Mese: Maggio 2024 Pagina 4 di 36

I 45 anni del C.I.R.S.PE.

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I 45 anni del C.I.R.S.PE. – Tanta acqua è passata sotto i ponti (è davvero il caso di dirlo visto l’indissolubile connubio con l’elemento acquatico) da quel 1979, anno in cui un gruppo di biologi marini, scienziati naturalisti, giuristi esperti del campo ittico e tecnici della pesca giudicarono maturi i tempi per dare vita ad un ente di ricerca che si occupasse del settore della pesca e dell’acquacoltura, specializzato nello studio del mestiere dei pescatori in connessione con il loro ambiente. Una sfida impegnativa in quegli anni in cui il mercato ittico accusava i primi colpi causati dall’ascesa delle importazioni di prodotto ittico estero ed il mestiere del pescatore già soffriva del problema del ricambio generazionale, mentre sullo sfondo si profilavano politiche penalizzanti per quanti traevano sostentamento economico dalle risorse del mare. Eppure la scelta intrapresa da quel gruppo di studiosi ed appassionati del comparto ittico che fondarono a Roma nel 1979 il C.I.R.S.PE. andava nella giusta direzione, come dimostrano i quasi 50 anni di attività ininterrotta, di progetti e di successi che hanno accompagnato il cammino fino ai giorni nostri del Centro Italiano Ricerche e Studi per la Pesca.

“È un traguardo, quello dei 45 anni di attività, che ci rende orgogliosi di quanto è stato fatto e che ci sprona a proseguire sulla strada della ricerca scientifica e dell’analisi multidisciplinare applicate alla pesca, l’unico mezzo che riteniamo valido ed efficace per programmare seriamente politiche di lungo termine indirizzate ad uno sfruttamento sostenibile delle risorse ittiche – afferma Cristina Lo Fazio, direttore del C.I.R.S.PE. -. Il nostro lavoro si è sempre sviluppato tenendo conto sia delle esigenze ambientali, oggi tema di stringente attualità, sia delle necessità degli operatori, con un occhio attento anche delle tradizioni dei pescatori delle marinerie italiane che troppe volte vengono colpevolizzati aprioristicamente, senza appunto conoscere come lavorano, con quali attrezzature e con quali conseguenze sulle varie specie di pesci.”

Per quanto riguarda la realizzazione di progetti per la pesca ed i pescatori, fiore all’occhiello del C.I.R.S.PE. che con le sue competenze e professionalità interne ha partecipato a tutti i bandi europei del fondo comunitario pesca, nonché alla maggior parte degli avvisi pubblici nazionali ed a numerosi bandi regionali, l’attenzione del centro di ricerca si concentra in particolare sulle opportunità dell’acquacoltura e sulla transizione ecologica applicata ai mezzi di lavoro dei pescatori.

“L’allevamento è una delle migliori chance in nostro possesso per consentire agli stock ittici di rigenerarsi, ma l’acquacoltura è anche un settore in cui il consumo di risorse energetiche ed alimentari, come le farine per far accrescere i pesci, rischiano di vanificare gli sforzi profusi per ridurre il prelievo in natura. Per questo stiamo realizzando diverse iniziative progettuali che, studiando tutti gli aspetti dell’allevamento di pesci in cattività, permettano di elaborare un modello di acquacoltura non solo sostenibile ma economicamente redditizio. Infine, puntiamo sul tema della transizione ecologica applicata ai natanti, affinché anche i motori delle imbarcazioni da pesca contribuiscano alla riduzione di sostanze inquinanti con l’adozione modelli di propulsori più moderni e rispettosi delle norme antiinquinamento”.

I 45 anni del C.I.R.S.PE.

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Italia deferita alla Corte di Giustizia UE per pianificazione spazio marittimo

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Italia deferita alla Corte di Giustizia UE per pianificazione spazio marittimo – La Commissione Europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per non aver garantito la corretta attuazione della direttiva 2014/89/UE, che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo. Questa direttiva è fondamentale per organizzare le attività umane nelle aree marine in modo sostenibile, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo.

Obiettivi della direttiva sulla Pianificazione dello Spazio Marittimo

La direttiva 2014/89/UE definisce un approccio comune per i paesi dell’UE per pianificare e organizzare le attività marine. Una pianificazione efficace mira a raggiungere vari obiettivi ecologici, economici e sociali, tra cui:

Sviluppo di un’economia blu sostenibile: promuovere attività economiche marittime che siano ecologicamente responsabili.
Uso sostenibile delle risorse marine: assicurare che le risorse marine siano utilizzate in modo efficiente e sostenibile.
Conservazione degli ecosistemi marini e della biodiversità: proteggere la salute degli ecosistemi marini.

Scadenze e inadempienze

Secondo la direttiva, gli Stati membri costieri dovevano elaborare piani per lo spazio marittimo entro il 31 marzo 2021 e comunicarli alla Commissione Europea e agli altri Stati membri entro tre mesi dalla loro pubblicazione. Tuttavia, l’Italia non ha ancora presentato i propri piani, non rispettando così le scadenze imposte.

Procedura di infrazione

A causa del mancato rispetto dei termini, la Commissione Europea ha inviato una lettera di costituzione in mora all’Italia nel dicembre 2021, seguita da un parere motivato nell’aprile 2023. Non avendo ricevuto una risposta adeguata, la Commissione ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Importanza della Pianificazione dello Spazio Marittimo

La pianificazione dello spazio marittimo è essenziale per gestire l’uso dei mari e degli oceani in modo coerente ed efficace. Questo strumento aiuta a garantire che le attività umane si svolgano in modo sicuro e sostenibile, riducendo i conflitti e creando sinergie. Inoltre, promuove la cooperazione transfrontaliera tra i paesi dell’UE, essenziale per lo sviluppo di energie rinnovabili, l’assegnazione di rotte marittime, la posa di condotte e cavi sottomarini, tra altre attività.

Politica Marittima Integrata dell’Unione Europea

La direttiva sulla pianificazione dello spazio marittimo è una componente chiave della Politica Marittima Integrata dell’UE, che mira a promuovere la crescita sostenibile delle economie marittime e lo sviluppo sostenibile delle aree marine. Questa politica tiene conto delle interazioni tra le attività sulla terraferma e in mare, implementando anche le disposizioni pertinenti della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.

Il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia rappresenta un passo importante per garantire che tutti gli Stati membri rispettino gli impegni presi in ambito marittimo. La corretta attuazione della direttiva è cruciale per la protezione degli ecosistemi marini e per lo sviluppo di un’economia blu sostenibile, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.

Italia deferita alla Corte di Giustizia UE per pianificazione spazio marittimo

 

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Nuove regole UE per una pesca sostenibile e precisa

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Nuove regole UE per una pesca sostenibile e precisa – La Commissione Europea ha adottato nuove condizioni e garanzie per l’uso di specifiche esenzioni al margine di tolleranza nelle stime di cattura del pesce, con l’obiettivo di garantire quote di pesca accurate e sostenibili. Queste misure sono state progettate per migliorare la trasparenza e la responsabilità nella gestione delle risorse marine.

Cos’è il margine di tolleranza?

Il margine di tolleranza è la differenza massima consentita tra le stime di cattura dichiarate dai capitani dei pescherecci e il peso effettivo del pesce catturato. Generalmente, questo margine è fissato al 10% per specie, permettendo una deviazione fino a questo limite nelle stime di cattura.

Applicazione delle esenzioni

Le nuove misure della Commissione Europea applicano esenzioni al margine di tolleranza standard in tre specifiche attività di pesca dove le catture non vengono selezionate al momento dello sbarco:

1. Piccola pesca pelagica
2. Pesca industriale
3. Pesca del tonno tropicale con reti a circuizione

Gli operatori di queste attività di pesca potranno beneficiare delle esenzioni solo se sbarcano e trasbordano il pesce in porti specifici designati dalla Commissione.

Controlli rigidi nei porti designati

Nei porti designati, sia all’interno che all’esterno dell’UE, verranno applicati controlli più severi per garantire la precisione delle dichiarazioni di cattura. Questi controlli rigidi assicureranno un trattamento equo per tutte le flotte pescherecce, indipendentemente dalla loro ubicazione geografica.

Misure di controllo avanzate

Le deroghe al margine di tolleranza permetteranno ai pescatori di operare con maggiore flessibilità, mentre gli Stati membri potranno implementare misure di controllo avanzate. Le nuove condizioni stabiliscono requisiti specifici per l’utilizzo delle esenzioni e sottolineano l’importanza di rigorose procedure di pesatura per garantire la registrazione accurata delle catture.

Collaborazione internazionale e conformità

L’attuazione di queste misure nei porti al di fuori dell’UE rafforzerà la cooperazione con i paesi terzi nel controllo della pesca, promuovendo una cultura di rispetto per la pesca sostenibile a livello internazionale. Questo miglioramento della compliance aiuterà a preservare le risorse marine globali e a promuovere pratiche di pesca responsabili.

Gli Stati membri dell’UE sono ora invitati a presentare le loro proposte per elencare i porti che soddisfano le condizioni per utilizzare la deroga. La Commissione Europea esaminerà le proposte ricevute e pubblicherà il primo elenco dei porti che soddisfano le condizioni entro luglio 2024.

Nuove regole UE per una pesca sostenibile e precisa

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LIFE CALLIOPE: progetto per la tutela degli ecosistemi costieri d’Abruzzo

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LIFE CALLIOPE: progetto per la tutela degli ecosistemi costieri d’Abruzzo – Un ecosistema da proteggere non solo nei suoi elementi acquatici ma anche a terra quello del Mediterraneo e dell’Adriatico, in particolare, salvaguardando le spiagge e cercando di ripristinare i delicati ecosistemi delle residue dune mediterranee dove ancora oggi vivono animali autoctoni e crescono piante endemiche, che testimoniano un passato in cui le aree costiere non erano ancora antropizzate.
Questo l’obiettivo del progetto LIFE17 NAT/IT/000565 CALLIOPE, acronimo di ‘Coastal dune habitats, sublittoral sandbanks, marine reefs: conservation, protection, and threats mitigation, inserito nella programmazione comunitaria dei fondi LIFE+, partito a settembre 2018 e prossimo alla conclusione.
Il tutto grazie alle professionalità ed alla fattiva collaborazione dei soggetti coinvolti nell’iniziativa progettuale, che dall’avvio del progetto hanno profuso energie e competenze per cercare di salvaguardare il delizioso sistema dunale delle coste abruzzesi.
Il patrimonio di conoscenze elaborato dagli scienziati naturali, biologi e tecnici coinvolti nel progetto Life Calliope raccolto in cinque anni di monitoraggi e ricerche è oggi a disposizione delle comunità locali e della Pubblica amministrazione della Regione Abruzzo per proseguire sulla strada della valorizzazione dell’incredibile, ma allo stesso tempo delicatissima, biodiversità delle dune e delle coste dell’Adriatico centrale.
Ed è proprio partendo da questo patrimonio di studi e dati che prosegue l’azione del progetto LIFE+, che ha fornito lo spunto per suggerire alle comunità locali costiere abruzzesi ed agli stakeholder come ed in che direzione di gestione del territorio rafforzare la tutela degli ecosistemi dunali con una serie di iniziative future, sul solco del progetto Life Calliope; queste azioni saranno presentate ed illustrate nel corso di un workshop che si terrà il 27 maggio prossimo ad Ortona presso la sala Eden di via Garibaldi 1, a partire dalle ore 15.00 (info https://www.facebook.com/photo/?fbid=787989163426883&set=a.592499662975835).
Al workshop di Ortona parteciperanno, tra gli altri, biologi marini, scienziati naturalisti ed esperti già coinvolti nell’iniziativa progettuale LIFE+ insieme a rappresentanti della Regione Abruzzo i quali si confronteranno su un nuovo ambizioso, ma raggiungibile, obiettivo: individuare le strategie chiave e le iniziative per proseguire in una gestione sostenibile delle preziose risorse costiere dell’Adriatico centrale.

LIFE CALLIOPE: progetto per la tutela degli ecosistemi costieri d’Abruzzo

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Federpesca alla Luiss per il convegno “Internazionalizzazione: sfide e opportunità nelle finanze globali”

Federpesca alla Luiss per il convegno “Internazionalizzazione: sfide e opportunità nelle finanze globali”

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Crediamo fortemente nel rafforzamento della cooperazione con i Paesi africani che siamo convinti possa portare opportunità di crescita anche per le imprese di pesca nazionali e rafforzare il sistema imprenditoriale italiano. È infatti strategico lavorare affinché i paesi africani, ricchi di risorse ittiche, possano adeguarsi sempre di più agli alti standard di qualità, sicurezza alimentare e diritti sociali garantiti dalla nostra flotta nazionale; allo stesso tempo è fondamentale lavorare sulla formazione per rafforzare la qualificazione del personale anche al fine di garantire un ricambio generazionale e manodopera qualificata alle nostre imprese”, ha dichiarato la Direttrice di Federpesca, Francesca Biondo, durante l’evento “Internazionalizzazione: sfide e opportunità nelle finanze globali”.

Organizzato dalla Luiss Business nel meraviglioso contesto di Villa Blanc a Roma, l’incontro è stato realizzato in collaborazione con Confindustria Assafrica & Mediterraneo, Federpesca, Proger, SACE e SIMEST. Un’occasione di analisi e dibattito con esperti aziendali e istituzionali, che hanno approfondito come la trasformazione delle dinamiche globali e le pratiche ESG stanno orientando gli investimenti internazionali che mirano a promuovere crescita, innovazione e sostenibilità.

Al panel sono intervenuti l’Ambasciatore Giuseppe Mistretta, Direttore Africa Sub-Sahariana MAECI, Patrizia Mauro, Confindustria Assafrica & Mediterraneo, Maria Monica Annibaldis, Confindustria e il Prof Emiliano Finocchi, Luiss Business School. Tra le tante tematiche affrontate, un focus è stato dedicato al Piano Mattei per confrontarsi sulla crescente centralità che, in questo scenario, sta assumendo il continente africano, e quali contributi anche il settore ittico nazionale può fornire per la sua attuazione.

La Dr.ssa Biondo ha raccontato i progetti sui quali Federpesca è impegnata in collaborazione con organismi internazionali e Paesi Africani ringraziando la Luiss per il supporto strategico e ha concluso: “Il Piano Mattei rappresenta un volano per costruire rapporti con Paesi africani, in primis i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, per una gestione comune delle risorse ittiche condivise che eviti una concorrenza sleale e rafforzi il settore ittico. La pesca in questo senso può rappresentare un vero e proprio strumento di cooperazione per lavorare insieme verso obiettivi comuni, mirando a rafforzare la competitività delle imprese italiane e lo sviluppo del settore ittico in Africa”.

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