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Ostriche italiane a rischio, gli ostricoltori italiani: “Assurdo e falso” – Gli allevatori italiani di ostriche hanno affidato ad A.M.A. (Associazione Mediterranea Acquacoltori) una nota per rispondere a un articolo proveniente dall’Irlanda e rilanciato da alcune agenzie italiane secondo cui i cambiamenti climatici, in particolare il riscaldamento del mare, starebbero mettendo a serio rischio le coltivazioni italiane.
“Questa notizia è priva di fondamento, soprattutto scientifico – commentano gli ostricoltori italiani – e semmai è vero esattamente il contrario, ovvero le ostriche concave si adattano meglio di altri molluschi agli attuali cambiamenti climatici. Secondo recenti studi, inoltre, i molluschi ‘climate friendly’, incluse le ostriche, daranno un contributo fondamentale nel salvare il mare e di conseguenza la Terra, grazie alla loro capacità di creare reef naturali (ostriche piatte), di aumentare la biodiversità del mare e di sequestrare anidride carbonica durante la formazione dei gusci”.
“Il nostro obiettivo – concludono gli ostricoltori – è proprio quello di aumentare la produzione di ostriche italiane, che hanno una altissima qualità come del resto ci viene riconosciuto dalle diverse filiere della commercializzazione, della GDO, della ristorazione e non ultimo da parte dei consumatori”.
Dati ufficiali Eurostat sulle produzioni dell’acquacoltura europea, evidenziano per le il segmento ostriche in Italia una continua crescita nell’ultimo decennio, a tal punto che dal 10 al 12 maggio scorso si è tenuta la seconda edizione dell’”Italian Oyster Fest”, a La Spezia, con un successo di pubblico e di prodotto degustato, proveniente da n°17 allevamenti italiani.
È probabile che il recente successo produttivo e la qualità del prodotto nazionale, possa destare preoccupazioni per altre realtà produttive europee, da sempre egemoni nel settore dell’ostricoltura, ma difficilmente riusciranno a scalfire una realtà oramai consolidata e in continua espansione.
“A livello nazionale sarebbero auspicabili”, conclude il Presidente dell’A.M.A. Federico Pinza, “interventi normativi per la semplificazione burocratica del settore, per la definizione dei siti idonei all’allevamento (A.Z.A.) e per la riduzione dell’aliquota IVA sulle ostriche, attualmente al 22%, a supporto di uno sviluppo più rapido e incisivo dell’ostricoltura nello specifico, ma anche di tutto il comparto della molluschicoltura nazionale”.
Ostriche italiane a rischio, gli ostricoltori italiani: “Assurdo e falso”
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