Mese: Settembre 2024 Pagina 9 di 13

L’opposizione norvegese promette riduzione tasse su acquacoltura

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L’opposizione norvegese promette riduzione tasse su acquacoltura  – La Norvegia si prepara ad affrontare un importante cambiamento nel settore dell’acquacoltura, grazie alle recenti dichiarazioni del partito conservatore, il principale gruppo politico di opposizione. In vista delle elezioni nazionali del prossimo anno, i conservatori hanno presentato un programma volto a ridurre le tasse sugli allevamenti di salmone, settore cruciale per l’economia norvegese e per la fornitura globale di pesce d’allevamento.

Attualmente, la Norvegia è leader mondiale nella produzione di salmone d’allevamento, beneficiando delle condizioni naturali uniche offerte dai suoi fiordi e dalla sua lunga costa. Questo ambiente favorevole ha reso il paese il più grande fornitore di pesce dalla polpa rosa, un prodotto richiesto in tutto il mondo. Tuttavia, negli ultimi anni, il settore ha affrontato sfide legate all’aumento della pressione fiscale, introdotta dal governo laburista in carica.

La tassa del 25% sulla rendita delle risorse per l’acquacoltura, introdotta lo scorso anno, ha sollevato forti critiche da parte degli allevatori di salmone, portando aziende come Mowi ASA a rivedere i propri piani di investimento. La misura, volta a redistribuire una parte dei profitti generati da questa industria in crescita, è stata vista da molti operatori come un ostacolo alla sostenibilità economica del settore. La decisione di aziende leader di ridurre gli investimenti ha sottolineato l’importanza di una revisione delle politiche fiscali.

I conservatori propongono una semplificazione dell’attuale sistema fiscale, con l’obiettivo di favorire la crescita e stimolare nuovi investimenti nel settore dell’acquacoltura. Sebbene non siano stati forniti dettagli specifici, si parla di una possibile riduzione del tasso fiscale dal 25% al 15%, secondo una bozza del manifesto politico. Questo taglio consentirebbe alle aziende di recuperare margini operativi e reinvestire in innovazione, sostenibilità e nuovi impianti.

La risposta del mercato azionario alle dichiarazioni del partito conservatore è stata immediata. Le azioni di aziende chiave come Mowi ASA, Grieg Seafood ASA e Leroy Seafood Group ASA hanno registrato un rialzo significativo. Questo segnale positivo riflette la fiducia degli investitori nella possibilità di un futuro più sostenibile e profittevole per il settore ittico norvegese.

Nel contesto globale, la Norvegia gioca un ruolo fondamentale nell’approvvigionamento alimentare, fornendo una risorsa preziosa e nutriente come il salmone. La proposta dei conservatori non solo mira a sostenere l’economia nazionale, ma anche a garantire che il settore dell’acquacoltura continui a crescere in modo sostenibile e competitivo a livello internazionale.

Con le elezioni all’orizzonte, la questione della tassazione dell’acquacoltura diventerà uno dei punti focali del dibattito politico, determinando il futuro di un settore chiave per la Norvegia e per il mondo intero.

L’opposizione norvegese promette riduzione tasse su acquacoltura 

 

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Pesca: Coldiretti, decreto su attività sportiva base su cui lavorare per migliorare settore

Pesca: Coldiretti, decreto su attività sportiva base su cui lavorare per migliorare settore

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“Il nuovo decreto che regola l’attività di pesca sportiva e ricreativa con il palangaro è da considerarsi una base su cui lavorare per una rivisitazione necessaria e più profonda della normativa della pesca sportiva”.

E’ quanto scrive, in una nota, Coldiretti Pesca nel commentare la firma del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida del nuovo decreto che regola il numero di ami da utilizzare per la pesca ricreativa con il palangaro. Il decreto prevede che per l’utilizzo fino a 100 ami il pescatore ricreativo o sportivo debba fare richiesta alla Direzione generale del Masaf che provvederà a rilasciare una specifica autorizzazione (i dettagli sono ancora da definire).

“Ora, ci auguriamo che si lavori, come si era detto, per migliorare il settore anche su altri temi importanti – prosegue l’associazione – come ad esempio il discorso della licenza di pesca anche per dilettanti e matricole per le imbarcazioni o il normare il taglio della coda. Siamo sicuri che l’obiettivo di tutti sia quello di sostenere gli operatori professionali in un momento non facile per il settore, migliorando la tutela del mare e delle sue risorse ittiche, anche aumentando sempre più i controlli finalizzati a migliorare il lavoro di tutto il comparto”, conclude Coldiretti Pesca.

(Mat/Adnkronos)

ISSN 2465 – 1222

fonte adnkronos

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Tiozzo: “Decreto palangaro passo avanti per tracciare settore”

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Tiozzo: “Decreto palangaro passo avanti per tracciare settore” – “Il nuovo decreto che regola l’attività di pesca sportiva e ricreativa con il palangaro è un passo in avanti per tracciare il settore e gettare le basi per monitorare lo sforzo di pesca delle attività ricreative e sportive come viene fatto in modo capillare per la pesca professionale”, così Paolo Tiozzo vicepresidente Confcooperative Fedagripesca, in una nota, commenta la firma del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida del nuovo decreto che regola il numero di ami da utilizzare per la pesca ricreativa con il palangaro.

Il decreto, fa sapere Fedagripesca, prevede che per l’utilizzo fino a 100 ami il pescatore ricreativo o sportivo debba fare richiesta alla Direzione generale del Masaf che, secondo termini e modalità da fissare con successivo decreto del direttore generale, provvederà a rilasciare un’autorizzazione ad hoc.

“Una scelta che tenta di contemperare le diverse posizioni in campo, tra loro notevolmente distanti, ma che ci auguriamo possa finalmente permettere di gestire anche l’attività di pesca non professionale, assolutamente non trascurabile in Italia, in linea con gli indirizzi di sostenibilità previsti dalla PCP, finora sulle sole spalle dei pescatori professionali“, conclude Tiozzo.

Tiozzo: “Decreto palangaro passo avanti per tracciare settore”

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La bottarga, un viaggio nella storia gastronomica del Mediterraneo

La bottarga, un viaggio nella storia gastronomica del Mediterraneo

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La bottarga, un viaggio nella storia gastronomica del Mediterraneo – La bottarga non è soltanto un alimento pregiato, ma rappresenta un vero e proprio simbolo della tradizione culinaria e culturale della Sardegna. Su quest’isola, dove la pesca e la lavorazione del pesce sono pratiche secolari, la bottarga è conosciuta come “oro di Sardegna“, un prodotto d’eccellenza ricavato dalle uova di cefalo (volpina o muggine – Mugil cephalus Linnaeus, 1758). Questo pesce prospera nelle acque salmastre degli stagni di Cabras, situati lungo la costa centro-occidentale dell’isola, nella provincia di Oristano.

Gli stagni di Cabras sono un ambiente naturale di rara bellezza e grande ricchezza, inseriti nel contesto della penisola del Sinis. Quest’area, tra le più ricche di biodiversità del Mediterraneo, rappresenta un vero santuario per numerose specie di uccelli e pesci. In queste acque tranquille, tra i canneti, si possono osservare numerose specie acquatiche che convivono con i cefali, utilizzati per la produzione della bottarga.

In Sardegna, la pesca non è soltanto un’attività economica, ma una pratica profondamente radicata nella storia, nella cultura e nelle tradizioni locali. I pescatori della zona utilizzavano “is fassonis” (i fascioni), antiche imbarcazioni usate un tempo per la pesca, realizzate con “is fenus”, fasci di fieno palustre, fissati con corde di giunco e chiodi di canna. Lunghe circa quattro metri, queste imbarcazioni presentano una prua curva protesa verso l’alto e una poppa piatta, che garantisce maggiore stabilità. Il materiale e la forma conferiscono a queste barche un’inimitabile leggerezza, che in passato consentiva una maggiore velocità e silenziosità, caratteristiche fondamentali sia per la pesca sia per la caccia. I pescatori le utilizzarono fino alla fine degli anni Sessanta per navigare nelle impervie zone paludose della zona, prima che venissero sostituite, agli inizi degli anni Settanta, da barche di legno più comode e veloci.

Le origini della tradizione della bottarga in Sardegna sono antichissime, risalenti a circa 3.000 anni fa, quando i Fenici, abili commercianti e marinai, introdussero nell’isola la tecnica di conservazione delle uova di pesce mediante salatura. Tuttavia, la storia della bottarga affonda le sue radici ancora più lontano, sulle rive del Nilo, dove veniva prodotta già 5.000 anni fa. Il termine “bottarga” deriva probabilmente dall’arabo “bottarikh”, che significa “pesce salato”.

La produzione della bottarga di muggine

La produzione della bottarga di muggine è un processo che richiede grande abilità e attenzione ai dettagli. Dopo la pesca, si selezionano le femmine più mature, le cui sacche ovariche, dette “baffe”, possono pesare tra i 200 e i 500 grammi. L’estrazione delle baffe è un’operazione delicata, eseguita a mano per evitare di danneggiare la pellicola che racchiude le uova. Successivamente, le baffe vengono lavate accuratamente con acqua e ghiaccio, e poi cosparse di sale marino.

Segue la fase della pressatura, necessaria per eliminare l’eccesso di liquidi e garantire una penetrazione uniforme del sale. Infine, le baffe vengono lasciate stagionare in ambienti ben ventilati, dove l’aria mite dell’autunno sardo favorisce un’essiccazione naturale. Il risultato finale è un prodotto dal caratteristico colore ambrato e arancione, con un profumo di mare e un sapore che unisce sapidità e delicatezza.

La bottarga è un ingrediente estremamente versatile

La bottarga è un ingrediente estremamente versatile, utilizzato sia al naturale sia come condimento. Intera, può essere tagliata a fettine sottili e servita su crostini di pane con un filo d’olio extravergine d’oliva e qualche goccia di limone, una preparazione semplice che esalta il suo sapore unico, rendendola un antipasto raffinato e gustoso.

Grattugiata, la bottarga diventa il tocco finale di numerosi piatti, come gli spaghetti alla bottarga, un classico della cucina sarda. In questa ricetta, la bottarga viene aggiunta alla pasta insieme a olio, aglio e peperoncino, spesso arricchita con vongole veraci.

Oltre alla bottarga di muggine, in altre parti del Mediterraneo, come in Sicilia, si produce anche la bottarga di tonno, ottenuta dalle uova di tonno rosso o a pinne gialle. Questa variante si distingue per un colore più scuro, che varia dal rosa chiaro al marrone, con un sapore più intenso e deciso. La produzione della bottarga di tonno richiede due fasi di pressatura e un periodo di essiccazione più lungo rispetto a quella di muggine, conferendo al prodotto un carattere più deciso.

La bottarga non è solo un prodotto gastronomico, ma un simbolo della tradizione sarda, del legame profondo tra l’uomo e il suo ambiente naturale. La dedizione dei pescatori e dei produttori locali nel preservare e tramandare le tecniche tradizionali garantisce che questo prodotto mantenga la sua autenticità, continuando a essere apprezzato in tutto il mondo.

In un mondo sempre più globalizzato, dove la produzione alimentare tende a standardizzarsi, la bottarga rappresenta un baluardo di autenticità, un tesoro da scoprire e assaporare, che ci invita a riflettere sul ruolo che ciascuno di noi ha nel proteggere il fragile e sottile equilibrio tra uomo, natura ed antiche tradizioni.

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Lollobrigida ha firmato un nuovo decreto palangaro

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Lollobrigida ha firmato un nuovo decreto palangaro – Il settore della pesca sportiva e ricreativa sta vivendo una fase di trasformazione per via dell’introduzione del nuovo decreto firmato dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. La normativa regola l’uso del palangaro per la pesca non professionale, ponendo particolare attenzione a un delicato equilibrio tra sostenibilità ambientale e la tutela delle attività sportive e ricreative.

Il testo introduce importanti novità, a partire dal limite di 100 ami per ogni unità da diporto, una misura che punta a mantenere un equilibrio tra il rispetto degli ecosistemi marini e il diritto degli appassionati a esercitare la pesca. Questo tetto massimo è stato fissato in seguito a un confronto approfondito con le principali associazioni di categoria della pesca professionale e sportiva, a testimonianza di un dialogo costruttivo tra le parti.

Le evidenze scientifiche raccolte negli ultimi mesi hanno fornito una solida base per definire i parametri del nuovo decreto. Gli studi hanno dimostrato l’importanza di mantenere l’impatto ambientale entro livelli sostenibili, proteggendo le risorse ittiche senza penalizzare un settore che coinvolge milioni di italiani. Nonostante la riduzione degli strumenti a disposizione per i pescatori amatoriali, la misura appare necessaria per garantire la sopravvivenza di molte specie marine e tutelare la biodiversità.

Il decreto si inserisce in un quadro più ampio di politiche dedicate alla sostenibilità ambientale, una priorità crescente per il governo italiano. La pesca professionale, da sempre una colonna portante dell’economia marittima del Paese, trova ora nel dialogo con il settore sportivo e ricreativo un alleato per la gestione condivisa delle risorse. Questo approccio integrato dimostra una volontà comune di operare nel rispetto delle regole e degli equilibri naturali, confermando l’attenzione del Governo verso un comparto che rappresenta non solo una passione per molti, ma anche una risorsa economica di primaria importanza.

L’adozione di nuove norme sulla pesca sportiva è vista come un passo fondamentale per preservare il mare, garantendo che l’attività rimanga accessibile a tutti ma senza compromettere l’equilibrio dell’ecosistema. Le associazioni di categoria hanno espresso un moderato ottimismo, sottolineando come il dialogo e la cooperazione siano stati elementi essenziali per raggiungere un compromesso. Tuttavia, rimangono aperte sfide legate alla gestione delle autorizzazioni e al controllo del rispetto delle regole, punti che saranno centrali nei prossimi mesi.

Il nuovo decreto rappresenta un esempio di come la concertazione tra pubblico e privato, unita alla ricerca scientifica, possa portare a soluzioni innovative che soddisfano le esigenze di tutti i portatori di interesse. La sostenibilità, ormai parola chiave in ogni settore, si conferma il faro guida per le politiche future del comparto ittico italiano.

Lollobrigida ha firmato un nuovo decreto palangaro

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