Mese: Settembre 2024 Pagina 11 di 13

Dieta pescetariana: moda del momento o scelta sostenibile per la salute?

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Dieta pescetariana: moda del momento o scelta sostenibile per la salute? – Negli ultimi anni, la dieta pescetariana, anche nota come pesco-vegetariana, ha guadagnato popolarità come opzione nutrizionale equilibrata e sostenibile. Originaria degli anni ’90, questa dieta combina i benefici del vegetarianismo con l’inclusione di pesce e frutti di mare, offrendo un mix ricco di proteine e nutrienti essenziali. La pescetariana si distingue per la sua capacità di promuovere la salute del cuore, migliorare la longevità e supportare la salute cognitiva. Tuttavia, come ogni regime alimentare, presenta pro e contro che vanno attentamente valutati.

Benefici della dieta pescetariana

1. Ricca di pesci grassi come salmone e sgombro, questa dieta è una fonte eccellente di acidi grassi Omega-3, noti per ridurre l’infiammazione e il rischio di malattie cardiache. Studi recenti confermano una riduzione significativa del rischio di cardiopatia ischemica tra chi segue una dieta pescetariana.

2. Diverse ricerche indicano che una dieta ricca di pesce può contribuire a una vita più lunga, riducendo il rischio di malattie croniche, specialmente negli anziani.

3. Gli acidi grassi Omega-3, in particolare DHA ed EPA, sono fondamentali per il funzionamento cognitivo e possono ridurre il rischio di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.

4. La combinazione di proteine e fibre presenti nella dieta pescetariana favorisce la sazietà, aiutando a ridurre l’apporto calorico complessivo e supportando la gestione del peso.

5. La dieta pescetariana può aiutare a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue, riducendo il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.

6. L’elevato contenuto di fibre, proveniente da frutta, verdura e cereali integrali, favorisce un sistema digestivo sano e può prevenire disturbi come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS).

7. La presenza di calcio e vitamina D nel pesce supporta la salute delle ossa, riducendo il rischio di osteoporosi.

La dieta pescetariana include una vasta gamma di alimenti salutari, tra cui pesce, frutti di mare, frutta, verdura, legumi, cereali integrali, noci e semi. Tuttavia, è essenziale evitare pesci ad alto contenuto di mercurio come squalo, pesce spada e sgombro reale, per ridurre il rischio di tossicità.

Potenziali effetti collaterali

1. Alcuni pesci possono contenere alti livelli di mercurio, che può accumularsi nel corpo e provocare problemi di salute a lungo termine.

2. Sebbene ricca di nutrienti, la dieta pescetariana può essere carente di vitamina B-12 e ferro, nutrienti essenziali presenti in quantità più elevate nella carne rossa.

3.  Un aumento improvviso di fibre può causare disturbi digestivi come gonfiore e crampi addominali.

Chi dovrebbe evitare la dieta pescetariana?

Nonostante i numerosi benefici, la dieta pescetariana non è adatta a tutti. Persone con allergie ai frutti di mare, donne incinte (a causa del rischio di mercurio), e chi soffre di gotta dovrebbero evitarla. Inoltre, chi segue una dieta strettamente vegetariana o vegana potrebbe non trovarla compatibile con le proprie convinzioni etiche.

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DOP e IGP. Lollobrigida: a disposizione 900mila euro

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DOP e IGP. Lollobrigida: a disposizione 900mila euro – È stato pubblicato lo scorso 4 settembre il decreto con cui il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste mette a disposizione 900.000 euro, incrementabili con successivo provvedimento con ulteriori risorse disponibili, per sostenere la valorizzazione e la salvaguardia delle caratteristiche di qualità dei prodotti DOP e IGP. Il decreto stabilisce i criteri per la concessione di contributi a favore dei Consorzi di tutela e, in particolare, per le Associazioni di rappresentanza degli stessi, promuovendo iniziative a livello nazionale e internazionale.

“Questa misura rappresenta un ulteriore impulso per il settore agroalimentare delle Indicazioni Geografiche. I contributi saranno essenziali per sostenere in particolare i progetti di ricerca scientifica e promozione, favorendo al contempo i processi di aggregazione tra Consorzi di Tutela e associazioni di settore. Il nostro obiettivo è non solo supportare la crescita dei prodotti DOP e IGP, ma anche rafforzare la struttura organizzativa del sistema, che svolge un ruolo cruciale nel successo del Made in Italy a livello globale.” ha dichiarato il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

Il decreto si prefigge l’obiettivo di rafforzare il sistema Indicazioni Geografiche, finanziando attività promozionali e di salvaguardia nonché progetti di ricerca e sviluppo, anche sotto il profilo della sostenibilità. I soggetti beneficiari saranno ammessi a contributo in misura proporzionale al punteggio attribuito in sede di valutazione, fino ad un importo massimo pari a 250.000 euro per progetto. Le domande di contributo dovranno essere presentate entro il trentesimo giorno successivo alla pubblicazione del decreto.

Ricordiamo che attualmente in Italia solo 6 prodotti ittici hanno ottenuto il riconoscimento DOP o IGP. In Europa, su 1502 alimenti certificati, solo 51 sono pesci o molluschi, nonostante il consumo di pesce sia rilevante.

I sei prodotti italiani certificati sono:

1. Acciughe sotto sale del Mar Ligure (IGP)
2. Trote del Trentino (IGP)
3. Cobia di Orbetello (IGP)
4. Bottarga di muggine di Cabras (IGP)
5. Sardina di Goro (DOP)
6. Vongola verace del Polesine (DOP)

Il processo di certificazione è complesso, richiede tempo (fino a 3 anni) e comporta costi per controlli periodici, e può comportare sanzioni in caso di irregolarità.

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Mitilicoltura Taranto, prorogate le misure sanitarie straordinarie di controllo del rischio per diossina e Policlorobifenili

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Mitilicoltura Taranto, prorogate le misure sanitarie straordinarie – Prorogate per ulteriori 36 mesi le misure sanitarie straordinarie di controllo del rischio per diossina e Policlorobifenili – diossina simili (PCB-DL) nelle produzioni di mitili di Tarante e che sono già state adottate con precedenti Ordinanze del Presidente della Regione Puglia.

L’Ordinanza del Presidente n. 379 del 05/09/24 è stata emanata sulla scorta degli esiti del monitoraggio espletato su base triennale dal Dipartimento di Prevenzione della ASL di Taranto per la ricerca di diossina e Policlorobifenili – Diossino simili sui molluschi bivalvi allevati in provincia di Taranto.

Gli interventi messi in atto dalla Regione sono iniziati a partire dal 2016 quando, nei mitili allevati nel I seno del Mar Piccolo di Taranto, sono stati riscontrati dai Servizi Veterinari della ASL di Taranto dei livelli di Diossine e PCB-DL, ben oltre i limiti previsti dalla legge.

Pertanto il Presidente della Regione, a seguito delle evidenze emerse dai controlli e monitoraggi effettuati periodicamente dai Servizi ASL della ASL di Taranto, al fine di tutelare la salute pubblica e, al tempo stesso, garantire la prosecuzione delle attività di mitilicoltura, con proprie Ordinanze n. 188/2016 e n. 532/2018 e n. 323/2021, di cui quest’ultima scade il 16 settembre 2024, ha stabilito che:

– entro il 28 febbraio di ogni anno, la movimentazione del novellame regolarmente allevato (mitili con lunghezza delle valve inferiore ai 3 cm) dal I seno del Mar Piccolo verso altre zone deve avvenire esclusivamente previa autorizzazione dell’autorità di controllo e dopo aver verificato che i livelli di Diossine e PCB siano conformi ai limiti di legge;

– i mitili prodotti che non rispettano quanto previsto dall’Ordinanza devono essere sequestrati e distrutti.

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Fedagripesca, con proposta Fao a rischio pesca delle specie ittiche più amate

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Fedagripesca, con proposta Fao a rischio pesca delle specie ittiche più amate – A rischio la pesca di naselli, triglie, scampi e gamberi viola con tagli alle catture anche di oltre l’80%. A lanciare l’allarme Fedagripesca Confcooperative preoccupata dalla proposta della FAO/CGPM che punta a nuove riduzioni delle possibilità di cattura per alcune delle specie ittiche più amate.

“Se venissero adottate le raccomandazioni proposte dagli studiosi della FAO per la pesca italiana sarebbe un nuovo duro colpo. Il settore, tra tanti problemi da affrontare, dal granchio blu alla mancanza di manodopera, deve anche fare i conti con concorrenza sleale, in termini di mancato rispetto delle norme di tutela e conservazione delle risorse che per noi, tramite la Politica Comune della Pesca, sono tassative mentre lo stesso non può dirsi per gli operatori del Mediterraneo delle sponde extra-Ue. Nuovi tagli all’attività di pesca, quando altri dati scientifici spingono invece in un’altra direzione, non farebbero altro che favorire le importazioni”, commenta il vicepresidente Confcooperative Fedagripesca, Paolo Tiozzo.

Per l’associazione, le popolazioni ittiche del Mediterraneo sono, infatti, in discreta salute, come dimostrano gli indicatori di diversi studi scientifici tra cui proprio quelli del Comitato Scientifico della stessa CGPM. Fedagripesca, attraverso il suo centro studi (C.I.R.S.PE.), ha valutato l’impatto socioeconomico della proposta della FAO che vede degli 89 stock valutati, 26 sfruttati in modo sostenibile, mentre 63 sono considerati al di fuori dei limiti biologici di sicurezza. Per il merluzzo nostrano, ovvero il nasello, si prevedono tagli dal 26% al 50% in base alle aree di pesca. Per i crostacei, i tagli alle catture sono del 60% e per il gambero viola di oltre l’80%. Per la triglia di fango, specie fondamentale per la piccola pesca e che fino adesso era restata fuori dalla politica dei tagli, la richiesta è di una riduzione attorno al 67%.

“Ancora una volta ci troviamo a fronteggiare gli effetti di una politica della pesca che continua ad utilizzare lo stesso linguaggio di sempre, senza valutare adeguatamente altri fattori che stanno alterando l’ambiente, primo fra tutti il cambiamento climatico in atto con i pesanti effetti osservati in questi mesi: riscaldamento eccessivo dei mari, anossie, specie aliene invasive” conclude Tiozzo.

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Cooperative di Legacoop Agroalimentare al G7 di Siracusa

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Cooperative di Legacoop Agroalimentare al G7 di Siracusa – Ci saranno le cooperative di Legacoop Agroalimentare a presentare e far degustare i prodotti made in Italy delle filiere della cooperazione. In uno spazio di 75 metri quadrati allestito in un palazzo storico di Ortigia, Legacoop Agroalimentare e Legacoop Sicilia prenderanno parte alle iniziative collaterali al G7 Agricoltura e Pesca in programma dal 21 al 29 Settembre a Siracusa.

“Si tratta di una importante occasione per promuovere il sistema cooperativo dell’agroalimentare e della pesca, per valorizzare le eccellenze della cooperazione e per sostenere le nostre cooperative associate”, evidenzia il presidente di Legacoop Agroalimentare, Cristian Maretti.

Al G7 saranno presenti i ministri dell’Agricoltura di Stati Uniti, Canada, Giappone, Francia, Germania e Regno Unito, assieme a quelli di nove Paesi africani. E dunque la Sicilia diventa il palcoscenico internazionale per rilanciare e valorizzare l’economia dell’agroalimentare e della pesca.

“Come Legacoop Agroalimentare riteniamo questo appuntamento decisivo e significativo per fare conoscere al mondo la nostra filiera agricola cooperativa e le eccellenze della cooperazione. In particolare la cooperazione siciliana caratterizzata da storie di riscatto, resilienza, qualità e sostenibilità e di rispetto per l’ambiente. Storie che meritano di essere raccontate e conosciute e indubbiamente il G7 rappresenta la vetrina migliore”, sottolinea Filippo Parrino presidente Legacoop Sicilia.

Nello spazio di Ortigia, le 18 cooperative siciliane e nazionali in rappresentanza dell’intera filiera del comparto agroalimentare faranno degustare i vini, apprezzare la qualità dell’olio oltre a far conoscere le realtà cooperative che operano nel settore lattiero caseario, in quello cerealicolo e dell’apicultura, della zootecnia e della pesca.

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