Mese: Settembre 2024 Pagina 1 di 19

Pesca: Coldiretti, under 30 solo 1 marinaio su 10, ‘miglio zero’ per riportare giovani in mare

Pesca: Coldiretti, under 30 solo 1 marinaio su 10, ‘miglio zero’ per riportare giovani in mare

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Meno di un marinaio su 10 (9%) imbarcato sulla flotta peschereccia italiana ha meno di 30 anni.

In occasione del G7 di Siracusa, Coldiretti Pesca lancia l’allarme sul progressivo invecchiamento dei lavoratori dell’ittico con il crollo degli occupati, “anche sulla spinta delle politiche europee che hanno spesso penalizzato il settore e posto numerosi interrogativi sul suo sviluppo per i prossimi anni”, sottolinea Coldiretti, citando il piano della Commissione Ue di vietare la pesca a strascico che rappresenta in termini di produzione ben il 35% del pescato nazionale, e i numerosi appesantimenti burocratici che complicano l’attività dei pescherecci.

Trend, aggiunge Coldiretti Pesca, che ha favorito le importazioni: “la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti di pesce è passata nel giro degli ultimi quarant’anni dal 30% all’85%. Se nei mari italiani si pescano circa 130 milioni di kg di pesce all’anno, dall’estero ne arrivano oltre 780 milioni di chilogrammi tra fresco e congelato. Da qui la necessità di potenziare i sistemi locali della filiera, anche investendo sul miglio zero, per creare nuove opportunità di lavoro, puntando su un consumo di qualità e fortemente legato al territorio, con il coinvolgimento della ristorazione e lo sviluppo delle attività di ittiturismo. Ma occorre investire anche sulla formazione”.

Coldiretti ha promosso in Liguria il primo corso professionale gratuito, finanziato da Regione Liguria con i fondi Fse+ e in collaborazione con Il Villaggio del Ragazzo, che ha rilasciato la qualifica di Operatore della pesca professionale e acquacoltura. Il proposito è di ripetere l’iniziativa anche in altre regioni.

L’acquacoltura è una vera e proprio eccellenza italiana, con un valore della produzione di circa mezzo miliardo di euro. Un comparto che – rileva Coldiretti Pesca – potrebbe acquisire un’importanza sempre maggiore considerato che nel 2022 a livello mondiale, per la prima volta nella storia, l’acquacoltura ha superato la pesca di cattura come principale settore di produzione di animali acquatici, secondo l’ultimo rapporto pubblicato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao).

Per tutelare questo comparto e dare nuove prospettive lavorative serve però fermare l’invasione del granchio blu che sta causando danni alla produzione stimati da Coldiretti Pesca in oltre un miliardo di euro.

(Mst/Adnkronos)

ISSN 2465 – 1222

FONTE ADNKRONOS

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Gara di pesca alla plastica: a Pescara arriva la seconda edizione

Gara di pesca alla plastica: a Pescara arriva la seconda edizione

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Domenica 6 ottobre 2024, Assonautica Pescara Chieti, in collaborazione con il porto turistico Marina di Pescara, organizza la seconda edizione di “Gara di pesca alla plastica”, evento patrocinato dal Consiglio regionale dell’Abruzzo, dal Comune di Pescara, dalla Camera di Commercio Chieti Pescara, dalla Guardia Costiera e da Assonautica Italiana e che ha ottenuto il riconoscimento EMD – European Maritime Day 2024, della Commissione Europea come evento di particolare interesse per le iniziative che coinvolgono a livello locale la comunità e ribadiscono l’importanza della protezione dell’ecosistema marino.

L’obiettivo dell’evento, che non è a scopo di lucro e che è stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa al palazzo della Regione di piazza Unione, è la sensibilizzazione alla tutela dell’ambiente marino e all’uso sempre più responsabile e ridotto della plastica.

A partire da ore 9 e fino alle 13:30, le imbarcazioni usciranno in mare, nelle acque antistanti al Marina di Pescara in modo individuale, e con guadino, mezzo marinaio, canna da pesca o qualunque attrezzatura idonea “pescheranno” la plastica e ogni tipo di rifiuto disperso in mare. Alla “gara” possono partecipare tutti gli amanti del mare con ogni tipo d’imbarcazione.

Alle ore 16:30 al Marina di Pescara è prevista la cerimonia di premiazione degli equipaggi partecipanti con alcune iniziative di sensibilizzazione sulla tutela del mare, sull’utilizzo consapevole della plastica e sul riciclo della stessa.

Gara di pesca alla plastica, Di Filippo, vicepresidente vicario di Assonautica Italiana: “La tutela ambientale e il rispetto del mare sono tra i nostri obiettivi principali”

«La tutela ambientale e il rispetto del mare sono tra i nostri obiettivi principali», commenta il presidente di Assonautica Pescara Chieti e vicepresidente vicario di Assonautica Italiana, Francesco Di Filippo, «e con questa manifestazione vogliamo sensibilizzare i diportisti, a cominciare dai più piccoli, sul fenomeno della grande presenza di plastica nei nostri mari e sulle drammatiche conseguenze che causa sull’ecosistema. Per questa ragione abbiamo coinvolto anche gli enti locali, le associazioni ambientaliste, le associazioni di categoria e diversi privati affinché l’evento possa avere la maggiore risonanza possibile. Sarà una giornata dove il divertimento e la sana competizione saranno protagoniste con un nobile obiettivo, quello di proteggere il mare».

«La presenza delle plastiche nei nostri mari è un problema che oggi, fortunatamente, non è più sottovalutato, al contrario registriamo l’azione consapevole di quanti ogni giorno si preoccupano di denunciare, segnalare e arginare le cosiddette ‘isole’ di plastica che si rintracciano negli oceani», ha sottolineato il presidente del Consiglio della Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri.

«Ed evidentemente chi è più sensibile della qualità e della sostenibilità ambientale delle nostre acque di coloro che hanno trasformato la passione per il mare in una ragione di vita, come chi opera nella nautica. Ottima, dunque, l’iniziativa promossa da Assonautica con la ‘Gara di pesca alla plastica’ volta a incrementare il livello di sensibilizzazione nei confronti di quello che è un problema reale che incide sullo sviluppo futuro del pianeta, e spero che negli equipaggi che domenica 6 ottobre prenderanno parte all’evento ci siano tanti giovani e bambini, che più di altri dovranno fronteggiare la tematica nel proprio futuro.

L’evento di Assonautica da un lato ci permette di valorizzare e promuovere il Marina di Pescara, ancora oggi un valore del territorio inespresso rispetto alle sue reali potenzialità sulle quali anche l’Istituzione Regione gioca un ruolo fondamentale. Assonautica ci aiuta a riposizionare il Marina di Pescara tra i porti turistici che in potenza possono diventare punto di riferimento grazie alla sua posizione, non distante dalla costa croata, non lontano da Roma e dal Tirreno, forte di un’antica amicizia con il porto di Trieste. Ma soprattutto, dall’altro lato, Assonautica si è sempre caratterizzata, come in questa occasione, per l’intensa attività di educazione alla vita nel mare, nel rispetto dell’ambiente, riuscendo a coinvolgere tutte le altre Associazioni di settore».

«Il Marina di Pescara si pone al centro di queste manifestazioni da anni», ha ricordato il vicepresidente del Marina di Pescara, Camillo Volpe. «Abbiamo la Bandiera Blu ormai dal 1990, abbiamo un desalinatore che ci consente di incidere molto meno sull’acquedotto ufficiale, abbiamo istituito le colonnine per la riduzione del consumo di acqua ed energia elettrica e stiamo lavorando per dotare il Marina di un impianto fotovoltaico. Per cui ci stiamo ponendo come uno dei primi Marina green in Italia».

«Nella prima edizione nel 2021 io ero presente e ho notato con soddisfazione come, nonostante fossimo sotto Covid, c’è stato un grande impegno da parte di Assonautica nell’organizzare una manifestazione importante, con tanti bambini, e con il coinvolgimento di associazioni e circoli sportivi», ha aggiunto l’assessore allo sport del Comune di Pescara, Patrizia Martelli.

«Una manifestazione del genere è importante per la sensibilizzazione al tema del rispetto ambientale soprattutto tra i più giovani e alla luce della Bandiera Blu che Pescara vuole continuare a veder sventolare».

Per il suo alto valore simbolico in materia di tutela del mare e sensibilizzazione al tema della plastica, la manifestazione ha ottenuto una lunga serie di preziose partnership come quella delle associazioni ambientaliste Marevivo, Legambiente e Wwf, del Centro Studi Cetacei, di Ambiente Spa, dei circoli Svagamente, Lega Navale Pescara, Circolo Nautico Pescara e Circolo Velico La Scuffia, delle associazioni di categoria Confartigianato, Confesercenti e Confcommercio, di Porto Antico, Fratelli della Costa, L’Ancora, Il Parlato e Lifeguard.

Fondamentale, per la buona riuscita dell’evento, la collaborazione degli sponsor: Todis Gently, Faieta Marine, Adria Tech Lab, Saquella, Cantina Tollo, De Cecco, Istituto acustico Maico, Innovation Sea, Del Verde, Padani Zero Puro, Emozioni Italiane.

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Per la piccola pesca artigianale chiesto il riconoscimento Unesco

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Per la piccola pesca artigianale chiesto il riconoscimento Unesco – C’è la pesca in laguna e quella con il bragozzo e la battana. Ma ci sono anche i trabocchi, il serraggiante e le nasse. Sono alcuni esempi degli attrezzi e delle imbarcazioni tradizionali dei pescatori artigianali che fanno parte del progetto Pcp (Patrimonio Culturale della Pesca) con il quale il Flag (Fisheries Local Action Group) Veneziano ha avviato il percorso per l’iscrizione a patrimonio Unesco dei mestieri, manufatti e attrezzature della pesca e dell’acquacoltura. Un progetto che al momento coinvolge 6 regioni (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Abruzzo) e 9 Flag (Gac Fvg, Veneziano, Gac Chioggia e Delta del Po, Costa Emilia Romagna, Marche Nord, Costa Blu, Costa di Pescara, Costa dei Trabocchi, Golfo degli Etruschi), ma che vuole crescere.

“Si tratta di una iniziativa importante per la valorizzazione di quelle attività che sono il cuore e l’anima delle marinerie italiane. Hanno un grande valore per la tradizione della pesca e per questo appoggiamo la richiesta di candidatura a patrimonio Unesco”, ha detto Cristian Maretti presidente di Legacoop Agroalimentare alla presentazione organizzata dal Flag Veneziano in occasione di DiviNazione Expo al G7 di Siracusa, iniziativa coordinata da Cinzia Gozzo (direttore Flag Veneziano) e che ha visto la partecipazione di Salvatore Benvenuto (dirigente Masaf) e di Antonio Gottardo (presidente Flag Veneziano). “È tuttavia adesso necessario allargare la base delle realtà coinvolte per dare valore ad un patrimonio che accomuna tutta l’Italia e che potrebbe trovare integrazione con le attività di pescaturismo e ittiturismo”, ha sottolineato Maretti.

Il progetto. Alla base dell’iniziativa di valorizzazione c’è il voler far conoscere mestieri, manufatti e attrezzature collegate alla pesca tradizionale, quella che si fa con piccole barche e tecniche frutto di un mestiere antico di secoli e che soltanto pochi depositari di questo saper fare riescono a tramandare. Una pesca che si pratica qualche ora al giorno, tutti i giorni. E che porta al mercato, pesce locale parte integrante della cucina tradizionale di ogni regione. Aspetto questo che apre al turismo per poter meglio esprimere il valore della pesca artigianale rispettosa dei ritmi del mare e delle lagune.

Per la piccola pesca artigianale chiesto il riconoscimento Unesco

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Allevamenti ittici, differenze tra intensivo, estensivo e semi-estensivo

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Allevamenti ittici, differenze tra intensivo, estensivo e semi-estensivo – Quando ci troviamo in fila al banco della pescheria, capita spesso di sentire frasi come: “Queste orate sono allevate in mare!” Ma cosa significa esattamente? Non è forse naturale che le orate vivano in mare? Questa informazione potrebbe essere un indizio di qualità o semplicemente una parte del processo di allevamento? L’operatore sta forse suggerendo che le orate allevate in mare siano migliori di quelle pescate o di quelle provenienti da allevamenti a terra? Per evitare confusione e rispondere a queste domande, dobbiamo partire dalle differenze tra i vari tipi di allevamenti di pesci.

L’acquacoltura è una pratica che nasce migliaia di anni fa, con le prime tracce che risalgono al periodo neolitico. Già durante l’Impero Romano, questa pratica era diffusa in tutto il Mediterraneo, con particolare attenzione all’allevamento di molluschi e pesci nelle lagune.

Le lagune romane venivano utilizzate per la produzione di ostriche e altre specie, come spigole, orate, murene e anguille. Queste ultime, in particolare, venivano conservate vive in vasche chiamate “murenari“. L’allevamento estensivo di questi animali rappresentava una vera prelibatezza per le classi abbienti dell’epoca. Inoltre, altre testimonianze storiche mostrano come molte ville pugliesi fossero dotate di piscine interne, utilizzate per l’allevamento di pesci.

Nel corso dei millenni, l’acquacoltura ha conosciuto una forte evoluzione, arrivando oggi a coprire oltre il 50% della produzione mondiale di pesce. Si tratta di un settore in continua espansione, grazie a tecniche di allevamento sempre più efficienti.

Oggi possiamo distinguere tra acquacoltura marina e d’acqua dolce, in base all’habitat in cui avviene la produzione. Un’altra importante classificazione riguarda il tipo di intervento umano necessario, con tre principali modalità di allevamento: intensivo, semi-estensivo ed estensivo.

Allevamento intensivo

L’allevamento intensivo è spesso caratterizzato da un’alta densità di pesci in spazi delimitati, con l’alimentazione fornita dall’uomo, tramite mangimi. Questa tipologia richiede un monitoraggio costante dei parametri ambientali per garantire condizioni ottimali di salute e crescita dei pesci, a volte ricorrendo a farmaci e sostanze chimiche per prevenire malattie, con l’obiettivo di massimizzare la produzione in un ambiente controllato.

Allevamento estensivo

L’allevamento estensivo è la forma più antica di acquacoltura. I pesci vengono allevati in grandi bacini d’acqua, come lagune o valli costiere, senza l’uso di mangimi o interventi esterni. Gli animali si nutrono esclusivamente delle risorse naturali presenti nell’ambiente. Anche l’allevamento dei molluschi bivalvi, come cozze e ostriche, rientra in questa categoria, in quanto si nutrono filtrando l’acqua marina.

Allevamento semi-estensivo

L’allevamento semi-estensivo si colloca a metà strada tra l’intensivo e l’estensivo. I pesci sono allevati in ambienti naturali, ma l’alimentazione è integrata con mangimi supplementari, oltre a quanto offerto dall’ecosistema locale.

Fin dall’antichità, i pescatori hanno sfruttato la naturale tendenza di alcune specie di pesci a migrare verso aree costiere, attratti dalla maggiore disponibilità di cibo e dalle condizioni più favorevoli. In passato, valli e bacini costieri venivano utilizzati per raccogliere i pesci quando, maturi, tornavano verso il mare aperto. Questo principio è alla base dell’acquacoltura estensiva, che richiede un minimo intervento umano.

L’acquacoltura, con la sua lunga storia e continua evoluzione, gioca oggi un ruolo fondamentale nell’alimentazione globale e nella gestione delle risorse ittiche. È essenziale che l’espansione di questo settore avvenga con un occhio vigile verso la sostenibilità.

La qualità del pesce, il benessere degli animali e la salute degli ecosistemi marini sono tutte facce della stessa medaglia. Solo attraverso scelte consapevoli possiamo garantire un futuro in cui i pesci continuino ad essere una risorsa preziosa e inesauribile.

Allevamenti ittici, differenze tra intensivo, estensivo e semi-estensivo

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G7: potenziare ruolo degli alimenti acquatici per porre fine a fame e povertà

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G7: potenziare ruolo degli alimenti acquatici per porre fine a fame e povertà – Máximo Torero, Capo Economista dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), ha sottolineato la necessità di maggiori investimenti in una Blue Transformation che consenta agli alimenti acquatici di svolgere un ruolo più significativo nel porre fine alla fame e alla povertà a livello globale. Il suo appello è arrivato durante la presentazione dei risultati di un importante rapporto della FAO sulla pesca e l’acquacoltura ai ministri dell’agricoltura dei Paesi del G7.

Il report di punta State of World Fisheries and Aquaculture (SOFIA) 2024, pubblicato lo scorso giugno, ha rilevato che la produzione mondiale di pesca e acquacoltura ha raggiunto un nuovo record, con la produzione di acquacoltura di animali acquatici che ha superato per la prima volta la pesca da cattura.

Tra i temi evidenziati da Torero vi è la necessità di un aumento del 22% dell’offerta globale di alimenti di origine animale acquatica per mantenere i livelli di consumo attuali entro il 2050, quando la popolazione mondiale sarà proiettata a raggiungere i 9,7 miliardi di persone.

Inoltre, i tassi di consumo e la crescita demografica futura variano tra le regioni. In Africa, ad esempio, sarebbe necessario un aumento del 74% dell’offerta di alimenti acquatici per mantenere i tassi di consumo pro capite attuali. Per portare i consumi africani ai livelli medi globali di oggi, pari a 20,7 kg pro capite entro il 2050, sarebbe necessario un aumento del 285% nella disponibilità di alimenti animali acquatici.

Investimenti e trasformazione

“Queste cifre riflettono chiaramente la sfida in corso per nutrire il mondo, che richiede investimenti e trasformazioni significativi nel settore”, ha dichiarato Torero. “Questo è al centro dell’appello della FAO per investire nella Blue Transformation, affinché gli alimenti acquatici possano svolgere un ruolo più rilevante e incisivo nella lotta contro la fame e la povertà.”

Il rapporto SOFIA ha rilevato che il contributo degli alimenti acquatici alla sicurezza alimentare e alla nutrizione globale continua a crescere, con l’acquacoltura che ha il potenziale di soddisfare la domanda in aumento di alimenti acquatici a livello globale.

Tuttavia, il Capo Economista della FAO ha sottolineato che, nonostante il ruolo crescente dell’acquacoltura, la pesca marina resta vitale per l’alimentazione, i mezzi di sussistenza e lo sviluppo sostenibile.

Allo stesso tempo, la sostenibilità della pesca marina è una preoccupazione continua. Nel 2021, il 62,3% degli stock marini sfruttati è stato stimato come pescato entro livelli biologicamente sostenibili, un calo del 2,3% rispetto alla valutazione di due anni prima.

Questo dato evidenzia la necessità di una gestione efficace di tutti gli stock ittici, un obiettivo chiave della visione della Blue Transformation della FAO, che Torero ha definito uno “strumento per invertire i fallimenti in termini di sostenibilità.”

Produzione acquatica cruciale per i mezzi di sussistenza

La produzione acquatica non è solo cruciale per la sicurezza alimentare e la nutrizione, ma anche per i mezzi di sussistenza, il commercio e lo sviluppo sostenibile, ha sottolineato il Capo Economista.

Il settore impiega direttamente 62 milioni di persone, oltre il 90% delle quali opera nella pesca su piccola scala. Questo mette in evidenza la necessità di considerare le loro esigenze specifiche e garantire il loro pieno coinvolgimento nella progettazione e attuazione delle politiche e delle misure di gestione.

Includendo coloro che partecipano all’intera catena del valore della produzione acquatica, si stima che circa 600 milioni di persone dipendano dal settore per i loro mezzi di sussistenza, la grande maggioranza nei Paesi in via di sviluppo.

Sebbene solo il 24% delle persone impiegate nel settore primario siano donne, questa percentuale sale al 62% tra i lavoratori post-raccolto. Gli Approcci di Trasformazione di Genere non solo cambiano il modo in cui si comprendono la pesca e l’acquacoltura, ma anche come modelliamo le nostre istituzioni, politiche e azioni per raggiungere l’uguaglianza e l’equità, ha dichiarato il Capo Economista della FAO.

Alla luce del previsto aumento della domanda di alimenti acquatici, trainato dallo sviluppo economico e dalla crescita demografica, è necessario garantire che l’ulteriore crescita sia sostenibile, equa e indirizzata alle esigenze alimentari e nutrizionali dove sono più urgenti.

SOFIA è un report di punta della FAO che analizza lo stato e la salute degli stock ittici globali, oltre alle tendenze nella pesca e nell’acquacoltura a livello globale e regionale. L’edizione 2024 mette in evidenza i progressi concreti della Blue Transformation in azione, mostrando il ruolo della FAO, in collaborazione con i Membri e i partner, nel guidare il cambiamento verso un’espansione e un’intensificazione sostenibile dell’acquacoltura, gestendo efficacemente la pesca e migliorando le catene del valore degli alimenti acquatici, dando priorità all’efficienza, alla sicurezza e all’equità. Puoi leggere di più sul lavoro della FAO nella pesca e acquacoltura qui.

G7: potenziare ruolo degli alimenti acquatici per porre fine a fame e povertà

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