedrebbero le specie migrare verso nord alla ricerca di condizioni più temperate – un fenomeno noto come meridionalizzazione – alcune di esse si sono invece mosse verso sud e sud-ovest, dirigendosi verso acque mediamente più calde. Questo schema insolito è stato associato all’elevata velocità dei cambiamenti climatici, indicando che le specie stanno cercando aree dove il riscaldamento è più lento per adattarsi meglio.

I ricercatori hanno osservato che, mentre le aree a nord stanno riscaldandosi molto rapidamente, diventando quasi inospitali per alcune specie, le regioni a sud mostrano un riscaldamento meno intenso, diventando rifugi più accoglienti. Questo spiega perché il movimento non segue le previsioni tradizionali basate solo sui cambiamenti della temperatura media, ma è influenzato dalla velocità del riscaldamento – un concetto che esamina come le temperature cambiano spazialmente e temporalmente.

Tra le specie che hanno mostrato significativi cambiamenti nei loro modelli di distribuzione ci sono il rombo quattrocchi (Lepidorhombus boscii), lo zerro (Spicara smaris) e il gattuccio (Scyliorhinus canicula), che non solo si sono spostati verso sud-ovest verso acque più calde, ma hanno anche cercato acque meno profonde e più vicine alla costa. Questi spostamenti verso il sud comportano anche un graduale spostamento verso zone meno profonde, adattandosi alle nuove condizioni ambientali.

Questi dati offrono spunti cruciali per la gestione delle risorse ittiche, suggerendo la necessità di integrare strategie di adattamento ai cambiamenti climatici nei piani di gestione. L’adattamento di queste strategie è essenziale per sostenere la resilienza delle specie marine e delle comunità che dipendono da esse.

Il progetto ha beneficiato del supporto di vari programmi e fondi, tra cui la Fondazione Biodiversità del Ministero per la Transizione Ecologica e la Sfida Demografica, l’AXA Research Fund, e l’Agenzia di Ricerca Spagnola, dimostrando l’importanza di una collaborazione multisettoriale per affrontare le sfide ambientali emergenti nel Mediterraneo.

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