Mese: Agosto 2024 Pagina 10 di 17

La filiera Ittica: l’approfondimento  dal XII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare

La filiera Ittica: l’approfondimento dal XII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare

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La filiera ittica italiana, descritta nel XII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare del 2024, si conferma una delle componenti più dinamiche e strategiche della Blue Economy. Questo settore, che comprende pesca, acquacoltura, trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici, rappresenta una risorsa fondamentale per l’economia italiana, con un impatto significativo sia a livello locale che nazionale.

Un settore in crescita

Secondo il rapporto, la filiera ittica italiana contribuisce con un valore aggiunto diretto di circa 3,5 miliardi di euro. Tuttavia, grazie al suo moltiplicatore economico di 1,7, il valore aggiunto complessivo – includendo gli effetti indiretti e indotti – raggiunge i 5,95 miliardi di euro. Questo dato sottolinea l’importanza del settore all’interno della Blue Economy, il cui valore complessivo supera i 60 miliardi di euro. Inoltre, la filiera ittica impiega direttamente circa 30.000 persone, evidenziando il ruolo cruciale della pesca e dell’acquacoltura nel sostenere l’economia delle comunità costiere italiane.

Moltiplicatore ecoomico e dinamismo territoriale

Il moltiplicatore economico della filiera ittica, pari a 1,7, significa che per ogni euro speso nel settore, si generano ulteriori 1,7 euro in termini di effetti economici. Sebbene questo valore sia leggermente inferiore al moltiplicatore medio della Blue Economy, che si attesta a 1,8, esso dimostra comunque l’effetto propulsivo del settore ittico sull’economia nazionale.

Acquacoltura in primo piano

Uno degli sviluppi più rilevanti emersi dal rapporto è la crescente importanza dell’acquacoltura, che ora rappresenta circa il 40% della produzione ittica totale in Italia. Questo settore è in forte crescita grazie agli investimenti in tecnologie innovative e pratiche sostenibili, che hanno permesso di aumentare la produttività riducendo al contempo l’impatto ambientale.

Esportazioni e consumo interno

Il valore delle esportazioni di prodotti ittici italiani è significativo, raggiungendo circa 1,5 miliardi di euro all’anno. Questo dato evidenzia la competitività della filiera sui mercati internazionali, in particolare all’interno dell’Unione Europea. All’interno del Paese, il consumo di pesce si mantiene elevato, con una media di 28 kg pro capite all’anno, un dato che supera la media europea e sottolinea l’importanza culturale e gastronomica del pesce nella dieta italiana.

Imprenditoria giovanile e femminile

Il rapporto mette in luce l’importante contributo dell’imprenditoria giovanile e femminile nella filiera ittica. Le imprese ittiche guidate da giovani rappresentano circa il 15% del totale, un segnale positivo dell’attrattività del settore per le nuove generazioni, spesso motori di innovazione e sostenibilità. Anche l’imprenditoria femminile gioca un ruolo significativo, con circa il 20% delle imprese ittiche gestite da donne, evidenziando un trend di crescita della presenza femminile in un settore tradizionalmente dominato dagli uomini.

OsserMare

OsserMare L’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare – OsserMare con il Centro Studi Tagliacarne – Unioncamere svolgono un ruolo fondamentale nel monitoraggio e nell’analisi della filiera ittica. Grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate, OsserMare fornisce dati accurati e aggiornati, essenziali per supportare le decisioni politiche e strategiche volte a garantire la sostenibilità e la crescita del settore.

“La filiera ittica rappresenta una delle colonne portanti della nostra Blue Economy. Questo settore non solo contribuisce in modo significativo alla crescita economica del Paese, ma è anche un esempio concreto di come tradizione e innovazione possano convivere per rispondere alle sfide globali. OsserMare continuerà a monitorare e supportare questa evoluzione, fornendo dati accurati e tempestivi per garantire uno sviluppo sostenibile e inclusivo,” ha dichiarato Antonello Testa, Coordinatore dell’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare-OsserMare.

XII Rapporto Nazioinale sull’Economia del Mare

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Nuovo report Sustainable Eel Group sull’anguilla europea

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Nuovo report Sustainable Eel Group sull’anguilla europea – Il Sustainable Eel Group (SEG) è pronto a presentare un report indipendente elaborato dall’University of Hull International Fisheries Institute, atteso per la fine di questo mese. Questo documento rappresenta l’analisi più dettagliata finora realizzata sui contributi di SEG nella lotta contro il traffico illegale di anguille e nella promozione della sostenibilità all’interno del settore della pesca commerciale dell’anguilla europea.

Il documento metterà in luce i successi ottenuti da SEG nella certificazione di una parte significativa delle catture di anguille e degli impianti di acquacoltura in Europa. Questa certificazione garantisce che le attività rispettino rigorosi standard di sostenibilità, cruciali per la protezione della specie Anguilla anguilla. Inoltre, il rafforzamento della tracciabilità lungo l’intera filiera dell’anguilla commerciale ha permesso di distinguere chiaramente gli operatori responsabili da quelli che non seguono le migliori pratiche, proteggendo così sia l’ecosistema marino che il mercato legale.

Conformità e collaborazione internazionale

Il documento esaminerà anche l’importanza delle revisioni periodiche dello standard SEG, che hanno rafforzato le linee guida sulla sostenibilità. Queste revisioni evidenziano l’impegno continuo del gruppo nel mantenere elevati standard ambientali e sociali. Il report esplorerà anche l’influenza di SEG oltre la certificazione, soprattutto attraverso la collaborazione con agenzie internazionali per contrastare il traffico illegale di anguille e migliorare la consapevolezza globale su questo tema critico.

Mentre l’analisi evidenzia i progressi significativi compiuti finora, non mancherà di identificare le aree in cui è necessario un miglioramento, come la trasparenza nel monitoraggio e nella rendicontazione delle attività. SEG è determinato a lavorare con i suoi partner per affrontare queste sfide, promuovendo una maggiore adozione della certificazione tra gli operatori meno rappresentati e migliorando l’efficacia delle misure di contrasto al traffico.

Inoltre, il report segnala una crescente preoccupazione per il trasferimento del problema del traffico illegale all’anguilla americana Anguilla rostrata, evidenziando la necessità di un’azione globale e coordinata per proteggere entrambe le specie.

Un impegno costante per il futuro dell’anguilla europea

SEG continua a sostenere una maggiore consapevolezza pubblica sui problemi legati al traffico di anguille e a investire in misure strategiche per contrastarlo. L’organizzazione è fermamente impegnata a collaborare con scienziati, enti di conservazione e operatori del settore commerciale per garantire un futuro sostenibile e inclusivo per l’anguilla europea, proteggendo al contempo la biodiversità marina e sostenendo lo sviluppo economico delle comunità locali.

Nuovo report Sustainable Eel Group sull’anguilla europea

 

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Disponibile lo studio Nofima sulla pigmentazione del salmone

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Disponibile lo studio Nofima sulla pigmentazione del salmone – Nofima, uno dei principali istituti di ricerca nel settore ittico, ha recentemente concluso uno studio approfondito sullo stato della pigmentazione nei filetti di salmone norvegese, mappando le sfide che gli allevatori di pesci devono affrontare. Questo studio, finanziato dal Fondo Norvegese per la Ricerca sui Prodotti della Pesca (FHF), ha rivelato importanti informazioni sul declino della qualità del colore dei filetti di salmone, fornendo al contempo suggerimenti su come affrontare queste problematiche.

Pigmentazione dei filetti di salmone: un problema sottovalutato

Uno dei principali risultati della ricerca è la conferma che la ripetuta disinfestazione meccanica ha un impatto negativo significativo sulla pigmentazione dei filetti di salmone. Questa scoperta è di particolare rilevanza poiché l’effetto non era stato documentato in precedenza. Secondo gli scienziati di Nofima, lo stress indotto da questi trattamenti potrebbe accelerare la degradazione dell’astaxantina, un potente antiossidante responsabile della colorazione rosata del salmone.

Tuttavia, non tutti gli allevatori percepiscono la scarsa pigmentazione come un problema critico. Mentre alcuni riportano che solo il 2% dei pesci macellati presenta una riduzione della pigmentazione, altri segnalano problemi su una quota che va dal 20% al 40%. Questa variabilità sottolinea l’importanza di una gestione personalizzata e attenta delle condizioni di allevamento.

La variabilità del colore e le sfide stagionali

La ricerca ha evidenziato che il colore del filetto può variare significativamente a seconda delle condizioni stagionali e del peso alla macellazione. In particolare, una crescita troppo rapida del pesce può portare a una pigmentazione insufficiente, mentre un peso maggiore alla macellazione tende a migliorare il colore del filetto. Inoltre, è emerso che i fornitori di pesci da incubatoio giocano un ruolo chiave nel determinare la qualità finale della pigmentazione, suggerendo la necessità di ulteriori indagini su questo aspetto.

Soluzioni proposte e azioni future

Per contrastare la diminuzione della pigmentazione, molti allevatori hanno già iniziato a modificare le formulazioni del mangime, aumentando la quantità di astaxantina e acidi grassi omega-3. Tuttavia, questi interventi comportano costi elevati e non sempre garantiscono un miglioramento uniforme della qualità del colore.

Nofima suggerisce una pianificazione più accurata della produzione, tenendo conto delle variazioni stagionali e cercando di minimizzare lo stress da disinfestazione meccanica. Il prossimo passo sarà esaminare più a fondo l’impatto della fase di incubatoio sul colore finale dei filetti, per comprendere meglio come migliorare la pigmentazione del salmone norvegese.

Disponibile lo studio Nofima sulla pigmentazione del salmone

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India: un industria ittica in forte espansione

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India: un industria ittica in forte espansione  – Negli ultimi anni, l’industria ittica indiana ha registrato una crescita notevole, consolidando la sua posizione come uno dei principali attori nel settore ittico globale. Secondo i dati rilasciati dal Ministero del Commercio e dell’Industria indiano, la produzione ittica del paese è aumentata da 14,2 milioni di tonnellate nel periodo 2019-2020 a 18,3 milioni di tonnellate nel 2023-2024. Parallelamente, le esportazioni di prodotti ittici sono cresciute da 1,4 milioni di tonnellate a 1,8 milioni di tonnellate, con un incremento significativo anche in termini di valore, passando da 467 miliardi di INR (6 miliardi di euro) a 610 miliardi di INR (6,8 miliardi di euro).

Espansione delle esportazioni e strategie governative

Nonostante questi progressi, l’ambizioso obiettivo del governo indiano di raggiungere i 12 miliardi di dollari di esportazioni annuali di prodotti ittici entro il 2025 appare sfidante. Tuttavia, il governo sta implementando una serie di politiche volte a sostenere ulteriormente la crescita del settore. Un esempio significativo è l’aumento delle esenzioni da dazi e tasse per alcuni prodotti ittici esportati, con il tasso del RoDTEP (Remission of Duties and Taxes on Exported Products) che è stato portato dal 2,5% al 3,1%. Questa mossa fornirà un rimborso parziale delle tasse agli esportatori, aumentando il loro margine di profitto e rendendo i prodotti ittici indiani più competitivi sui mercati internazionali.

Inoltre, il governo ha ridotto i dazi all’importazione sui mangimi per pesci e gamberi, oltre che sugli ingredienti chiave come l’olio di pesce e le alternative sostenibili come l’olio di alghe. Questi provvedimenti hanno l’obiettivo di ridurre i costi di produzione, incentivando una maggiore produzione e una migliore qualità dei prodotti ittici destinati all’esportazione.

Programma Pradhan Mantri Matsya Sampada Yojana: una visione sostenibile per il futuro

Un altro pilastro della strategia di crescita dell’industria ittica indiana è rappresentato dal programma Pradhan Mantri Matsya Sampada Yojana, lanciato dal Ministero della Pesca indiano nel marzo 2023. Questo programma prevede un investimento di 60,9 miliardi di rupie (660 milioni di euro) in cinque anni, mirato a promuovere lo sviluppo sostenibile dell’industria ittica. Le iniziative del programma si concentrano sull’incremento della produzione, sullo sviluppo delle infrastrutture post-raccolta e sulla modernizzazione della catena del valore, con un’enfasi particolare sull’adozione di pratiche responsabili e sostenibili.

Queste misure non solo migliorano la qualità dei prodotti ittici, ma garantiscono anche la sostenibilità a lungo termine dell’industria, preservando le risorse marine e promuovendo un approccio ecologico che può attrarre ulteriori investimenti internazionali.

Sebbene i risultati ottenuti finora siano impressionanti, l’industria ittica indiana deve affrontare diverse sfide per mantenere e accelerare la crescita. La concorrenza globale, le fluttuazioni dei prezzi internazionali e le sfide logistiche legate alle esportazioni sono solo alcune delle difficoltà che richiedono una pianificazione strategica e interventi mirati.

Tuttavia, grazie agli sforzi continui del governo e alla crescente consapevolezza dell’importanza di pratiche sostenibili, l’India è ben posizionata per consolidare ulteriormente la sua presenza nel mercato ittico globale, offrendo prodotti di alta qualità che soddisfano le crescenti esigenze dei consumatori internazionali.

India: un industria ittica in forte espansione 

 

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Eolico Offshore, nuovo accordo tra MingYang, Renexia e il Governo

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Eolico Offshore, nuovo accordo tra MingYang, Renexia e il Governo – Il panorama delle energie rinnovabili in Italia sta affrontando una svolta significativa nonostante i numerosi ostacoli normativi imposti dal Governo Meloni. Mentre il settore è frenato da decreti come Agricoltura e Aree idonee, Pniec e il Testo Unico ieri è arrivata la firma di un Memorandum of Understanding che mira a potenziare la filiera industriale nazionale dell’eolico offshore. Questo accordo coinvolge il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, l’azienda cinese MingYang Smart Energy e Renexia, azienda italiana attiva nel settore delle rinnovabili.

L’accordo mira a creare una nuova società (Newco) dedicata alla costruzione di turbine eoliche, con particolare attenzione ai parchi offshore galleggianti. Questa partnership prevede la realizzazione di un sito produttivo che genererà occupazione per circa 1.100 persone, con un investimento stimato di 500 milioni di euro. La localizzazione del sito sarà determinata entro 90 giorni, in collaborazione con il Governo.

Il progetto Med Wind

Renexia ha recentemente presentato lo studio di impatto ambientale per Med Wind, il più grande progetto di impianto eolico offshore floating del Mar Mediterraneo, situato al largo delle coste trapanesi. Il progetto, che ha richiesto anni di studi di fattibilità ambientale ed economica, rappresenta un investimento significativo e una pietra miliare per l’industria eolica italiana.

Benefici e sviluppi futuri

La partnership con MingYang consentirà a Renexia di avviare le installazioni entro il primo semestre del 2026. Utilizzando turbine da 18,8 MW, il progetto Med Wind prevede una riduzione del numero di aerogeneratori da 190 a 148, garantendo una produzione annua di 9 TWh, sufficiente per coprire il fabbisogno energetico di 3,4 milioni di utenze domestiche. Questa scelta comporterà vantaggi significativi, riducendo l’impatto ambientale e i costi di manutenzione.

Potenzialità del mercato italiano

L’Italia, con questo progetto, si posiziona come il terzo mercato mondiale per la tecnologia dell’eolico offshore galleggiante, con una stima di 27.000 nuovi posti di lavoro nel settore. La filiera industriale dell’eolico offshore e onshore potrà così diventare un punto di riferimento internazionale, rendendo l’Italia un leader nel settore delle energie rinnovabili.

L’accordo tra MingYang, Renexia e il Governo italiano rappresenta una svolta cruciale per lo sviluppo dell’energia eolica offshore in Italia. Nonostante le difficoltà normative, questa iniziativa mostra come la collaborazione internazionale e gli investimenti strategici possano trasformare l’Italia in un hub globale per le tecnologie verdi, creando nuove opportunità occupazionali e favorendo la sostenibilità ambientale.

Eolico Offshore, nuovo accordo tra MingYang, Renexia e il Governo

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