Mese: Dicembre 2024 Pagina 6 di 16

Il cambiamento climatico minaccia i pesci d’acqua dolce: cosa rischiamo?

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Il cambiamento climatico minaccia i pesci d’acqua dolce: cosa rischiamo? – Secondo un recente studio condotto dall’Università di Bristol, il cambiamento climatico sta avendo un impatto devastante sui pesci d’acqua dolce. L’aumento delle temperature e la frequenza crescente di siccità mettono a rischio la sopravvivenza di molte specie, compromettendo gli ecosistemi acquatici e le economie che dipendono dalla pesca.

Pesci d’acqua dolce: una risorsa in pericolo

I pesci d’acqua dolce rappresentano una parte essenziale della biodiversità globale e una risorsa fondamentale per milioni di persone. Dallo studio emerge che l’aumento delle temperature riduce l’ossigeno disponibile negli habitat fluviali e lacustri, costringendo molte specie a spostarsi o, peggio, a soccombere.

Inoltre, i periodi di siccità, sempre più frequenti, riducono la portata dei corsi d’acqua, frammentando gli habitat e rendendo difficile il ciclo riproduttivo di molte specie ittiche.

Implicazioni economiche e ambientali

Questi cambiamenti non si riflettono solo sull’ecologia. Per molte comunità, soprattutto quelle che vivono di pesca o acquacoltura, la diminuzione della popolazione di pesci d’acqua dolce rappresenta un duro colpo economico. Pesci come la trota, il salmone e il persico, che costituiscono un’importante fonte di reddito e nutrimento, sono particolarmente vulnerabili.

Cosa possiamo fare per mitigare il rischio?

I ricercatori dell’Università di Bristol sottolineano l’importanza di politiche globali coordinate per combattere il cambiamento climatico. La protezione delle aree umide, il ripristino degli habitat naturali e una gestione sostenibile delle risorse idriche possono ridurre l’impatto sulle specie d’acqua dolce.

Inoltre, è cruciale sensibilizzare le comunità e i governi sull’importanza della conservazione degli ecosistemi d’acqua dolce e delle specie che li abitano.

Il cambiamento climatico non è una minaccia futura, ma una realtà che sta già modificando profondamente i nostri ecosistemi. Proteggere i pesci d’acqua dolce significa preservare la biodiversità, tutelare le economie locali e garantire un futuro sostenibile per le prossime generazioni.

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Il mercato ittico italiano deve puntare su strategie innovative ed eccellenze locali

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Il mercato ittico italiano deve puntare su strategie innovative ed eccellenze locali – Nel 2023, il mercato ittico italiano ha attraversato una fase di profondo cambiamento. Il report EUMOFA (Osservatorio Europeo del Mercato per i Prodotti della Pesca e dell’Acquacoltura) reso disponibile la scorsa settimana, evidenzia, per il nostro Paese, una contrazione significativa dei consumi domestici, accompagnata da un aumento dei prezzi e da una crescente attenzione verso la sostenibilità. Questi elementi, insieme alle dinamiche globali, hanno ridefinito le priorità e le opportunità per il settore ittico italiano.

Secondo l’analisi EUMOFA che fa riferimento al periodo 2022-2023, l’Italia rimane uno dei principali attori del mercato ittico europeo, ma deve affrontare sfide che richiedono strategie innovative e un forte orientamento verso la sostenibilità e l’innovazione.

Consumi domestici in calo

Il consumo domestico di pesce fresco in Italia ha registrato una contrazione del 12% nel 2023, attestandosi a 245.112 tonnellate rispetto al 2022. Questo calo, evidenziato nel report EUMOFA, è il più marcato tra i paesi europei e si deve principalmente all’aumento dei prezzi al dettaglio, tra i più alti nell’UE.

Le specie più consumate, come orata e cozze, hanno subito un drastico calo rispettivamente dell’11% e del 18% rispetto all’anno precedente. Solo il nasello ha registrato un incremento del 2%, segnalando una preferenza per specie più accessibili economicamente​.

L’Acquacoltura come vantaggio competitivo

L’Italia si distingue nel panorama europeo per la produzione di molluschi, in particolare cozze e vongole, che costituiscono il cuore della sua acquacoltura. Il report EUMOFA evidenzia come l’acquacoltura italiana, con 130.000 tonnellate prodotte nel 2022, rappresenti una risorsa fondamentale per il mercato nazionale. La produzione biologica, che ha raggiunto 23.700 tonnellate, posiziona l’Italia tra i leader nell’UE insieme a Irlanda e Paesi Bassi​.

Tendenze di consumo e sostenibilità

Nonostante la crescente attenzione verso la sostenibilità, i prodotti ittici biologici rappresentano ancora una nicchia di mercato in Italia, costituendo appena lo 0,6% del consumo totale. Secondo i dati del report, questo valore è significativamente inferiore rispetto alla media europea e indica un margine di crescita per il settore​.

Importazioni, esportazioni e prezzi

Il report EUMOFA segnala che nel 2023 l’Italia ha registrato un aumento dei prezzi medi dei prodotti ittici, con il salmone che ha raggiunto i 19,17 €/kg (+7% rispetto al 2022). Tuttavia, la contrazione dei volumi importati, causata dall’aumento dei costi e dalla minore disponibilità di alcune specie chiave, ha ridotto l’offerta interna di merluzzo e gamberi​.

Prospettive per il futuro

La crescente domanda di prodotti ittici trasformati e biologici, unita agli investimenti nell’acquacoltura sostenibile, offre margini di crescita per il settore. Il report in questione sottolinea che l’Italia potrebbe capitalizzare queste opportunità migliorando l’accessibilità economica e ampliando l’offerta di prodotti certificati sostenibili.

Il mercato ittico italiano, come mostrato nel report EUMOFA 2023, si trova a un bivio. Mentre il calo dei consumi rappresenta una sfida immediata, le potenzialità del settore, soprattutto nel campo dell’acquacoltura e della sostenibilità, restano significative. Investendo in strategie innovative e promuovendo le eccellenze locali, l’Italia può non solo superare le difficoltà attuali, ma anche affermarsi come leader nel mercato europeo.

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Ostriche: come sceglierle, aprirle e gustarle da veri esperti (o almeno per sembrarlo)

Ostriche: come sceglierle, aprirle e gustarle da veri esperti (o almeno per sembrarlo)

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Ostriche: come sceglierle, aprirle e gustarle da veri esperti (o almeno per sembrarlo) – Immaginatevi a tavola, circondati da amici e familiari, con l’aria frizzante del Natale che aleggia e il suono del vino che scivola nei bicchieri, e poi, le ostriche, quei molluschi bivalvi che non solo sono un piacere per il palato, ma sono anche un viaggio nel cuore della cucina di classe.

Diventare esperti di ostriche non significa solo saperle mangiare, ma significa anche riconoscerle e apprezzarne le varie differenze come dei veri intenditori.

Fin dall’antichità, le ostriche hanno rappresentato un alimento pregiato e simbolo di raffinatezza per i popoli del Mediterraneo. I primi allevamenti documentati risalgono all’epoca romana, ma è oggi la Francia ad essere rinomata e riconosciuta nella produzione e nel consumo di ostriche, grazie a una concentrazione di allevamenti nelle famose coste della Normandia e della Bretagna.

Le ostriche appartengono alla categoria dei molluschi bivalvi e presentano una conchiglia inequivalve e irregolare. La superficie esterna, rugosa e coperta da lamelle ondulate, varia nei toni del grigio-bruno, mentre l’interno si distingue per il colore bianco madreperlato e la superficie liscia.

Le principali varietà europee

Ostriche concave (Crassostrea gigas): le più diffuse, caratterizzate da una conchiglia profonda e una lunghezza che può raggiungere i 16 cm.
Ostriche piatte (Ostrea edulis): comuni nel Mediterraneo, sono riconoscibili per la loro forma tondeggiante, la conchiglia meno profonda e un sapore più delicato.

Le ostriche vengono commercializzate vive, generalmente in reti di vario peso o cestini da 2/3 kg sigillati, e ogni confezione deve riportare etichette precise che ne identificano la varietà e la provenienza.

Per aprirle, è indispensabile utilizzare un coltello specifico, accompagnato da un guanto protettivo o un canovaccio per proteggere le mani.
Durante una cena speciale, il modo in cui apriamo le ostriche diventa un gesto quasi cerimoniale. Con un coltello adatto e una buona dose di destrezza, sappiamo che aprire un’ostrica è più di una semplice operazione, è un’esperienza sensoriale che coinvolge olfatto, gusto e soprattutto i nostri ospiti.

La tecnica corretta consiste nel posizionare l’ostrica con la valva concava verso il basso, inserire la punta del coltello nella cerniera e fare leva con movimenti circolari. Una volta aperta, la valva piatta va rimossa, l’acqua interna scolata e il mollusco staccato con delicatezza.

Il sistema di classificazione delle ostriche si basa sul peso (comprensivo di guscio) e non sulla dimensione. Questo processo di calibrazione, chiamato in francese “calibrage”, avviene alla fine del ciclo di allevamento.

Calibri delle ostriche concave

• Calibro 5: 30-45 g
• Calibro 4: 46-65 g
• Calibro 3: 66-85 g
• Calibro 2: 86-110 g
• Calibro 1: 111-150 g
• Calibro 0: oltre 151 g

Calibri delle ostriche piatte

• Calibro 5: 30 g circa
• Calibro 4: 40 g circa
• Calibro 3: 50 g circa
• Calibro 2: 60 g circa
• Calibro 1: 70 g circa
• Calibro 0: 80 g circa
• Calibro 00: 90-120 g circa
• Pied de Cheval: oltre 160 g

I calibri intermedi sono generalmente i più apprezzati per il loro equilibrio tra dimensione e intensità di sapore. Da notare che, a parità di peso, le ostriche piatte offrono una quantità di carne inferiore rispetto alle concave, a causa del maggior spessore della conchiglia.

La freschezza è un elemento cruciale per garantire un’esperienza gustativa ottimale, un’ostrica fresca si presenta viva e ben chiusa. Se ha le valve aperte, significa che è morta e deve essere scartata. Una polpa asciutta o attaccata ai lati della conchiglia indica che il mollusco è rimasto troppo a lungo fuori dall’acqua e in questo caso, meglio consumarlo cotto.

La Francia, leader nella produzione di ostriche, adotta classificazioni basate su forma, habitat e tecniche di affinamento.
• Bèlon: allevate in zone dove acqua salata e dolce si mescolano, si caratterizzano per carni bianche e sapore equilibrato.
• Marennes: presentano carni verdastre grazie alla presenza di un’alga specifica nelle aree di affinamento.
• Fines: affinate per almeno 1 mese in mare aperto, con densità di 20 ostriche per metro quadrato.
• Spéciales: affinate per 2 mesi in mare aperto con densità di 10 ostriche per metro quadrato.
• Pousse: affinate per 4-8 mesi in mare aperto, con una densità ridotta a 5 ostriche per metro quadrato.
• De claire: crescono in bacini di acqua dolce poco profondi e argillosi.
• Vert: allevate in presenza di alghe blu, che donano loro un colore unico.

Quando si acquistano ostriche è importante controllare sempre l’etichetta per verificarne la provenienza e le modalità di confezionamento. Un’ostrica di qualità non è solo un alimento, ma è un’esperienza sensoriale che combina storia, tradizione ed eleganza, assaporarla significa immergersi nel gusto autentico del mare e dei suoi frutti.

Conoscere il mondo delle ostriche può rendere ogni occasione speciale, non solo per il loro pregio e sapore, ma anche per raccontare con classe e consapevolezza a voi e ai vostri ospiti, le loro caratteristiche e godervi l’emozione di un piatto elegante, che non è solo un cibo, ma è una vera e propria opera d’arte.

Ostriche: come sceglierle, aprirle e gustarle da veri esperti (o almeno per sembrarlo)

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Agrifish: nessuna riduzione dei giorni di pesca per la flotta a strascico italiana nel 2025

Agrifish: nessuna riduzione dei giorni di pesca per la flotta a strascico italiana nel 2025

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I negoziati del Consiglio Europeo dell’Agricoltura e della Pesca hanno portato a un accordo senza precedenti: nessuna riduzione dei giorni di pesca per la flotta a strascico italiana nel 2025.

Una decisione che rappresenta un traguardo fondamentale per il futuro del settore ittico nazionale e la salvaguardia delle marinerie italiane.

Ogni anno, nell’ambito del negoziato europeo, vengono avanzate proposte che prevedono tagli significativi alle attività di pesca, con ripercussioni potenzialmente gravi sull’intero comparto. Grazie a una strategia negoziale efficace portata avanti dal Ministro Francesco Lollobrigida, l’Italia è riuscita a ottenere risultati concreti che garantiscono stabilità e continuità operativa per una filiera di primaria importanza economica e sociale.
Risultati rilevanti sono stati raggiunti anche sulle quote di pesca del gambero, per le quali la Commissione Europea aveva proposto un taglio drastico del -29%.

L’azione determinata dell’Italia ha permesso di ridurre l’impatto al -6%, un passo che preserva gli interessi nazionali e consente al settore di continuare a operare in condizioni più sostenibili.

Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste rimane impegnato nella difesa del comparto ittico nazionale, lavorando per promuovere un equilibrio sostenibile tra la tutela ambientale e lo sviluppo economico. Questo successo negoziale rappresenta un riconoscimento dell’autorevolezza italiana in Europa e un segnale di fiducia verso il futuro del settore.

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Pesca: Pagano (Fi), ‘accordo raggiunto, sotto le feste 5 giorni a settimana invece di 3’

Pesca: Pagano (Fi), ‘accordo raggiunto, sotto le feste 5 giorni a settimana invece di 3’

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“Anche quest’anno durante le festività natalizie i pescatori abruzzesi potranno esercitare la loro attività per cinque giorni alla settimana, anziché i tre stabiliti dalla normativa nazionale in ottemperanza alle disposizioni europee. Grazie a un tavolo di concertazione tra cooperative, organizzazioni sindacali e datoriali è stata raggiunta un’intesa che consente la pesca anche nel fine settimana, nel rispetto delle regole e delle necessità del settore. Una questione che mi era stata posta dai pescatori abruzzesi e che ha trovato un piacevole epilogo grazie alla sensibilità dimostrata dal ministro Francesco Lollobrigida e alla costante interlocuzione con l’onorevole Giandiego Gatta, responsabile nazionale Fi del dipartimento Pesca e Acquacoltura e con Paola D’angelo di Confcooperative Abruzzo”. Lo dichiara, in una nota, Nazario Pagano, Presidente della I Commissione Affari Costituzionali della Camera segretario regionale di Fi Abruzzo.

“Questo accordo rappresenta un grande risultato per il comparto della pesca, fondamentale per l’economia dell’Abruzzo e del nostro Paese, e risponde alla crescente domanda di prodotti ittici che caratterizza il periodo natalizio. Con questo accordo diamo un segnale concreto di vicinanza ai nostri pescatori, tutelando un settore che rappresenta una delle eccellenze dell’Abruzzo e di tutta l’Italia. Garantire prodotti freschi e di qualità sulle nostre tavole durante le festività è il giusto riconoscimento al lavoro e alla dedizione di chi ogni giorno affronta il mare”, conclude.

(Rol/Adnkronos)

ISSN 2465 – 1222

fonte ADNKRONOS

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