Mese: Giugno 2024 Pagina 9 di 14

Federpesca: al MASAF per gruppo di lavoro revisione sistema sanzionatorio pesca

 [[{“value”:”

Federpesca: al MASAF per gruppo di lavoro revisione sistema sanzionatorio pesca – Si è svolto al MASAF nel pomeriggiodi ieri, 13 giugno, il primo incontro del gruppo di lavoro che avrà l’obiettivo di revisionare il sistema sanzionatorio del settore della pesca.

“Siamo molto soddisfatti dell’iniziativa dell’Amministrazione e della convocazione di questo tavolo. Un tema su cui da tempo avevamo segnalato un’eccessiva rigidità della normativa italiana, nonostante i margini di discrezionalità invece lasciati dal quadro europeo, e che ha creato in questi anni molte disparità e il proliferare di contenziosi. Riteniamo sia fondamentale intervenire per semplificare la normativa in materia e garantire una maggiore proporzionalità tra illecito e sanzione abbandonando un’interpretazione estensiva che ha visto l’Italia considerare ogni illecito quale infrazione grave con importanti conseguenze per le imprese di pesca. Lavoreremo per inviare le nostre proposte al Ministero con l’obiettivo di riproporzionare il sistema sanzionatorio e semplificare l’attività d’impresa.”

Così in una nota la Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca.

Federpesca: al MASAF per gruppo di lavoro revisione sistema sanzionatorio pesca

L’articolo Federpesca: al MASAF per gruppo di lavoro revisione sistema sanzionatorio pesca proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Il Trattato dell’Alto Mare è un’opportunità per l’adattamento ai cambiamenti climatici

 [[{“value”:”

Il Trattato dell’Alto Mare è un’opportunità per l’adattamento ai cambiamenti climatici – Un nuovo articolo pubblicato recentemente su Nature evidenzia come il Trattato dell’Alto Mare rappresenti un’opportunità storica per affrontare gli impatti del cambiamento climatico sulla biodiversità marina. I ricercatori sottolineano l’importanza di questo trattato, che potrebbe entrare in vigore già dal prossimo anno, per proteggere le specie marine all’interno delle acque internazionali in continuo riscaldamento.

Il Trattato Alto Mare, adottato nel giugno 2023, mira a proteggere le acque internazionali – che rappresentano circa due terzi degli oceani del mondo – con nuovi strumenti di conservazione marina. Questo trattato, che entrerà in vigore dopo la ratifica da parte di 60 nazioni, riconosce il cambiamento climatico come una minaccia significativa e propone misure specifiche per mitigare i suoi effetti.

Il riscaldamento delle acque oceaniche sta causando spostamenti nelle migrazioni delle specie marine, come i tonni e le balene, che modificano i loro percorsi per adattarsi alle nuove condizioni ambientali. Ad esempio, le balene franche del Nord Atlantico hanno cambiato le loro rotte migratorie a causa del riscaldamento delle acque, aumentando i conflitti con la pesca e la navigazione e necessitando di nuove misure di conservazione.

Tre passaggi cruciali per il Trattato

I ricercatori suggeriscono tre passaggi essenziali per il successo del Trattato dell’Alto Mare nel contesto dei cambiamenti climatici:
1. Collaborazione intersettoriale: lavorare con enti di gestione della pesca e altre organizzazioni per proteggere le specie in movimento.
2. Piani di conservazione strategici: sviluppare piani di conservazione a livello regionale e globale che considerino i cambiamenti climatici.
3. Sviluppo di capacità scientifiche: costruire capacità scientifiche e di governance per modellare le dinamiche degli ecosistemi oceanici e i movimenti delle specie.

Le lezioni del Nord Atlantico

L’articolo presenta il Nord Atlantico come un caso di studio, dove correnti oceaniche come la Corrente del Golfo e la Corrente del Labrador creano un’area di straordinaria produttività marina. Le misure di conservazione in queste zone sono complesse e coinvolgono diverse giurisdizioni. La pianificazione integrata e il coordinamento tra queste giurisdizioni sono essenziali per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici.

Un’opportunità unica per la protezione marina

Il Trattato dell’Alto Mare offre un’opportunità unica per implementare una protezione dinamica e adattabile delle aree marine. La pianificazione anticipata e il coordinamento internazionale sono cruciali per garantire la conservazione efficace delle specie marine nel contesto di un clima in cambiamento. Gli sforzi devono essere intensificati ora per assicurare che il trattato possa affrontare le sfide future e proteggere la biodiversità marina a lungo termine.

Il Trattato dell’Alto Mare è un’opportunità per l’adattamento ai cambiamenti climatici

L’articolo Il Trattato dell’Alto Mare è un’opportunità per l’adattamento ai cambiamenti climatici proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

BioMar presenta il Report di Sostenibilità 2023

 [[{“value”:”

BioMar presenta il Report di Sostenibilità 2023 – L’acquacoltura rappresenta una delle industrie più dinamiche e in crescita nel settore agroalimentare globale. Con l’aumento della domanda di prodotti ittici, è cruciale adottare pratiche sostenibili che garantiscano la sicurezza alimentare senza compromettere l’ambiente. Il recente Report di Sostenibilità 2023 del Gruppo BioMar offre una panoramica dettagliata delle iniziative intraprese per promuovere una produzione responsabile e sostenibile nell’acquacoltura.

Il report sottolinea l’importanza di allineare le pratiche di acquacoltura responsabile con la necessità di mitigare i cambiamenti climatici e di promuovere la biodiversità. BioMar ha implementato un approccio che mette il pianeta al primo posto, garantendo una fornitura a lungo termine di cibo nutriente e sano. La diversità delle specie e dei sistemi è fondamentale per sostenere la resilienza e i valori nutrizionali dell’acquacoltura nei sistemi alimentari.

Un altro punto chiave del rapporto è l’enfasi sul miglioramento dei mezzi di sussistenza delle comunità coinvolte nella catena del valore dell’acquacoltura. Con la crescita del settore, aumentano anche le opportunità di lavoro, ma è necessario fare di più per garantire che queste opportunità siano equamente distribuite, soprattutto per donne e giovani. Un cambiamento sistemico può aiutare a riequilibrare le disuguaglianze, promuovendo la collaborazione e riducendo la povertà.

Il Report di Sostenibilità di BioMar presenta diverse innovazioni che stanno trasformando l’industria dell’acquacoltura. Tra queste, la valutazione della doppia materialità che considera sia l’impatto delle azioni aziendali sulle questioni ambientali, sociali e di governance (ESG), sia come queste questioni influenzano BioMar. Questo approccio fornisce una comprensione più olistica della relazione tra l’azienda e la sostenibilità.

BioMar ha stabilito obiettivi ambiziosi per ridurre le emissioni di carbonio, impegnandosi a utilizzare ingredienti circolari e rigenerativi nei loro mangimi entro il 2030. L’azienda continua a promuovere pratiche a basso impatto e rigenerative lungo tutta la catena di approvvigionamento.

Le collaborazioni sono fondamentali per il successo delle iniziative di sostenibilità di BioMar. L’azienda ha stabilito partnership con fornitori chiave per promuovere pratiche rigenerative, tra cui l’agricoltura rigenerativa. Inoltre, ha avviato una piattaforma scientifica avanzata per la commercializzazione di diverse compagnie di fermentazione circolare a basso impatto.

Il documento del Gruppo BioMar dimostra l’impegno dell’azienda verso un futuro più sostenibile per l’acquacoltura. Attraverso pratiche innovative, partnership strategiche e un forte focus sulla riduzione delle emissioni di carbonio, BioMar sta contribuendo a trasformare l’industria dell’acquacoltura in un settore più responsabile e sostenibile.

BioMar presenta il Report di Sostenibilità 2023

 

L’articolo BioMar presenta il Report di Sostenibilità 2023 proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Bottura porta il granchio blu al G7: da minaccia a risorsa

 [[{“value”:”

Bottura porta il granchio blu al G7: da minaccia a risorsa  – Se nel Dl Agricoltura è stata prevista la nomina di un commissario straordinario con un fondo ad hoc per contrastare la proliferazione del crostaceo e mettere in sicurezza gli allevamenti di vongole veraci filippine (aliene pure quelle), la cucina stellata ha già sdoganato il temuto crostaceo inserendolo in carta di numerosissimi ristoranti.
Il celebre Chef Massimo Bottura è stato infatti chiamato a celebrare i sapori del nostro Paese al meeting del G7 che si svolgerà in Puglia a Borgo Egnazia.
Da oggi 13 a sabato 15 giugno si riuniranno i Capi di Stato di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America mentre a rappresentare l’UE saranno il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen.
Nella giornata inaugurale, tra le varie portate del menù dello star-chef modenese intitolato ‘Ti porto in Italia con me’ anche una zuppa di pesce dell’Adriatico, direttamente dalla laguna di Venezia, con cottura in forno a vapore di cozze, cannolicchi, granchio blu, vongole, gamberi rossi, erbe aromatiche.
A complimentarsi con Bottura è intervenuto anche Paolo Caratossidis studioso del fenomeno attivo in questi mesi in una incessante campagna di informazione per incentivare il consumo del cosiddetto ‘killer dei mari’ che sta facendo convergere ricercatori, imprese e stakeholders:

“Che il più famoso chef al mondo – Massimo Bottura – abbia scelto di valorizzare il granchio blu fa ben sperare per promuovere una pesca ed un consumo realmente sostenibile di questo crostaceo, che da alieno è diventato stanziale nei nostri mari e lagune. La Cucina Italiana candidata a diventare Patrimonio UNESCO può essere un esempio su scala internazionale per abbracciare un concetto di cucina realmente sostenibile .”

Anche Enrico Artusi dell’omonimo pastificio che per primo ha prodotto i ravioli ripieni di granchio blu è fiducioso: “All’estero il granchio blu è diventato una vera e propria benedizione per la piccola pesca e le comunità costiere. Basti pensare alla Tunisia che ora esporta la polpa perfino in Italia. Nel nostro paese il pubblico ha apprezzato le qualità del famoso crostaceo, ma c’è stata una narrazione a senso unico volta a demonizzarlo che ha disincentivato la creazione di una filiera ramificata. Bisogna promuovere il consumo del crostaceo – ottima fonte di proteine e nutrienti – e smetterla di mandare al macero tonnellate di cibo prezioso come sta purtroppo accadendo nel Delta del Po. Insieme possiamo vincere questa sfida”.

Bottura porta il granchio blu al G7: da minaccia a risorsa

L’articolo Bottura porta il granchio blu al G7: da minaccia a risorsa proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Europee e nuovi timori per il settore della pesca

 [[{“value”:”

Europee e nuovi timori per il settore della pesca – Recenti cambiamenti nell’orientamento politico del Parlamento Europeo potrebbero avere implicazioni significative per il settore della pesca in Europa. Il direttore generale di Europêche, Daniel Voces de Onaíndi, in una recente dichiarazione, ha espresso preoccupazioni riguardo a come l’inclinazione a destra del Parlamento possa influenzare negativamente le politiche della pesca.

Le scorse elezioni europee hanno portato a una marcata inclinazione a destra nella composizione dei 720 membri del Parlamento Europeo. Questo spostamento politico potrebbe compromettere l’autorità di regolamentazione della Commissione Europea e dell’ufficio del Commissario Europeo per l’Ambiente, gli Oceani e la Pesca, favorendo invece un maggiore controllo delle politiche da parte dei singoli stati membri.

Voces de Onaíndi ha evidenziato come la nazionalizzazione delle politiche sulla pesca possa comportare una gestione frammentata e non coordinata, con ogni paese che privilegia i propri interessi nazionali. Questo scenario potrebbe portare a problemi come la pesca eccessiva e l’accaparramento illegale delle quote di pesca, simili alle pratiche recentemente osservate in Norvegia riguardo ai piccoli pelagici e al merluzzo nell’Atlantico.

La gestione della pesca è un compito intrinsecamente transnazionale poiché i pesci non riconoscono i confini nazionali. Voces de Onaíndi ha sottolineato l’importanza della cooperazione tra i paesi per una gestione efficace delle risorse ittiche, specialmente in risposta agli effetti del cambiamento climatico.

La Brexit ha complicato la gestione della pesca nell’Atlantico nord-orientale, creando tensioni e difficoltà nei negoziati tra l’UE, il Regno Unito e altri paesi. Questo esempio serve da monito su come la disintegrazione delle politiche comuni possa creare più problemi che soluzioni.

La politica comune della pesca (PCP) dell’UE stabilisce standard per le attività di pesca sia delle navi dell’UE che di quelle che operano nelle acque dell’UE. Le revisioni della PCP, approvate nel 2023 con il contributo di Europêche e altri gruppi, mirano a garantire pratiche di pesca sostenibili. Voces de Onaíndi ha evidenziato come la PCP fornisca un quadro unificato cruciale per la sostenibilità delle risorse ittiche europee.

Sebbene la PCP presenti delle lacune, abbandonarla a favore di politiche nazionali potrebbe aggravare i problemi. La soluzione proposta da Voces de Onaíndi consiste nel perfezionare e adattare la PCP per rispondere meglio alle esigenze degli Stati membri e affrontare le sfide attuali e future, come la sicurezza alimentare, la crisi energetica e il cambiamento climatico.

Europee e nuovi timori per il settore della pesca

 

L’articolo Europee e nuovi timori per il settore della pesca proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Pagina 9 di 14

Made with & by Matacotti Design

Privacy & Cookie Policy