Mese: Marzo 2025 Pagina 1 di 6

Un nuovo alieno nei mari italiani

Un nuovo alieno nei mari italiani

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Segnalata dai pescatori la triglia tropicale del mar Rosso a Lampedusa

Ancora una volta i pescatori si dimostrano sentinelle del mare segnalando un nuovo pesce alieno: una triglia endemica del Mar Rosso e Golfo di Aden, Parupeneus forsskali. La sua presenza in Mediterraneo venne confermata la prima volta nel 2012 in Libano e la specie si è poi espansa nel Bacino del Levante fino a raggiungere la Tunisia nel 2016.

L’esemplare pescato nell’isola di Lampedusa rappresenta il primo ritrovamento della specie nei mari italiani. La triglia del mar Rosso è caratterizzata da una banda scura longitudinale nella parte superiore del corpo e da una macchia scura in prossimità della coda: i pescatori di Lampedusa, riconoscendone le caratteristiche, hanno subito individuato l’esemplare tra le triglie native che avevano catturato e hanno provveduto a congelarlo per consegnarlo ai ricercatori dell’ISPRA di Palermo, con i quali si è instaurato da decenni un proficuo rapporto di collaborazione.

La triglia del mar Rosso abita sia i fondi rocciosi che quelli mobili, anche in prossimità di praterie; può raggiungere i 30 cm di lunghezza e viene sfruttata commercialmente nei luoghi di origine ed anche nelle acque cipriote, dove la specie si è insediata con successo. Sebbene non siano stati ancora riconosciuti impatti della specie nelle località invase, è ipotizzabile una sua competizione per lo spazio e le risorse con le triglie native, come è già accaduto per altre triglie aliene insediate in Mediterraneo.

Il ritrovamento della specie a Lampedusa è un’ulteriore testimonianza della diffusione delle specie aliene nei nostri mari. I ricercatori ISPRA rinnovano l’invito a segnalare le catture e le osservazioni di organismi inusuali alla email istituzionale alien@isprambiente.it e, quando possibile, a conservare gli esemplari.

Un opuscolo sulle specie aliene nei nostri mari è consultabile e scaricabile al link https://www.isprambiente.gov.it/files2024/notizie/opuscolo-specie-aliene-2024.pdf

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Sæplast. Performance elevate per l’industria ittica

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Sæplast. Performance elevate per l’industria ittica – Nel cuore dell’industria ittica moderna, dove la freschezza del prodotto è sinonimo di qualità e competitività, l’innovazione tecnologica gioca un ruolo cruciale. La gestione efficiente della catena del freddo non è più solo un’opzione, ma una necessità strategica per garantire il massimo rendimento economico e qualitativo. Sæplast, leader mondiale nella produzione di contenitori isolati, ha compreso questa esigenza e sviluppa soluzioni capaci di rispondere alle sfide più complesse dell’industria della pesca e dell’acquacoltura.

Un aspetto distintivo dei contenitori Sæplast è l’utilizzo di materiali altamente performanti che migliorano la conservazione del pesce e ottimizzano la logistica. Il nuovo modello 460 ECO è un esempio di come l’azienda islandese stia ridisegnando gli standard: un contenitore più leggero e robusto, con un’ottima resistenza termica e un’impronta ambientale ridotta. Questo non solo migliora la sicurezza alimentare e la gestione della qualità, ma consente anche un risparmio sui costi operativi grazie a una maggiore efficienza nei processi di stoccaggio e trasporto.

L’innovazione di Sæplast non si ferma alla progettazione dei contenitori, ma si estende all’intera logistica della filiera ittica. La scelta di materiali termoisolanti permette di mantenere temperature ottimali per un periodo più lungo, riducendo drasticamente il rischio di deterioramento del prodotto durante il trasporto. Ciò si traduce in minori sprechi, maggiore sostenibilità e una significativa riduzione delle perdite economiche, fattori determinanti per un settore in cui ogni punto percentuale di resa in più può fare la differenza.

La sicurezza alimentare resta un pilastro fondamentale della filosofia aziendale di Sæplast. Le superfici dei contenitori sono progettate per una pulizia rapida ed efficace, rispettando i più severi standard sanitari internazionali. Questo aspetto diventa ancora più cruciale considerando il crescente numero di regolamentazioni in materia di igiene e tracciabilità nella filiera alimentare, specialmente per i prodotti ittici destinati ai mercati globali.

Oltre all’efficienza operativa, Sæplast pone grande attenzione alla sostenibilità. La crescente pressione ambientale e la necessità di soluzioni più eco-friendly stanno spingendo le aziende del settore a rivedere le proprie strategie di imballaggio e stoccaggio. La gamma di contenitori di Sæplast, progettata per essere riciclabile e riutilizzabile a lungo termine, rappresenta una scelta consapevole per quelle imprese che vogliono coniugare prestazioni elevate con una responsabilità ambientale concreta.

Le imprese ittiche più avanzate stanno già adottando questi strumenti per migliorare l’efficienza logistica e ridurre le perdite lungo la filiera. Con le soluzioni Sæplast, il settore può finalmente contare su una tecnologia affidabile e all’avanguardia, capace di trasformare le sfide della conservazione in un vantaggio competitivo concreto. L’innovazione è la chiave per affrontare il futuro, e Sæplast si conferma un partner strategico per chi opera ai massimi livelli dell’industria ittica.

Sæplast. Performance elevate per l’industria ittica

In Rete” è la rubrica di Pesceinrete che racconta le aziende del settore ittico attraverso le informazioni disponibili online. Il nostro obiettivo è offrire una fotografia oggettiva delle realtà presenti sul web, con l’intento di documentare il panorama del mercato in modo trasparente e informativo.

 

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Pesca a strascico e AMP. EBFA sostiene l’approccio di Kadis

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Pesca a strascico e AMP. EBFA sostiene l’approccio di Kadis – L’European Bottom Fishing Alliance (EBFA) ha accolto con favore l’approccio pragmatico del Commissario europeo alla pesca, Kadis, riguardo alla regolamentazione della pesca a strascico di fondo nelle aree marine protette (AMP). L’orientamento espresso dal Commissario si basa su un principio fondamentale: ogni decisione deve essere supportata da evidenze scientifiche solide, evitando misure generalizzate che potrebbero danneggiare inutilmente il settore.

L‘EBFA ha sottolineato come questa visione sia essenziale per scongiurare chiusure sproporzionate delle aree di pesca, che potrebbero impattare negativamente le economie costiere e la sicurezza alimentare dell’UE. La chiave è una valutazione personalizzata, analizzando caso per caso l’effettivo impatto della pesca sugli ecosistemi marini. Tale metodo consente di distinguere le AMP in cui la pesca a strascico può essere compatibile con gli obiettivi di tutela della biodiversità da quelle in cui è necessario limitarla per evitare danni ambientali significativi.

Il Commissario Kadis ha chiarito un punto cruciale: la strategia UE sulla biodiversità per il 2030 non è giuridicamente vincolante, mentre la legge sul ripristino della natura impone obblighi concreti. Ciò rappresenta un’evoluzione rispetto a politiche passate che prevedevano restrizioni drastiche, come l’eliminazione progressiva della pesca di fondo attiva entro il 2030 o il divieto totale di pesca su almeno il 10% delle acque europee. Secondo l’EBFA, tali obiettivi non hanno mai ottenuto un consenso internazionale e rischierebbero di colpire indiscriminatamente un comparto già sottoposto a rigidi controlli ambientali.

In linea con i principi dell’Oceans Pact e con le direttive della United Nations Ocean Conference (UNOC), il Commissario ha ribadito l’importanza di una regolamentazione che garantisca sostenibilità, monitoraggio costante e supporto agli Stati membri. L’EBFA ha evidenziato come molte AMP siano concepite per proteggere specifiche specie marine che non subiscono impatti diretti dagli attrezzi della pesca a strascico.

La pesca di fondo regolamentata, se gestita con criteri scientifici rigorosi, può coesistere con la tutela della biodiversità. Non tutte le AMP vietano questa pratica, e in numerosi casi le autorità hanno individuato zone specifiche in cui è consentita, senza compromettere gli obiettivi di conservazione. Questo approccio razionale, secondo l’EBFA, dovrebbe essere adottato anche nel Patto sugli Oceani e nelle prossime conferenze internazionali, evitando derive ideologiche e decisioni basate su pressioni emotive.

Un’eccessiva rigidità normativa, infatti, potrebbe avere conseguenze controproducenti: la riduzione della flotta europea comporterebbe un aumento della dipendenza da importazioni di pesce da paesi extra-UE, spesso caratterizzati da standard ambientali e sociali meno stringenti, come Russia e Cina.

L’EBFA ha ribadito la propria disponibilità a collaborare con la Commissione Europea e le altre parti interessate per sviluppare un modello di gestione della pesca che coniughi sostenibilità ambientale, economica e sociale. La chiave del futuro del settore ittico europeo risiede nell’equilibrio tra la protezione della biodiversità e il mantenimento di una filiera produttiva responsabile ed efficiente.

Pesca a strascico e AMP. EBFA sostiene l’approccio di Kadis

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Al via a Bari il corso pilota “Acquacoltura di qualità” del progetto MareSkill

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Al via a Bari il corso pilota “Acquacoltura di qualità” del progetto MareSkill – ARTI – Agenzia Regionale per la Tecnologia, il Trasferimento tecnologico e l’Innovazione, in qualità di partner del progetto Interreg Italia-Croazia MareSkill, ha avviato il corso pilota “Acquacoltura di qualità”, realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari Aldo Moro.
Il corso, della durata di 50 ore, è stato progettato per fornire competenze avanzate nel settore dell’acquacoltura sostenibile e intelligente, con particolare attenzione alla produzione di prodotti ittici di alta qualità secondo gli standard europei. L’iniziativa è rivolta a laureati, dottorandi, ricercatori e professionisti del settore in Italia e Croazia.

Il programma si articola in tre moduli formativi, con lezioni che si svolgeranno tra marzo 2025 e giugno 2026:
• Modulo 1 – Acquacoltura sostenibile (Bari, 7-8 marzo 2025)
• Modulo 2 – Tecnologie e metodi innovativi per l’acquacoltura sostenibile (autunno 2025)
• Modulo 3 – Comunicazione e innovazione nell’acquacoltura (primavera 2026)

Il primo modulo del corso, in programma a Bari oggi e domani, si concentrerà sulla sostenibilità nel settore ittico. Le due giornate di formazione si terranno presso il Grand Hotel delle Nazioni (Lungomare Nazario Sauro, 7) e la sede di ABAP – APS (Via Giulio Petroni 15/f). Il programma prevede tavole rotonde, interventi di esperti del settore e studi di caso su strategie alimentari innovative, molluschicoltura plastic-free e tecniche di valorizzazione del prodotto ittico. Tra i relatori figurano esperti di Skretting Italia, Novamont SpA, Università Politecnica delle Marche e rappresentanti di importanti aziende della grande distribuzione organizzata.
Con questa iniziativa, il progetto MareSkill punta a rafforzare la cooperazione tra Italia e Croazia e a promuovere un’acquacoltura più sostenibile e competitiva.
Per ulteriori dettagli e modalità di partecipazione, è possibile consultare i canali ufficiali di ARTI e del progetto MareSkill.

Al via a Bari il corso pilota “Acquacoltura di qualità” del progetto MareSkill

 

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Nel futuro dell’acquacoltura RAS in Europa c’è la cernia gigante

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Nel futuro dell’acquacoltura RAS in Europa c’è la cernia gigante – L’acquacoltura in sistemi a ricircolo (RAS) sta vivendo una rivoluzione con il progetto OPTI-RAS, un’iniziativa pionieristica guidata dallIstituto Alfred Wegener e dall’Helmholtz Centre for Polar and Marine Research (AWI), in collaborazione con Oceanloop, Sander ed Ecomarine. L’obiettivo è ambizioso: rendere la cernia gigante del Queensland una specie perfettamente adattata all’allevamento intensivo in Europa, combinando redditività e sostenibilità.

Grazie al supporto del Ministero federale della ricerca e dell’istruzione tedesco, il progetto si inserisce nel programma Innovation Space Bioeconomy on Marine Sites, puntando a sviluppare protocolli di allevamento innovativi per una produzione efficiente e rispettosa dell’ambiente. I primi passi concreti hanno già portato risultati incoraggianti: avannotti di cernia, spediti dall’incubatoio australiano The Company One, sono stati acclimatati con successo presso il Centre for Aquaculture Research dell’AWI. Le sperimentazioni si sono focalizzate sulla crescita, sulla risposta allo stress e sull’ottimizzazione della densità di allevamento.

Una delle scoperte più promettenti riguarda la capacità della cernia di raggiungere i 3 kg di peso in appena un anno, dimostrando un potenziale di crescita superiore rispetto ad altre specie ittiche allevate in RAS. Inoltre, le ricerche hanno esplorato diverse densità di stoccaggio, variando da 60 a 200 kg per metro cubo. I risultati suggeriscono che la cernia può essere allevata a densità più elevate rispetto agli standard attuali, aumentando significativamente la produttività.

L’aspetto economico è altrettanto rilevante: il progetto ha testato la reazione del mercato europeo alla cernia gigante, inserendola nei menù di ristoranti d’eccellenza. Il ristorante Ikarus di Red Bull, premiato con due stelle Michelin a Salisburgo, ha già introdotto questa specie nelle proprie proposte gourmet, suscitando grande interesse. A novembre 2024, è partita anche una vendita sperimentale a clienti privati, confermando una domanda crescente per questa nuova referenza ittica.

Secondo il dottor Bert Wecker, CTO di Oceanloop, la cernia gigante del Queensland rappresenta una svolta per l’acquacoltura marina sostenibile. La sua crescita rapida, l’ottima conversione alimentare e la resistenza a elevati livelli di densità di allevamento la rendono una specie chiave per il futuro del settore. Con il continuo sviluppo di protocolli di alimentazione e gestione ottimizzati, questa specie potrebbe presto diventare un punto di riferimento per il mercato ittico europeo.

Il progetto OPTI-RAS segna quindi un passo avanti decisivo nell’innovazione dell’acquacoltura RAS, aprendo la strada a un modello di produzione efficiente e sostenibile. Se i risultati continueranno a confermare il suo potenziale, la cernia gigante del Queensland potrebbe affermarsi come una delle specie più promettenti per l’allevamento in Europa, garantendo un equilibrio tra profitto e rispetto dell’ambiente marino.

Nel futuro dell’acquacoltura RAS in Europa c’è la cernia gigante

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