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L’acquacoltura e le sfide del cambiamento climatico  – Il seminario sul clima tenutosi lo scorso 18 aprile presso Nofima ha sottolineato le numerose questioni irrisolte legate agli effetti del cambiamento climatico sull’acquacoltura. Con 70 partecipanti provenienti dal mondo della ricerca, dell’economia, delle organizzazioni e della politica, l’evento ha evidenziato un consenso unanime: il settore dell’acquacoltura sta già affrontando gli impatti del cambiamento climatico, ma manca delle informazioni necessarie per gestire efficacemente questi effetti.

Sfide dell’acquacoltura e cambiamento climatico

Secondo un recente sondaggio l’85% degli intervistati ritiene che il settore dell’acquacoltura stia già sperimentando gli effetti del cambiamento climatico. Tuttavia, solo il 12% ritiene che il settore disponga delle informazioni necessarie per gestire questi effetti. Il dato è stato ampiamente confermato da Jon Arne Grøttum della Norwegian Seafood Federation che ha ribadito la necessità di maggiori conoscenze per attuare le giuste misure di adattamento climatico e ha sottolineato l’importanza di incorporare considerazioni climatiche nelle strategie dell’organizzazione.

Ricerca e cooperazione

Elisabeth Ytteborg di Nofima, co-organizzatrice della conferenza insieme al collega Carlo Lazado e Lynne Falconer dell’Università di Stirling, ha evidenziato le conseguenze del cambiamento climatico sui pesci allevati localmente. Temperature più elevate possono avere effetti negativi sulla salute dei pesci, influenzando la loro pelle e le branchie. Altri effetti del cambiamento climatico includono l’innalzamento del livello del mare e eventi meteorologici estremi, che possono influenzare la produzione di mangimi, i trasporti e tutti gli aspetti della catena dell’acquacoltura.

Ytteborg ha sottolineato che semplificare troppo il problema rischia di trascurare fattori importanti nello sviluppo di strategie di adattamento. Per questo motivo, il seminario ha invitato diverse parti interessate a contribuire con le loro prospettive. La complessità delle sfide climatiche richiede un approccio multidisciplinare per trovare soluzioni efficaci.

Tecnologia e biologia dei pesci

Carlo Lazado ha spiegato che, sebbene la tecnologia possa aiutare a risolvere le sfide climatiche, è essenziale partire dalla biologia dei pesci. Con 500 specie di pesci allevati nel mondo, ognuna con caratteristiche diverse, è necessaria molta ricerca per comprendere come il cambiamento climatico influisce su ciascuna specie. Tuttavia, i fondi per tali ricerche sono limitati.

Iniziative dell’Unione Europea

La European Aquaculture Society (EAS) sta lavorando per supportare l’UE nella fornitura di documenti guida per l’adattamento al cambiamento climatico. Alistair Lane dell’EAS ha sottolineato l’importanza dei dati di qualità per valutare accuratamente l’impatto delle misure di adattamento. Il workshop ha fornito preziosi contributi per comprendere meglio le sfide e le potenziali soluzioni nel settore dell’acquacoltura.

L’Università di Stirling ha incoraggiato la creazione di un gruppo di esperti per valutare la capacità del settore dell’acquacoltura di adattarsi ai cambiamenti climatici. La collaborazione tra esperti e parti interessate è fondamentale per sviluppare strategie efficaci e garantire la sostenibilità a lungo termine del settore.

Il seminario sul clima di Nofima ha dunque evidenziato l’urgente necessità di maggiori conoscenze e cooperazione per affrontare gli effetti del cambiamento climatico sull’acquacoltura. Solo attraverso un impegno congiunto e un approccio multidisciplinare sarà possibile sviluppare soluzioni efficaci per garantire la sostenibilità del settore.

L’acquacoltura e le sfide del cambiamento climatico 

 

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