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Dalla pesca all’alimentazione: la sostenibilità del krillQRILL Aqua di Aker BioMarine mette in evidenza due studi scientifici recentemente pubblicati che stanno alzando l’asticella per la sostenibilità nella pesca e nell’acquacoltura. Insieme, questi studi dimostrano come approcci innovativi possano portare a una maggiore efficienza e a un minor impatto per l’industria, migliorando al contempo i risultati delle performance.

Un esempio reale dalla pesca del krill di Aker BioMarine

Il primo studio, intitolato “Attività di sostenibilità in un settore difficile da decarbonizzare – un esempio reale“, è stato scritto da scienziati di Aker BioMarine. Offre un’analisi completa della sostenibilità nella pesca e nella produzione, sottolineando trasparenza, innovazione e riduzione significativa delle emissioni di CO2.

“Questo studio è unico perché dettaglia pratiche innovative e trasparenti in una pesca sostenibile basata sulle operazioni di Aker BioMarine, con esempi di iniziative come la mappatura dei punti critici di CO2 e riduzioni mirate delle emissioni di gas serra”, afferma Ragnhild Dragøy, VP Product Management and Sustainability di Aker BioMarine e una degli autori dello studio.

Lo studio mette in evidenza iniziative per una pesca sostenibile continua:

Uso sostenibile della biomassa di krill: Aker BioMarine dà priorità all’utilizzo sostenibile della biomassa di krill. Ciò significa che i prodotti vengono utilizzati sia come nutrienti omega-3 o proteine per il consumo umano sia direttamente come mangimi per l’acquacoltura, seguendo il principio del “food first” e assicurando poco o nessun spreco.

Mappatura dei punti critici di CO2: Aker BioMarine utilizza la mappatura dei punti critici di CO2 per tracciare le emissioni di CO2 lungo la catena del valore, permettendo all’azienda di individuare aree specifiche per la riduzione delle emissioni. Da questo, Aker BioMarine ha appreso che la maggior parte delle emissioni era legata alle operazioni di pesca e al trasporto da e verso il campo di pesca.

Riduzione del consumo energetico: Aker BioMarine ha introdotto diverse iniziative mirate alla riduzione delle emissioni a bordo delle navi e durante la pesca. Come parte di questo, l’azienda ha implementato un’applicazione digitale chiamata “Krillviz” per prendere decisioni migliori basate sui dati durante le operazioni di pesca, incorporando dati provenienti da droni e intelligenza artificiale per localizzare il krill.

Il ruolo dei mangimi nell’acquacoltura sostenibile

Il secondo studio, intitolato “Livello dietetico minimo e rapporto di miscelazione della farina di krill e farina di pesce per stimolare l’assunzione di mangime e le prestazioni di crescita nei giovani Penaeus vannamei“, è stato co-autore dall’Istituto di Scienze del Mare – LABOMAR e Aker BioMarine. Offre approfondimenti critici sui livelli ottimali di inclusione della farina di krill nelle diete dei gamberetti e sul ruolo degli ingredienti nello sviluppo di mangimi più sostenibili ed efficaci.

“Il mangime rappresenta una parte significativa dell’impronta di carbonio dell’acquacoltura, e utilizzare ingredienti per mangimi che siano sia efficaci che sostenibili può avere un impatto significativo sull’operazione”, afferma Lena Burri, Direttrice R&D, Nutrizione e Salute Animale di Aker BioMarine. “Quello che abbiamo appreso da questo recente trial sui mangimi per gamberetti è che la farina di krill è un ingrediente marino sostenibile che può migliorare significativamente la crescita dei gamberetti e supportare l’obiettivo più ampio di aumentare l’efficienza dell’acquacoltura.”

Risultati chiave dal trial di alimentazione per gamberetti condotto da LABOMAR e Aker BioMarine:

Livelli ottimali di inclusione per il mangime per gamberi: Lo studio conclude che l’inclusione del 1,5% di farina di krill nelle diete dei gamberi bianchi ottimizza le prestazioni di crescita. Sebbene il 1,5% sia risultato efficace in questo studio specifico, la raccomandazione generale, basata su numerosi studi, è di includere il 3% di farina di krill per garantire prestazioni di crescita costanti in diversi contesti di acquacoltura.

Riduzione dell’uso di ingredienti marini meno sostenibili: I ricercatori hanno dimostrato che altri ingredienti marini meno sostenibili possono essere ridotti fino al 75% quando combinati con la farina di krill, come mezzo per raggiungere obiettivi di sostenibilità e migliorare l’efficienza dei costi.

Profilo nutrizionale equilibrato: L’uso della farina di krill ha migliorato la qualità nutrizionale del mangime grazie al suo profilo bilanciato di amminoacidi e acidi grassi. Questo può portare a una maggiore efficienza del mangime e a migliori risultati di crescita.

Impegno per una crescita sostenibile nell’acquacoltura

La ricerca gioca un ruolo importante nel migliorare sia l’efficienza che la sostenibilità dell’acquacoltura, e Aker BioMarine ha da tempo investito per approfondire la propria conoscenza scientifica sul krill, sulla pesca e sull’ecosistema antartico che lo circonda.

“Quello che possiamo imparare da questi due studi è che risultati di performance forti e sostenibilità vanno di pari passo nella nostra industria. Questi studi evidenziano un approccio olistico alla riduzione delle emissioni di CO2, al miglior utilizzo delle risorse e a soluzioni di mangimi ottimizzate che insieme lavorano per ridurre l’impronta ambientale. La nostra speranza è che questo tipo di iniziative possa contribuire a stabilire standard più elevati per l’industria e unirci nell’impegno a proteggere le risorse oceaniche da cui dipendiamo,” afferma Ragnhild Dragøy, VP Product Management and Sustainability di Aker BioMarine.

Dalla pesca all’alimentazione: la sostenibilità del krill

 

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