Mese: Gennaio 2025 Pagina 16 di 18

Tonno a peso d’oro a Tokyo: 1,27 milioni di euro per un pinna blu

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Tonno a peso d’oro a Tokyo: 1,27 milioni di euro per un pinna blu – Si è aperto con uno spettacolo straordinario il 2025 al mercato ittico di Toyosu, a Tokyo, dove un tonno pinna blu del peso di 276 chilogrammi è stato venduto per la cifra stellare di 207 milioni di yen, pari a circa 1,27 milioni di euro. Si tratta del secondo prezzo più alto mai registrato nell’asta di apertura dell’anno, un appuntamento iconico per l’industria ittica giapponese e un simbolo del dinamismo economico del Paese del Sol Levante.

Pescato al largo della costa di Oma, nella prefettura di Aomori, il tonno è stato acquistato da un grossista in collaborazione con la catena di ristoranti di lusso Sushi Ginza Onodera. Questo risultato, pur inferiore al record assoluto di 333,6 milioni di yen stabilito nel 2019, rappresenta un chiaro segnale di ripresa e ottimismo per un settore che negli ultimi anni ha dovuto affrontare sfide senza precedenti, tra cui la pandemia e le pressioni legate alla sostenibilità delle risorse marine.

L’asta, iniziata come da tradizione alle 5:10 del mattino, ha attirato l’attenzione dei media internazionali e di turisti accorsi per assistere a un evento che è molto più di una semplice transazione commerciale: rappresenta un rito di buon auspicio per l’intera economia giapponese. Il prezzo record del tonno pinna blu è spesso interpretato come un barometro dell’ottimismo degli imprenditori e della salute dell’industria del pesce, un settore che rimane centrale per la cultura e l’economia del Giappone.

Il mercato di Toyosu, che ha sostituito lo storico mercato di Tsukiji, è ormai una delle principali attrazioni di Tokyo, grazie alla perfetta combinazione tra tradizione e modernità. Mentre i grossisti competono per aggiudicarsi i migliori esemplari, i turisti possono assistere a uno spettacolo unico, scoprendo le radici profonde che legano il Giappone al mare.

Questo evento, che ha visto il tonno pinna blu di Oma diventare protagonista assoluto, riaccende il dibattito sulla sostenibilità della pesca di questa specie pregiata. L’aumento della domanda e i prezzi stellari continuano a rappresentare una sfida per la gestione sostenibile delle risorse marine, spingendo esperti e istituzioni a riflettere su come bilanciare tradizione, economia e tutela ambientale.

La vendita di quest’anno non è solo un successo economico, ma anche un’occasione per rilanciare l’immagine di un’industria che si sta evolvendo per affrontare le sfide del futuro. L’asta del tonno a Tokyo rimane un simbolo potente, capace di raccontare una storia che intreccia cultura, economia e sostenibilità in un modo che solo il Giappone sa fare.

Tonno a peso d’oro a Tokyo: 1,27 milioni di euro per un pinna blu

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La pesca tra Italia e Libia. Un passato controverso e un auspicabile futuro di cooperazione

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La pesca tra Italia e Libia. Un passato controverso e un auspicabile futuro di cooperazione – Le acque libiche hanno da sempre rappresentato un’importante risorsa per i pescatori italiani e siciliani in particolare, ma la storia dei rapporti tra Italia e Libia nel settore della pesca è segnata da diversi decenni da tensioni e conflitti.
Dalla colonizzazione italiana all’indipendenza della Libia, le relazioni sono state complesse rendendo difficile la piena legittimazione dei diritti storici italiani nelle acque libiche. Le questioni legate ai diritti di pesca sono diventate un punto di contesa, tanto che vige oggi un divieto assoluto all’accesso addirittura nelle acque internazionali rivendicate dalla Libia come ricadenti nella loro ZEE.

Nonostante questo passato tumultuoso e un presente ancora irrisolto, l’Italia avrebbe comunque l’opportunità di riposizionare la propria presenza nelle acque libiche come un fatto di cooperazione storica. La tradizione di pesca congiunta tra i due paesi può essere enfatizzata come un legame che merita di essere preservato e valorizzato. In un contesto di crescente crisi economica e ambientale, una cooperazione nel settore della pesca potrebbe portare benefici reciproci, favorendo non solo la sostenibilità delle risorse marine, ma anche lo sviluppo economico delle comunità costiere di entrambi i paesi.

In questo contesto, il ruolo dell’Unione Europea (UE) risulta cruciale. La UE potrebbe fungere da mediatore tra Italia e Libia, promuovendo un dialogo multilaterale che tenga conto degli interessi di tutte le parti coinvolte. Inoltre, potrebbe supportare la creazione di un quadro normativo chiaro e condiviso per regolamentare le attività di pesca, in linea con i principi di sostenibilità promossi dalla Politica Comune della Pesca (PCP)
Allo stesso modo, le rinnovate aperture diplomatiche nelle recenti visite del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Libia lasciano ben sperare per l’immediato futuro. Con l’adozione del piano Mattei, la Meloni ha avanzato delle proposte strategiche come modello di cooperazione economica e politica, tra le quali la pesca occupa un ruolo di primo piano.

Zone economiche, come quelle di Zuwara Ras Jedir, situata a sud-ovest della capitale Tripoli, superato il conflitto con lo Stato tunisino in ordine alla gestione del valico, rappresentano oggi un’area economica interessante per la pesca. Le Autorità governative locali sarebbero pronte ad aprire un importante dialogo in ordine allo sfruttamento sostenibile delle risorse marine.

Sebbene il diritto storico dell’Italia alle acque libiche non possa essere pienamente affermato a causa delle vicende passate, la combinazione di un approccio bilaterale, il supporto della UE e il rispetto dei principi dell’UNCLOS offre un’opportunità concreta per costruire un futuro di cooperazione. Rivitalizzare la tradizione di collaborazione tra i due paesi rappresenta il passo essenziale per garantire un equilibrio tra diritto, sostenibilità e sviluppo economico.

La pesca tra Italia e Libia. Un passato controverso e un auspicabile futuro di cooperazione

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Unci AgroAlimentare: pesca molluschi, traguardo importante per l’area del Gargano

Unci AgroAlimentare: pesca molluschi, traguardo importante per l’area del Gargano

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Un riconoscimento atteso per il Consorzio Molluschi Nord Gargano

Il riconoscimento formale del consorzio di gestione “Consorzio Molluschi Nord Gargano” da parte della Direzione Generale Pesca e Acquacoltura del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, approvato il 24 dicembre 2024, rappresenta un traguardo importante per Unci AgroAlimentare e per le imprese di pesca autorizzate alla cattura dei molluschi bivalvi con il sistema draga idraulica.

Un obiettivo raggiunto dopo un lungo percorso condiviso, che ha preso il via nel 2008, per iniziativa dell’ex presidente Ferdinando Del Giudice e dei rappresentanti Unci AgroAlimentare di Foggia (Donato Fanizza, Lelio De Laurentiis e Michele Lombardi). Questi, in sinergia con i pescatori e le altre organizzazioni datoriali del settore presenti in loco, si sono impegnati nel raggiungimento della meta, superando numerosi ostacoli, anche di natura burocratica.

Altro che “impresa in un giorno”, come recitano slogan istituzionali distanti dalla realtà.

Revisione del decreto ministeriale sulla pesca dei molluschi bivalvi: la visione di Unci AgroAlimentare

Una delle priorità su cui ha puntato Unci AgroAlimentare, oltre al riconoscimento del consorzio, è la revisione del decreto ministeriale sulla “Disciplina della pesca dei molluschi bivalvi” (22 dicembre 2000), che ancora oggi rappresenta un ostacolo per la costituzione di questi organismi.

Tali consorzi sono l’unica vera opportunità per attuare una pesca selettiva e mantenere lo sforzo di pesca. È necessario, come segnalato dall’organizzazione, rivisitare e ampliare gli areali di cattura per non insistere su un unico ambito. Grazie alla ricerca, agli studi scientifici e agli strumenti tecnologici, adesso è possibile procedere in questa direzione, anche per contenere i gravi effetti negativi causati dalla presenza di specie aliene invasive, come il granchio blu, soprattutto nell’Alto Adriatico.

La responsabilità del Consorzio e il Piano di gestione

In capo al Consorzio Molluschi Nord Gargano, in virtù dell’affidamento della gestione della pesca dei molluschi bivalvi nell’ambito del Compartimento marittimo di Manfredonia, resta la responsabilità delle attività di cattura e del mantenimento della risorsa ittica.

Un Piano di gestione sarà elaborato in collaborazione con l’Università di Bari “Aldo Moro”, quale istituto scientifico di riferimento scelto dal Consorzio.

Un impegno per la sostenibilità

“La nostra organizzazione – ha sottolineato il presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare, Gennaro Scognamiglio – ha portato avanti la tutela della pesca nell’area del Gargano, evidenziando l’importanza della sostenibilità ambientale coniugata a quella economica e lavorativa degli operatori.

L’intento è salvaguardare il reddito dei pescatori e delle loro famiglie, oltre alla presenza dei molluschi bivalvi. A questo scopo, il Consorzio metterà in campo azioni mirate a protezione della risorsa: semina, ripopolamento, controllo delle catture, istituzione di aree di riposo biologico e una turnazione delle unità da cattura.

Un plauso agli sforzi dei pescatori e al supporto del Masaf

Ai nostri cooperatori e a tutti i pescatori aderenti al Consorzio va quindi il nostro plauso per gli sforzi compiuti e al Masaf – Direzione Generale della Pesca apprezzamento per aver supportato l’istanza di riconoscimento, riconoscendone l’effettiva importanza”.

Potrebbe anche interessarti: A Senigallia la conferenza “Ecosistema Mare. Strategie per una gestione responsabile della biodiversità e della salute marina” – Economia del Mare

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Unci AgroAlimentare: pesca molluschi, traguardo importante per l’area del Gargano

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Unci AgroAlimentare: pesca molluschi, traguardo importante per l’area del Gargano – Il riconoscimento formale del consorzio di gestione “Consorzio Molluschi Nord Gargano” da parte della Direzione Generale Pesca e Acquacoltura del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, approvato il 24 Dicembre 2024, rappresenta un traguardo importante per Unci AgroAlimentare e per le imprese di pesca autorizzate alla cattura dei molluschi bivalvi con il sistema draga idraulica.
Un obiettivo raggiunto dopo un lungo percorso condiviso, che ha preso il via nel 2008, per iniziativa dell’ex presidente Ferdinando Del Giudice e dei rappresentanti Unci AgroAlimentare di Foggia, Donato Fanizza, Lelio De Laurentiis e Michele Lombardi, che, in sinergia con i pescatori e le altre organizzazioni datoriali del settore presenti in loco, si sono impegnati nel raggiungimento della meta, superando numerosi ostacoli, anche di natura burocratica.

Altro che “impresa in un giorno”, come recitano slogan istituzionali distanti dalla realtà.
Una delle priorità su cui ha puntato Unci AgroAlimentare, oltre al riconoscimento del consorzio, è la revisione del decreto ministeriale sulla “Disciplina della pesca dei molluschi bivalvi” (22 dicembre 2000), che ancora oggi rappresenta un ostacolo per la costituzione di questi organismi che sono l’unica vera opportunità per attuare una pesca selettiva e il mantenimento dello sforzo di pesca. E’ necessario infatti, come da noi segnalato, rivisitare ed ampliare gli areali di cattura, proprio per non insistere su un unico ambito. Grazie alla ricerca, agli studi scientifici e altri strumenti tecnologici adesso è possibile procedere in questa direzione, anche per contenere i gravi effetti negativi che la presenza di una specie aliena invasiva, come il granchio blu, sta determinando, soprattutto nell’Alto Adriatico.

In capo al Consorzio Molluschi Nord Gargano, in virtù dell’affidamento della gestione della pesca dei molluschi bivalvi nell’ambito del Compartimento marittimo di Manfredonia, resta la responsabilità delle attività di cattura e di mantenimento della risorsa ittica, attraverso un Piano di gestione che sarà elaborato in collaborazione con l’Università di Bari “Aldo Moro”, quale istituto scientifico di riferimento scelto dal Consorzio.

“La nostra organizzazione – ha sottolineato il presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare, Gennaro Scognamiglio – ha portato avanti la tutela della pesca nell’area del Gargano, evidenziando l’importanza della sostenibilità ambientale coniugata a quella economica e lavorativa degli operatori, con l’intento di salvaguardare allo stesso tempo il reddito dei pescatori e delle loro famiglie e la presenza dei molluschi bivalvi. A questo scopo, il Consorzio metterà in campo azioni mirate a protezione della risorsa: semina, ripopolamento, controllo delle catture, istituzione di aree di riposo biologico e una turnazione delle unità da cattura.
Ai nostri cooperatori e a tutti i pescatori aderenti al Consorzio va quindi il nostro plauso per gli sforzi compiuti e al Masaf – Direzione Generale della Pesca apprezzamento per aver supportato l’istanza di riconoscimento, riconoscendone l’effettiva importanza”.

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Certificazioni di sostenibilità. Anche il cibo per animali attento al futuro del pianeta

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Certificazioni di sostenibilità. Anche il cibo per animali attento al futuro del pianeta – In un presente in cui i consumatori sono sempre più attenti all’impatto ambientale delle loro scelte, le certificazioni di sostenibilità stanno diventando il nuovo standard, anche nei settori più inattesi. Non è più solo una questione di scegliere pesce certificato per la tavola di casa, ma ora anche il cibo per animali si sta allineando a queste nuove esigenze di responsabilità ambientale.

Un esempio recente e significativo arriva dall’Australia, dove il marchio Dine, parte del gruppo Mars Petcare, ha lanciato un prodotto rivoluzionario per gatti: il Dine Fillet con Tonno Sostenibile, certificato dal Marine Stewardship Council (MSC). Questa certificazione è un riconoscimento internazionale che garantisce il rispetto di rigorosi standard ambientali e il sostegno alla pesca sostenibile.

La scelta di Mars Petcare di collaborare con MSC riflette un impegno crescente verso la sostenibilità non solo per gli alimenti umani, ma anche per quelli dedicati ai nostri amici a quattro zampe. “Nutrire il tuo gatto non dovrebbe mai avvenire a spese dell’ambiente,” ha dichiarato Camille Shepherd, amministratrice delegata di Mars Petcare Australia. “I gatti meritano cibo delizioso che aiuti a preservare le risorse del pianeta.”

Questa nuova proposta non è solo una novità per il settore pet food, ma rappresenta un passo avanti fondamentale per educare i consumatori sull’importanza di scelte consapevoli anche quando si tratta di prendersi cura dei propri animali. La presenza del marchio MSC con il suo iconico “blue fish tick” sulla confezione rassicura i proprietari di animali domestici sulla provenienza etica del prodotto, certificando che il pesce è stato pescato in modo sostenibile e mantenuto separato da quello non certificato in ogni fase del processo.

L’importanza delle certificazioni come quella del Marine Stewardship Council non può essere sottovalutata. Garantiscono che i prodotti ittici rispettino criteri severi di tracciabilità, sostenibilità e trasparenza, creando un legame di fiducia tra produttori e consumatori. Questo aspetto, che fino a pochi anni fa sembrava destinato esclusivamente alla filiera umana, sta ora ridefinendo anche il mercato degli alimenti per animali.

La rivoluzione del pet food sostenibile potrebbe essere solo l’inizio di un trend più ampio. In un’epoca in cui ogni scelta quotidiana può fare la differenza per il futuro del pianeta, l’attenzione verso prodotti responsabili sta diventando sempre più centrale. Che si tratti di un filetto di tonno sostenibile sulla nostra tavola o nella ciotola del nostro gatto, il messaggio è chiaro: le nostre abitudini possono contribuire a costruire un mondo migliore, una ciotola alla volta.

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