Mese: Marzo 2025 Pagina 6 di 19

Una tragedia che scuote il settore ittico. Il caso del salmone contaminato e l’importanza di conoscere chi produce

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Una tragedia che scuote il settore ittico. Il caso del salmone contaminato e l’importanza di conoscere chi produce – Una confezione di salmone affumicato comprata al supermercato. Una cena qualsiasi. Poi la corsa in ospedale, il coma, la diagnosi di Listeria monocytogenes e una vita segnata da danni permanenti. La protagonista di questa vicenda è una donna bolognese di 63 anni. Ma dietro questa storia si cela una tragedia ancora più grande: l’uomo che aveva denunciato le presunte pratiche illegali all’interno dell’azienda ittica che produceva quel salmone era suo marito. Un dipendente che, prima di togliersi la vita nel 2022, aveva più volte espresso la sua preoccupazione per la falsificazione sistematica delle date di scadenza dei prodotti, effettuata con l’ausilio di un phon per rimuovere le etichette originali. Una drammatica coincidenza che lega l’intera vicenda a un’unica, inquietante responsabilità industriale.

Un’inchiesta ancora in corso solleva interrogativi profondi. Perché se da un lato è doveroso raccontare i fatti, dall’altro è urgente offrire risposte. E la risposta oggi più che mai è una sola: conoscere da chi acquistiamo. Fidarsi non è più una questione di marketing, ma di sopravvivenza economica e di reputazione, sia per le aziende che per i consumatori.

Il mercato del pesce affumicato – e non solo – sta vivendo un momento delicato. Chi opera con correttezza e serietà si trova spesso a pagare il prezzo degli scandali provocati da pochi irresponsabili. È il danno peggiore: quello che colpisce la fiducia e semina diffidenza verso un’intera categoria. Eppure, le aziende ittiche che lavorano bene esistono. Sono quelle che investono ogni giorno in sicurezza, certificazioni, qualità, controlli rigorosi. Ma oggi non basta più essere eccellenti: bisogna dimostrarlo. Raccontarsi, mostrare le proprie scelte, aprire le porte di stabilimenti e impianti (fisici e virtuali), raccontare la storia dietro ogni prodotto.

Perché un cliente che sa chi c’è dietro a un marchio, che vede il volto e conosce la filosofia di chi produce quel salmone affumicato o quel filetto di spigola, è un cliente che si fida. E quando la fiducia è forte, gli scandali non trascinano tutti nel fango. Chi ha costruito una reputazione solida regge l’urto, mentre gli altri crollano.

I consumatori vogliono sapere. Le aziende devono essere pronte a rispondere. Parlare di tracciabilità oggi non è più solo una questione tecnica o normativa. È un tema di comunicazione efficace, di relazione, di vicinanza al consumatore. È ciò che distingue un’azienda che resiste e cresce da una che finisce per soccombere ai danni di reputazione.

Il caso di Ancona è una lezione amara, ma anche un’opportunità. Per chi lavora nel settore ittico è il momento di uscire dall’ombra e raccontarsi, prima che siano gli altri – o i fatti di cronaca – a raccontare per loro.

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Pesca europea in bilico. Appello al Parlamento UE per difendere il FEAMPA

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Pesca europea in bilico. Appello al Parlamento UE per difendere il FEAMPA – Mentre Bruxelles si prepara a riscrivere le regole del bilancio pluriennale dell’Unione Europea, il settore della pesca e dell’acquacoltura alza la voce per evitare di essere sacrificato sull’altare delle semplificazioni finanziarie. Il rischio concreto è che il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura (FEAMPA), l’unico strumento dedicato al comparto, venga inglobato in una maxi struttura di finanziamento multi-settoriale. Una scelta che, secondo le principali associazioni europee, metterebbe a serio repentaglio la capacità del settore di rispondere alle sue sfide più complesse e, di conseguenza, il futuro stesso della pesca e dell’acquacoltura nell’Unione.

AIPCE-CEP, Copa-Cogeca, EAPO, Europêche, ETF e FEAP non usano mezzi termini: il comparto necessita di un fondo autonomo e rafforzato, con risorse mirate e procedure semplificate. È una richiesta che nasce dall’urgenza di proteggere un settore che non rappresenta soltanto una filiera economica, ma una vera e propria garanzia di sicurezza alimentare, resilienza economica e sostenibilità ambientale per milioni di cittadini europei.

Il dibattito in corso sul Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) ha acceso i riflettori su un tema che riguarda il presente, ma soprattutto il futuro della pesca dell’UE. I leader delle associazioni di settore hanno scritto direttamente ai vertici delle istituzioni comunitarie: Ursula von der Leyen, António Costa e Donald Tusk. Il messaggio è chiaro: la pesca e l’acquacoltura non sono settori da trattare con logiche generaliste, ma mondi con esigenze specifiche, radicati nei territori costieri e rurali d’Europa.

Oggi, le flotte da pesca, i produttori di acquacoltura e i trasformatori si trovano ad affrontare un mix di sfide che rischiano di compromettere la competitività e la sopravvivenza stessa delle imprese. Si parte dai costi di gestione sempre più elevati, aggravati dalla concorrenza internazionale e dalla difficoltà a reclutare nuove generazioni di lavoratori. La pesca costiera su piccola scala, che rappresenta la spina dorsale di molte economie locali, fatica a garantire salari dignitosi, mentre la pressione normativa e la competizione per l’utilizzo dello spazio marittimo limitano le possibilità di sviluppo.

Eppure, il contributo di questo settore è fondamentale. Il pesce e i prodotti dell’acquacoltura europei sono tra le fonti alimentari più sane e a basso impatto ambientale, grazie a una filiera che lavora ogni giorno per ridurre l’impronta di carbonio e migliorare la sostenibilità degli approvvigionamenti. Difendere il settore significa, quindi, investire nella sicurezza alimentare europea e nella lotta ai cambiamenti climatici.

Le associazioni chiedono una risposta politica decisa e responsabile. La proposta è mantenere e rafforzare il FEAMPA come fondo indipendente, aumentando gli stanziamenti per sostenere gli obiettivi ambientali e climatici, accompagnare la transizione verso pratiche a basse emissioni e incentivare l’innovazione e l’attrattività del settore, soprattutto per i giovani. Senza un fondo dedicato, avvertono i rappresentanti, si rischia di vanificare gli sforzi fatti fino a oggi in termini di sostenibilità, qualità e resilienza.

Il messaggio lanciato dalle organizzazioni europee non riguarda solo chi opera in mare o negli impianti di acquacoltura, ma tocca da vicino tutti i cittadini europei. La pesca e l’acquacoltura non sono solo industria, ma identità culturale, coesione sociale e presidio di territori spesso marginali. Sono settori che garantiscono cibo sano, posti di lavoro e il futuro.

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EMPA e UE insieme per un’acquacoltura che rigenera

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EMPA e UE insieme per un’acquacoltura che rigenera – Un’alleanza solida per oceani più sani e un’acquacoltura più forte. È questa la visione condivisa che ha preso forma durante l’incontro tra i rappresentanti dell’EMPA, l’Associazione Europea dei Produttori di Molluschi e Crostacei (EMPA), e Costas Kadis, Commissario per la Pesca e gli Oceani dell’Unione Europea. L’appuntamento, strategico per il futuro del settore, si è focalizzato su proposte concrete e priorità chiave in vista del lancio del nuovo Patto per gli Oceani, la cornice di riferimento che la Commissione UE intende adottare per promuovere la salute degli ecosistemi marini e la sostenibilità delle attività economiche che vi gravitano attorno.

La molluschicoltura europea si presenta oggi come un alleato imprescindibile nella sfida per la sostenibilità e la sicurezza alimentare. EMPA rappresenta il 90% dell’industria europea dei molluschi e dei crostacei: un comparto che, grazie a politiche mirate e un sostegno deciso, può accelerare la transizione blu, contribuendo in modo significativo alla mitigazione dei cambiamenti climatici e alla tutela delle coste.

Tra le proposte avanzate durante l’incontro con Kadis, EMPA ha puntato i riflettori su alcuni nodi fondamentali. Il primo riguarda l’urgenza di raggiungere un elevato livello di qualità delle acque nei mari e nelle lagune dell’Unione. Un prerequisito essenziale per garantire la sicurezza alimentare, la salubrità dei prodotti e la protezione della biodiversità marina. Altro punto nevralgico è stato il riconoscimento ufficiale dei servizi ecosistemici forniti dall’allevamento dei molluschi bivalvi: attività che non solo produce proteine di alta qualità a basso impatto, ma che svolge anche un ruolo di filtro naturale, migliorando la qualità dell’acqua e contribuendo all’equilibrio degli habitat costieri.

Non meno importante è stata la richiesta di ampliare le aree destinate all’allevamento di molluschi, uno spazio che oggi è ancora troppo limitato rispetto al potenziale produttivo ed economico del settore. Per EMPA, un’espansione ragionata degli spazi può generare nuove opportunità di lavoro e sviluppare economie locali sostenibili, in linea con gli obiettivi dell’economia blu europea.

La proposta di una politica comune per l’acquacoltura è stata accolta positivamente dal Commissario Kadis. Si tratta di una misura attesa da anni dagli operatori del settore, che chiedono regole armonizzate e un approccio integrato per far crescere l’acquacoltura europea su basi solide. “Abbiamo bisogno di una visione comune e di strumenti condivisi – è il messaggio che arriva dall’EMPA – per affrontare con efficacia le sfide sociali e ambientali che attendono l’Unione nei prossimi anni”.

Non solo sfide ma anche soluzioni. L’acquacoltura dei molluschi è già oggi una risposta concreta alle emergenze climatiche. La capacità degli allevamenti di mitigare l’erosione costiera, sequestrare carbonio e offrire un’alternativa alimentare sostenibile la rende una componente essenziale del Green Deal europeo. E lo sarà ancora di più se inserita stabilmente nelle politiche comunitarie di sviluppo.

L’incontro con Kadis ha segnato un passo decisivo: il Commissario ha annunciato il lancio imminente di una campagna di comunicazione su scala UE per valorizzare il ruolo dell’acquacoltura, accendendo i riflettori sulle persone che ogni giorno portano avanti questo lavoro con passione e competenza. L’obiettivo è costruire una narrazione nuova e inclusiva che renda finalmente visibile il valore sociale, ambientale ed economico di questa filiera.

Il futuro dell’acquacoltura europea, dunque, passa per il riconoscimento politico e per una governance condivisa che metta al centro gli allevatori di molluschi come custodi di ecosistemi e promotori di sviluppo. E con il Patto per gli Oceani ormai alle porte, il settore sembra pronto a giocare un ruolo di primo piano nella costruzione di una nuova economia blu.

EMPA e UE insieme per un’acquacoltura che rigenera

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Ueno: eccellenza ittica dal cuore siciliano e dalla distribuzione internazionale

Ueno: eccellenza ittica dal cuore siciliano e dalla distribuzione internazionale

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Ueno: eccellenza ittica dal cuore siciliano e dalla distribuzione internazionale – C’è un’azienda che sta facendo parlare di sé nel mondo dell’industria ittica italiana, unendo radici profonde e visione internazionale. Nata a Milano, ma con il cuore in Sicilia, Ueno Srl è l’esempio perfetto di come la passione per il mare e la tradizione possano incontrare un approccio imprenditoriale moderno. Fondata nel 2016 e successivamente guidata da Francesco Semeraro, l’impresa è oggi un punto di riferimento nel mercato dei prodotti ittici surgelati di alta qualità. La dedizione nella selezione delle migliori materie prime ha permesso di costruire un’identità forte e riconoscibile, capace di distinguersi nel panorama italiano e internazionale.

Il marchio Ammaruni rappresenta l’anima autentica di questa realtà. Il nome richiama le voci dei pescatori siciliani, custodi di un sapere millenario che continua a ispirare scelte sostenibili e attente alla qualità. Ammaruni non è solo un brand, ma un progetto culturale che celebra l’autenticità del pescato mediterraneo. Grazie alla partnership strategica con Go Fresh, sinonimo di innovazione nel pesce fresco, la linea Ammaruni Go Fresh porta il sapore autentico del mare italiano sulle tavole dei consumatori più esigenti. Un progetto che guarda al mondo: Paesi Bassi, Svizzera, Danimarca, Croazia, Germania e Singapore sono solo alcune delle destinazioni raggiunte, con nuove espansioni previste negli Stati Uniti e in Thailandia.

Con sede operativa a Milano, l’azienda ha costruito una rete logistica solida ed efficiente, capace di servire puntualmente tutta Europa. Il salmone, le mazzancolle tropicali e il merluzzo d’Alaska rappresentano alcune delle eccellenze proposte, lavorate in impianti certificati BRC, IFS, HACCP e ISO 9001, dislocati tra Thailandia, Vietnam e Italia. Una filiera trasparente, tracciabile e conforme agli standard internazionali più rigorosi, garanzia di sicurezza e qualità.

Ogni processo aziendale, dal controllo qualità alla gestione delle relazioni commerciali, è pensato per offrire ai clienti una gamma di prodotti premium, scelti e apprezzati dai migliori chef stellati e dai gruppi di ristorazione gourmet. Affidabilità e qualità superiore sono i valori fondanti di questa realtà, che si propone come partner strategico per il settore dell’ittico surgelato.

In un mercato sempre più orientato verso la sostenibilità e la sicurezza alimentare, l’impegno nella responsabilità sociale d’impresa si traduce in una filiera certificata COC, a conferma della volontà di puntare su pesca sostenibile e acquacoltura etica. Elementi fondamentali per conquistare la fiducia di un consumatore esigente e consapevole.

Questa è una storia di successo che nasce dal Mediterraneo, ma si estende a livello globale. Da Milano, con un cuore profondamente radicato in Sicilia, l’azienda continua a crescere, portando sulle tavole di tutto il mondo l’essenza autentica del mare italiano.

Ueno: eccellenza ittica dal cuore siciliano e dalla distribuzione internazionale

“In Rete” è la rubrica di Pesceinrete che racconta le aziende del settore ittico attraverso le informazioni disponibili online. Il nostro obiettivo è offrire una fotografia oggettiva delle realtà presenti sul web, con l’intento di documentare il panorama del mercato in modo trasparente e informativo.

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A.M.A. a sostegno dell’ostricoltura nazionale

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A.M.A. a sostegno dell’ostricoltura nazionale – Ieri, 19 marzo, il presidente dell’A.M.A., Federico Pinza, ha partecipato all’audizione presso la Commissione Agricoltura della Camera dei deputati, focalizzata sull’ostricoltura italiana. Durante il suo intervento, Pinza ha illustrato lo stato attuale del settore, evidenziando la crescita delle aziende e delle produzioni, in contrasto con le difficoltà riscontrate ,a causa dei cambiamenti climatici, nella venericoltura e nella mitilicoltura.

Particolare attenzione è stata dedicata alla questione dell’aliquota IVA, attualmente fissata al 22% in Italia. Pinza ha sottolineato che in altri paesi europei, come la Francia, l’aliquota è significativamente più bassa, pari al 5,5%, e in generale, non supera il 10% in nessun altro Stato membro. Ha pertanto richiesto un adeguamento dell’aliquota IVA, piuttosto che una mera riduzione, al fine di allinearsi agli standard europei e mitigare la disparità che penalizza i produttori italiani.

Secondo Pinza, un intervento di questo tipo rappresenterebbe un passo cruciale per favorire ulteriormente la crescita del settore dell’ostricoltura nazionale, contribuendo alla diversificazione all’interno del comparto della molluschicoltura. Ciò offrirebbe nuove opportunità di reddito, sebbene non possa compensare completamente le perdite subite a causa degli impatti negativi legati ai cambiamenti climatici e alle predazioni da parte di fauna ittica, come il granchio blu e le orate selvatiche. Tuttavia, l’adeguamento proposto permetterebbe al settore di guardare al futuro con maggiore ottimismo.

A.M.A. a sostegno dell’ostricoltura nazionale

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