Mese: Giugno 2024 Pagina 13 di 14

Unci AgroAlimentare, Scognamiglio: con le politiche Ue la pesca italiana avrà futuro?

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“Le imprese e i lavoratori della pesca professionale hanno diritto a sapere quale sarà il proprio futuro. Il settore è da anni ingiustamente nel mirino di Bruxelles. La richiesta, quindi, è più che mai opportuna oggi alla vigilia delle elezioni europee”.

Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare, all’audizione sul lavoro marittimo, tenuta ieri a Roma, presso la Struttura di missione per le politiche del mare, guidata dal ministro Musumeci.

“La programmazione degli interventi e delle risorse da investire – ha proseguito il dirigente dell’associazione del mondo cooperativistico – nei settori pesca e acquacoltura è un importante ed innovativo punto fermo. Con il Piano nazionale del mare, prodotto dagli esperti del comitato interministeriale e approvato dal governo, si è definita una regia unica dell’economia del mare, ponendo attenzione alla salvaguardia e alla valorizzazione di un immenso patrimonio naturale. Il confronto costante con i diversi attori pubblici e privati del sistema, a cominciare dalle organizzazioni di categoria, costituisce un passaggio fondamentale per l’aggiornamento del documento strategico e per la sua efficacia operativa. Soltanto attraverso scelte condivise e lungimiranti è possibile rendere l’economia blu un asse strategico del Paese.

L’Italia, per la sua posizione geografica, per la sua morfologia, per la storia, per le tradizioni e i saperi diffusi che possiede non può che guardare in maniera privilegiata al mare. Il Piano pertanto costituisce un tassello significativo di questo percorso, che deve proseguire, anche approfondendo le fragilità e le criticità esistenti. Le filiere della pesca e dell’acquacoltura, per la loro presenza diffusa e consolidata e per la crescente versatilità, sono sicuramente un segmento centrale dell’articolato sistema-mare, le cui problematicità richiederebbero un’attenzione comune, rispondendo ad una logica unitaria, complessiva ed armonica, che sottende il Piano, rafforzandolo. Indubbiamente infatti questi settori, insieme ad altri, costituiscono un primario interesse nazionale, peraltro con ricadute importanti per la qualità dei prodotti che arrivano sulle tavole dei consumatori, per gli equilibri socio economici di moltissime realtà costiere e per il ruolo di custodi del mare che gli operatori rivestono, diversamente da come altrove qualcuno vuol far credere.

Un settore, quello della pesca, che non ha mai smesso di mettersi in discussione, accogliendo le sollecitazioni provenienti dall’esterno, ponendosi da tempo la sfida della sostenibilità ambientale, senza però tralasciare, come non di rado succede nei Palazzi istituzionali, in particolare in quelli dell’Unione europea, quella economica e sociale e, dunque, la tenuta occupazionale.

Proprio per questi motivi, abbiamo giudicato positivamente la posizione ed il lavoro svolto dal Ministero dell’Agricoltura, che ha impresso un cambio di passo metodologico e di approccio politico.

Ma gli indirizzi Ue impongono una riduzione drastica della pesca a strascico, già limitata, che comprometterebbe l’intero settore”.

“A questo punto – ha concluso Scognamiglio – una riflessione è d’obbligo, per un settore già provato da diversi fattori di crisi e per il quale il ricambio generazionale diventa sempre più complicato. Fermo restando l’importanza della formazione, dell’aggiornamento e dell’innovazione professionale e la necessità di salvaguardare la biodiversità marina, si pone un quesito: ci sarà ancora spazio per la pesca in Italia e possibilità e convenienza a praticarla?”.

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Scognamiglio: “Con le politiche Ue la pesca italiana avrà futuro?”

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Scognamiglio: “Con le politiche Ue la pesca italiana avrà futuro?” – “Le imprese e i lavoratori della pesca professionale hanno diritto a sapere quale sarà il proprio futuro. Il settore è da anni ingiustamente nel mirino di Bruxelles. La richiesta, quindi, è più che mai opportuna oggi alla vigilia delle elezioni europee”.

Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell‘Unci AgroAlimentare, all’audizione sul lavoro marittimo, tenuta ieri a Roma, presso la Struttura di missione per le politiche del mare, guidata dal ministro Musumeci.

“La programmazione degli interventi e delle risorse da investire – ha proseguito il dirigente dell’associazione del mondo cooperativistico – nei settori pesca e acquacoltura è un importante ed innovativo punto fermo. Con il Piano nazionale del mare, prodotto dagli esperti del comitato interministeriale e approvato dal governo, si è definita una regia unica dell’economia del mare, ponendo attenzione alla salvaguardia e alla valorizzazione di un immenso patrimonio naturale. Il confronto costante con i diversi attori pubblici e privati del sistema, a cominciare dalle organizzazioni di categoria, costituisce un passaggio fondamentale per l’aggiornamento del documento strategico e per la sua efficacia operativa. Soltanto attraverso scelte condivise e lungimiranti è possibile rendere l’economia blu un asse strategico del Paese”.

“L’Italia – ha sottolineato Scognamiglio –  per la sua posizione geografica, per la sua morfologia, per la storia, per le tradizioni e i saperi diffusi che possiede non può che guardare in maniera privilegiata al mare. Il Piano pertanto costituisce un tassello significativo di questo percorso, che deve proseguire, anche approfondendo le fragilità e le criticità esistenti. Le filiere della pesca e dell’acquacoltura, per la loro presenza diffusa e consolidata e per la crescente versatilità, sono sicuramente un segmento centrale dell’articolato sistema-mare, le cui problematicità richiederebbero un’attenzione comune, rispondendo ad una logica unitaria, complessiva ed armonica, che sottende il Piano, rafforzandolo. Indubbiamente infatti questi settori, insieme ad altri, costituiscono un primario interesse nazionale, peraltro con ricadute importanti per la qualità dei prodotti che arrivano sulle tavole dei consumatori, per gli equilibri socio economici di moltissime realtà costiere e per il ruolo di custodi del mare che gli operatori rivestono, diversamente da come altrove qualcuno vuol far credere”.

“Un settore, quello della pesca – ha detto ancora il presidente Unci AgroAlimentare – che non ha mai smesso di mettersi in discussione, accogliendo le sollecitazioni provenienti dall’esterno, ponendosi da tempo la sfida della sostenibilità ambientale, senza però tralasciare, come non di rado succede nei Palazzi istituzionali, in particolare in quelli dell’Unione europea, quella economica e sociale e, dunque, la tenuta occupazionale.
Proprio per questi motivi, abbiamo giudicato positivamente la posizione ed il lavoro svolto dal Ministero dell’Agricoltura, che ha impresso un cambio di passo metodologico e di approccio politico.
Ma gli indirizzi Ue impongono una riduzione drastica della pesca a strascico, già limitata, che comprometterebbe l’intero settore”.

“A questo punto – ha concluso Scognamiglio – una riflessione è d’obbligo, per un settore già provato da diversi fattori di crisi e per il quale il ricambio generazionale diventa sempre più complicato. Fermo restando l’importanza della formazione, dell’aggiornamento e dell’innovazione professionale e la necessità di salvaguardare la biodiversità marina, si pone un quesito: ci sarà ancora spazio per la pesca in Italia e possibilità e convenienza a praticarla?”.

Scognamiglio: “Con le politiche Ue la pesca italiana avrà futuro?” –

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Federpesca: auditi al Ministero del Mare sul lavoro marittimo

Federpesca: auditi al Ministero del Mare sul lavoro marittimo

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Il lavoro marittimo è stato l’argomento di discussione che ha visto partecipi diverse realtà del settore dell’economia blu italiana durante la mattina del 4 giugno al Ministero per la protezione civile e le politiche del mare.

Un’occasione importante per Federpesca per rappresentare alcune osservazioni e suggerimenti di intervento alla luce delle esigenze e peculiarità della pesca marittima, riconoscendo al tempo stesso come gli interventi previsti dal Piano del Mare siano di ampio respiro, trasversali, rappresentando indicazioni da accogliere positivamente.

È indubbiamente di rilievo l’attenzione posta nel Piano del Mare ai temi della riforma dei titoli professionali, del collocamento e della formazione. Sarebbe importante, in tali ambiti, prevedere la costituzione di tavoli permanenti per consentire un valido confronto tra istituzioni e parti sociali sulle concrete esigenze del settore marittimo, anche ai fini di un aggiornamento della normativa. Oltre alla necessità di porre sempre più attenzione alla formazione nell’ambito della sicurezza marittima del lavoro. Contestualmente, si ritiene essenziale far rientrare il lavoro della pesca tra quelli particolarmente usuranti, garantendo dunque anche l’accesso alla pensione anticipata. Federpesca vuole ricordare come tale attività è stata riconosciuta dall’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) tra quelle più pericolose al mondo.

Riguardo al sostegno al reddito dei lavoratori della pesca, Federpesca chiede di procedere alla pubblicazione del decreto attuativo che consentirebbe il trattamento economico della CISOA agricola anche per periodi diversi da quelli di sospensione dell’attività lavorativa derivante da misure di arresto temporaneo obbligatorio e non obbligatorio. Allo stesso tempo risulta necessario includere tutte le ipotesi di sospensione dell’attività derivanti da provvedimenti delle autorità – come il c.d. “fermo obbligatorio” delle attività di pesca – che altrimenti renderebbe lo strumento della CISOA privo di concreta utilità per il settore.

In conclusione, per garantire che le nostre imprese possano continuare la loro attività e fornire prodotti di qualità, freschi, tracciati e locali, diventa imperativo far fronte alle sfide del ricambio generazionale e alla sempre più evidente mancanza di manodopera alle nostre imprese.

Per questo motivo, Federpesca richiede di semplificare le procedure di imbarco dei marittimi stranieri, al fine di agevolare il loro ingresso, imbarco su navi da pesca e ottenimento dei titoli professionali marittimi per la pesca professionale. 

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Musumeci: “Piccoli pescatori spesso ingiustamente penalizzati”

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Musumeci: “Piccoli pescatori spesso ingiustamente penalizzati” – “Lavoriamo per una nuova Commissione Europea, per un nuovo Parlamento Europeo e per una nuova linea politica che tenga conto anche e soprattutto delle esigenze dei piccoli agricoltori e dei piccoli pescatori che sono spesso ingiustamente penalizzati a favore di chi scorrazza nei nostri mari con flotte che non appartengono all’Unione Europea”, lo ha dichiarato il Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare,  ieri a Mazara del Vallo.

Qui l’intervista di Pesceinrete.

 

 

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Federpesca audita al Ministero del Mare sul lavoro marittimo

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Federpesca audita al Ministero del Mare sul lavoro marittimo – Il lavoro marittimo è stato l’argomento di discussione che ha visto partecipi diverse realtà del settore dell’economia blu italiana durante la mattina del 4 giugno al Ministero per la Protezione Civile e le Politiche del Mare.

Un’occasione importante per Federpesca per rappresentare alcune osservazioni e suggerimenti di intervento alla luce delle esigenze e peculiarità della pesca marittima, riconoscendo al tempo stesso come gli interventi previsti dal Piano del Mare siano di ampio respiro, trasversali, rappresentando indicazioni da accogliere positivamente.

È indubbiamente di rilievo l’attenzione posta nel Piano del Mare ai temi della riforma dei titoli professionali, del collocamento e della formazione. Sarebbe importante, in tali ambiti, prevedere la costituzione di tavoli permanenti per consentire un valido confronto tra istituzioni e parti sociali sulle concrete esigenze del settore marittimo, anche ai fini di un aggiornamento della normativa, oltre alla necessità di porre sempre più attenzione alla formazione nell’ambito della sicurezza marittima del lavoro. Contestualmente, si ritiene essenziale far rientrare il lavoro della pesca tra quelli particolarmente usuranti, garantendo dunque anche l’accesso alla pensione anticipata. Federpesca vuole ricordare come tale attività è stata riconosciuta dall’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) tra quelle più pericolose al mondo.

Riguardo al sostegno al reddito dei lavoratori della pesca, Federpesca chiede di procedere alla pubblicazione del decreto attuativo che consentirebbe il trattamento economico della CISOA agricola anche per periodi diversi da quelli di sospensione dell’attività lavorativa derivante da misure di arresto temporaneo obbligatorio e non obbligatorio. Allo stesso tempo risulta necessario includere tutte le ipotesi di sospensione dell’attività derivanti da provvedimenti delle autorità – come il c.d. “fermo obbligatorio” delle attività di pesca – che altrimenti renderebbe lo strumento della CISOA privo di concreta utilità per il settore.

In conclusione, per garantire che le nostre imprese possano continuare la loro attività e fornire prodotti di qualità, freschi, tracciati e locali, diventa imperativo far fronte alle sfide del ricambio generazionale e alla sempre più evidente mancanza di manodopera alle nostre imprese. Per questo motivo, Federpesca richiede di semplificare le procedure di imbarco dei marittimi stranieri, al fine di agevolare il loro ingresso, imbarco su navi da pesca e ottenimento dei titoli professionali marittimi per la pesca professionale.

Federpesca audita al Ministero del Mare sul lavoro marittimo

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