Mese: Luglio 2024 Pagina 17 di 20

Il governo canadese e le comunità native insieme per le Aree Marine Protette

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Il governo canadese e le comunità native insieme per le Aree Marine Protette – Il 25 giugno i rappresentanti del governo federale canadese, i delegati del governo della British Columbia e un’organizzazione composta dai rappresentanti di ben 17 Prime Nazioni dei nativi canadesi hanno lanciato ufficialmente l’iniziativa Great Bear Sea. L’iniziativa mira a creare una struttura giuridica per proteggere e tutelare la fauna e gli habitat marini, promuovendo la gestione sostenibile delle Aree Marine Protette (AMP) e creando nuovi posti di lavoro nella filiera del turismo e della ricerca marina.

La progettualità intrapresa mira a raccogliere 335 milioni di dollari canadesi utili per nuovi investimenti nel territorio costiero del Northern Shelf Bioregion. Il governo investirà 200 milioni di dollari, ulteriori 60 milioni proverranno dalla British Columbia e altri 75 milioni di dollari giungeranno dalle organizzazioni filantropiche. Finanziamenti che puntano allo sviluppo economico e alla diversificazione delle opportunità per le comunità dei nativi.

Le Prime Nazioni stanno lavorando in partnership con le istituzioni federali e locali coinvolgendo stakeholder e compagnie industriali per riscrivere le logiche occupazionali e infrastrutturali delle Aree Marine Protette. Il Canada sta puntando ad aggiungere ulteriori 30.000 chilometri quadrati all’interno delle aree marine protette, pianificando specifici programmi di gestione territoriale.

“I popoli indigeni sono da sempre i naturali amministratori e custodi del territorio e dell’Oceano del Canada. L’annuncio di questa nuova cooperazione mira a rafforzare i progetti economici dei nativi e proteggere la salute degli ecosistemi marini. Continueremo a lavorare insieme alle comunità dei nativi per garantire un futuro alle coste del Canada e tutelare la salute degli oceani”, ha ribadito Justin Trudeau, Primo Ministro del Canada.

Pesci, balene, coralli, uccelli marini, foreste di alghe e numerose specie marine sono al centro delle iniziative del network, creatosi per la salvaguardia delle aree marine, sviluppando iniziative per promuovere e divulgare gli sforzi intrapresi nella conservazione del territorio per le prossime generazioni.

“I cittadini della Columbia Britannica condividono e tutelano il profondo legame con le zone costiere. Esse rappresentano una grande fonte di bellezza, di accesso al cibo e di nuove opportunità economiche. Attraverso i finanziamenti intrapresi per la conservazione sostenibile del territorio, aiuteremo a tutelare e garantire il futuro dei nostri ecosistemi marini, valorizzando la pesca e le opportunità delle comunità costiere”, ha ribadito David Eby, Primo Ministro della British Columbia.

“La firma dell’iniziativa Great Bear Sea Project segna un passo storico nella protezione della natura in Canada. Gli investimenti annunciati rappresentano una salvezza per le migliaia di specie che abitano la Northern Shelf Bioregion, una delle regioni marine più ecologicamente produttive al mondo. Il nostro governo ha lanciato la più grande campagna di conservazione del territorio nella storia del Canada, con l’obiettivo di proteggere il 30% delle terre e delle acque del Paese entro il 2030. Fin dall’inizio, ci siamo rivolti ai partner indigeni per guidare questo lavoro, poiché riconosciamo il loro ruolo quali custodi del territorio”, ha dichiarato Steven Guilbeault, Ministro dell’Ambiente e dei Cambiamenti Climatici del Canada.

Il governo canadese e le comunità native insieme per le Aree Marine Protette

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Dl Agricoltura. Lollobrigida, soddisfazione per approvazione

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Dl Agricoltura. Lollobrigida, soddisfazione per approvazione – “Esprimo grande soddisfazione per l’approvazione del dl Agricoltura in Senato. Ringrazio tutti i senatori e i relatori Luca De Carlo e Giorgio Bergesio per l’impegno profuso. Il decreto Agricoltura esce ancora più rafforzato grazie al lavoro parlamentare dei senatori con oltre 500 milioni di euro di interventi per il settore agricolo, della pesca e agroalimentare, una cifra mai vista in precedenza e che segna una svolta storica nella difesa dei nostri agricoltori e dei nostri pescatori”. Lo dichiara il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, dopo l’approvazione del dl Agricoltura al Senato.

“Abbiamo messo in campo strumenti per affrontare le principali emergenze, alcune relativamente nuove, come la peste suina africana, altre ereditate dal passato, come ad esempio il granchio blu o il tema della siccità, su cui i governi precedenti, in molti anni, non avevano evidentemente portato avanti delle azioni corrette e efficaci per contrastarle. Siamo intervenuti con risorse importanti contro la peronospora, la flavescenza dorata a sostegno del settore del kiwi e, come già detto, per il contenimento della piaga del granchio blu e per limitare gli effetti negativi della siccità. Inoltre, abbiamo rafforzato le azioni a contrasto delle pratiche sleali per chi compra prodotti agricoli sottocosto e, insieme alla ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, contro la piaga del caporalato”, evidenzia il ministro.

“Voglio inoltre ringraziare il senatore Patrizio La Pietra per il lavoro fatto anche e soprattutto sul tema di Granaio Italia, una svolta storica che consentirà di supportare in maniera più efficace un settore fondamentale come quello della produzione cerealicola e del grano duro, a cui vanno anche 20 milioni a sostegno della filiera. Siamo infine intervenuti sul campo delle semplificazioni, con l’accorpamento di SIN in AGEA, nell’ottica di ridurre gli sprechi e la moltiplicazione delle società pubbliche e per ottenere maggiore efficienza nei pagamenti dei contributi in agricoltura”.

“Si tratta però – conclude il ministro Lollobrigida – non soltanto di un decreto che affronta le emergenze, ma anche e soprattutto di un provvedimento normativo di prospettiva che mira a rilanciare complessivamente l’agricoltura italiana anche a livello europeo e mondiale in scia con quanto fatto dal Governo Meloni fin dall’inizio e ribadito anche nel recente G7. Oggi possiamo dire che l’agricoltore come bio regolatore e custode del territorio, ritorna al centro dell’agenda europea. Alcune battaglie dell’Italia, come quella contro il nutriscore e contro il cibo sintetico, hanno rappresentato una svolta e oggi siamo seguiti anche da molte altre nazioni dell’Unione e non solo. Continueremo su questa linea, in difesa della pesca, dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano, perché la difesa del settore primario rappresenta un interesse centrale per la nostra Nazione”. 

Dl Agricoltura. Lollobrigida, soddisfazione per approvazione

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Allarme WWF per le risorse ittiche in vista del Fish Dependence Day

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Allarme WWF per le risorse ittiche in vista del Fish Dependence Day – Dall’8 al 12 luglio, Roma ospiterà la 36esima edizione del Comitato per la Pesca della FAO (COFI), il più importante forum intergovernativo globale dedicato a temi cruciali per la pesca e l’acquacoltura. Questo evento riunisce i paesi membri della FAO per discutere e affrontare le sfide del settore ittico a livello mondiale.

Fish Dependence Day: l’allarme del WWF per le risorse ittiche

Parallelamente, il WWF, attraverso la sua campagna “Our Future“, richiama l’attenzione sul “Fish Dependence Day“, che segna il momento in cui l’Europa esaurisce virtualmente la propria produzione annuale di pesce, molluschi e crostacei. Con il 58% degli stock ittici sovrapescati, il Mediterraneo è il secondo mare più sovrasfruttato al mondo, una situazione aggravata dal cambiamento climatico e dall’inquinamento marino.

Consumo europeo di pesce

In Europa, ogni cittadino consuma in media 24 kg di pesce l’anno, con gli italiani che ne consumano 31,21 kg pro capite. Questo consumo elevato porta a una pressione insostenibile sugli stock ittici locali, rendendo necessarie le importazioni per soddisfare la domanda. La pesca eccessiva e la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) minacciano ulteriormente gli ecosistemi marini e le economie locali, con specie come nasello, sardina, gamberi e triglia di fango tra le più colpite.

Crisi climatica e pesca

La crisi climatica rappresenta una minaccia crescente per la produzione mondiale di pesce, con il riscaldamento degli oceani che riduce le popolazioni ittiche. Alcune aree tropicali potrebbero vedere una diminuzione fino al 40% delle risorse ittiche entro il 2100, con gravi conseguenze per le comunità che dipendono dalla pesca.

Il Mediterraneo

Il cambiamento climatico sta trasformando anche il Mediterraneo, con fenomeni come la tropicalizzazione del mare, che costringe le specie autoctone a spostarsi e lascia spazio a specie invasive. Questo ha portato a una riduzione delle specie autoctone fino al 40% in alcune aree. Inoltre, i bloom di meduse e la riduzione delle praterie di posidonia stanno diminuendo la capacità del mare di immagazzinare CO2, peggiorando ulteriormente la situazione ambientale.

La soluzione

Il WWF sottolinea l’importanza di comportamenti di consumo responsabili per proteggere gli ecosistemi marini e sostenere la pesca sostenibile. Adottare pratiche di pesca responsabile e implementare misure di gestione efficaci sono passi cruciali per mitigare gli impatti del cambiamento climatico e garantire la sostenibilità delle risorse ittiche.

L’edizione del COFI di quest’anno rappresenta quindi un’opportunità cruciale per affrontare le sfide della pesca e dell’acquacoltura a livello globale. Con l’Europa che continua a fare affidamento sulle importazioni per soddisfare la domanda interna di pesce, è fondamentale promuovere pratiche sostenibili e responsabili per proteggere le risorse marine per le generazioni future.

Allarme WWF per le risorse ittiche in vista del Fish Dependence Day

 

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I bloom di meduse e gli impatti sugli ecosistemi marini

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I bloom di meduse e gli impatti sugli ecosistemi marini – Il termine “bloom di meduse” si riferisce a un fenomeno in cui si verifica un aumento rapido e massiccio della popolazione di meduse in una determinata area marina.

Questo fenomeno può essere causato da una combinazione di fattori ambientali come:

Aumento delle temperature dell’acqua: le temperature più elevate favoriscono la riproduzione e la crescita delle meduse.
Eutrofizzazione: un eccesso di nutrienti nell’acqua, spesso dovuto all’inquinamento agricolo o urbano, che aumenta la disponibilità di cibo per le meduse.
Diminuzione dei predatori naturali: la pesca eccessiva di specie predatrici come tartarughe e pesci predatori riduce la pressione sui popolamenti di meduse, permettendo loro di prosperare.
Modifiche agli ecosistemi: i cambiamenti ambientali e la distruzione degli habitat possono creare condizioni favorevoli per le meduse.

Impatti dei bloom di meduse sugli ecosistemi marini e sulle attività umane

Interferenze con la Pesca

I bloom di meduse possono avere un impatto devastante sulla pesca commerciale e artigianale. Le meduse, in grandi quantità, possono competere con i pesci per il cibo e, in alcuni casi, predare direttamente le larve di pesce. Questo può portare a una diminuzione delle popolazioni ittiche e, di conseguenza, a una riduzione delle catture per i pescatori. Inoltre, le meduse possono riempire le reti da pesca, rendendole pesanti e difficili da manovrare, danneggiandole o rendendole inutilizzabili .

Danni alle reti da pesca
Quando le meduse si accumulano nelle reti da pesca, possono causare danni fisici significativi. Il peso delle meduse intrappolate può strappare le reti, e il muco delle meduse può incollarsi alle maglie, rendendo difficile la pulizia e la manutenzione delle attrezzature. Questo aumenta i costi operativi per i pescatori, che devono riparare o sostituire le reti danneggiate e spendere più tempo per la manutenzione .

Ostruzione delle prese d’acqua
Le meduse possono ostruire le prese d’acqua delle centrali elettriche e degli impianti di desalinizzazione, compromettendo il funzionamento di queste infrastrutture critiche. Le prese d’acqua utilizzate per il raffreddamento delle centrali possono essere bloccate dalle masse di meduse, causando surriscaldamenti e potenziali guasti. Gli impianti di desalinizzazione, che forniscono acqua potabile dalle risorse marine, possono anch’essi essere compromessi, riducendo l’efficienza e aumentando i costi operativi .

Problemi per il turismo
I bloom di meduse rappresentano anche un problema significativo per il turismo, in particolare nelle località balneari. La presenza di grandi quantità di meduse può scoraggiare i turisti dal nuotare e praticare sport acquatici, riducendo l’afflusso turistico e danneggiando l’economia locale. Le punture di meduse possono causare dolore e, in alcuni casi, gravi reazioni allergiche, aumentando il rischio per i bagnanti e richiedendo interventi medici più frequenti.

Casi significativi

Un caso significativo si è verificato nel 2007 in Giappone, dove un massiccio bloom di meduse Nomura (Nemopilema nomurai) ha causato gravi problemi alla pesca del paese. Le meduse, con un diametro di oltre due metri e un peso che può superare i 200 kg, hanno danneggiato le reti da pesca e ridotto drasticamente le catture di pesce .

Soluzioni e mitigazioni

Per mitigare l’impatto dei bloom di meduse, sono state proposte varie soluzioni. Tra queste vi sono l’installazione di barriere anti-meduse, l’uso di tecnologie di monitoraggio per prevedere e gestire i bloom, e la promozione del consumo di meduse come fonte alimentare. Alcuni paesi stanno anche sperimentando metodi per rimuovere le meduse dall’acqua, utilizzando imbarcazioni appositamente attrezzate.

I bloom di meduse rappresentano una minaccia crescente per gli ecosistemi marini e le attività umane. È essenziale sviluppare e implementare strategie efficaci per gestire e mitigare questi fenomeni, proteggendo così l’economia locale e preservando la salute degli ecosistemi marini.

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UE sollecitata a difendere piano d’azione clima nel quadro dell’ICCAT

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UE sollecitata a difendere piano d’azione clima nel quadro dell’ICCAT – In vista della riunione del gruppo congiunto di esperti sul cambiamento climatico dell’ICCAT (Commissione Internazionale per la Conservazione dei Tonni dell’Atlantico), sei importanti organizzazioni non governative (Deutsche Stiftung Meeresschutz, Oceana, Sciaena, The Ocean Foundation, The Pew Charitable Trusts e WWF) hanno inviato una lettera a Stijn Billiet, capo della delegazione dell’Unione Europea (UE) presso l’ICCAT, evidenziando che è cruciale che l’Unione Europea mostri leadership nel sostenere l’adozione di un piano di azione climatica. L’attuale degrado dell’ambiente marino, si legge nella lettera, è principalmente dovuto alla pesca, ma gli effetti accelerati del cambiamento climatico, come il riscaldamento degli oceani e l’acidificazione, stanno avendo un impatto crescente sulle specie marine, sugli ecosistemi e sulle attività di pesca.

L’mportanza della gestione ecosistemica della Pesca

Secondo gli scienziati, l’Approccio Ecosistemico alla Gestione della Pesca (Ecosystem Approach to Fisheries Management – EAFM) è fondamentale per mitigare gli impatti combinati della pesca e del cambiamento climatico sulle popolazioni ittiche selvatiche. Pertanto, è imperativo che l’UE sostenga l’adozione dell’EAFM e delle Valutazioni delle Strategie di Gestione (MSE) che includano componenti climatiche ed ecologiche come parte del piano di azione climatica. Questo permetterà agli scienziati dell’ICCAT di fornire consigli che tengano conto delle incertezze, consentendo ai gestori dell’ICCAT di adottare misure più efficaci in un ambiente in cambiamento.

Un’opportunità per l’UE di guidare l’azione climatica

L’UE ha l’opportunità così – è riportato nella lettera – di continuare a guidare l’azione climatica, indirizzando l’ICCAT verso un approccio ecosistemico alla gestione della pesca. L’incorporazione di scenari di cambiamento climatico e obiettivi ecologici nelle MSE è cruciale e confermerà l’impegno dell’UE per ecosistemi sani e una gestione sostenibile della pesca.

La necessità di un piano di azione climatica all’incontro degli esperti dell’ICCAT è urgente per garantire la sostenibilità futura delle attività di pesca che mirano alle specie migratorie dell’Atlantico. La leadership dell’UE in questo ambito non solo contribuirà alla resilienza degli ecosistemi marini, ma rafforzerà anche la sua posizione come leader nell’azione climatica globale.

UE sollecitata a difendere piano d’azione clima nel quadro dell’ICCAT

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