Mese: Novembre 2024 Pagina 2 di 20

Aquaculture Stewardship Council (ASC) presenta ufficialmente il suo impegno in Italia

Aquaculture Stewardship Council (ASC) presenta ufficialmente il suo impegno in Italia

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Aquaculture Stewardship Council (ASC) presenta ufficialmente il suo impegno in Italia – Acquaculture Stewardship Council (ASC™), organizzazione non governativa operante nel settore della certificazione del pesce e frutti di mare di allevamento, ha presentato ieri le motivazioni per le quali ha deciso di incrementare il suo impegno in Italia con nuovi investimenti e nuove risorse professionali.

Fondata nel 2010, Aquaculture Stewardship Council sviluppa un programma ambizioso per trasformare l’allevamento ittico a livello globale e per promuovere il miglior rendimento dell’acquacoltura verso la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale. Oggi i prodotti ittici con il marchio ASC sono già disponibili per i consumatori in più di 100 paesi. Lo sviluppo italiano è finalizzato a coinvolgere sempre più la filiera dell’allevamento ittico nazionale, sensibilizzare la componente retail e comunicare ai consumatori i valori che caratterizzano e distinguono la propria certificazione.

Come spiega Desirée Pesci, Market Development Manager Italy ASC: “la certificazione ASC costituisce il principale schema di riferimento per l’acquacoltura responsabile a livello internazionale (l‘unico conforme al codice ISEAL), perché ha gli standard più solidi, con requisiti basati su dati scientifici e misurabili da soddisfare. Standard che attestano la serietà e l’effettiva sostenibilità dell’intera filiera: metodi di allevamento, mangimi utilizzati, caratteristiche dell’allevamento stesso in rapporto alle risorse umane coinvolte e all’ambiente.”

Su questi principi sta crescendo in misura importante l’attenzione per i prodotti ittici certificati anche in Italia, sia nella GDO che nel canale Ho.Re.Ca. Lo dimostrano la nuova sensibilità del pubblico e gli sviluppi collaborativi fra ASC e le catene della GDO. A questo proposito, prodotti ittici che riportano il marchio ASC su prodotti private label sono già presenti in diverse catene, come LIDL, Conad, IKEA, Carrefour. Lo stesso avviene in ALDI, IN’S Mercato, Eurospin, PAM. Per quanto riguarda i Brand, il marchio ASC è presente, ad esempio, su prodotti Findus, Mowi, Frosta, Bofrost.

Per quanto riguarda invece la sensibilità dei consumatori, i risultati di apposite ricerche indicano la crescita dell’attenzione per i prodotti ittici certificati. ASC ha recentemente completato una sua indagine sui consumatori attraverso un’agenzia di ricerche di mercato indipendente The Conversation Studio, intervistando più di 15.000 consumatori in 14 Paesi diversi sulla loro percezione e sul loro consumo di prodotti ittici (vedi “Key Points” a p. 3 per maggiori informazioni).

Tra gli allevamenti italiani certificati ASC, Loredana Guariniello – Responsabile Assicurazione Qualità di Waterhouse Spa – dichiara: “Preservare l’ecosistema marino minimizzando l’impatto delle attività produttive, rispettare il benessere e lo stato sanitario degli animali allevati nonché il benessere del personale impiegato, sono aspetti imprescindibili su cui WATERHOUSE SPA ha sviluppato e sviluppa costantemente l’intera filiera delle specie ittiche allevate presso i propri impianti off-shore (spigole, orate ed ombrine boccadoro).  È per tali motivi che l’Azienda ha deciso di abbracciare, come primi in Italia per le specie di interesse, la mission di ASC aderendo agli Standard di Certificazione ASC Farm e ASC Chain of Custody, considerandoli strumenti operativi fondamentali per perseguire la possibilità di offrire ai propri stakeholders le più ampie garanzie aggiuntive in termini di efficienza produttiva ed organizzativa creando un connubio perfetto tra qualità del prodotto e ridotto impatto ambientale.”

Le fa eco Cristiana Mura, Team Qualità e Sicurezza Alimentare Nieddittas, che commenta: “Come prima realtà a conseguire la certificazione ASC per la molluschicoltura, siamo molto felici di prendere parte a questa giornata che è anche un’occasione per presentare la realtà di Nieddittas e il valore aggiunto che la certificazione ASC apporta al suo operato. Quello dell’ottenimento della certificazione per i nostri vivai presenti nel Golfo di Oristano è stato un grande traguardo e l’impegno che ne consegue è far conoscere il significato di un riconoscimento così importante per la nostra realtà. Il lavoro compiuto da Nieddittas non è stato facile e veloce, ci siamo cimentati in ambiti sicuramente pionieristici e aver superato tutti gli step per arrivare alla certificazione ci rende orgogliosi. Ringraziamo l’Ente di certificazione DNV per averci accompagnato in questo importante percorso”.

Conclude Desirée Pesci: “Per noi di ASC rafforzare in modo strategico la nostra operatività in Italia significa valorizzare i significati del nostro marchio in un mercato che, come indicano le ricerche, è sensibile all’importanza della sostenibilità nel mondo dell’acquacoltura. Insieme ai nostri partner faremo informazione sul significato del marchio ASC a tutti i livelli, rivolgendoci anche direttamente ai consumatori, incoraggiandoli a cercare il marchio quando sono nei supermercati.”

ASC – Aquaculture Stewardship Council

Fondata dal WWF Paesi Bassi e da IDH (Sustainable Trade Initiative) nel 2010, Aquaculture Stewardship Council è un’organizzazione non governativa che sviluppa un programma ambizioso per trasformare l’allevamento ittico a livello globale e per promuovere il miglior rendimento dell’acquacoltura verso la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale. Oggi i prodotti ittici con il marchio ASC sono già disponibili per i consumatori in oltre 100 paesi. ASC definisce degli standard severi per rilasciare la propria certificazione, con organismi di valutazione della conformità indipendenti, garantendo così un alto livello di affidabilità nella filiera ittica. Solo dopo aver superato l’audit i prodotti ittici di un allevamento possono essere venduti al dettaglio con il marchio ASC riportato sulla confezione. ASC reinveste poi gli introiti ottenuti dai prodotti certificati e le donazioni di beneficenza per promuovere un allevamento ittico responsabile.

WATERHOUSE SPA è una realtà completamente italiana in cui si allevano prodotti e soluzioni all’avanguardia con la passione e il know-how di un grande gruppo che vanta, nel settore ittico, una expertise ventennale. Da sempre alimentata da importanti valori legati non solo alla Qualità e Sicurezza alimentare, ma anche alla sostenibilità e, quindi, al rispetto dell’ecosistema marino e del suo equilibrio, WATERHOUSE SPA gestisce, ad oggi, due allevamenti di specie ittiche eurialine (spigole, orate e ombrine boccadoro) in due splendide realtà italiane quali il Golfo di Oristano (OR) e Casal Velino Marina (SA), località particolarmente rinomate per la bellezza e la qualità delle proprie acque.

NIEDDITTAS è il marchio che contraddistingue i prodotti della CPA, Cooperativa Pescatori di Arborea. Nata in Sardegna nel 1967 dall’associazione di 9 pescatori, la cooperativa è cresciuta negli anni fino a diventare una delle più importanti realtà italiane nella mitilicoltura e nella pesca. Tutti i prodotti vengono dalla filiera di eccellenza nel Golfo di Oristano, in Sardegna. Una filiera controllata e certificata che rispetta il mare e il territorio e che garantisce un prodotto sempre sano e sicuro in ogni fase della lavorazione, dal mare della Sardegna fino alle piattaforme ittiche.

Key Points indagine sui consumatori ASC – The Conversation Studio

ASC ha condotto un’indagine sui consumatori, la più ampia e completa fino ad oggi, intervistando oltre 15.000 consumatori in 14 Paesi diversi sulla loro percezione e sul loro consumo di prodotti ittici (un migliaio gli intervistati in Italia).

La ricerca ha rivelato informazioni significative sul comportamento dei consumatori, fra cui:
♣ l’87% dei consumatori intervistati riconosce che includere il pesce e i frutti di mare nella spesa quotidiana è “abbastanza importante” o “molto importante”.
♣ i motivi principali per cui i consumatori acquistano prodotti ittici sono il piacere di mangiarli, il gusto e i benefici per la salute.
♣ l’83% dei consumatori è in qualche misura motivato a scegliere prodotti ittici con un marchio di sostenibilità. Le considerazioni più importanti riguardano la sicurezza e la salute del prodotto per loro e per le loro famiglie.
♣ la sostenibilità come considerazione negli acquisti di prodotti ittici è più alta nell’Europa nord-occidentale, seguita dall’Europa meridionale e dal Nord America, mentre l’Asia è in fondo alla lista. L’Italia ha la più alta percentuale di consumatori che scelgono prodotti sostenibili quando c’è la possibilità di scegliere (82%).
♣ l’indagine mostra che il 67% delle persone è interessato ad acquistare prodotti più sostenibili, ma solo il 2% pensa spontaneamente alla sostenibilità quando acquista pesce o frutti di mare al supermercato. È evidente che i consumatori hanno bisogno di uno stimolo al supermercato per far emergere la sostenibilità.
♣ ASC è il marchio di pesce d’allevamento più riconosciuta in tutti i Paesi presi in esame, con un punteggio significativamente più alto rispetto ad altri marchi di certificazione.
♣ ASC è anche il marchio più affidabile per i prodotti ittici di allevamento, con percentuali di fiducia che vanno da circa il 70% in Spagna e Italia a circa il 60% nella maggior parte degli altri Paesi.
♣ il 48% degli italiani intervistati sostiene che quando acquista pesce, cerca e chiede specificamente pesce di provenienza sostenibile.

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Granchio blu: da specie invasiva a risorsa economica

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Granchio blu: da specie invasiva a risorsa economica – L’approfondimento di Maria Concetta Messina, pubblicato su Global Food Alliance, mantiene fermi i riflettori sul fenomeno del granchio blu atlantico (Callinectes sapidus), una specie invasiva che sta trasformando i fragili equilibri ecologici del Mediterraneo. Questo crostaceo, introdotto accidentalmente agli inizi del XX secolo attraverso le acque di zavorra delle navi, si è diffuso rapidamente nelle aree costiere, causando gravi danni economici e ambientali. Tuttavia, come evidenziato dall’approfondimento, il granchio blu offre anche opportunità interessanti per l’economia circolare e il mercato dei prodotti ittici.

Un’emergenza gestita a livello nazionale

La presenza massiccia del granchio blu in Italia, in particolare nel Delta del Po e in altre aree costiere, ha portato a significative perdite per i pescatori artigianali e a un deterioramento degli ecosistemi marini. Per rispondere a questa emergenza, il governo italiano ha nominato Enrico Caterino, ex prefetto di Rovigo e Ravenna, come Commissario straordinario per l’emergenza granchio blu. Caterino è incaricato di gestire un fondo di 10 milioni di euro per contenere la diffusione della specie e ridurne gli impatti, attraverso strategie di cattura mirata e la promozione di soluzioni economiche sostenibili.

Questa iniziativa istituzionale si inserisce in un contesto più ampio di sensibilizzazione e innovazione, che vede il granchio blu non solo come una minaccia, ma anche come una risorsa economica da valorizzare.

Un tesoro nei Mari Italiani

Come sottolinea Messina nel suo approfondimento, il granchio blu rappresenta una fonte alimentare di altissimo valore. La sua carne, delicata e nutriente, è ricca di proteine, omega-3, vitamine e minerali, rendendola ideale per i mercati del benessere e della nutrizione. Tuttavia, uno degli ostacoli principali alla sua piena valorizzazione è la bassa resa di carne, un problema che richiede innovazione nel settore della trasformazione e una maggiore attenzione al mercato dei prodotti a valore aggiunto.

La stagionalità del granchio blu, che influenza il contenuto proteico e lipidico della carne, offre spunti per strategie di marketing più sofisticate. Ad esempio, promuovere la polpa di granchio in confezioni surgelate o pronte all’uso potrebbe consentire di superare le limitazioni legate alla resa e di accedere a nuovi mercati.

Sottoprodotti: un’economia circolare possibile

Uno degli aspetti più promettenti della gestione del granchio blu riguarda la valorizzazione dei sottoprodotti. I gusci, spesso considerati scarti, sono in realtà una miniera di risorse. Contengono chitina, un biopolimero utilizzato in settori come la cosmetica, la farmaceutica e l’agricoltura, e pigmenti carotenoidi come l’astaxantina, apprezzati per le loro proprietà antiossidanti.

Questi elementi offrono opportunità significative per promuovere un’economia circolare: dalla produzione di materiali biodegradabili alla creazione di ingredienti naturali per l’industria alimentare e cosmetica. Come sottolineato da Messina, tali applicazioni possono ridurre gli impatti ambientali della gestione dei rifiuti marini e aprire nuovi mercati per le aziende del settore ittico.

Innovazione sociale e coinvolgimento della comunità

La gestione sostenibile del granchio blu richiede un approccio integrato, che coinvolga pescatori, imprese, comunità locali e istituzioni. Programmi di educazione, incentivi economici e partnership pubblico-private sono fondamentali per trasformare una sfida ecologica in un’opportunità economica.

Formare i pescatori su tecniche di cattura mirate e sostenibili, incentivare le aziende a sviluppare prodotti basati sul granchio blu e sensibilizzare il pubblico sui benefici della sua valorizzazione sono strategie essenziali. Come dimostra la nomina di Caterino, la collaborazione tra istituzioni e attori locali può fare la differenza, promuovendo soluzioni innovative e sostenibili.

L’approfondimento di Maria Concetta Messina su Global Food Alliance offre spunti preziosi per comprendere come il granchio blu possa diventare un esempio virtuoso di gestione sostenibile. Da emergenza ecologica, questa specie invasiva può trasformarsi in una risorsa economica di rilievo, capace di generare valore per le comunità costiere e di promuovere pratiche rispettose dell’ambiente.

Attraverso un impegno congiunto tra istituzioni, aziende e cittadini, è possibile costruire un modello di economia circolare che non solo mitighi l’impatto della specie, ma valorizzi anche le sue straordinarie potenzialità.

Granchio blu: da specie invasiva a risorsa economica

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Veneto. Tre bandi FEAMPA per pesca e acquacoltura

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Veneto. Tre bandi FEAMPA per pesca e acquacoltura – “Una gestione efficiente delle risorse FEAMPA è certamente un grande aiuto al mondo della pesca e dell’acquacoltura venete che in questi ultimi anni si trova ad affrontare un susseguirsi di crisi col rischio di mettere in ginocchio un settore che per noi è strategico sotto il profilo socio-economico ma anche culturale e identitario. Come previsto dal calendario bandi approvato dalla Giunta Regionale nel dicembre 2023, a giorni si avvia la seconda apertura dei termini per la presentazione delle domande di contributo per pescatori e imprese per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro. Risorse importanti che possono fare la differenza con l’obiettivo di rilanciare l’intero comparto”.

Lo dice l’assessore regionale alla Pesca, Cristiano Corazzari, dopo l’approvazione da parte della Giunta regionale con delibera, della seconda apertura dei termini per la presentazione delle domande di contributo in attuazione del Piano nazionale FEAMPA 2021-2027.

L’importo complessivo messo a bando è di 10.226.366,00 euro di cui il 50 per cento di quota dell’Unione Europea (pari a 5.113.183,00 euro), il 35 per cento di quota nazionale-fondo di rotazione (pari a 3.579.228,10 euro) e il 15 per cento di cofinanziamento regionale (pari a 1.533.954,90).

“Sono tre in tutto i bandi oggetto di questa seconda apertura – spiega Corazzari-. Il primo bando con una dotazione finanziaria di 1.500.000 euro è finalizzato a erogare contributi per l’ammodernamento dei pescherecci e per la sicurezza della navigazione; il secondo dal valore di 726.366 euro offre contributi per l’acquisto di motori moderni al fine di migliorare i consumi energetici e mitigare gli impatti sull’ambiente; il terzo di 8.000.000 euro offre contributi per sostenere le imprese attive nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici per investimenti in macchinari e infrastrutture, con un punteggio aggiuntivo per quelle imprese che investiranno in attrezzature per la lavorazione del granchio blu”.

“Sono tre bandi che toccano aspetti strategici per questi settori – conclude Corazzari -. Il nostro obiettivo è spendere al meglio tutte le risorse che abbiamo a disposizione, ricordando che siamo tra le prime Regioni in Italia per impegni di spesa sul Feampa. In tutto la programmazione Feampa 2021-2027 conta 46 milioni di euro da investire per la pesca e l’acquacoltura del Veneto. In questo momento difficile sono certo che le imprese sapranno cogliere l’occasione per adeguare le proprie capacità e affrontare il difficile momento”.

Le domande vanno presentate via posta elettronica certificata entro 60 giorni dalla pubblicazione del bando sul Bur prevista per venerdì prossimo, 29 novembre. A gestire le procedure istruttorie sarà la Direzione Agroambiente, Programmazione e Gestione ittica e faunistico-venatoria in qualità di Autorità di Gestione dell’Organismo Intermedio Regione del Veneto.

Veneto. Tre bandi FEAMPA per pesca e acquacoltura

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La più grande disputa oceanica al mondo

La più grande disputa oceanica al mondo

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La più grande disputa oceanica al mondo – A migliaia di metri sotto la superficie dell’acqua si estendono i fondali marini profondi, lo spazio vitale più grande del pianeta e il nostro maggiore deposito di carbonio, fondamentale per regolarizzare il clima terrestre. Qui sono presenti circa 10 milioni di specie, tra cui anche i noduli polimetallici, veri e propri ecosistemi che producono ossigeno e che sono diventati il nuovo obiettivo delle multinazionali che si occupano di estrazione mineraria. Per contrastare la minaccia ambientale rappresentata dal Deep Sea Mining (DSM) – l’estrazione mineraria dei fondali marini – viene lanciata la campagna “La più grande disputa oceanica al mondo”, che permette ai cittadini di tutto il mondo di rivendicare gratuitamente i fondali marini a nome dell’umanità e delle future generazioni.

I NODULI POLIMETALLICI E LA LORO ESTRAZIONE

I noduli polimetallici sono veri e propri ecosistemi viventi che impiegano milioni di anni per crescere, sono ricchi di nichel e cobalto e producono “ossigeno oscuro”, una forma di ossigeno misteriosa ma essenziale che supporta la vita marina. Le nazioni e multinazionali che si schierano a favore dell’estrazione mineraria sosterrebbero falsamente che prelevare queste formazioni sia il futuro dell’energia verde. Tuttavia, la ricerca scientifica oceanica attuale indica chiaramente che l’estrazione dei noduli potrebbe distruggere ecosistemi che impiegano milioni di anni per formarsi e avere conseguenze catastrofiche, non solo per l’ecosistema oceanico, ma per tutto il Pianeta.

Attualmente, all’interno della Clarion Clipperton Zone (CCZ) – una vastissima area di fondale marino profondo che si estende per oltre 4,5 milioni di chilometri quadrati nell’Oceano Pacifico – sono stati designati per la potenziale estrazione ben 3 milioni di chilometri quadrati, equivalenti alla superficie dell’India. Quest’area sta per diventare la più grande miniera della Terra e le decisioni vengono prese a porte chiuse dall’Autorità Internazionale per i Fondali Marini (ISA), un ente intergovernativo incaricata del duplice e contraddittorio mandato di proteggere l’ambiente marino e di facilitarne lo sfruttamento a scopo di lucro. Tuttavia, i fondali marini delle acque internazionali (dove si trova la CCZ) sono definiti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS) come “patrimonio comune dell’umanità” e devono essere “custoditi per le future generazioni”. Questo significa che i fondali non appartengono a nessuna organizzazione, nazione o impresa.

“LA PIÙ GRANDE DISPUTA OCEANICA AL MONDO”

Per contrastare la minaccia ambientale rappresentata dal Deep Sea Mining (DSM) viene lanciata la campagna “La più grande disputa oceanica al mondo“, che permette ai cittadini di tutto il mondo di rivendicare gratuitamente i fondali della CCZ a nome dell’umanità e delle future generazioni, diventando così veri e propri custodi degli oceani. Questa iniziativa consente alle persone di contestare direttamente il diritto dell’ISA di dividere e vendere il patrimonio comune dell’umanità per fini di profitto.

Per fare ciò i fondali marini verranno divisi in 8,1 miliardi di coordinate GPS per rappresentare ogni persona sul pianeta. Queste coordinate saranno mappate sulle aree della CCZ destinate alla possibile estrazione mineraria, e le persone potranno rivendicare gratuitamente le loro coordinate in meno di 60 secondi tramite una piattaforma digitale decentralizzata basata sulla tecnologia web3. Rivendicando la CCZ per conto dell’umanità e delle generazioni future, ogni persona diventa un vero e proprio guardiano dei fondali oceanici. In cambio di questa azione, ogni persona riceverà un certificato di diritto originario personalizzato raffigurante una forma di vita degli oceani profondi e timbrato con le sue coordinate GPS uniche. Questo certificato, noto come DEEPSEA NFT e dedicato ai nostri eroi dimenticati degli abissi, non sarà trasferibile a scopo di lucro e sarà archiviato su un server decentralizzato, libero da autorità centrali e censura.

Noduli polimetallici
Noduli polimetallici

IL DOCUMENTARIO “DEEP RISING” DI MATTHIEU RTZ, NARRATO DA JASON MOMOA

Matthieu Rytz, regista e produttore del pluripremiato documentario ambientale sul Deep Sea Mining, Deep Rising, narrato e prodotto da Jason Momoa, si chiede quali possano essere le conseguenze per la vita sulla Terra se venissero concessi i permessi per l’estrazione mineraria:

“L’estrazione mineraria dei fondali marini non è ancora iniziata, e abbiamo un’opportunità unica per cambiare il corso della storia e fermare un’industria estrattiva altamente distruttiva prima che causi danni irreparabili al nostro Pianeta. Con ‘La più grande disputa oceanica al mondo’, stiamo dando all’umanità il potere di opporsi formalmente a questo moderno saccheggio coloniale dell’Oceano che minaccia di distruggere una parte insostituibile e vitale dell’ecosistema terrestre: i fondali marini. Questi non possono essere posseduti e le multinazionali non hanno il diritto di prendere decisioni su di esse, soprattutto se la loro distruzione compromette le nostre vite e quelle dei nostri figli.”

La più grande disputa oceanica al mondo

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Ddl Pesca, avviato l’inizio di un percorso virtuoso su cui lavorare

Ddl Pesca, avviato l’inizio di un percorso virtuoso su cui lavorare

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«Il ddl Pesca approvato lunedì dal consiglio dei ministri apre una nuova prospettiva per la pesca italiana su cui lavorare».

È questo il commento di Agci Agrital e Legacoop Agroalimentare alla notizia che il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge sulla Valorizzazione della Risorsa Mare. 

Gli aspetti sottolineati riguardano l’attivazione della Cisoa (la cassa integrazione della pesca) anche se c’è da capire meglio il ruolo dei giorni di fermo pesca per non correre il rischio di limitarne molto l’effettiva operatività. Positivi anche il regime previdenziale agevolato per le imprese che assumono lavoratori sbarcati da pescherecci demoliti per ritiro definitivo e le modifiche al codice della navigazione. Dalle indiscrezioni,, non sarebbe stata purtroppo prevista la presenza delle rappresentanze dei pescatori nelle aree marine protette, ma solo quella del Masaf e del Mur perpetrando una evidente stortura nella gestione di aree in cui la pesca riveste un ruolo importante. Ci auguriamo che nel corso dell’iter parlamentare possano essere prese in considerazione alcune proposte avanzate in sede di audizione al ministero del Mare che sembrano non essere incluse nel testo licenziato dal Consiglio dei Ministri», concludono Agci Agrital e Legacoop Agroalimentare secondo cui con il ddl si è aperto un percorso virtuoso su cui poter lavorare per arrivare ad una soluzione ancora più condivisa.

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