Mese: Settembre 2024 Pagina 7 di 19

G7 Siracusa, rilanciare prodotti di qualità e filiere sostenibili

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G7 Siracusa, rilanciare prodotti di qualità e filiere sostenibili – “Rilanciare l’agroalimentare e la pesca, puntare alla piena sosteniblità delle filiere produttive e promuovere le eccellenze italiane nel mondo: è questo l’obiettivo da porre al centro dell’attenzione del G7 Agricoltura e delle concomitanti vetrine internazionali del settore”. Ad affermarlo è Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimentare.

“La nostra associazione – prosegue il numero uno dell’organizzazione del mondo cooperativistico –, insieme a tutte le sigle del proprio sistema associativo, è pronta a cogliere la sfida, forte di una esperienza pluridecennale maturata sul campo e di un continuo sforzo di innovazione. All’appuntamento del Forum intergovernativo dei Paesi sviluppati e al grande evento collaterale “Divinazioni Expo 24”, che si terranno a Siracusa, porteremo proposte concrete e ricerche scientifiche, daremo visibilità e voce alle imprese e ai lavoratori, faremo conoscere le tipicità dei territori e la qualità dei prodotti delle nostre cooperative. Come sempre siamo disponibili al confronto con le istituzioni e alla costruzione di un percorso virtuoso con le altre sigle della categoria, i sindacati, le associazioni ambientaliste, di tutela dei consumatori e della cittadinanza attiva”.

L’Unci AgroAlimentare parteciperà domenica 22 settembre, all’Incontro tra il governo e le rappresentanze nazionali del mondo agricolo e della pesca, che si terrà, a partire dalle 10, al Teatro comunale di Siracusa, nell’ambito del programma ufficiale del G7 Agricoltura, con un intervento del presidente Scognamiglio nella seconda sessione, dedicata al tema “Proposte per rilanciare il settore della pesca e dell’acquacoltura”.

All’incontro saranno presenti il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, e il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.

Intenso e di grande interesse, poi, il programma delle attività previste nella cornice di “Divinazione Expo 24” dal 21 al 29 Settembre, dove saranno presenti 120 espositori, con l’Unci AgroAlimentare presso lo stand n.5, nel quale si svolgeranno degustazioni a tema, convegni e seminari, in collaborazione con autorevoli società scientifiche, sindacati, enti bilaterali e la partecipazione di esperti, docenti universitari, ricercatori e operatori del settore agricolo e ittico, oltre che del presidente dell’Unci nazionale, Andrea Amico.
In particolare, si discuterà di pesca e innovazione, pesca e cambiamenti climatici, agricoltura di precisione e start up in agritech, alimentazione e salute, lavoro e formazione.

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Partenariato della pesca UE-Guinea-Bissau

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Partenariato della pesca UE-Guinea-Bissau – L’Unione Europea e la Guinea-Bissau hanno raggiunto un nuovo accordo che rafforza la gestione sostenibile delle risorse marine nell’Africa occidentale. Questo protocollo di partenariato della pesca, della durata di cinque anni, concede alle navi dell’UE l’accesso alle ricche acque della Guinea-Bissau, con un impatto significativo sull’economia locale e sull’ambiente.

Il protocollo rinnovato rappresenta un’importante pietra miliare, in linea con gli obiettivi della Guinea-Bissau per il rafforzamento del settore ittico e lo sviluppo della sua economia blu. Con l’impegno dell’UE a fornire 85 milioni di euro in cinque anni, questa collaborazione include il supporto finanziario per la gestione, il controllo e la capacità di sorveglianza della pesca in Guinea-Bissau. I proprietari delle navi dell’UE contribuiranno inoltre con il pagamento delle licenze e delle tasse di cattura, portando l’impegno finanziario complessivo a oltre 100 milioni di euro.

L’accordo si concentra su pratiche di pesca sostenibili, ampliando le opportunità per le navi dell’UE di pescare specie multiple, tra cui tonno, cefalopodi, gamberi e specie demersali. Paesi come Italia, Spagna, Portogallo, Grecia e Francia beneficeranno di queste opportunità di pesca, che si inseriscono in una rete più ampia di accordi ittici dell’UE in Africa occidentale.

Un elemento chiave del partenariato è il miglioramento della governance della pesca e la protezione dell’ambiente marino. La Guinea-Bissau non solo beneficerà di un supporto finanziario, ma vedrà anche rafforzate le capacità scientifiche, le competenze di sorveglianza e la creazione di posti di lavoro a livello locale. Il protocollo promette di offrire impieghi per pescatori locali e osservatori a bordo delle navi dell’UE, contribuendo alla crescita occupazionale e allo sviluppo delle competenze locali.

La lotta alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) è centrale in questo accordo. Sono state rafforzate le disposizioni sulla trasparenza e sulla protezione dei dati, assicurando che le attività di pesca vengano monitorate in modo efficace. Questo protocollo include anche il miglioramento delle condizioni di lavoro per i pescatori locali a bordo delle navi dell’UE, in linea con le priorità economiche e sociali.

Guardando al futuro, questo protocollo pone le basi per una cooperazione più forte tra l’UE e la Guinea-Bissau, promuovendo un ambiente di pesca equo e trasparente che avvantaggia tutte le parti coinvolte.

Partenariato della pesca UE-Guinea-Bissau

 

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Crescita delle vendite di prodotti ittici norvegesi in Cina

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Crescita delle vendite di prodotti ittici norvegesi in Cina – Le esportazioni di prodotti ittici norvegesi sono pronte a registrare un significativo incremento in Cina, con previsioni che indicano una crescita fino al 10% nel 2024. Mentre il mercato cinese continua la sua ripresa post-pandemia, il Norwegian Seafood Council (NSC) svolge un ruolo strategico per guidare questa espansione. Il consiglio ha stretto solide partnership con importanti distributori cinesi, tra cui Meichu Foods, un player di rilievo nella distribuzione ittica con sede a Qingdao.

L’attenzione al merluzzo norvegese ha suscitato grande interesse, con eventi promozionali organizzati presso supermercati come RT Mart a Shanghai. Tuttavia, il merluzzo non è l’unico prodotto a guadagnare terreno. Anche lo sgombro norvegese è destinato a conquistare una quota di mercato crescente, grazie al supporto attivo del NSC in collaborazione con aziende locali.

Nonostante le preoccupazioni economiche più ampie legate al rallentamento della fiducia dei consumatori cinesi, specialmente nel settore del lusso, la domanda di prodotti ittici norvegesi resta solida. Infatti, nel 2023, il consumo di salmone atlantico in Cina è aumentato del 43%, superando i livelli pre-pandemia. Si prevede che questa tendenza continuerà, con una crescita ulteriore tra l’8 e il 10% nel consumo di salmone nel 2024.

Con la Cina ora classificata come l’ottavo mercato più grande a livello globale per il salmone atlantico, e il più in rapida crescita nel 2023, c’è ottimismo riguardo al potenziale di ulteriore sviluppo. Il consumo pro capite di salmone in Cina rimane basso, a soli 0,08 chilogrammi, segnalando ampio margine di espansione del mercato, soprattutto con la continua ascesa della classe media.

Meichu Foods, un partner chiave in questo successo, ha diversificato la sua offerta oltre al merluzzo e al salmone norvegese. L’azienda ha fatto breccia in nuovi segmenti di mercato, come quello dei prodotti ittici per l’infanzia, vendendo articoli come cubetti di rombo preconfezionati pensati per i giovani consumatori. Questa diversificazione non solo mette in evidenza la crescente domanda di prodotti ittici, ma dimostra anche approcci innovativi per soddisfare le esigenze dei consumatori in varie categorie.

Mentre i produttori norvegesi di prodotti ittici e il NSC continuano a progredire, il mercato cinese presenta un panorama promettente per un successo continuo, rafforzato da partnership strategiche e da una base di consumatori della classe media in espansione.

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Norvegia sigla accordo per esportare prodotti acquacoltura in Brasile

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Norvegia sigla accordo per esportare prodotti acquacoltura in Brasile – La Norvegia ha ufficialmente siglato un accordo di esportazione con il Brasile, consentendo ai prodotti dell’acquacoltura norvegese, incluso il salmone, di entrare nel mercato sudamericano. Questo sviluppo cruciale arriva dopo anni di negoziazioni avviate nel 2021 e rappresenta un passo importante per il settore ittico norvegese. L’Autorità norvegese per la sicurezza alimentare (Mattilsynet) ha confermato che inizierà a rilasciare certificati sanitari per i prodotti dell’acquacoltura destinati al Brasile. Questi prodotti includono varie forme di conservazione, dai filetti freschi al pesce affumicato.

Questo accordo offre enormi potenzialità per gli esportatori norvegesi. Storicamente, la Norvegia in Brasile ha esportato principalmente seppie. Con questa nuova opportunità, il salmone norvegese entrerà in competizione diretta con i prodotti cileni nel vasto mercato brasiliano. Il Brasile è infatti il secondo maggior importatore di salmone cileno dopo gli Stati Uniti, rendendolo un mercato chiave per i produttori di salmone a livello internazionale.

Il momento è particolarmente favorevole per la Norvegia. Nei primi sette mesi del 2024, il Cile ha esportato 86.074 tonnellate di salmone in Brasile, per un valore di 560 milioni di dollari. Nonostante questo volume significativo, il mercato statunitense ha registrato un calo del 10% nelle importazioni di salmone cileno nello stesso periodo, creando così un’opportunità per i produttori norvegesi di sfruttare i cambiamenti nel panorama del mercato.

Mattilsynet ha delineato un processo semplificato per le aziende norvegesi interessate a esportare in Brasile. L’autorità ha iniziato a certificare queste esportazioni dal 15 settembre, segnando l’inizio di un nuovo capitolo nel commercio ittico norvegese. Questo accordo offre alla Norvegia l’accesso a un mercato di oltre 200 milioni di persone, garantendo una concorrenza agguerrita ma anche un enorme potenziale di crescita per il suo settore dell’acquacoltura.

Norvegia sigla accordo per esportare prodotti acquacoltura in Brasile

 

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Trasformare i rifiuti ittici in collagene di alto valore

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Trasformare i rifiuti ittici in collagene di alto valore – Una nuova ricerca della Swinburne University in Australia mette in luce un’innovazione promettente per l’industria ittica: la produzione di collagene di alto valore dai sottoprodotti del settore ittico. Guidata da Nisa Salim della School of Engineering della Swinburne e supportata dal governo dello stato di Victoria, il progetto esplora un metodo sostenibile per estrarre collagene dai materiali di scarto, offrendo un’alternativa etica alle fonti animali.

L’industria ittica è nota per generare grandi quantità di rifiuti, tra cui pelle di pesce, ossa e squame. Questi rifiuti spesso finiscono in discarica o vengono scaricati negli oceani, contribuendo a problematiche ambientali come la riduzione dei livelli di ossigeno e l’alterazione degli ecosistemi marini. Solo in Australia, circa 90.000 tonnellate di rifiuti ittici finiscono ogni anno nelle discariche. La ricerca di Salim offre una nuova via per trasformare questi rifiuti in una risorsa preziosa.

Il collagene è una proteina molto richiesta in vari settori, dalla cosmetica e farmaceutica fino all’alimentare e ai trattamenti medici. Tradizionalmente, il mercato è stato dominato da collagene di origine animale, ma la crescente attenzione verso alternative etiche e sostenibili ha creato la domanda per soluzioni innovative. Con questa ricerca, il collagene derivato dai sottoprodotti ittici potrebbe presto soddisfare questa domanda. Si prevede che il mercato globale del collagene crescerà significativamente, con stime che indicano un aumento da 5 miliardi a 8 miliardi di dollari entro i prossimi cinque anni.

Il metodo sviluppato da Salim rappresenta una soluzione ecologica, in linea con i principi dell’economia circolare. Riproporre i sottoprodotti ittici offre un duplice vantaggio: ridurre i rifiuti e creare una risorsa redditizia per diversi settori. Il progetto dimostra anche potenziali vantaggi economici, soprattutto per le comunità costiere che dipendono dall’industria della pesca. La capacità di generare nuove fonti di reddito dai materiali di scarto potrebbe trasformare il settore, garantendo sostenibilità ambientale e crescita economica.

In collaborazione con l‘End Food Waste Cooperative Research Centre, il team prevede di esplorare ulteriormente le applicazioni commerciali di questa tecnologia. I primi test hanno dimostrato che il collagene derivato dai rifiuti ittici soddisfa gli alti standard richiesti per l’uso sia nell’industria alimentare che cosmetica. Con test di fattibilità e valutazioni di mercato in corso, il futuro del collagene ottenuto dai sottoprodotti della pesca sembra promettente.

Mentre le industrie globali danno sempre più priorità alla sostenibilità, innovazioni come questa potrebbero servire da modello per ridurre l’impatto ambientale e massimizzare l’efficienza delle risorse. Il passaggio dalle fonti tradizionali di collagene a quelle derivate dai sottoprodotti ittici rappresenta una soluzione vantaggiosa sia per il pianeta che per l’economia.

Trasformare i rifiuti ittici in collagene di alto valore

 

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