Mese: Ottobre 2024 Pagina 4 di 20

Acquacoltura in Perù: nuove opportunità con la tilapia

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Acquacoltura in Perù: nuove opportunità con la tilapia – Il Perù sta puntando sempre più sull’acquacoltura per rilanciare l’economia locale e migliorare la sicurezza alimentare. Il Ministero della Produzione (Produce) ha ampliato il piano di gestione per la coltivazione della tilapia, estendendo il suo ambito a nuovi dipartimenti del Paese. Questa espansione mira a promuovere la coltivazione della tilapia nelle regioni di Ayacucho, Apurímac, Huancavelica e Cusco, aggiungendosi ai sei dipartimenti dell’Amazzonia già coperti.

Più tilapia in Perù

La decisione del Ministero della Produzione di includere nuove regioni nel piano di gestione della tilapia rappresenta un passo importante per lo sviluppo dell’acquacoltura in Perù. La tilapia è una specie molto apprezzata per le sue caratteristiche: non dipende dalle stagioni, è altamente produttiva e resistente alle malattie e alle condizioni avverse. Questo la rende un’opzione ideale per i piccoli produttori, che possono così contribuire alla crescita delle economie locali e alla diversificazione della produzione acquicola.

L’inclusione di Ayacucho, Apurímac, Huancavelica e Cusco nel piano di gestione della tilapia è particolarmente significativa per le regioni andine. Queste zone, che non erano state precedentemente incluse nel piano, potranno ora beneficiare di nuove opportunità economiche. Secondo Produce, questa iniziativa contribuirà direttamente alla riduzione del deficit di approvvigionamento a livello nazionale, aumentando l’offerta di questa risorsa nutriente e migliorando la sicurezza alimentare del Paese.

Tilapia: una risorsa chiave per lo sviluppo delle comunità rurali

La coltivazione della tilapia ha un grande potenziale per migliorare il benessere delle comunità rurali. Produce sottolinea come questa iniziativa contribuirà alla lotta contro la povertà nelle regioni andine, promuovendo l’inclusione sociale e rafforzando l’economia locale. L’obiettivo è creare nuove opportunità di lavoro, migliorare la qualità della vita nelle comunità rurali delle montagne e della giungla, e favorire la crescita economica attraverso un’attività sostenibile e redditizia.

Nel 2023, la produzione di tilapia in Perù ha raggiunto le 2.791 tonnellate, rappresentando il 2,7% del raccolto totale dell’acquacoltura del Paese. Con un valore economico di 11,7 milioni di sol, la coltivazione della tilapia ha generato 2.600 posti di lavoro diretti e ha beneficiato indirettamente oltre 10.000 persone, principalmente piccoli produttori nelle zone rurali. Questo dimostra come l’acquacoltura possa svolgere un ruolo cruciale nello sviluppo economico delle comunità più vulnerabili.

L’acquacoltura è una delle soluzioni più promettenti per garantire la sicurezza alimentare e la sostenibilità in un mondo in cui le risorse ittiche naturali sono sempre più sotto pressione. La coltivazione della tilapia, in particolare, offre grandi vantaggi grazie alla sua resistenza e adattabilità. L’espansione della coltivazione di questa specie nelle regioni di Ayacucho, Apurímac, Huancavelica e Cusco aiuterà a creare una catena del valore locale, riducendo la dipendenza dalle importazioni e aumentando la disponibilità di pesce fresco per il consumo interno.

L’iniziativa del Ministero della Produzione di espandere il piano di gestione per la coltivazione della tilapia rappresenta un passo importante per il Perù verso la promozione dell’acquacoltura sostenibile. Con l’obiettivo di migliorare la sicurezza alimentare, promuovere l’inclusione sociale e sostenere le economie locali, la tilapia si sta posizionando come una risorsa chiave per il futuro del Paese. L’acquacoltura, in questo contesto, non è solo una fonte di cibo, ma una vera e propria opportunità per lo sviluppo e il benessere delle comunità rurali.

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Tre milioni di euro dalla Regione Siciliana per progetti di acquacoltura sostenibile

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Tre milioni di euro dalla Regione Siciliana per progetti di acquacoltura sostenibile – Tre milioni di euro per promuovere le attività di acquacoltura e favorire la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti. È l’obiettivo del bando pubblicato sul sito del dipartimento della Pesca mediterranea della Regione Siciliana.

“Il nostro scopo – dice l’assessore regionale all’Agricoltura e alla pesca Salvatore Barbagallo -, in linea con le indicazioni dell’Unione europea, è quello di sostenere le micro, piccole e medie imprese della Sicilia che operano nel settore dell’acquacoltura, della molluschicoltura e dell’acquaponica attraverso investimenti che possano migliorare le apparecchiature di produzione e di sicurezza, anche a bordo delle imbarcazioni di servizio. Il tutto nell’ottica della sostenibilità nel lungo periodo dal punto di vista ambientale. Si tratta di misure di fondamentale importanza per sostenere un settore da sempre strategico per l’economia siciliana aiutando gli imprenditori a lavorare in condizioni sempre più sicure e moderne”.

Ogni progetto approvato potrà essere finanziato con un massimo di 500 mila euro. Il termine ultimo per presentare le domande è di novanta giorni a decorrere dalla data di pubblicazione dell’estratto del bando sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana. Il bando completo è consultabile qui.

Tre milioni di euro dalla Regione Siciliana per progetti di acquacoltura sostenibile

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Contaminazione da mercurio: BLOOM rivela uno scandalo di salute pubblica di dimensioni senza precedenti

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Contaminazione da mercurio: BLOOM rivela uno scandalo di salute pubblica di dimensioni senza precedenti – Considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come una delle dieci sostanze chimiche più preoccupanti per la salute pubblica a livello mondiale, al pari dell’amianto e dell’arsenico, questo neurotossico comporta seri rischi per il corpo umano (1). Dopo 18 mesi di indagini, BLOOM rivela in un rapporto esclusivo come, a partire dagli anni ’70, le autorità pubbliche ed una potente lobby abbiano scelto consapevolmente di favorire gli interessi economici della pesca industriale a scapito della salute di centinaia di milioni di consumatori di tonno in Europa. Questo cinico lobbismo ha fatto sì che la soglia di mercurio ‘accettabile’ per il tonno sia stata fissata tre volte più alta rispetto ad altre specie ittiche, come il merluzzo, senza che ci fosse la minima giustificazione scientifica per una soglia diversa (2). Il livello di concentrazione di mercurio nel tonno non è stato fissato arbitrariamente: corrisponde ai livelli più alti di contaminazione riscontrati in questo pesce. In altre parole, la soglia di pericolo non è stata fissata con l’obiettivo di proteggere la salute umana, ma solo per tutelare gli interessi finanziari dell’industria del tonno. Le soglie, stabilite dalle autorità pubbliche in complicità con la lobby del tonno, stanno quindi generando una contaminazione diffusa della popolazione, con conseguenze potenzialmente gravi per la salute. (3-8).

Il mercurio, un veleno estremamente pericoloso

Per cominciare, il mercurio, le cui emissioni globali sono aumentate notevolmente negli ultimi due secoli, si trova in grandi quantità nell’oceano. Si accumula nei pesci nella sua forma più tossica, il metilmercurio, finendo sugli scaffali e nei piatti di milioni di famiglie. Come predatore in cima alla catena alimentare, il tonno accumula metalli pesanti dalle sue prede, con un conseguente aumento di dieci volte della contaminazione da mercurio rispetto alle specie più piccole (9).

Il tonno è il pesce più venduto in Europa (10). In Italia, consumiamo in media 2,5 kg pro capite di tonno in scatola all’anno, al quale bisogna aggiungere il consumo di tonno fresco e surgelato (11). Tuttavia, l’ingestione regolare di metilmercurio – anche in piccole quantità – rappresenta un serio pericolo per la salute, in particolare (ma non solo) per lo sviluppo cerebrale dei feti e dei bambini piccoli (3-8).

Il 100% delle lattine testate da BLOOM sono contaminate da mercurio

BLOOM ha selezionato a caso 148 lattine provenienti da cinque Paesi europei (Germania, Inghilterra, Spagna, Francia e Italia) e le ha fatte analizzare da un laboratorio indipendente: il 100% delle lattine era contaminato da mercurio. Più della metà delle lattine testate (57%) superava il limite massimo di mercurio più severo definito per altre specie di pesce (0,3 mg/kg). Delle 148 lattine, una lattina di Petit Navire (marca francese imparentata con l’italiana Mareblu) acquistata in un negozio Carrefour City di Parigi aveva un livello record di 3,9 mg/kg, 13 volte superiore a quello delle specie soggette allo standard più restrittivo di 0,3 mg/kg. A causa dei pericoli derivanti dall’ingestione regolare di mercurio, anche in piccole dosi, tutte le lattine che superano lo standard di 0,3 mg/kg dovrebbero essere bandite dalla vendita. Tuttavia, questo non è il caso.

Degli standard sanitari artefatti per massimizzare le vendite di prodotti contaminati

BLOOM ha analizzato in extenso centinaia di documenti ufficiali degli organismi internazionali responsabili degli standard sanitari (comitato congiunto FAO-OMS, Commissione Europea, Ministero dell’Agricoltura, ecc.) riguardanti il mercurio. La nostra indagine rivela che per definire i livelli massimi di mercurio nel tonno non viene utilizzato alcun metodo che tenga conto delle conseguenze sulla salute di adulti e bambini. Al contrario, le autorità pubbliche europee hanno scelto un approccio completamente in contrasto con il loro dovere di proteggere la salute pubblica: partono dall’effettiva contaminazione da mercurio dei tonni per stabilire una soglia che garantisce che il 95% di essi possa essere commercializzato. Questo è il motivo per cui al tonno, una delle specie più contaminate, viene data una tolleranza massima di mercurio tre volte superiore a quella della specie meno contaminata (1 mg/kg rispetto a 0,3 mg/kg per il merluzzo, ad esempio). Non c’è alcuna ragione sanitaria per questa discrepanza: il mercurio non è meno tossico se ingerito attraverso il tonno.

“Il mercurio è un potente neurotossico che si fissa nel cervello ed è molto difficile da eliminare. Tutti lo sanno”, spiega Julie Guterman, ricercatrice presso BLOOM e autrice principale dello studio. “Mi era difficile credere che i produttori e i politici potessero scegliere consapevolmente di essere così spietatamente cinici, ma ho dovuto constatare i fatti. Aver agito al momento della definizione delle soglie normative permette ora ai produttori e ai supermercati di vendere prodotti contaminati nella più completa legalità. Lasciare che le persone credano che il consumo di tonno sia sicuro dal punto di vista della salute è una bugia imperdonabile dalle conseguenze drammatiche.”

Controlli rari e inefficaci

Contrariamente alla vigilanza che un tale problema di salute pubblica dovrebbe richiedere, non esistono praticamente controlli sulla catena di produzione e commercializzazione del tonno. Alle Seychelles, centro nevralgico della pesca del tonno che rifornisce l’intero mercato europeo, le autorità sanitarie si accontentano di una decina di test all’anno per garantire la conformità di milioni di chili di tonno inviati in Europa  (12)!

“Ciò che è importante ricordare” dice Julie Guterman, “è che in Europa il tonno viene consumato principalmente in scatola. Eppure, un importatore importante come la Francia non effettua alcun controllo sulla contaminazione del tonno in scatola: nemmeno uno all’anno. Le autorità pubbliche non cercano nemmeno di nascondere la loro complicità con l’industria del tonno. Hanno dato alla pesca industriale e ai supermercati la licenza di contaminare la popolazione.”

Infine, dal momento che i pochi controlli esistenti si basano su uno standard che é stato fissato per essere difficilmente superabile, il numero di test con livelli di contaminazione non conformi è logicamente troppo basso per destare la minima preoccupazione. Un’ulteriore cortina di fumo per rafforzare l’impressione fuorviante di sicurezza.

Questa indagine BLOOM fa parte della serie “TunaGate”, che ha stabilito la criminalità ecologica e le numerose violazioni dei diritti umani attribuibili all’industria del tonno.
Di fronte a questo grave scandalo di salute pubblica, BLOOM ha unito le forze con l’associazione per la tutela dei consumatori Foodwatch per lanciare una campagna europea per sfidare le catene di supermercati.

FONTI

(1) OMS Mercurio e salute https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/mercury-and-health.

(2) Regolamento (UE) 2023/915 della Commissione del 25 aprile 2023 relativo ai tenori massimi di alcuni contaminanti negli alimenti e che abroga il regolamento (CE) n. 1881/2006 (Testo rilevante ai fini del SEE) https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:32023R0915.

(3) EFSA (2012) Scientific Opinion on the Risk for Public Health Related to the Presence of Mercury and Methylmercury in Food, pagine da 81 a 125, https://doi.org/10.2903/j.efsa.2012.2985.

(4) Jacobson et al. (2015) Relation of Prenatal Methylmercury Exposure from Environmental Sources to Childhood IQ https://doi.org/10.1289/ehp.1408554.

(5) Freire et al. (2010) Hair Mercury Levels, Fish Consumption, and Cognitive Development in Preschool Children from Granada, Spain, https://doi.org/10.1016/j.envres.2009.10.005.

(6) Yaginuma-Sakurai et al. (2010) Intervention Study on Cardiac Autonomic Nervous Effects of Methylmercury from Seafood https://doi.org/10.1016/j.ntt.2009.08.009.

(7) Skalny et al. (2022) Mercury and Cancer: Where Are We Now after Two Decades of Research? https://doi.org/10.1016/j.fct.2022.113001.

(8) Bjørklund et al. (2019) Mercury Exposure and Its Effects on Fertility and Pregnancy Outcome https://doi.org/10.1111/bcpt.13264.

(9) European Environment Agency. Mercury in Europe’s Environment: A Priority for European and Global Action https://www.eea.europa.eu/publications/mercury-in-europe-s-environment.

(10) European Commission. Directorate General for Maritime Affairs and Fisheries. et al. Il mercato ittico dell’UE (2023) pagina 36 – Ogni anno nell’UE viene venduto più di un miliardo di chili di tonno, con un consumo medio annuo di circa 3 chili di tonno a persona: https://eumofa.eu/documents/20124/35668/EFM2023_EN.pdf.

(11) Ancit (Associazione Nazionale Conserve Ittiche e delle Tonnare, 2024) : Tonno in scatola, nel 2023 numeri ancora in fase di assestamento. Tra upcycling e circular economy, il comparto sempre più sostenibile https://www.franceagrimer.fr/fam/content/download/74190/document/BIL-MER-2024-CHIFFRES-CLES-2023.pdf?version=3

(12) Commissione Europea (2011) Audit dell’autorità competente delle Seychelles https:// ec.europa.eu/food/audits-analysis/audit-report/details/2691.

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Nuovo Toolkit SFP: mangimi sostenibili per l’acquacoltura

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Nuovo Toolkit SFP: mangimi sostenibili per l’acquacoltura – Il settore della mangimistica per l’acquacoltura gioca un ruolo cruciale nel mantenere delicati equilibri ecologici. Mentre la domanda globale di pesce cresce, garantire la sostenibilità dei mangimi diventa una sfida sempre più pressante. È in questo contesto che la Sustainable Fisheries Partnership (SFP) ha introdotto il suo Aquaculture Feed Solutions Toolkit, una risorsa progettata per aumentare la trasparenza e promuovere ingredienti più sostenibili nei mangimi per l’acquacoltura.

Questo toolkit rappresenta un passo fondamentale per l’industria ittica, fornendo alle aziende oltre 80 strumenti, standard e iniziative che aiutano a gestire i rischi legati al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità. Aziende leader come Sainsbury’s, Tesco, Thai Union e Walmart hanno già fissato obiettivi ambiziosi per migliorare la sostenibilità dei mangimi nei loro prodotti. Secondo Paul Bulcock, responsabile informazioni sull’acquacoltura di SFP, l’adozione di politiche di sostenibilità legate ai mangimi può migliorare la reputazione dell’acquacoltura come settore a basse emissioni di carbonio.

L’acquacoltura, che oggi fornisce oltre il 50% dei prodotti ittici consumati nel mondo, ha un enorme potenziale come fonte alimentare sostenibile. Tuttavia, il mangime rimane uno dei maggiori contributori agli impatti ambientali, rappresentando fino al 70-80% delle emissioni di carbonio associate all’acquacoltura e fino al 90% degli impatti sull’uso del suolo e dell’acqua. Il Feed Solutions Toolkit offre un’aggregazione senza precedenti di risorse per aiutare le aziende ittiche a identificare i rischi e adottare misure concrete per ridurre questi impatti.

Realizzato con il supporto della Walmart Foundation, il toolkit è parte del progetto “Affrontare gli impatti di carbonio e biodiversità dell’acquacoltura“, che mira a promuovere pratiche responsabili su larga scala.

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Mitsubishi Corporation investe in acquacoltura sostenibile

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Mitsubishi Corporation investe in acquacoltura sostenibile – La giapponese Mitsubishi Corporation (MC) ha da poco annunciato un interesse significativo nel settore dell’acquacoltura attraverso un investimento in Finnforel, azienda finlandese specializzata nella produzione di trote. Si tratta di un investimento che ha l’obiettivo di supportare l’espansione internazionale dell’azienda  specializzata nella produzione ittica  con sistemi di acquacoltura a ricircolo (RAS) e a rafforzare le pratiche di allevamento sostenibile su scala globale.

Finnforel è nota per la capacità produttiva di circa 3.000 tonnellate di trote all’anno. L’obiettivo dell’azienda è sviluppare maggiormente il proprio modello di gigafactory, che, all’allevamento delle trote, unisce anche la lavorazione e il confezionamento direttamente sul posto riducendo significativamente i tempi di trasporto e anche l’impatto ambientale lungo tutta la catena di distribuzione.

Secondo Pekka A Viljakainen, CEO e co-fondatore di Finnforel, l’investimento di Mitsubishi rappresenta un passo cruciale per la diffusione delle tecnologie RAS su scala globale.

Viljakainen ha dichiarato: “La nostra mission è proteggere i mari e nutrire il pianeta. Per riuscirci, abbiamo bisogno di partner strategici che ci aiutino a diffondere il nostro know-how tecnologico a livello internazionale. Siamo molto orgogliosi di collaborare con Mitsubishi, che ci supporta con risorse e canali di distribuzione globali.”

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) sottolinea l’importanza degli alimenti acquatici nella dieta globale, che rappresentano il 15% del consumo di proteine animali. Nel 2021, il consumo pro capite globale di prodotti ittici ha raggiunto i 20,6 chilogrammi, un valore destinato a crescere del 12% entro il 2032.

Akihiko Soga, COO della divisione prodotti marini di MC, ha espresso entusiasmo per l’investimento: “Siamo felici di sostenere Finnforel nel suo percorso verso un approvvigionamento proteico sostenibile. Il loro concetto di gigafactory, che gestisce l’intero ciclo di produzione, dall’allevamento alla lavorazione, è in linea con i nostri obiettivi di sostenibilità e innovazione nell’approvvigionamento alimentare.”

Grazie a questa collaborazione, Finnforel e Mitsubishi puntano a rafforzare la sicurezza alimentare globale e a promuovere una produzione ittica più efficiente e rispettosa dell’ambiente.

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