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Passo storico della Gracia per la tutela degli oceani – Con l’annuncio del primo ministro Kyriakos Mitsotakis di un divieto alla pesca a strascico nelle aree marine protette, la Grecia ha compiuto un passo decisivo verso la protezione dei suoi ecosistemi marini. La dichiarazione è stata fatta durante la conferenza Our Ocean dello scorso aprile, segnando un’importante svolta nella politica ambientale del paese.
Il premier greco ha dichiarato che entro il 2026 la pesca a strascico sarà vietata in tutti i parchi marini nazionali, con un’estensione del divieto a tutte le aree oceaniche protette entro il 2030. Questo rende la Grecia la prima nazione europea a prendere una misura così decisa per la conservazione marina. Mitsotakis ha anche annunciato un investimento di 780 milioni di euro per la protezione della biodiversità marina, con l’obiettivo di salvaguardare il 30% delle acque territoriali entro il 2030.
La Grecia ha istituito due nuovi parchi marini nazionali, uno nello Ionio e uno nel Mar Egeo, che copriranno rispettivamente circa il 12% e il 6,61% delle acque greche. Questi santuari marini saranno cruciali per la protezione di specie vulnerabili. La creazione di questi parchi non solo contribuirà alla preservazione degli habitat marini, ma sarà anche un passo significativo nella lotta globale contro la crisi climatica.
La pesca a strascico è una pratica altamente distruttiva che danneggia i fondali marini e rilascia carbonio nell’oceano e nell’atmosfera. Vietando questa tecnica nelle aree protette, la Grecia si unisce ad altri paesi impegnati nella salvaguardia degli oceani e nella promozione della biodiversità.
La decisione della Grecia non è stata priva di controversie. La Turchia, attraverso il primo ministro Recep Tayyip Erdogan, ha espresso preoccupazioni riguardo alla sovranità nazionale e ai diritti marittimi turchi. Ankara ha accusato Atene di minacciare la sovranità turca sulle acque internazionali e ha manifestato timori per le concessioni di esplorazione e sfruttamento degli idrocarburi nella Fossa Ellenica. La Grecia ha infatti assegnato diritti di esplorazione su un’area marina di oltre 50.000 chilometri quadrati, sovrapponendosi a uno degli habitat più ricchi del Mediterraneo. Questo ha sollevato timori economici per la Turchia, la cui economia dipende in parte dall’estrazione di petrolio e gas naturale. La creazione di parchi marini potrebbe ostacolare queste attività, influendo negativamente sull’economia turca.
Passo storico della Gracia per la tutela degli oceani
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