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Nel contesto attuale, il settore della pesca ha bisogno di nuove strategie per garantire la sua vitalità e sostenibilità. Una delle vie più promettenti è la diversificazione delle attività, che può aumentare i profitti e ridurre la pressione sugli ecosistemi marini. Dalle coste della Sardegna a quelle della Grecia, i pescatori stanno esplorando nuove opportunità per far conoscere il loro mestiere al grande pubblico. Con il supporto dei Gruppi di Azione Locale per la Pesca (FLAG), i pescatori ricevono formazione, partecipano a visite di studio e apprendono come diversificare il proprio reddito.

Gavino Iacomini, skipper della Pescaturismo K2, ha iniziato a pescare all’età di 14 anni. Da sei anni, lui e altri pescatori praticano il pescaturismo per diversificare le loro fonti di reddito. Silvia Pazola, un’operatrice di pescaturismo nel 2016 ha investito in una barca insieme al suo compagno, avviando la propria attività all’interno dell’area marina protetta dell’Asinara. Per lei, il pescaturismo è un’opportunità per mostrare il proprio stile di vita, condividere la gioia di preparare il pescato fresco e godersi un pasto insieme ai turisti a bordo della propria barca.

Cos’è il pescaturismo?

Il pescaturismo è un’attività non commerciale che utilizza le risorse marine per scopi ricreativi, turistici o sportivi. Sta guadagnando popolarità in tutta Europa e rappresenta un’opportunità per i pescatori di proteggere i propri mezzi di sussistenza e stili di vita tradizionali, diversificando il proprio reddito. Partecipando al pescaturismo, i pescatori possono mantenere stabile il loro reddito anche nei mesi estivi, quando la pesca è più difficile.

L’esperienza della Grecia

Nel 2015, l’industria della pesca greca ha beneficiato dell’introduzione delle normative sul pescaturismo. Queste nuove regole consentono ai pescatori di portare i turisti sulle loro barche, aumentando così il loro reddito e offrendo un’alternativa alle pratiche di rottamazione delle barche. Tuttavia, il pescaturismo ha dovuto affrontare la sfida della mancanza di consapevolezza, sia tra i pescatori che tra i turisti. Per superare questo ostacolo, 18 FLAG hanno collaborato per trasformare il pescaturismo in un’esperienza unica di “turismo lento”, con il supporto del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP).

I FLAG hanno adottato un approccio globale per promuovere il pescaturismo, costruendo relazioni con i pescatori attraverso visite nei porti e discussioni. Sono state organizzate sessioni informative e sondaggi per misurare le conoscenze, gli interessi e gli ostacoli dei pescatori. Con l’aumento dell’interesse, i FLAG hanno offerto corsi di formazione sugli aspetti legali, finanziari e di marketing.

Per sostenere ulteriormente i pescatori, i FLAG si sono coordinati con le controparti italiane, organizzando visite di studio per imparare dai pescatori sardi esperti nel pescaturismo. Queste visite hanno permesso ai pescatori di entrambi i paesi di scambiare opinioni su come gestire un’attività di pescaturismo, affrontare le sfide e adottare le migliori pratiche.

Grazie a questi sforzi, oltre 450 pescatori hanno esplorato le opportunità del pescaturismo e più di 100 hanno ricevuto una formazione specifica. A settembre 2023, 48 pescatori hanno adottato misure per ottenere le licenze di pescaturismo, mentre 157 pescatori sono attualmente impegnati in questa attività. Il pescaturismo non solo contribuisce a stabilizzare il reddito dei pescatori, ma riduce anche la pressione sulle specie ittiche locali e offre opportunità ai giovani del settore, preservando competenze vitali e il patrimonio culturale rappresentato dalle imbarcazioni tradizionali.

L’iniziativa ha dimostrato che il pescaturismo può diventare una componente fondamentale per la sostenibilità e la prosperità delle comunità di pescatori. Attraverso una strategia ben pianificata e una comunicazione efficace, il pescaturismo può continuare a crescere, offrendo un futuro promettente per il settore della pesca.

 

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