Mese: Settembre 2024 Pagina 3 di 12

Lollobrigida: “L’acquacoltura è l’agricoltura di eccellenza dei nostri mari”

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L’acquacoltura è l’agricoltura di eccellenza dei nostri mari: una priorità all’attenzione dei Paesi del G7 – Si è appena conclusa, presso la sede romana dell’Associazione Stampa Estera, la conferenza stampa del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che ha illustrato la visione e i programmi messi in campo in occasione del G7 Agricoltura e Pesca – Divinazione Expo, che si terrà dal 21 al 29 settembre a Siracusa, sull’isola di Ortigia.

In concomitanza con la riunione dei Ministri dell’Agricoltura G7, presieduta dall’Italia, Divinazione Expo sarà un’esposizione aperta al pubblico, concepita come un’importante vetrina internazionale, nella quale si confronteranno le istituzioni nazionali più rappresentative, le associazioni agricole e le realtà imprenditoriali per presentare le eccellenze nazionali dell’agricoltura, della pesca, dell’acquacoltura e del settore vivaistico e forestale, nonché delle tecnologie innovative connesse alla pesca ed all’agricoltura.

Moderato dal giornalista Maarten van Aalderen, presidente dell’Associazione Stampa Estera, il ministro Lollobrigida ha ribadito: “Nell’ambito dei lavori del G7 riscontriamo una certa omogeneità sulle macro tematiche e i dossier geopolitici centrali. Durante le conferenze e panel del G20 in Brasile invece abbiamo riscontrato una grande attenzione alla pesca, una nuova prospettiva che mette al centro il mare, la sicurezza alimentare, l’acquacoltura e la qualità alimentare. Le istituzioni italiane anche in ambito G7 pongono grande attenzione alla sicurezza alimentare, promuovendo un modello di equità e puntando all’accesso al cibo di qualità”.

“Non arrendiamoci ad un modello di accesso al cibo – ha aggiunto il Ministro –  nel quale solo i ricchi possono accedere al cibo certificato e di qualità. Le ricchezze di un continente come quello africano, con la popolazione più giovane a livello mondiale, sono un patrimonio da valorizzare. Il mondo occidentale, e l’Italia in particolare, possono fornire formazione, ricerca e innovazione e insieme lavorare per la crescita del continente europeo e di quello africano”.

Durante i lavori il ministro ha citato il modello e il dibattito in Ecuador, un Paese che sta tentando di promuovere un ampio processo di dialogo, di coordinamento e articolazione tra la società civile e lo Stato. Tra i rappresentanti coinvolti oltr alla società civile anche le università, i centri di ricerca, i consumatori, i piccoli e medi produttori, gli agricoltori ed allevatori, le associazioni di pescatori, di acquacoltura e gli indigeni ecuadoriani.

Il ministro ha ricordato l’importanza della pesca e dell’acquacoltura per la tutela, la promozione e la valorizzazione del Mediterraneo.

“La nostra attenzione alla pesca, dal nostro primo giorno, è stata incentrata su un pilastro di azione politica: bisogna stabilire delle regole sulla pesca che non siano legate a quelle dell’Oceano. Siamo nel Mediterraneo e dobbiamo lavorare per arginare la perdita delle nostre marinerie. Dobbiamo investire sulla qualità e la compatibilità della pesca e dell’ambiente, in sinergia con la ricerca e l’innovazione, senza aggredire le tipologie autoctone di pesca. Guardo all’acquacoltura inoltre come all’agricoltura di eccellenza del mare, che genera un prodotto sano, salutare e che fa bene all’ambiente e anche questo settore deve essere tutelato e innovato. L’Italia ha una filiera dell’acquacoltura certificata che consente ai consumatori di comprendere e conoscere ciò che si decide di mangiare. Stiamo lottando contro le specie aliene, pensiamo alle grandi problematiche generate dal granchio blu, e solo attraverso la protezione, la certificazione e la valorizzazione delle nostre eccellenze ittiche possiamo contrastare tali fenomeni”, ha ribadito il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Lollobrigida.

Il prossimo appuntamento istituzionale è a Siracusa con i lavori del G7 Agricoltura e Divinazione Expo.

L’acquacoltura è l’agricoltura di eccellenza dei nostri mari: una priorità all’attenzione dei Paesi del G7

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Unci Sicilia: la blue economy come modello di sviluppo per i borghi marinari

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Unci Sicilia: la blue economy come modello di sviluppo per i borghi marinari – I borghi marinari rappresentano un’importante opportunità di crescita e di sviluppo per la blue economy e i Centri di assistenza tecnica alle cooperative possono svolgere un ruolo centrale nel rilancio delle imprese mutualistiche e nell’agevolare il rapporto con la pubblica amministrazione, soprattutto in una fase economica e sociale delicata come quella che stiamo attraversando.

Su questo tema si è svolta nell’antico borgo marinaro di Ognina, a Catania, una tavola rotonda organizzata dall’Unci Sicilia, che ha visto la presenza del presidente nazionale dell’Unci, Andrea Amico, del numero uno di Unci AgroAlimentare, Gennaro Scognamiglio, del deputato Giuseppe Castiglione, già sottosegretario di Stato, della direttrice regionale di Unci Sicilia, Luisa Tosto, il presidente della Federazione territoriale Unci Catania, Antonino Gradito, e dei vertici degli ordini professionali dei Dottori commercialisti e dei Consulenti del lavoro.

Fare sistema e valorizzare le risorse del territorio, coinvolgendo tutti gli attori istituzionali, le forze sociali e imprenditoriali, è la strategia condivisa dalle associazioni di settore, dai tecnici e dagli esponenti politici.
In particolare, Castiglione, a cui sono state affidate le conclusioni del convegno, ha sottolineato che: “i valori del rispetto dell’ambiente, della sostenibilità, della biodiversità sono fondamentali e fanno parte di una strategia europea. Oggi ci sono le risorse come i fondi strutturali e il Pnrr”.

Un compito significativo, quindi, nell’attivazione di un percorso che vada in questa direzione può essere svolto dagli sportelli allestiti in tutte le province siciliane dall’Unci regionale, struurate in rete, in modo da poter garantire stessi servizi e medesima qualità ad ogni utente, dovunque residente Grazie a questa configurazione operativa il Cat è in grado di garantire:
• Capacità di comprendere appieno le esigenze della imprenditorialità cooperativa per ogni settore di competenza;
• Capacità di fornire consulenza personalizzata ad alto valoreaggiunto;
• Capacità di progettare e gestire strumenti innovativi;
• Tempestività nella risposta allacooperativa richiedente.

Sul portale dell’Unci www.uncisicilia.eu è prevista un’apposita sezione dedicata al Cat, che offre informazioni sui servizi erogati. Per ulteriori notizie è possibile contattare la sede di Unci Sicilia allo 091/308340 oppure inviare una email all’indirizzo unciregionalesicilia@gmail.com.

In un’ottica di programmazione e promozione dello sviluppo, l’Unci, in tutte le sue articolazioni (Unci nazionale, Unci AgroAlimentare, Unci Sicilia, Promocoop), parteciperà all’appuntamento internazionale del G7 Agricoltura, che si terrà a Siracusa dal 26 al 28 settembre, e sarà anche presente, con un proprio spazio, a “Divinazione Expo 24”, una grande esposizione dedicata al sistema agroalimentare, alla pesca e alle eccellenze italiane, con circa 120 stand, che si svolgerà nell’incantevole isola di Ortigia, nella città di Archimede, dal 21 al 29 settembre, in concomitanza con il G7.

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L’UE propone limiti di pesca per Mediterraneo e Mar Nero

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L’UE propone limiti di pesca per Mediterraneo e Mar Nero – La Commissione Europea ha avanzato la sua proposta per le opportunità di pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero per il 2025, sottolineando pratiche di gestione sostenibile e l’adesione agli impegni a lungo termine presi con le Dichiarazioni MedFish4Ever e Sofia. Questo passo prosegue nella direzione di garantire la salute degli stock ittici e l’equilibrio degli ecosistemi marini, assicurando la continuità delle industrie ittiche vitali in queste acque.

La proposta include una serie di misure volte a promuovere lo sfruttamento sostenibile degli stock ittici chiave, garantendo che le future generazioni di pescatori possano continuare a praticare il loro mestiere. Nel Mar Mediterraneo, l’attenzione resta su diverse specie, tra cui gli stock demersali, il pesce lampuga, il pagello fragolino, i gamberi di profondità e l’anguilla europea. Per queste specie, i piani di gestione pluriennali (MAP) precedentemente concordati sotto la Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (CGPM) continueranno, con riduzioni graduali delle catture.

A partire da gennaio 2025, il piano di gestione pluriennale per gli stock demersali del Mediterraneo occidentale entrerà nella sua fase permanente. Questo cambiamento concluderà il periodo transitorio di cinque anni e inaugurerà misure di pesca sostenibili a lungo termine. Queste includono limiti di sforzo di pesca per pescherecci a strascico e palangari, oltre a limiti specifici di cattura per specie come i gamberi di profondità. Questi sforzi sono progettati per ridurre la sovrappesca e proteggere la biodiversità marina, offrendo allo stesso tempo meccanismi di compensazione economica per incoraggiare l’uso di attrezzi da pesca selettivi.

Nel Mare Adriatico, la proposta prevede la continuazione dell’attuazione dei MAP per le specie demersali e pelagiche piccole, con l’obiettivo di raggiungere i livelli di sostenibilità entro il 2026. Per le specie pelagiche piccole, come sardine e acciughe, la fase permanente del MAP inizierà nel 2025, dopo un periodo di transizione di tre anni. Questa strategia si allinea con l’obiettivo della CGPM di conservare a lungo termine le risorse e gestire in modo responsabile la pesca nella regione.

Nel Mar Nero, la Commissione propone di mantenere i limiti di cattura attuali per il spratto, mentre le catture totali ammissibili (TAC) e le quote per il rombo verranno decise durante la sessione annuale della CGPM entro la fine dell’anno. Queste misure riflettono l’impegno a bilanciare le opportunità di pesca con i consigli scientifici, proteggendo le specie vulnerabili e mantenendo la salute degli stock.

La Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo definirà le rimanenti opportunità di pesca dopo la sua sessione annuale del 2024. Le raccomandazioni del Comitato Scientifico, Tecnico ed Economico per la Pesca (CSTEP), attese a metà novembre, avranno un ruolo cruciale nel guidare le decisioni future.

L’adozione di queste misure da parte del Consiglio Europeo a dicembre traccerà il percorso per una pesca sostenibile in queste regioni, garantendo la prosperità dell’industria ittica, proteggendo al contempo gli ecosistemi marini per le generazioni future.

L’UE propone limiti di pesca per Mediterraneo e Mar Nero

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UE potenzia strumenti contro pratiche di pesca non sostenibili

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UE potenzia strumenti contro pratiche di pesca non sostenibili – La Commissione Europea ha proposto una revisione significativa dei propri strumenti per combattere le pratiche di pesca non sostenibili da parte dei paesi extra-UE. Questa iniziativa mira a tutelare gli stock ittici di interesse comune e a garantire la sostenibilità a lungo termine degli ecosistemi marini globali. Con la crescente preoccupazione per il depauperamento degli stock ittici, il quadro normativo dell’UE si sta adeguando per affrontare queste sfide in modo più efficace.

La revisione proposta riguarda il Regolamento (UE) 1026/2012, con l’obiettivo di chiarire i criteri utilizzati per identificare i paesi extra-UE che consentono pratiche di pesca non sostenibili. Una volta identificati, questi paesi potrebbero affrontare sanzioni, tra cui il divieto di importazione degli stock ittici interessati dalla sovrapesca. L’obiettivo è prevenire ulteriori danni alla biodiversità marina e promuovere una concorrenza leale tra gli operatori dell’UE e i loro omologhi internazionali.

Questo aggiornamento migliora la trasparenza e la certezza giuridica, creando linee guida più rigorose per determinare quando applicare sanzioni. Raffinando queste condizioni, la Commissione mira a garantire che i paesi extra-UE comprendano pienamente le conseguenze del mancato rispetto degli standard di pesca sostenibile. Queste misure miglioreranno la governance delle risorse oceaniche e contribuiranno alla lotta globale contro la sovrapesca, che continua a rappresentare una minaccia critica per la vita marina e per le economie delle comunità costiere dipendenti dalla pesca.

La proposta è stata ora trasmessa al Parlamento Europeo e al Consiglio per ulteriori discussioni nell’ambito della procedura legislativa ordinaria. Questa revisione sottolinea l’importanza della cooperazione tra l’UE e i paesi extra-UE nel mantenimento della salute degli ecosistemi marini per le future generazioni.

 

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Il ruolo dell’acquacoltura e della pesca per la sicurezza alimentare globale

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Il ruolo dell’acquacoltura e della pesca per la sicurezza alimentare globale – L’acquacoltura e la pesca stannno acquisendo un ruolo sempre più centrale nella lotta per garantire la sicurezza alimentare globale. La recente Dichiarazione Ministeriale del Gruppo di Lavoro del G20 sull’Agricoltura ha messo in evidenza l’importanza di integrare questi settori nelle catene del valore locali e globali, ponendoli tra le quattro priorità strategiche per il futuro sostenibile. Questo riconoscimento rappresenta un passo significativo verso una maggiore consapevolezza del valore nutrizionale e socioeconomico dei sistemi alimentari acquatici.

L’acquacoltura e la pesca non solo forniscono proteine di alta qualità a miliardi di persone, ma contribuiscono anche a preservare gli ecosistemi acquatici, migliorando la sostenibilità e la resilienza delle comunità costiere e rurali. Il G20, con l’appoggio della FAO, sottolinea l’urgenza di promuovere pratiche di pesca sostenibile, in modo da contrastare l’impatto negativo della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN), nonché di sviluppare sistemi di gestione dell’acquacoltura che rispettino le Linee guida internazionali.

In uno scenario mondiale in cui la domanda di pesce è in costante aumento, il settore dell’acquacoltura diventa fondamentale per soddisfare questa richiesta, contribuendo in modo significativo alla sicurezza alimentare e nutrizionale. Il ministro spagnolo Luis Planas ha ribadito l’importanza di considerare la pesca e l’acquacoltura come fonti di proteine ad alto valore biologico e a basso impatto ambientale, sottolineando l’urgenza di adottare politiche che favoriscano l’inclusione di questi settori nei sistemi alimentari globali.

La “Blue Transformation Roadmap” proposta dalla FAO, che copre il periodo 2022-2030, si pone come obiettivo la gestione sostenibile degli ecosistemi acquatici, affrontando sfide come il degrado ambientale e la pesca eccessiva. Questo approccio olistico punta a un futuro in cui i sistemi alimentari acquatici possano non solo nutrire la popolazione mondiale, ma anche garantire mezzi di sostentamento per milioni di persone che dipendono dalla pesca e dall’acquacoltura.

Con oltre 3,3 miliardi di persone che dipendono dagli alimenti acquatici per almeno il 20% delle loro proteine animali e un settore che ha raggiunto un valore record di 472 miliardi di dollari nel 2022, la pesca e l’acquacoltura rappresentano una risorsa essenziale per l’economia globale. Rafforzare la governance e gli investimenti nel settore, ridurre lo spreco alimentare e migliorare le strategie di adattamento al cambiamento climatico saranno determinanti per il successo di questa trasformazione blu.

La FAO ha espresso la sua volontà di collaborare con i membri del G20 per realizzare questi obiettivi, preparandosi già alla Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani del 2025. Il futuro della sicurezza alimentare globale dipenderà in larga misura dalla capacità di sostenere e potenziare l’acquacoltura e la pesca sostenibile, per garantire un accesso equo a risorse fondamentali per la salute umana e la sostenibilità ambientale.

Il ruolo dell’acquacoltura e della pesca per la sicurezza alimentare globale

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