Mese: Luglio 2024 Pagina 1 di 20

Pesce, la difficile estate italiana con il mare bollente

Strage di pesci nella laguna di Orbetello priva d’ossigeno. Presenza di alghe che infastidiscono i turisti in Adriatico. Cozze a rischio in Puglia e problemi per la pesca. E attenzione ai batteri nei frutti di mare

Nell’estate italiana di fine luglio gli effetti dell’aumento delle temperature dei mari sono ben visibili.

Cominciamo dalle alghe: nell’Adriatico settentrionale, ma anche lungo le coste delle Marche o dell’Abruzzo, le chiazze di mare verdastre indicano un’alta presenza di cianobatteri carichi di pigmenti fotosintetizzanti. L’aumento della temperatura dell’acqua può incrementare fioriture anomale che si traducono in disagi per i bagnanti. Sebbene le acque italiane siano in buone condizioni di salute, le temperature sempre più alte – con diverse boe e sensori che nell’alto Adriatico hanno registrato temperature superficiali del mare anche di 30 gradi – sono collegate a una serie di effetti che possono incidere sul turismo, sull’economia locale, ma anche gli ecosistemi naturali e in certi casi la salute dell’uomo.

La situazione in Toscana

In Toscana, nella laguna di Orbetello si sta verificando una grave moria di pesci legata al surriscaldamento delle acque, alla decomposizione delle alghe e soprattutto all’anossia, la scarsità di ossigeno. Migliaia di carcasse, in questa zona di allevamenti ittici, sono emerse in superficie portando disagi e odori maleodoranti. Gli allevamenti locali parlano di gravi perdite anche se è ancora presto per stimare i danni per il numero di orate, spigole, anguille e altri pesci morti, una cifra che sembra però superiore ai tragici eventi di nove anni fa.

Uno dei problemi principali è che la situazione sta impattando anche sulle coste di Ansedonia, soprattutto tra Feniglia e Tagliata, dove si sentono odori maleodoranti e l’acqua sversata dalla laguna sta creando seri problemi al turismo: le spiagge sono semi deserte.

Cosa accade in Sardegna e Puglia

Anche altre lagune, come quelle della zona di Oristano, sono oggi in allerta rossa per la possibilità di una moria di pesci a causa delle temperature bollenti e del poco ossigeno. Discorso simile vale per la produzione delle cozze nell’area di Taranto in Puglia dove gli operatori temono di perdere l’80% del prodotto. il caldo record sta impattando su ritmi e cicli degli ecosistemi, dai granchi blu morti asfissiati ad Orbetello sino alle vongole sempre più rare, dalle alghe che proliferano a Goro in Emilia-Romagna passando persino, sul Po, ai pescatori costretti a usare “più carburante” per inseguire i pesci che si spingono sempre più al largo per evitare le temperature calde sotto costa.

Problemi per il turismo e la salute

Mentre in alcune zone d’Italia (soprattutto al largo però) sono stati segnalati casi di mucillagine, a livello visivo la presenza di alghe sta già impattando sul turismo di determinate località. Le cronache locali ricordano nelle ultime settimane casi di importanti fioriture di alghe che hanno poi interessato i litorali per esempio di Ancona, ma anche di Viareggio, della zona di Salerno, oppure di Ostia. Si tratta perlopiù di fenomeni e momenti passeggeri, ma che possono avere ricadute sulla presenza di turisti che lamentano disagi nella fruizione del mare.

Cosa accade ai frutti di mare?

Se nella maggior parte dei casi le alghe sono più che altro un disagio o un deterrente a fare il bagno – ma non comportano particolari rischi per la salute – a causa delle temperature elevate dei mari in futuro potrebbero però esserci rischi legati al consumo dei frutti di mare. Lo ha ricordato di recente l’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, spiegando come a causa dell’aumento delle temperature rischia di crescere la presenza di batteri vibrioni, responsabili di gastroenteriti e infezioni, nei frutti di mare, soprattutto quelli presenti in acque salmastre.

Un altro campanello d’allarme collegato alla crisi del clima e all’aumento delle temperature a livello globale che, se quest’estate lungo le coste si stesse traducendo in disagi per i bagnanti, il prossimo autunno a causa dell’energia accumulata dai mari potrebbe trasformarsi come già avvenuto negli scorsi anni in fenomeni meteo sempre più intensi e pericolosi per le nostre vite.

Nel Mediterraneo a rischio gli stock di nasello e scampi

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Nel Mediterraneo a rischio gli stock di nasello e scampi  – Mentre i mediterranei si godono i loro piatti di pesce estivi preferiti, emerge una preoccupante realtà: molte specie ittiche del Mediterraneo occidentale sono in pericolo. Oceana Europe, in risposta a un recente report della Commissione Europea, lancia un appello urgente per fermare la pesca eccessiva e recuperare le popolazioni di nasello europeo e scampo.

Allarme di Oceana: il Mediterraneo Occidentale è a rischio

Secondo Oceana, nonostante gli sforzi dei Paesi membri dell’Unione Europea, come Francia, Italia e Spagna, il 57% delle popolazioni ittiche nel Mediterraneo occidentale è ancora sovrasfruttato. Questo dato, fornito da Oceana, è preoccupante, con alcune popolazioni di gambero viola, rosa e rosso in stato critico. Se non si interviene subito, queste specie potrebbero raggiungere livelli insostenibili per la pesca commerciale.

Javier Lopez: un barlume di speranza

Javier Lopez, Direttore della Campagna per la Pesca Sostenibile di Oceana in Europa, sottolinea l’importanza del Piano Pluriennale per il Mediterraneo occidentale della Commissione Europea. “La determinazione della Commissione Europea a far sì che i Paesi continuino ad attuare il Piano porta con sé un barlume di speranza per le specie sovrasfruttate in queste acque,” afferma Lopez. Egli sollecita Francia, Italia e Spagna a stabilire le possibilità di pesca per il prossimo anno a livelli tali da garantire il recupero di queste specie, con benefici a catena per gli ecosistemi marini e il futuro della pesca.

Azioni necessarie per la sostenibilità

A partire dal 2025, la sostenibilità dello sfruttamento delle popolazioni ittiche diventerà un obbligo. Il 1° gennaio è la data di scadenza fissata dal Piano per garantire che i tassi di mortalità per pesca rientrino entro livelli sostenibili e compatibili con il rendimento massimo sostenibile. Per raggiungere questo obiettivo, Oceana esorta gli Stati membri a:

1. Assegnare i giorni di pesca ai pescherecci a strascico secondo le raccomandazioni scientifiche.
2. Migliorare la selettività degli attrezzi, riducendo le catture di specie giovani come il nasello.
3. Chiudere le aree alla pesca a strascico per proteggere gli habitat ittici essenziali.
4. Adottare misure correttive per tutte le popolazioni in situazione critica.

Prospettive future

La Commissione Europea è tenuta a presentare una relazione al Parlamento europeo e al Consiglio per valutare il raggiungimento degli obiettivi del Piano a cinque anni dalla sua entrata in vigore. I risultati di questo rapporto saranno utilizzati per presentare agli Stati membri, a metà settembre, una proposta sulla definizione delle possibilità di pesca nel Mediterraneo per il prossimo anno.

L’appello di Oceana Europe mette in luce l’urgenza di agire per salvaguardare le risorse ittiche del Mediterraneo occidentale. La collaborazione tra Francia, Italia e Spagna è cruciale per garantire un futuro sostenibile per queste specie e per l’intero ecosistema marino. Mentre ci godiamo i nostri piatti di pesce estivi, ricordiamoci dell’importanza di pratiche di pesca sostenibili per preservare la biodiversità marina per le generazioni future.

Nel Mediterraneo a rischio gli stock di nasello e scampi 

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Europêche accoglie la Lithuanian Long Distance Fisheries Association

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Europêche accoglie la Lithuanian Long Distance Fisheries Association – Europêche, l’organismo principale che rappresenta l’industria della pesca nell’Unione Europea, ha recentemente annunciato una significativa espansione del proprio network: la Lithuanian Long Distance Fisheries Association (LLDFA) è diventata membro ufficiale. Durante l’ultima Assemblea Generale, i membri di Europêche hanno accolto con entusiasmo e unanimità l’associazione baltica, sottolineando l’importanza di questo nuovo ingresso per il futuro della pesca europea.

Un nuovo partner con un impegno per la sostenibilità

La Lithuanian Long Distance Fisheries Association, la più grande organizzazione di pesca della Lituania, rappresenta una vasta gamma di attività e aziende ittiche. Con un focus che include specie come gamberi settentrionali, merluzzo atlantico, halibut della Groenlandia, scorfano, e sugarello cileno, l’associazione si distingue per il suo impegno verso pratiche di pesca sostenibili. Attraverso l’innovazione, LLDFA mira a migliorare la sicurezza in mare, la tracciabilità e a combattere la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN).

Aivaras Labanauskas, direttore della Lithuanian Long Distance Fisheries Association, ha espresso ottimismo riguardo alla nuova partnership: “Siamo entusiasti di collaborare con altre organizzazioni europee di pesca all’interno di Europêche per promuovere norme di pesca sostenibile e garantire la sostenibilità a lungo termine del nostro settore. L’adesione a Europêche non solo migliorerà la capacità della nostra associazione di sostenere gli interessi dei pescatori lituani, ma contribuirà anche agli obiettivi più ampi di sviluppo sostenibile e tutela ambientale nei settori della pesca in Europa. Come settore, stiamo affrontando molte sfide comuni e solo lavorando insieme possiamo superarle”.

Daniel Voces, amministratore delegato di Europêche, ha espresso il proprio entusiasmo per l’ingresso del nuovo membro: “La Lithuanian Long Distance Fisheries Association rappresenta un segmento dinamico e vitale dell’industria ittica lituana. Siamo lieti di accoglierli nella famiglia di Europêche. La nuova associazione baltica porta con sé una vasta esperienza e competenza, in particolare nella pesca a lunga distanza, che saranno inestimabili mentre continuiamo a sostenere gli interessi dell’industria ittica europea sia a livello UE che internazionale”.

L’importanza della collaborazione internazionale

L’aggiunta della Lithuanian Long Distance Fisheries Association a Europêche non è solo un riconoscimento dell’importanza della pesca lituana, ma anche un passo cruciale verso una maggiore collaborazione internazionale. In un settore che affronta sfide significative, dalla sostenibilità ambientale alla regolamentazione internazionale, la cooperazione tra diverse nazioni e organizzazioni diventa fondamentale.

L’adesione della Lithuanian Long Distance Fisheries Association a Europêche rappresenta una svolta importante per il settore della pesca europea. Con un impegno condiviso verso pratiche sostenibili e un futuro più verde, questa partnership promette di portare benefici significativi non solo ai pescatori lituani, ma all’intera industria ittica dell’UE.

Europêche accoglie la Lithuanian Long Distance Fisheries Association

 

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Pubblicata relazione della Commissione su misure tecniche per la pesca

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Pubblicata relazione della Commissione su misure tecniche per la pesca – La Commissione Europea ha pubblicato un rapporto dettagliato sull’attuazione delle misure tecniche volte a proteggere le risorse ittiche e gli ecosistemi marini. Questo documento evidenzia le azioni intraprese per garantire una gestione sostenibile della pesca e minimizzare l’impatto negativo delle attività di pesca sulla biodiversità marina.

Le misure chiave

Le misure tecniche descritte nel rapporto comprendono una serie di disposizioni innovative:

1. Utilizzo di attrezzi e pratiche di pesca innovativi: l’adozione di attrezzature moderne è fondamentale per ridurre l’impatto ambientale delle operazioni di pesca.
2. Dimensioni minime di conservazione: stabilire dimensioni minime per le specie ittiche permette di proteggere i giovani esemplari e favorire il recupero degli stock.
3. Limitazioni e divieti di pesca: l’introduzione di restrizioni in specifiche zone o periodi è essenziale per la tutela delle aree di riproduzione e delle specie sensibili.

Dal 2021, la Commissione ha approvato 14 atti delegati, basati su raccomandazioni congiunte degli Stati membri e pareri scientifici. Tra le misure più rilevanti:

– Protezione della focena comune nel Mar Baltico: iniziative mirate per salvaguardare questa specie vulnerabile.
– Chiusura stagionale per l’halibut atlantico: restrizioni nello Skagerrak e nel Kattegat per proteggere le aree di riproduzione di questa importante specie commerciale.

Il rapporto include anche contributi del Consiglio Internazionale per l’Esplorazione del Mare (ICES), che ha fornito aggiornamenti sugli attrezzi innovativi per la pesca. L’innovazione è cruciale per garantire la resilienza e la competitività del settore ittico europeo, permettendo di offrire ai consumatori prodotti ittici di alta qualità con un impatto minimo sull’ambiente marino.

Aree di miglioramento

Nonostante i progressi, il rapporto individua alcuni ambiti che necessitano di ulteriori miglioramenti. In particolare, è fondamentale accelerare l’adozione di misure per attenuare l’impatto sulle specie sensibili. Il coinvolgimento di tutti gli attori interessati, specialmente dei Consigli consultivi, è essenziale per l’efficace attuazione delle misure tecniche.

Contesto normativo

Il regolamento sulle misure tecniche, entrato in vigore nel 2019, mira a supportare gli obiettivi della Politica Comune della Pesca e a raggiungere un buono stato ambientale, come stabilito nella Direttiva Quadro sulla Strategia per l’Ambiente Marino e nelle direttive Uccelli e Habitat. Il regolamento permette agli Stati membri dell’UE di concordare misure tecniche regionali, adattate alle specifiche circostanze di ogni bacino marittimo.

La Commissione è tenuta a riferire sull’attuazione del regolamento ogni tre anni. Questo è il secondo rapporto pubblicato da quando il regolamento è entrato in vigore, e offre una panoramica completa delle azioni intraprese e dei risultati ottenuti finora.

Il nuovo rapporto della Commissione Europea rappresenta un passo importante verso la sostenibilità della pesca e la protezione degli ecosistemi marini. Con l’adozione di attrezzi innovativi e pratiche sostenibili, l’UE dimostra il suo impegno nel garantire un futuro resiliente e prospero per il settore ittico. Il continuo miglioramento e l’adattamento delle misure tecniche sono essenziali per affrontare le sfide ambientali e promuovere una pesca responsabile e sostenibile.

Pubblicata relazione della Commissione su misure tecniche per la pesca

 

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Le carriere blu per un’economia del mare sostenibile

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Le carriere blu per un’economia del mare sostenibile – La Blue Economy e la filiera del mare rappresentano un settore di grande rilievo, che potrebbero offrire importanti opportunità per lo sviluppo occupazionale. Il mare Adriatico e la costa emiliano-romagnola posseggono caratteristiche e potenzialità per generare una reale crescita blu nei prossimi anni. Questo sarà possibile solo se si investirà concretamente nell’Istruzione, nella formazione professionale e in nuove competenze blu per lo sviluppo delle carriere professionali perché un’economia blu competitiva, resiliente e socialmente equa necessita di figure professionali altamente qualificate e con competenze professionali adeguate ai bisogni delle imprese.

Oggi diversi settori economici, come il settore della pesca e dell’acquacoltura, hanno difficoltà a trovare personale qualificato e competente e questo ostacola fortemente la loro crescita: nel settore ittico sono 25.000 sono gli occupati in Italia, con una contrazione di oltre il 38% negli ultimi vent’anni. A questo si aggiunge l’invecchiamento dei lavoratori nel settore della pesca, con oltre il 58% della forza lavoro che ha un’età compresa tra 40 e 64 anni e con il 7% dei pescatori con un’età superiore ai 65 anni. Nell’ultimo ventennio tanti marinai hanno abbandonato il settore e oggi, con un’età media elevata, bassi livelli di scolarizzazione e con competenze obsolete, il settore è fortemente minacciato dalla mancanza di una manodopera qualificata e di professionisti qualificati in grando di governare e orientare le strategie mirate a tutelare e salvaguardare le risorse e l’approvvigionamento ittico sulle nostre coste.

E sulle future professioni del mare se ne parlerà a Borgomarina di Cervia, mercatino dei pescatori, giovedì 1° agosto, alle ore 21, all’appuntamento settimanale organizzato dalla Cooperativa Pescatori di Cervia. Alla serata dedicata alle professioni blu, condotta da Massimo Bellavista, responsabile pesca e acquacoltura Emilia-Romagna di Legacoop Agroalimentare, parteciperanno Piergiorgio Vasi, Responsabile Sviluppo e Valorizzazione della Pesca Marittima e dell’Acquacoltura della Regione Emilia-Romagna, Alessio Bonaldo, Professore ordinario dell’Università di Bologna, Laura Zambrini, Project Leader Demetra Formazione, Giuditta Carbone, Biologa e Ricercatrice della Cooperativa MARE.

A livello europeo diverse sono le azioni messe in campo per dare risposte a tali criticità, principalmente mirate a ridurre il divario tra l’offerta formativa e le esigenze del mercato del lavoro ma anche per migliorare l’attrattività e la consapevolezza sulle opportunità occupazionali e di carriera nell’economia del mare. Ciò non è sufficiente e oggi più che mai il settore ha bisogno di investimenti strutturali e di puntuali strategie per l’orientamento professionale dei giovani e delle giovani. Per far fronte a questa criticità l’Unione Europea ha pubblicato un avviso pubblico (carriere blu, fondo europeo per le attività marittime, la pesca e acquacoltura 2021/ 2027), mirato a contribuire allo sviluppo di una prossima generazione di competenze blu e per offrire opportunità di carriere marittime attraenti e sostenibili. E tra gli 8 progetti approvati in tutta Europa è presente BOUTCAR (Blue Jobs Through Blue Careers) che mira a sviluppare nuovi profili professionali e nuove competenze nella Blue Economy al fine di garantire l’occupabilità degli operatori della pesca e dell’acquacoltura e per favorire l’avvicinamento delle giovani generazioni alle professioni del mare.

Il progetto vede un’ampia rete di soggetti pubblici e privati, impegnati nell’identificazione di profili professionali e competenze, nella sperimentazione di pacchetti didattici e nello sviluppo di un network dell’istruzione e della formazione professionale nella Blue Economy. L’Italia è capofila del partenariato europeo (Paesi coinvolti Italia, Spagna, Grecia, Belgio), capitanata dall’Ente Demetra Formazione, assieme a Legacoop Agroalimentare Nord Italia, Mare Società Cooperativa e l’Università di Bologna – Dipartimento Scienze Mediche Veterinarie.

Le carriere blu per un’economia del mare sostenibile

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