Mese: Luglio 2024 Pagina 5 di 20

Nuovo partenariato pesca tra UE e Capo Verde

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Nuovo partenariato pesca tra UE e Capo Verde – La recente firma di un nuovo protocollo tra l’Unione Europea (UE) e Capo Verde rappresenta un passo significativo nella collaborazione per la pesca sostenibile. Questo accordo, valido per i prossimi cinque anni, permetterà alle imbarcazioni dell’UE di accedere alle acque di Capo Verde, garantendo allo stesso tempo lo sviluppo del settore della pesca locale. L’accordo mira a rafforzare la governance della pesca, proteggere l’ambiente marino e sostenere la creazione di posti di lavoro.

Il protocollo consente a 56 pescherecci degli Stati membri dell’UE di pescare nelle acque di Capo Verde. La flotta sarà composta da 24 tonniere con reti a circuizione, 10 tonniere con lenze e canne e 22 pescherecci con palangari di superficie, provenienti principalmente da Spagna, Francia e Portogallo. Il riferimento annuale concordato è di 7.000 tonnellate di catture, in linea con l’andamento degli ultimi anni.

Contributo economico e sviluppo sostenibile

L’UE contribuirà con 3,9 milioni di euro per un periodo di cinque anni, di cui 780.000 euro all’anno. Di questi, 430.000 euro saranno destinati alla promozione della gestione sostenibile della pesca, al potenziamento delle capacità di controllo e sorveglianza e al supporto delle comunità di pescatori locali. Oltre al contributo dell’UE, gli armatori pagheranno tasse all’amministrazione di Capo Verde per ottenere l’autorizzazione a pescare.

Benefici per l’economia blu di Capo Verde

Il protocollo sosterrà la gestione sostenibile delle risorse marittime, contribuendo alla sicurezza alimentare e nutrizionale e alla diversificazione dell’economia locale. Capo Verde mira a rafforzare l’industrializzazione e la competitività del settore, con un focus particolare sul potenziale strategico della zona di pesca nell’industria del tonno nell’Oceano Atlantico.

L’accordo prevede la creazione di valore aggiunto e posti di lavoro incoraggiando i trasbordi e gli sbarchi di catture nel porto di Mindelo, São Vicente, nonché l’imbarco di pescatori e osservatori locali su imbarcazioni europee. Questo garantirà una fornitura costante di prodotti ittici alle aziende di trasformazione locali.

Attraverso questo partenariato, l’UE contribuirà a rafforzare le capacità scientifiche, l’osservazione e la gestione dell’ambiente marino e delle aree marine protette. Inoltre, il protocollo promuoverà la gestione sostenibile della pesca e il controllo della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN). Sono previste nuove disposizioni per migliorare il monitoraggio delle navi, la gestione delle autorizzazioni di pesca e misure di gestione più efficaci per gli squali.

Il nuovo protocollo applicato provvisoriamente a partire da ieri, entrerà in vigore una volta completato il processo di ratifica da entrambe le parti, il che per l’UE implica il consenso del Parlamento Europeo. L’applicazione provvisoria permette la ripresa immediata delle attività di pesca nelle acque di Capo Verde, dopo una breve interruzione iniziata il 19 maggio 2024, data di scadenza del precedente protocollo.

Il nuovo protocollo di pesca tra l’UE e Capo Verde rappresenta un esempio di come la cooperazione internazionale possa promuovere la sostenibilità e lo sviluppo economico. Questo accordo non solo supporta la pesca sostenibile, ma contribuisce anche a migliorare le condizioni economiche e sociali delle comunità locali. È un modello che altre nazioni potrebbero seguire per bilanciare l’accesso alle risorse marine con la necessità di proteggere l’ambiente e sostenere le economie locali.

Nuovo partenariato pesca tra UE e Capo Verde

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Manuale degli attrezzi da pesca utilizzati dalla flotta dell’UE

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Manuale degli attrezzi da pesca utilizzati dalla flotta dell’UE – Il Parlamento europeo ha recentemente aggiornato il “Manuale degli attrezzi da pesca utilizzati dalla flotta dell’UE”, una pubblicazione fondamentale per il settore ittico europeo. Questo manuale offre una panoramica dettagliata e illustrata degli attrezzi da pesca più rilevanti utilizzati dalle flotte degli Stati membri, fornendo una risorsa indispensabile per professionisti e regolatori del settore.

Il manuale, realizzato dal Dipartimento Tematico per le Politiche Strutturali e di Coesione della Direzione Generale delle Politiche Interne per conto della Commissione Pesca del Parlamento Europeo, è strutturato in dieci capitoli. Ogni capitolo si concentra su diverse tipologie di attrezzi da pesca, tra cui ciancioli, reti da traino, palangari, draghe, trappole e attrezzi fissi.

Questa guida non solo descrive dettagliatamente la progettazione e il funzionamento di 35 attrezzi o modalità di pesca, ma indica anche le specie bersaglio e le principali aree di pesca delle flotte europee. Inoltre, i nomi degli attrezzi sono forniti in sette lingue: danese, tedesco, spagnolo, francese, italiano, olandese e portoghese.

Importanza della terminologia

Un aspetto cruciale evidenziato dall’introduzione della pubblicazione è la complessità del vocabolario associato agli attrezzi da pesca. La terminologia specializzata e le varianti regionali e locali sviluppate nel tempo rendono questo campo particolarmente complesso. La guida segue la classificazione statistica standard internazionale degli attrezzi da pesca (ISSCFG) sviluppata dalla FAO, aggiornata nel 1990 e nel 2016, per garantire coerenza e chiarezza.

Questo aggiornamento del manuale rappresenta un passo significativo verso una gestione più efficace e sostenibile delle risorse ittiche. Fornisce agli operatori del settore e ai decisori politici uno strumento essenziale per comprendere e regolamentare l’uso degli attrezzi da pesca, contribuendo alla conservazione degli ecosistemi marini e alla sostenibilità della pesca.

Secondo un portavoce della Commissione Pesca del Parlamento Europeo, l’aggiornamento del manuale è stato necessario per riflettere le innovazioni tecnologiche e le pratiche sostenibili adottate negli ultimi anni. È uno strumento chiave per promuovere una pesca responsabile e per educare i nuovi operatori del settore.

Manuale degli attrezzi da pesca utilizzati dalla flotta dell’UE

 

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Fish Dependence Day: quando l’Europa esaurisce virtualmente l’equivalente della produzione annua interna di pesce, molluschi e crostacei

Fish Dependence Day: quando l’Europa esaurisce virtualmente l’equivalente della produzione annua interna di pesce, molluschi e crostacei

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Il WWF, con la sua campagna Our Future a metà luglio, ricorda che questo evento coincide con la ricorrenza del “Fish Dependence Day“, quel momento in cui l’Europa esaurisce virtualmente l’equivalente della produzione annua interna di pesce, molluschi e crostacei.

Con ben il 58% degli stock ittici sovrapescati, il Mediterraneo è il secondo mare più sovrasfruttato al mondo (contro il 37,7% degli stock ittici sovrasfruttati a livello globale), condizioni acuite dagli altri impatti cui è soggetto l’ecosistema marino, in primo luogo il cambiamento climatico.

Se nei primi sei mesi dell’anno avessimo consumato solo risorse dei nostri mari, da luglio alla fine dell’anno queste non sarebbero più disponibili e l’Europa dovrebbe ricorrere alle importazioni per sostenere la crescente richiesta dei consumatori. 

La domanda europea di prodotti ittici è infatti troppo alta: ogni cittadino europeo consuma in media circa 24 chili di pesce l’anno, e gli italiani superano la media con i loro 31,21 chili di pesce pro capite l’anno.

In Italia, il Fish Dependence Day mostra l’impatto devastante dei consumi eccessivi sugli stock ittici del Mediterraneo, con una domanda sempre più in aumento da parte dei consumatori, soprattutto nel periodo estivo, che alimenta una pesca eccessiva.

Le specie più colpite

Le specie più colpite includono il nasello, la sardina, i gamberi (viola e rosa) e la triglia di fango. Questa situazione è ulteriormente aggravata dalla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN), che mette a rischio gli ecosistemi marini e le economie locali.   

Per questo il WWF richiama l’attenzione sull’importanza di comportamenti di consumo responsabili dei prodotti ittici.

Alle azioni umane si aggiunge un altro elemento che si fa sempre più sentire. La crisi climatica mette a rischio ben la metà della produzione mondiale di pesce, con gravi conseguenze per le piccole comunità che vivono di pesca. Il riscaldamento degli oceani sta riducendo le popolazioni ittiche, con alcune aree tropicali che potrebbero vedere una diminuzione fino al 40% entro il 2100.

Anche nel nostro mare il cambiamento climatico sta causando effetti come: la tropicalizzazione del mare, con specie autoctone costrette a spostarsi a causa dell’aumento delle temperature e lasciare il posto alle specie invasive (quasi 1.000 nuove specie invasive, di cui 126 specie ittiche, sono entrate nel Mediterraneo, causando riduzioni delle specie autoctone fino al 40% in alcune aree, per motivi di competizione o predazione); i bloom di meduse, provocati da un mix di fattori tra cui l’eutrofizzazione del mare e la riduzione degli stock ittici; la diminuzione della capacità di immagazzinamento della CO2 dovuta alla riduzione delle praterie di posidonia.

Impatti analizzati in maniera approfondita all’interno del report lanciato il mese scorso dal WWF “Il Respiro degli oceani”.

“Le evidenze scientifiche confermano come aumentando la protezione in aree chiave del Mediterraneo, gli habitat marini potrebbero riprendersi, gli stock ittici chiave essere ricostituiti e noi potremmo combattere al meglio l’impatto del cambiamento climatico – afferma Giulia Prato, Responsabile Mare del WWF Italia -. Ma anche ridurre il nostro consumo di pesce soprattutto per quanto riguarda le specie più sovrasfruttate, diversificando le nostre scelte di prodotti ittici è fondamentale per contrastare la pesca eccessiva, incoraggiare la transizione verso una pesca più sostenibile e supportare la resilienza dell’ecosistema marino. Il WWF Italia invita i consumatori a fare scelte di consumo responsabili, come contributo agli obiettivi di conservazione e tutela del nostro mare. Acquistare pesce adulto, locale e di stagione, meglio ancora, scegliere specie poco comuni, evitando quelle più sovrasfruttate, così da bilanciare la pressione sulle risorse marine, favorendo il mantenimento della biodiversità marina e la rigenerazione degli stock ittici”.

Pesce: acquisto responsabile

Controllare l’etichetta del pesce che si vuole acquistare è fondamentale; verificare la provenienza e il metodo di cattura, e orientare la propria scelta verso stock in buone condizioni e pratiche di pesca meno impattanti, permette di muovere l’offerta del mercato verso una pesca più sostenibile. In questo contesto, risulta fondamentale accompagnare la pesca verso un percorso di sostenibilità, tracciabilità e trasparenza. Il WWF promuove una pesca più sostenibile a 360 gradi, lavorando con i pescatori locali, ricercatori, autorità e filiera affinché si pratichino attività di pesca più sostenibili in termini ecologici e socio-economici, con una migliore valorizzazione dei prodotti ittici sul mercato e una diversificazione delle attività e ha messo a disposizione dei consumatori una guida per aiutare all’acquisto del pesce, proprio sulla valutazione di questi parametri, e promuove anche l’educazione e la consapevolezza attraverso un gioco interattivo che esplora il consumo dei prodotti ittici e i loro impatti sul clima.

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Sostegno dal FEAMP per le infrastrutture e bando mitilicoltura pugliese

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Sostegno dal FEAMP per le infrastrutture e bando mitilicoltura pugliese – L’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, ha incontrato, insieme a Rosa Fiore, dirigente della Struttura di Progetto Attuazione della politica europea per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura del Dipartimento Agricoltura, i rappresentanti dei dieci comuni pugliesi beneficiari della misura 1.43 “Porti, luoghi di sbarco, sale per la vendita all’asta e ripari di pesca” del Feamp, il Programma Operativo 2014-2020 del Fondo europeo per la politica marittima, la pesca e l’acquacoltura in corso di chiusura. Su questa misura sono state impegnate dalla Regione Puglia risorse pari 9,4 milioni di euro, destinate a realizzare in diversi comuni, dal Gargano al Salento, il miglioramento degli approdi e la realizzazione di infrastrutture dedicate alla commercializzazione diretta del pescato, attività sempre più apprezzata dai consumatori. Alcuni comuni, nonostante le numerose interlocuzioni dei mesi scorsi rispetto allo stato di avanzamento dei lavori, fissati ad un minimo del 70% entro il 31.12.2023, hanno avuto una serie di criticità e non sarà possibile riallocare le risorse.

“L’obiettivo, d’intesa con i comuni – ha ricordato l’assessore Pentassuglia – è di verificare nella nuova pianificazione FEAMPA 2021-2027 la possibilità di attuare nuovi bandi per questo tipo di intervento, per un miglioramento continuo dei servizi per i pescatori. Si tratta di attività utili anche a garantire la sicurezza e la salubrità del pescato locale che poi finisce sulle tavole di tutta la Puglia”.

Per la salvaguardia della mitilicoltura pugliese è in corso di definizione da parte della Sezione Gestione Sostenibile e Tutela delle Risorse Forestali e Naturali del Dipartimento Agricoltura il bando 2024 per il sostegno diretto alla mitilicoltura pugliese, con una dotazione finanziaria di 150mila euro, a valere sull’ex Legge Regionale n. 26/2012 (art. 30) e sull’articolo 26 della Legge Regionale n. 1/2016.

“In questo momento il surriscaldamento delle acque, in particolare nel primo seno del golfo di Taranto, sta generando l’asfissia dei mitili, con gravissimo impatto economico sulle imprese del settore – ha sottolineato l‘assessoree per condividere gli asset di questo aiuto in regime de minimis abbiamo convocato immediatamente le associazioni di categoria e i sindacati, sempre con spirito di condivisione degli obiettivi e la tempestività necessaria per fronteggiare anche la situazione connessa alla morìa dei mitili nelle acque di Taranto”.

Nei prossimi giorni proseguirà su questo tema l’interlocuzione dell’assessore Donato Pentassuglia con i vertici del Comune di Taranto e i rappresentanti delle imprese.

Sostegno dal FEAMP per le infrastrutture e bando mitilicoltura pugliese

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Carmen Crespo eletta presidente della Commissione Pesca del Parlamento europeo

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Carmen Crespo eletta presidente della Commissione Pesca del Parlamento europeo – Carmen Crespo è stata eletta per acclamazione come nuova presidente della Commissione Pesca del Parlamento Europeo. Questa elezione segna l’inizio di un nuovo capitolo per la commissione, con Crespo che promette di affrontare le sfide del settore ittico con impegno e dedizione.

Il nuovo direttivo della Commissione Pesca

Alla riunione costitutiva della Commissione Pesca (PECH), sono stati eletti anche i nuovi vicepresidenti che accompagneranno Crespo nel suo mandato:
Sander Smit (PPE, Paesi Bassi) è stato eletto primo vicepresidente.
Giuseppe Milazzo (ECR, Italia) è stato eletto secondo vicepresidente con 16 voti favorevoli, 5 contrari e 6 astenuti.
Stéphanie Yon-Curtin (Renew, Francia) è stata eletta terza vicepresidente con 20 voti favorevoli.
Jessica Polgjärd (PPE, Svezia) è stata eletta quarta vicepresidente per acclamazione.

Crespo, unica candidata alla presidenza, è stata proposta dal Partito Popolare Europeo. Nel suo discorso di insediamento, ha espresso gratitudine e la volontà di ascoltare tutti gli eurodeputati. Ha sottolineato l’importanza di lavorare per un settore vulnerabile come quello della pesca, promettendo di affrontare le esigenze e le sfide del settore con determinazione. La sua leadership sarà cruciale nei prossimi due anni e mezzo per guidare la Commissione Pesca verso soluzioni sostenibili e innovative.

Con Carmen Crespo alla guida della Commissione Pesca del Parlamento Europeo, il settore ittico europeo può guardare al futuro con maggiore ottimismo. La sua leadership promette di portare avanti iniziative che favoriranno la sostenibilità, l’innovazione e il supporto ai pescatori. La prima riunione ordinaria della Commissione in questa nuova legislatura è prevista per domani, mercoledì 24 luglio, dalle ore 10:30 alle ore 12:30.

Carmen Crespo eletta presidente della Commissione Pesca del Parlamento europeo

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