Mese: Settembre 2024 Pagina 11 di 19

Il ruolo dell’acquacoltura e della pesca per la sicurezza alimentare globale

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Il ruolo dell’acquacoltura e della pesca per la sicurezza alimentare globale – L’acquacoltura e la pesca stannno acquisendo un ruolo sempre più centrale nella lotta per garantire la sicurezza alimentare globale. La recente Dichiarazione Ministeriale del Gruppo di Lavoro del G20 sull’Agricoltura ha messo in evidenza l’importanza di integrare questi settori nelle catene del valore locali e globali, ponendoli tra le quattro priorità strategiche per il futuro sostenibile. Questo riconoscimento rappresenta un passo significativo verso una maggiore consapevolezza del valore nutrizionale e socioeconomico dei sistemi alimentari acquatici.

L’acquacoltura e la pesca non solo forniscono proteine di alta qualità a miliardi di persone, ma contribuiscono anche a preservare gli ecosistemi acquatici, migliorando la sostenibilità e la resilienza delle comunità costiere e rurali. Il G20, con l’appoggio della FAO, sottolinea l’urgenza di promuovere pratiche di pesca sostenibile, in modo da contrastare l’impatto negativo della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN), nonché di sviluppare sistemi di gestione dell’acquacoltura che rispettino le Linee guida internazionali.

In uno scenario mondiale in cui la domanda di pesce è in costante aumento, il settore dell’acquacoltura diventa fondamentale per soddisfare questa richiesta, contribuendo in modo significativo alla sicurezza alimentare e nutrizionale. Il ministro spagnolo Luis Planas ha ribadito l’importanza di considerare la pesca e l’acquacoltura come fonti di proteine ad alto valore biologico e a basso impatto ambientale, sottolineando l’urgenza di adottare politiche che favoriscano l’inclusione di questi settori nei sistemi alimentari globali.

La “Blue Transformation Roadmap” proposta dalla FAO, che copre il periodo 2022-2030, si pone come obiettivo la gestione sostenibile degli ecosistemi acquatici, affrontando sfide come il degrado ambientale e la pesca eccessiva. Questo approccio olistico punta a un futuro in cui i sistemi alimentari acquatici possano non solo nutrire la popolazione mondiale, ma anche garantire mezzi di sostentamento per milioni di persone che dipendono dalla pesca e dall’acquacoltura.

Con oltre 3,3 miliardi di persone che dipendono dagli alimenti acquatici per almeno il 20% delle loro proteine animali e un settore che ha raggiunto un valore record di 472 miliardi di dollari nel 2022, la pesca e l’acquacoltura rappresentano una risorsa essenziale per l’economia globale. Rafforzare la governance e gli investimenti nel settore, ridurre lo spreco alimentare e migliorare le strategie di adattamento al cambiamento climatico saranno determinanti per il successo di questa trasformazione blu.

La FAO ha espresso la sua volontà di collaborare con i membri del G20 per realizzare questi obiettivi, preparandosi già alla Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani del 2025. Il futuro della sicurezza alimentare globale dipenderà in larga misura dalla capacità di sostenere e potenziare l’acquacoltura e la pesca sostenibile, per garantire un accesso equo a risorse fondamentali per la salute umana e la sostenibilità ambientale.

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Da sottoprodotto del pesce a prelibatezza

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Da sottoprodotto del pesce a prelibatezza – L’industria della pesca si trova oggi davanti a una nuova sfida: come rispondere alla crescente domanda globale di prodotti ittici in un contesto di risorse naturali limitate. Hailia, una società finlandese di tecnologia alimentare, ha trovato una risposta innovativa. La sua recente partnership con Kalavapriikki e S Group ha portato alla creazione di un prodotto a base di trota iridea che non solo riduce gli sprechi, ma potrebbe anche rivoluzionare il modo in cui i sottoprodotti ittici vengono utilizzati.

Attualmente, gran parte dei sottoprodotti della lavorazione del pesce – come teste, pinne e altre parti scartate – viene destinata alla produzione di alimenti animali o di olio di pesce. Hailia, con il suo prodotto denominato Nyhtökirjolohi ha dimostrato che queste risorse possono essere valorizzate per scopi alimentari, trasformandole in un ingrediente appetibile e nutriente, pronto all’uso. Questo processo ha il potenziale di aumentare la redditività dell’industria ittica fino a 15 volte rispetto all’attuale uso dei sottoprodotti.

Il prodotto, che sarà disponibile in oltre 500 punti vendita sotto il marchio Kotimaista di S Group, rappresenta un modello di economia circolare applicato all’industria alimentare. L’innovativa tecnologia sviluppata da Hailia riesce a recuperare nutrienti preziosi dal pesce e a trasformarli in alimenti adatti sia per il consumo domestico che per le aziende alimentari industriali.

La tecnologia sviluppata può essere applicata a varie specie ittiche, ampliando così le opportunità di riduzione degli sprechi in tutto il settore. L’approccio sostenibile non solo risponde alle esigenze di un mercato sempre più attento alla responsabilità ambientale, ma contribuisce anche a rafforzare la resilienza dell’industria ittica di fronte alle sfide globali legate all’approvvigionamento alimentare.

Questa innovazione dimostra come una visione green e una tecnologia avanzata possano combinarsi per creare un futuro più sostenibile per la pesca. Il lancio di Nyhtökirjolohi segna un passo importante verso la riduzione degli sprechi alimentari, ma Hailia guarda già oltre i confini della Finlandia. L’azienda è impegnata a stabilire partnership internazionali e sta esplorando la possibilità di concedere in licenza la sua tecnologia a imprese di lavorazione del pesce in tutto il mondo. Il round di finanziamento aperto fino alla fine del 2024 sarà decisivo per sostenere l’espansione globale di questa iniziativa innovativa.

Da sottoprodotto del pesce a prelibatezza

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Benessere animale: opportunità e sfide per l’aquacoltura in Europa

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Benessere animale: opportunità e sfide per l’aquacoltura in Europa – Il benessere dei pesci nell’industria dell’acquacoltura sta diventando una priorità per i consumatori europei. Un recente studio commissionato dal Center for Aquaculture Progress ha evidenziato che la grande maggioranza dei consumatori in Italia, Grecia, Spagna e Francia è a favore di pratiche più umane nella macellazione dell’orata e della spigola. L’indagine, condotta su un campione di 1.600 partecipanti, ha rivelato che l’83% degli intervistati è favorevole all’uso dello stordimento elettrico pre-macellazione, sottolineando un desiderio sempre più diffuso di migliorare il trattamento dei pesci lungo tutta la filiera.

Questo crescente interesse verso il benessere animale si riflette anche nella disponibilità dei consumatori a pagare di più per un prodotto macellato in modo non cruento. Lo studio ha dimostrato che l’80% degli acquirenti di orata e spigola sarebbe disposto a spendere 0,05 euro in più per ogni porzione da 200 grammi, se fosse garantito un processo di macellazione più etico. Interessante notare come la Grecia, l’Italia e la Francia mostrino percentuali simili di volontà a pagare di più, mentre in Spagna tale disponibilità risulta leggermente inferiore.

Nonostante questa variazione geografica, il sostegno trasversale a favore di un miglioramento delle condizioni di macellazione non ha risentito di differenze demografiche. I risultati indicano che il supporto alle pratiche di welfare ittico è condiviso tra tutti i gruppi sociali, indipendentemente da età, sesso o reddito.

Dal punto di vista industriale, questi dati aprono una finestra di opportunità per i produttori di orata e spigola. In particolare, l’acquacoltura greca potrebbe beneficiare dall’adozione di tecnologie di stordimento elettrico, un investimento che potrebbe incontrare la domanda dei consumatori senza comportare un aumento significativo dei costi. Secondo le stime, il costo per l’implementazione di questa tecnologia ammonterebbe a soli 0,02 euro per pesce, inferiore ai 0,05 euro che il consumatore sarebbe disposto a pagare.

L’adozione di pratiche di welfare ittico non rappresenta solo un miglioramento etico, ma anche una strategia commerciale vincente. I consumatori sono sempre più consapevoli delle implicazioni etiche dei loro acquisti e sono disposti a premiare le aziende che adottano pratiche sostenibili e rispettose del benessere animale. Questo trend, già consolidato in altri settori, sta ora trovando terreno fertile anche nel mondo dell’acquacoltura.

Il Center for Aquaculture Progress, un’organizzazione no-profit, sta lavorando a stretto contatto con l’industria per accelerare l’adozione della tecnologia di stordimento elettrico nell’acquacoltura di orata e spigola. L’obiettivo è modernizzare i processi produttivi, allineandoli alle aspettative dei consumatori e contribuendo a un miglioramento generale del settore in Europa.

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Conoscere i metodi di pesca per informare i consumatori

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Conoscere i metodi di pesca per informare i consumatori – Uno degli aspetti fondamentali per chi lavora nel settore ittico, e non solo per coloro che operano direttamente in mare, è la conoscenza dei metodi di pesca impiegati per catturare i prodotti destinati alla vendita. Questa competenza è essenziale per diversi motivi. In primo luogo, permette di capire come il pesce è arrivato sul banco e qual è stato l’impatto che la tipologia di pesca utilizzata ha avuto sull’ambiente, in secondo luogo, aiuta a capire la qualità del pesce in base al metodo di pesca adottato.

I tipi di cattura sono informazioni obbligatorie riportate sull’etichetta, e grazie a queste, il consumatore può effettuare scelte consapevoli, preferendo prodotti che hanno un minore impatto sull’ecosistema marino. Per gli operatori della pescheria, è cruciale conoscere questi dettagli, poiché influiscono direttamente sulla qualità e freschezza del pesce. Inoltre, questa competenza permette di rispondere in modo trasparente alle domande dei clienti, rafforzando la fiducia e la professionalità percepita.

Differenza tra pesca pelagica e bentonica

Gli organismi marini interessati dalla pesca si dividono in due grandi categorie in base all’ambiente in cui vivono: il sistema pelagico e il sistema bentonico. Il sistema pelagico comprende le specie che vivono in acque libere, lontano dalle coste e dal fondale, mentre il sistema bentonico include quelle che vivono a contatto diretto con il fondo marino.

Specie pelagiche

Questi pesci nuotano in branchi nelle acque superficiali e sono gregari, cioè si muovono in gruppo per ridurre il consumo energetico e confondere i predatori. Esempi di piccoli pesci pelagici sono acciughe, sarde, sgombri, poi ci sono i grandi pelagici come tonno e pesce spada. Molte specie pelagiche hanno la caratteristica della “fototassi positiva”, ovvero l’attrazione verso la luce, sfruttata dai pescatori con l’uso di lampare e reti da circuizione.

Specie bentoniche

Le specie bentoniche, come molluschi, crostacei e alcuni pesci, vivono vicino al fondale marino. Tra queste troviamo polpi, seppie, calamari, gamberi, aragoste, naselli, triglie e sogliole, vengono pescate principalmente con tecniche come lo strascico e le reti a imbrocco.

Metodi di Pesca

Strascico

Utilizzato da circa il 30% della flotta italiana, lo strascico prevede l’uso di reti trainate sul fondale per catturare pesci, crostacei e molluschi. Specie come gamberi, triglie, naselli e sogliole sono frequentemente catturate con questo metodo. In Italia, la pesca a strascico è regolamentata per proteggere l’ambiente marino: è vietata entro i 50 metri di profondità e a meno di 3 miglia dalla costa.

Reti volanti

Le reti vengono trainate a mezz’acqua o sfiorano appena il fondo e sono utilizzate prevalentemente per la cattura di alici, sardine, sgombri.

Reti da circuizione (cianciolo)

Questo metodo cattura banchi di pesci pelagici come sardine e acciughe, attirandoli con luci artificiali. La pesca si svolge prevalentemente di notte e utilizza reti che circondano il banco di pesci localizzato.

Palangaro

Usato prevalentemente per catturare pesci di grandi dimensioni come tonni e pesce spada, il palangaro è costituito da una lunga linea di ami disposti a intervalli regolari.

Reti da posta

Queste reti, fisse o derivanti, vengono posizionate staticamente e catturano il pesce quando questo vi si imbatte. Il tremaglio, un tipo particolare di rete da posta, è composto da tre tipi di maglia di varia pezzatura, ed è molto usato per catturare pesci che vivono vicino al fondale.

Draghe idrauliche

Queste attrezzature, simili a grandi rastrelli, vengono utilizzate per la raccolta di molluschi bivalvi come vongole e fasolari, scavando nei fondali sabbiosi.

Nasse

Antiche trappole per la cattura di crostacei, molluschi e alcuni pesci come il sarago e il polpo. Le prede vengono attirate da un’esca e intrappolate grazie a un sistema a imbuto che impedisce l’uscita.

La pesca artigianale, una tradizione antica e a basso impatto ambientale

La pesca artigianale è un pilastro della tradizione marittima italiana. Praticata da piccole imbarcazioni, lunghe meno di 12 metri e con una stazza inferiore alle 10 tonnellate, questa forma di pesca si distingue per l’uso di attrezzi selettivi e a basso impatto ambientale. La pesca artigianale contribuisce alla conservazione degli ecosistemi marini e valorizza le risorse ittiche locali.

L’evoluzione tecnologica e l’aumento della domanda globale di pesce hanno reso il settore ittico sempre più complesso. Pescatori e commercianti hanno una grande responsabilità nel garantire la sostenibilità delle risorse marine. È essenziale, informare i consumatori, imparare a conoscere le varie tipologie di pesca per promuovere pratiche sostenibile che riducano l’impatto ambientale e preservino la biodiversità. Ogni scelta, sia da parte degli operatori che dei consumatori, può fare la differenza nel proteggere i mari e le specie che li abitano.
Il rispetto per l’ambiente marino è una responsabilità collettiva che richiede impegno da parte di tutti, nessuno escluso.

Conoscere i metodi di pesca per informare i consumatori

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Unci AgroAlimentare, Scognamiglio: mitilicoltura gravemente danneggiata da clima e granchio blu, dichiarare stato di calamità

Unci AgroAlimentare, Scognamiglio: mitilicoltura gravemente danneggiata da clima e granchio blu, dichiarare stato di calamità

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“Gli allevamenti di molluschi stanno vivendo una vera e propria crisi sistemica. A colpire il settore non è soltanto la presenza in mare di una specie vorace e invasiva come il granchio blu, ma anche i mutamenti climatici, che stanno decimando la produzione e rischiano di comprometterla a lungo”.

A lanciare l’allarme è Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimentare.

“Siamo di fronte a una situazione molto grave – prosegue il rappresentante dell’associazione del mondo cooperativistico – che interessa tantissime realtà in tutto il Paese. L’aumento delle temperature medie, in particolare durante la stagione estiva, con ondate di caldo di notevoli proporzioni, sta determinando una serie di fenomeni a catena, che compromettono l’equilibrio dell’ecosistema marino, minacciando la biodiversità e agevolando la presenza e la diffusione di specie invasive. In particolare, le alte temperature durante la fase riproduttiva e la scarsa ossigenazione delle acque provocata dalla proliferazione di microorganismi e specie vegetali, che producono mucillagine, crea una condizione di invivibilità per i molluschi, decimando la produzione degli allevamenti di cozze e vongole.

Un problema che si è già verificato lo scorso anno e che questa estate è risultato ancora più consistente. Intere aree, con produzioni tipiche e di qualità sono state messe in ginocchio e gli allevamenti irrimediabilmente danneggiati, con pesanti conseguenze economiche e occupazionali. La produzione di molluschi made in Italy sta scomparendo dalle tavole e si profila un Natale con prodotti di importazione e minore qualità, casomai a prezzi lievitati”.

“C’è assoluto e urgente bisogno – conclude Scognamiglio – di un intervento straordinario delle istituzioni. Chiediamo innanzitutto che il governo dichiari lo stato di calamità per la mitilicoltura. Più in generale, occorre prendere atto dell’impatto negativo che i cambiamenti climatici hanno sull’intero settore della pesca e mettere in campo provvedimenti mirati. La pesca e l’acquacoltura debbono avere accesso a pieno titolo al Fondo rischi climatici. Il Piano triennale Pesca, programma specifico a supporto del comparto, va rifinanziato per il triennio 2025-2028, per conseguire gli obiettivi di innovazione e ricambio generazionale, a lungo attesi dagli operatori e fortemente richiesti dal mercato. Infine vanno attivati strumenti di tutela sociale per i lavoratori”.

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