Mese: Agosto 2024 Pagina 16 di 17

Raddoppiate le esportazioni vietnamite di ostriche

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Raddoppiate le esportazioni vietnamite di ostriche  – Nel 2023, le esportazioni di ostriche dal Vietnam hanno mostrato una crescita impressionante, ma è nei primi cinque mesi del 2024 che si sta osservando un vero e proprio boom. Secondo i dati forniti dalla Vietnam Producers Association, il valore delle esportazioni di ostriche vietnamite nel maggio 2024 è aumentato del 52% rispetto all’anno precedente. Complessivamente, nei primi cinque mesi del 2024, il valore delle esportazioni ha raggiunto quasi 7 milioni di dollari, segnando un incremento del 31% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Mercati chiave e destinazioni principali

Il Vietnam esporta principalmente ostriche fresche refrigerate in oltre 10 paesi, con una prevalenza nella regione asiatica. Taiwan emerge come il mercato chiave, assorbendo l’82% delle esportazioni di ostriche vietnamite. Questo forte legame commerciale ha consolidato la posizione del Vietnam come fornitore di fiducia per Taiwan.

Un altro paese che ha mostrato un notevole aumento nelle importazioni di ostriche vietnamite è il Laos. Le importazioni laotiane di ostriche sono triplicate rispetto allo stesso periodo del 2023, raggiungendo un valore di oltre 713.000 dollari. Questo incremento significativo dimostra la crescente domanda di prodotti ittici di alta qualità provenienti dal Vietnam in diverse aree del sud-est asiatico.

Espansione oltre le ostriche

Non sono solo le ostriche a trainare il settore ittico vietnamita. Anche le esportazioni di altri molluschi, come le capesante, hanno registrato una crescita considerevole. Nei primi cinque mesi del 2024, il valore delle esportazioni di capesante è aumentato del 42%. Questi dati indicano una tendenza positiva e una diversificazione delle esportazioni ittiche del Vietnam, che stanno trovando sempre più spazio nei mercati internazionali.

Strategie di successo

La continua crescita delle esportazioni di ostriche e altri molluschi può essere attribuita a diverse strategie adottate dai produttori vietnamiti. In primo luogo, l’attenzione alla qualità e alla freschezza dei prodotti è un fattore chiave che ha contribuito a mantenere alta la domanda. Inoltre, l’espansione delle capacità di produzione e delle infrastrutture di refrigerazione ha permesso di soddisfare le esigenze di mercati esigenti come quello taiwanese.

Prospettive future

Le prospettive per il settore ittico vietnamita appaiono estremamente positive. Con una domanda in crescita nei mercati asiatici e l’adozione di pratiche sostenibili e innovative, il Vietnam è ben posizionato per continuare a espandere la propria presenza globale. Il continuo aumento delle esportazioni di ostriche e altri molluschi non solo rafforza l’economia del paese, ma contribuisce anche a consolidare la reputazione del Vietnam come leader nella produzione ittica di alta qualità.

In conclusione, il 2024 si preannuncia come un anno di ulteriore consolidamento e crescita per le esportazioni di ostriche vietnamite, con una forte domanda nei mercati asiatici e una diversificazione delle esportazioni che promette di portare nuovi successi nel settore ittico del paese.

Raddoppiate le esportazioni vietnamite di ostriche

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Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Pesca: approvata piattaforma rinnovo CCNL

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Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Pesca: approvata piattaforma rinnovo CCNL – Gli attivi unitari di Fai, Flai e Uila Pesca hanno approvato all’unanimità la piattaforma di rinnovo del CCNL per gli addetti imbarcati su natanti di cooperative di pesca per il quadriennio 2025-2028, che verrà inviata alle organizzazioni datoriali del mondo cooperativo rappresentate da AgciAgrital, Confcooperative Fedagripesca e Legacoop agroalimentare con l’auspicio di aprire la trattativa entro fine anno.

Con questo rinnovo le parti sociali si pongono l’obiettivo di restituire centralità al valore del lavoro nel comparto, rafforzando ulteriormente il sistema di relazioni sindacali e avviando, anche in questo settore, un confronto serio sul ricambio generazionale e sulla necessità, non più rinviabile, di un ammortizzatore sociale strutturato.

Elemento da valorizzare è anche la contrattazione di secondo livello, necessaria per rispondere alle esigenze specifiche di ogni territorio. Importante inoltre la maggior attenzione alla prevenzione della violenza di genere.

Fai, Flai, Uila Pesca considerano questo rinnovo l’occasione per difendere le peculiarità di un settore in crisi, messo ancora più in difficoltà dalle scelte politiche dell’Unione europea tendenti unicamente a ridurre lo sforzo di pesca, e dagli effetti dei cambiamenti climatici sugli stock ittici.

Sul versante economico le richieste, volte a incrementare il potere d’acquisto delle retribuzioni degli addetti, prevedono un aumento pari al 10 % del minimo monetario garantito e un incremento di € 60,00 del valore convenzionale ai fini previdenziali, nonché l’adeguamento delle indennità previste dal CCNL.

“Riteniamo la Piattaforma appena approvata un momento fondamentale per la discussione e il rilancio di un settore che negli anni ha subito gli impatti negativi sia delle crisi economiche che di quelle ambientali” – dichiarano Fai, Flai e Uila – “auspichiamo di poter avviare quanto prima le trattative con le controparti per poter giungere nel più breve tempo possibile al rinnovo del Contratto”.

Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Pesca: approvata piattaforma rinnovo CCNL

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Maretti: “Subito commissario straordinario granchio blu”

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Maretti: “Subito commissario straordinario granchio blu” – “Deve essere al più presto nominato il Commissario straordinario al granchio blu”. A chiederlo è Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare dal momento che l’emergenza non è certo finita. “Ad un anno di distanza dalle prime misure messe in campo dal ministero, riconfermiamo l’esigenza di un coordinamento della calamità e attendiamo la nomina del commissario straordinario, (come stabilito dal dl n.63 del 15 maggio 2024). Inoltre auspichiamo che il piano di intervento, che dovrà essere redatto dal commissario, preveda il coinvolgimento attivo delle associazioni di categoria e delle imprese sul territorio per indirizzare al meglio le risorse disponibili”. Quanto Maretti chiede, anche a nome delle realtà territoriali di Legacoop, è di “insistere ed investire su misure di contrasto alla specie e su strumenti di tutela, incentivando ulteriormente la campagna di smaltimento, anche destinando ad essa ulteriori risorse per poterla proseguire senza gravare sulle singole imprese”. Questo è “fondamentale per assistere le cooperative nella lotta al granchio”, spiega il presidente.

I danni per gli allevamenti e i costi elevati per difendersi. A causa della presenza del granchio blu, il calo di produzione della vongola verace ad oggi si aggira tra il 60%-70% rispetto al 2022/2023 e quest’anno “soltanto il duro lavoro di tutela e contrasto al granchio messo in campo dai cooperatori del basso ferrarese, grazie a strumenti come teli e recinti di contenimento/difesa, permette una raccolta minima di prodotto”, spiega Maretti. “Produzione minima che appunto richiede ingenti investimenti e ore di lavoro per poter essere preservata. Strumenti di difesa che però non possono essere messi in campo da tutte le cooperative di acquacoltura a causa delle diverse aree coinvolte dalle concessioni e ove possibile il loro utilizzo, richiedono molta manutenzione e cura per evitare fenomeni di anossia all’interno degli stessi allevamenti”.

Monitoraggio e ricerca diventano fondamentali. Per questo “di rilevante importanza sarà concretizzare un vero monitoraggio scientifico sulla presenza della specie e sugli effetti della sua interazione con l’habitat. Non si può fare affidamento su isolati fenomeni di moria del granchio che essendo causati da fenomeni atmosferici rappresentano oltretutto un segnale di pericolo non solo per il granchio, ma per l’intero ecosistema già messo a dura prova”. In questo quadro è imprescindibile “la sinergia tra imprese e mondo della ricerca per raggiungere l’obiettivo della tutela e recupero della produzione di vongole veraci, convivendo con la specie e mirando sempre più a diversificare ulteriormente le tipologie di allevamento e pesca nei comparti”.

Un anno di interventi, ma l’emergenza è sempre più viva. Un anno fa il ministero autorizzava la spesa di 2,9 milioni di euro a favore dei consorzi, delle imprese di acquacoltura e della pesca per provvedere alla cattura ed allo smaltimento del granchio blu. Risorse che sono state ulteriormente incrementate nel corso del 2023. Ma nonostante tutto la situazione nella Sacca di Goro e nei canali adduttori delle Valli di Comacchio resta critica. A parlare sono i numeri. Nel 2023, da luglio a novembre, sono stati smaltiti quasi 427mila chili di granchio blu, mentre da marzo a fine luglio di quest’anno i chili smaltiti sono stati poco più di 403mila. “In soli 5 mesi del 2024 si è quasi raggiunto il totale complessivo smaltito nel 2023. Dunque il quantitativo smaltito nel 2023 verrà ampiamente superato quest’anno visto che la campagna, grazie anche al milione di euro stanziato a luglio dalla Regione Emilia-Romagna, continuerà almeno fino settembre con l’auspicio di proseguire fino a novembre”, commenta Maretti.

Il granchio blu in tavola. I dati di commercializzazione confermano la difficoltà riscontrata dalle cooperative ad inserire il prodotto all’interno di canali commerciali esistenti per la scarsa richiesta di granchio blu da parte del mercato. Nei primi sei mesi di quest’anno sono stati venduti quasi 44mila chili di prodotto mentre lo scorso anno, da luglio a dicembre, erano stati 510mila. Proprio per far conoscere e incrementare la commercializzazione, Legacoop Agroalimentare ha dato vita ad una campagna di promozione e valorizzazione dei prodotti ittici dell’Emilia-Romagna con l’offerta di granchio blu fresco ma anche già pronto ad essere cucinato. Partita dalla Romagna, l’iniziativa vuole fare da apripista ad altre simili anche in altre regioni d’Italia.

Maretti: “Subito commissario straordinario granchio blu”

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Subito il commissario straordinario per il granchio blu

Subito il commissario straordinario per il granchio blu

[[{“value”:”Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare

«Deve essere al più presto nominato il Commissario straordinario al granchio blu». A chiederlo è Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare dal momento che l’emergenza non è certo finita.

«Ad un anno di distanza dalle prime misure messe in campo dal ministero, riconfermiamo l’esigenza di un coordinamento della calamità e attendiamo la nomina del commissario straordinario, (come stabilito dal dl n.63 del 15 maggio 2024). Inoltre auspichiamo che il piano di intervento, che dovrà essere redatto dal commissario, preveda il coinvolgimento attivo delle associazioni di categoria e delle imprese sul territorio per indirizzare al meglio le risorse disponibili». Quanto Maretti chiede, anche a nome delle realtà territoriali di Legacoop, è di «insistere ed investire su misure di contrasto alla specie e su strumenti di tutela, incentivando ulteriormente la campagna di smaltimento, anche destinando ad essa ulteriori risorse per poterla proseguire senza gravare sulle singole imprese». Questo è «fondamentale per assistere le cooperative nella lotta al granchio», spiega il presidente.

I danni per gli allevamenti e i costi elevati per difendersi. A causa della presenza del granchio blu, il calo di produzione della vongola verace ad oggi si aggira tra il 60%-70% rispetto al 2022/2023 e quest’anno «soltanto il duro lavoro di tutela e contrasto al granchio messo in campo dai cooperatori del basso ferrarese, grazie a strumenti come teli e recinti di contenimento/difesa, permette una raccolta minima di prodotto», spiega Maretti. «Produzione minima che appunto richiede ingenti investimenti e ore di lavoro per poter essere preservata. Strumenti di difesa che però non possono essere messi in campo da tutte le cooperative di acquacoltura a causa delle diverse aree coinvolte dalle concessioni e ove possibile il loro utilizzo, richiedono molta manutenzione e cura per evitare fenomeni di anossia all’interno degli stessi allevamenti».

Monitoraggio e ricerca diventano fondamentali. Per questo «di rilevante importanza sarà concretizzare un vero monitoraggio scientifico sulla presenza della specie e sugli effetti della sua interazione con l’habitat. Non si può fare affidamento su isolati fenomeni di moria del granchio che essendo causati da fenomeni atmosferici rappresentano oltretutto un segnale di pericolo non solo per il granchio, ma per l’intero ecosistema già messo a dura prova». In q uesto quadro è imprescindibile «la sinergia tra imprese e mondo della ricerca per raggiungere l’obiettivo della tutela e recupero della produzione di vongole veraci, convivendo con la specie e mirando sempre più a diversificare ulteriormente le tipologie di allevamento e pesca nei comparti».

Un anno di interventi, ma l’emergenza è sempre più viva. Un anno fa il ministero autorizzava la spesa di 2,9 milioni di euro a favore dei consorzi, delle imprese di acquacoltura e della pesca per provvedere alla cattura ed allo smaltimento del granchio blu. Risorse che sono state ulteriormente incrementate nel corso del 2023. Ma nonostante tutto la situazione nella Sacca di Goro e nei canali adduttori delle Valli di Comacchio resta critica. A parlare sono i numeri. Nel 2023, da luglio a novembre, sono stati smaltiti quasi 427mila chili di granchio blu, mentre da marzo a fine luglio di quest’anno i chili smaltiti sono stati poco più di 403mila. «In soli 5 mesi del 2024 si è quasi raggiunto il totale complessivo smaltito nel 2023. Dunque il quantitativo smaltito nel 2023 verrà ampiamente superato quest’anno visto che la campagna, grazie anche al milione di euro stanziato a luglio dalla Regione Emilia-Romagna, continuerà almeno fino settembre con l’auspicio di proseguire fino a novembre», commenta Maretti.

Il granchio blu in tavola. I dati di commercializzazione confermano la difficoltà riscontrata dalle cooperative ad inserire il prodotto all’interno di canali commerciali esistenti per la scarsa richiesta di granchio blu da parte del mercato. Nei primi sei mesi di quest’anno sono stati venduti quasi 44mila chili di prodotto mentre lo scorso anno, da luglio a dicembre, erano stati 510mila. Proprio per far conoscere e incrementare la commercializzazione, Legacoop Agroalimentare ha dato vita ad una campagna di promozione e valorizzazione dei prodotti ittici dell’Emilia-Romagna con l’offerta di granchio blu fresco ma anche già pronto ad essere cucinato. Partita dalla Romagna, l’iniziativa vuole fare da apripista ad altre simili anche in altre regioni d’Italia.

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Eurostat, nel 2022 la pesca nell’UE ha superato l’acquacoltura

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Eurostat, nel 2022 la pesca nell’UE ha superato l’acquacoltura – Come riferisce Eurostat, nel 2022 la pesca nell’UE ha superato l’acquacoltura, la produzione di animali acquatici dell’UE si è attestata a 4,2 milioni di tonnellate, con sbarchi di attività di pesca che hanno contribuito a circa 3,1 milioni di tonnellate e l’acquacoltura che ha raggiunto 1,1 milioni di tonnellate.

Ciò significa che le catture della pesca rimangono la principale fonte di animali acquatici nell’UE, rappresentando il 74% della produzione totale.

In termini di valore, le catture della pesca sbarcate nell’UE hanno raggiunto una cifra stimata di 6,2 miliardi di euro, mentre la produzione dell’acquacoltura è ammontata a 4,9 miliardi di euro. Il prezzo medio per i prodotti della pesca è stato quindi di 1,9 euro al chilo e di 4,5 euro al chilo per gli animali acquatici dell’acquacoltura.

La situazione nell’UE è diversa dalla tendenza globale, dove un rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) ha recentemente affermato che nel 2022 e per la prima volta nella storia,l’acquacoltura ha superato la pesca di cattura come principale produttore di animali acquatici“.

Eurostat

Eurostat è l’ufficio statistico dell’Unione europea, raccoglie ed elabora dati dagli Stati membri per fini statistici, favorendo l’armonizzazione delle metodologie statistiche tra i paesi dell’UE.

Eurostat, nel 2022 la pesca nell’UE ha superato l’acquacoltura

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