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Bottura porta il granchio blu al G7: da minaccia a risorsa  – Se nel Dl Agricoltura è stata prevista la nomina di un commissario straordinario con un fondo ad hoc per contrastare la proliferazione del crostaceo e mettere in sicurezza gli allevamenti di vongole veraci filippine (aliene pure quelle), la cucina stellata ha già sdoganato il temuto crostaceo inserendolo in carta di numerosissimi ristoranti.
Il celebre Chef Massimo Bottura è stato infatti chiamato a celebrare i sapori del nostro Paese al meeting del G7 che si svolgerà in Puglia a Borgo Egnazia.
Da oggi 13 a sabato 15 giugno si riuniranno i Capi di Stato di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America mentre a rappresentare l’UE saranno il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen.
Nella giornata inaugurale, tra le varie portate del menù dello star-chef modenese intitolato ‘Ti porto in Italia con me’ anche una zuppa di pesce dell’Adriatico, direttamente dalla laguna di Venezia, con cottura in forno a vapore di cozze, cannolicchi, granchio blu, vongole, gamberi rossi, erbe aromatiche.
A complimentarsi con Bottura è intervenuto anche Paolo Caratossidis studioso del fenomeno attivo in questi mesi in una incessante campagna di informazione per incentivare il consumo del cosiddetto ‘killer dei mari’ che sta facendo convergere ricercatori, imprese e stakeholders:

“Che il più famoso chef al mondo – Massimo Bottura – abbia scelto di valorizzare il granchio blu fa ben sperare per promuovere una pesca ed un consumo realmente sostenibile di questo crostaceo, che da alieno è diventato stanziale nei nostri mari e lagune. La Cucina Italiana candidata a diventare Patrimonio UNESCO può essere un esempio su scala internazionale per abbracciare un concetto di cucina realmente sostenibile .”

Anche Enrico Artusi dell’omonimo pastificio che per primo ha prodotto i ravioli ripieni di granchio blu è fiducioso: “All’estero il granchio blu è diventato una vera e propria benedizione per la piccola pesca e le comunità costiere. Basti pensare alla Tunisia che ora esporta la polpa perfino in Italia. Nel nostro paese il pubblico ha apprezzato le qualità del famoso crostaceo, ma c’è stata una narrazione a senso unico volta a demonizzarlo che ha disincentivato la creazione di una filiera ramificata. Bisogna promuovere il consumo del crostaceo – ottima fonte di proteine e nutrienti – e smetterla di mandare al macero tonnellate di cibo prezioso come sta purtroppo accadendo nel Delta del Po. Insieme possiamo vincere questa sfida”.

Bottura porta il granchio blu al G7: da minaccia a risorsa

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