Mese: Maggio 2024 Pagina 9 di 36

Il Vietnam verso la difersificazione e punta al settore delle alghe

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Il Vietnam verso la difersificazione e punta al settore delle alghe – Il settore delle alghe marine sta emergendo come una potenzialità significativa per lo sviluppo economico verde e la protezione ambientale in Vietnam. Le alghe non solo soddisfano le esigenze alimentari, ma trovano anche applicazione in numerosi settori come quello farmaceutico, cosmetico, mangimistico e fertilizzante.

Il dottor Phạm Anh Tuấn, ex vicedirettore generale della Direzione della Pesca, ha sottolineato l’importanza delle alghe nell’ecosistema marino e nell’economia verde. Le alghe, spesso trascurate rispetto ad altri organismi marini come pesci e crostacei, svolgono un ruolo chiave nella protezione ambientale e possono contribuire in modo significativo allo sviluppo sostenibile del Vietnam.

Diversificazione delle specie di acquacoltura

Il professor Nguyễn Chu Hồi, membro della XV Assemblea nazionale e vicepresidente dell’Associazione della Pesca del Vietnam, sostiene la necessità di diversificare le specie di acquacoltura. Oltre ai tradizionali gamberi e pesci, promuovere la coltivazione di alghe marine, in particolare quelle con proprietà medicinali, potrebbe aprire nuove opportunità economiche e contribuire alla creazione di un’industria delle erbe medicinali marine.

Secondo le statistiche del Dipartimento della Pesca, il Vietnam ospita oltre 827 specie di alghe naturali, di cui 88 hanno un valore economico rilevante. Le alghe marine si suddividono principalmente in tre gruppi: alghe rosse, alghe brune e alghe rampicanti. Attualmente, circa 900.000 ettari di acque superficiali sono adatti alla coltivazione di alghe marine.

Nel 2023, la superficie coltivata ad alghe in Vietnam era di circa 16.500 ettari, con una produzione di 150.000 tonnellate. La coltivazione delle alghe rosse genera profitti di circa 150-200 milioni di VND per ettaro, mentre quella delle alghe brune produce profitti di circa 60-80 milioni di VND per ettaro. Questo settore fornisce mezzi di sostentamento alle comunità costiere, creando posti di lavoro e sostenendo l’economia locale.

Obiettivi futuri

Nella sua Strategia per lo Sviluppo della Pesca, il Vietnam punta a raggiungere una produzione di alghe di circa 180.000 tonnellate entro il 2025 e di 500.000 tonnellate entro il 2030. Le aree costiere da Thanh Hóa a Quảng Bình si concentrano sulla coltivazione di alghe rosse, alghe brune e specie pregiate. Le aree offshore, invece, offrono metodi di sviluppo diversificati, con possibilità di coltivazione integrata di alghe, gamberi e pesci.

Le alghe marine contribuiscono significativamente alla protezione dell’ambiente. Mantenere letti di alghe, piante resistenti al sale e barriere coralline aiuta nel sequestro del carbonio e nell’adattamento ai cambiamenti climatici. Questi ecosistemi marini agiscono come barriere naturali contro l’erosione costiera e migliorano la qualità dell’acqua, creando un habitat favorevole per la biodiversità.

Il settore delle alghe marine in Vietnam rappresenta una straordinaria opportunità per lo sviluppo sostenibile. Investire nella coltivazione e nella valorizzazione delle alghe può promuovere una crescita economica verde, migliorare la sicurezza alimentare e contribuire alla protezione ambientale. Con obiettivi ambiziosi e una crescente attenzione verso questa risorsa naturale, il Vietnam si prepara a diventare un leader nella produzione sostenibile di alghe marine.

Il Vietnam verso la difersificazione e punta al settore delle alghe

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Scognamiglio: “La pesca professionale è finalmente al centro dell’agenda politica ed istituzionale”

Scognamiglio: “La pesca professionale è finalmente al centro dell’agenda politica ed istituzionale”

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“La pesca professionale è finalmente al centro dell’agenda politica ed istituzionale. Dopo anni di disinteresse da parte dei Palazzi, soprattutto quelli europei, che hanno preso di mira il comparto ittico, le imprese e i lavoratori del settore ricevono la giusta considerazione. E non rischiano di pagare dazio pure per chi svolge l’attività a fini soltanto ricreativi”. Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare.

“Anche l’esito del ricorso – prosegue il dirigente dell’associazione del mondo cooperativistico – presentato contro il nuovo decreto del governo sulla regolamentazione della pesca sportiva effettuata con il sistema del palamito (o palangaro), respinto dal Tar del Lazio, non solo conferma la legittimità della norma, ma ristabilisce indirettamente senso ed equilibrio ad un dibattito assolutamente miope, che si è sviluppato sul tema specifico, in questi giorni. In generale, infatti, non si può pensare che un settore ludico possa essere sottratto ad una regolamentazione, soprattutto se necessaria alla preservazione degli stock ittici e dell’ecosistema marino, mentre in questi anni la pesca professionale è stata addirittura soffocata dai controlli, fino a giungere quasi alla sua criminalizzazione. Eppure fino a ieri alcune voci che in questi giorni abbiamo sentito, non si sono mai levate quando in gioco era un intero comparto produttivo. E’ necessario, insomma, ristabilire l’ordine delle priorità e contribuire tutti equamente alla sostenibilità delle attività. Ma è bene ricordare che la sostenibilità non è unicamente ambientale, ma anche economica e sociale. Soltanto, dunque, un approccio strategico e complessivo al problema può portare a soluzioni adeguate e condivise.

E’ per queste ragioni che apprezziamo lo sforzo, in termini di confronto e di programmazione degli interventi, messo in campo dal ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Lollobrigida, che apre una fase nuova e positiva, consentendo a migliaia di addetti di poter uscire da una situazione difficile nella quale sono stati catapultati da scelte sbagliate e superficiali della politica, che rispondevano a logiche incomprensibili o piuttosto a condizionamenti particolari, oltre che da una serie di congiunture sfavorevoli.

Come abbiamo ribadito più volte, tutelare la pesca e costruire un percorso di ammodernamento, avviato ormai da tempo, che tenga conto di tutti gli elementi, significa proteggere un’eccellenza italiana, legata ai territori, e garantire la qualità dei prodotti ai consumatori”.

“E’ necessario – conclude Scognamiglio – consolidare e valorizzare l’iter avviato, per sviluppare pienamente le potenzialità delle marinerie del Paese e contemporaneamente tutelare la risorsa mare. Questa è la sfida che bisogna cogliere insieme”.

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Scognamiglio: riconosciuti dignità e valore pesca professionale

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Scognamiglio: riconosciuti dignità e valore pesca professionale – “La pesca professionale è finalmente al centro dell’agenda politica ed istituzionale. Dopo anni di disinteresse da parte dei Palazzi, soprattutto quelli europei, che hanno preso di mira il comparto ittico, le imprese e i lavoratori del settore ricevono la giusta considerazione. E non rischiano di pagare dazio pure per chi svolge l’attività a fini soltanto ricreativi”.

Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare.

“Anche l’esito del ricorso – prosegue il dirigente dell’associazione del mondo cooperativistico – presentato contro il nuovo decreto del governo sulla regolamentazione della pesca sportiva effettuata con il sistema del palamito (o palangaro), respinto dal Tar del Lazio, non solo conferma la legittimità della norma, ma ristabilisce indirettamente senso ed equilibrio ad un dibattito assolutamente miope, che si è sviluppato sul tema specifico, in questi giorni. In generale, infatti, non si può pensare che un settore ludico possa essere sottratto ad una regolamentazione, soprattutto se necessaria alla preservazione degli stock ittici e dell’ecosistema marino, mentre in questi anni la pesca professionale è stata addirittura soffocata dai controlli, fino a giungere quasi alla sua criminalizzazione. Eppure fino a ieri alcune voci che in questi giorni abbiamo sentito, non si sono mai levate quando in gioco era un intero comparto produttivo. E’ necessario, insomma, ristabilire l’ordine delle priorità e contribuire tutti equamente alla sostenibilità delle attività. Ma è bene ricordare che la sostenibilità non è unicamente ambientale, ma anche economica e sociale. Soltanto, dunque, un approccio strategico e complessivo al problema può portare a soluzioni adeguate e condivise.

È per queste ragioni che apprezziamo lo sforzo, in termini di confronto e di programmazione degli interventi, messo in campo dal ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Lollobrigida, che apre una fase nuova e positiva, consentendo a migliaia di addetti di poter uscire da una situazione difficile nella quale sono stati catapultati da scelte sbagliate e superficiali della politica, che rispondevano a logiche incomprensibili o piuttosto a condizionamenti particolari, oltre che da una serie di congiunture sfavorevoli.

Come abbiamo ribadito più volte, tutelare la pesca e costruire un percorso di ammodernamento, avviato ormai da tempo, che tenga conto di tutti gli elementi, significa proteggere un’eccellenza italiana, legata ai territori, e garantire la qualità dei prodotti ai consumatori”.

“È necessario – conclude Scognamiglio – consolidare e valorizzare l’iter avviato, per sviluppare pienamente le potenzialità delle marinerie del Paese e contemporaneamente tutelare la risorsa mare. Questa è la sfida che bisogna cogliere insieme”.

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Dai tunicati di Ciona il cibo del futuro

Dai tunicati di Ciona il cibo del futuro

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Dai tunicati di Ciona il cibo del futuro – La startup scandinava Pronofa sta ridefinendo il concetto di sostenibilità nel settore alimentare attraverso l’innovativa coltivazione dei tunicati di Ciona, comunemente noti come ascidie. Secondo la startup questi organismi marini offrono un’alternativa ecologica alla carne, promettendo di rivoluzionare l’industria alimentare con una produzione rispettosa dell’ambiente.

Coltivazione innovativa e sostenibile

Pronofa ha messo a punto un metodo avanzato per allevare i tunicati, sfruttando strutture naturali come le reti, senza la necessità di mangimi aggiuntivi. Questo processo ha permesso di ottenere una produzione efficiente, raggiungendo fino a 82 kg di tunicati per metro quadrato. Il metodo di raccolta ottimizzato garantisce un impatto ambientale minimo, rendendo il processo sostenibile e replicabile.

Capacità produttiva ed espansione

Attualmente, lo stabilimento di Pronofa in Svezia produce tra le 800 e 1.500 tonnellate di carne macinata di Ciona all’anno. Con l’apertura di un nuovo impianto in Norvegia, si prevede un incremento della capacità produttiva fino a 2.500 tonnellate entro il 2025, con l’obiettivo di superare le 15.000 tonnellate una volta che entrambi gli stabilimenti saranno operativi a pieno regime.

Eccellenza nutrizionale

Con la sua produzione Pronofa non solo emula il sapore della carne tradizionale ma ne replica anche il valore nutrizionale e le funzioni culinarie. Questo ha dato all’azienda un vantaggio significativo nel settore, anticipando i potenziali concorrenti di circa 10-12 anni. La carne di Ciona può essere utilizzata in una vasta gamma di piatti popolari come primi piatti, pizza, tacos, polpette, hamburger e chili con carne, offrendo una soluzione sostenibile senza compromessi sul gusto.

Pronofa

Fondata nel 2021 come spin-off di Denofa, un produttore norvegese di soia non OGM e priva di deforestazione, Pronofa è nata con l’obiettivo di scoprire nuove fonti proteiche sostenibili. La scommessa sulla Ciona, un tunicato marino proveniente dalla Norvegia e dalla Svezia, si è rivelata un’opzione promettente per rispondere alla crescente domanda globale di proteine in vista del 2050.

Nonostante la promessa di sostenibilità e l’accoglienza positiva, Pronofa deve ancora navigare le sfide di accettazione del mercato. Tuttavia, i segnali sono incoraggianti, con un forte interesse sia dal settore retail che dall’ospitalità (HoReCa).

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Al Seagriculture EU le tendenze e le sfide dell’industria delle alghe

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Al Seagriculture EU le tendenze e le sfide dell’industria delle alghe – Il settore delle alghe marine sta vivendo una crescita senza precedenti, con il mercato globale che si consolida sempre di più. Un evento significativo che sottolinea questa tendenza è la conferenza Seagriculture EU 2024, uno dei momenti salienti per l’industria delle alghe, che si terrà a Tórshavn, nelle Isole Faroe, dal 18 al 20 giugno 2024. Con il tema “Collegare i continenti“, gli organizzatori si propongono di superare i confini geografici per unire gli stakeholder del settore provenienti da diverse parti del mondo.

L’evento sarà inaugurato con una visita esclusiva presso Ocean Rainforest, un’azienda all’avanguardia nella produzione di alghe marine, offrendo ai partecipanti un’opportunità unica di conoscere da vicino le loro operazioni, con guide esperte al loro fianco. Durante questa visita, i partecipanti avranno l’opportunità di esplorare il sito di coltivazione delle alghe, assistere alla raccolta e godersi un emozionante viaggio in barca.

La conferenza vera e propria prenderà il via il 19 giugno con una serie di sessioni plenarie, tavole rotonde e i nuovi “Seaweed Elevator Pitches“, offrendo ai partecipanti un’ampia panoramica dei progressi e delle prospettive del settore. Quest’anno, il programma vanta una serie di relatori internazionali che condivideranno le loro competenze, garantendo ai partecipanti un’esperienza di apprendimento senza precedenti.

Tra i relatori dell’evento vi sono esponenti di spicco come Charlina Vitcheva, direttore generale della DG MARE, e Vincent Doumeizel, consulente senior del Global Compact delle Nazioni Unite, oltre a rappresentanti di aziende leader nel settore delle alghe, come FermentationExperts, Cargill e Future Feed.

La fiera commerciale che completerà il programma della conferenza fornirà alle aziende del settore delle alghe una piattaforma per presentare le loro offerte e favorire la collaborazione. Gli eventi di networking offriranno ulteriori opportunità di interazione tra i partecipanti.

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