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Acquacoltura nel Mediterraneo: evoluzione e prospettive – L’acquacoltura nel Mediterraneo, un settore che ha visto un’evoluzione esponenziale dalla metà del XX secolo, rappresenta oggi una componente essenziale per l’economia e la sostenibilità alimentare della regione. Questo settore, un tempo dominato dalla pesca tradizionale, ha assistito a una trasformazione radicale, come evidenziato da un recente studio pubblicato su PLOS ONE e condotto da Benedetto Sicuro dell’Università di Torino. Il documento traccia un quadro dettagliato dell’espansione funzionale e geografica dell’acquacoltura nel Mediterraneo dal 1950 al 2020, fornendo preziose previsioni per il futuro.
La leadership dell’Egitto e della Tilapia del Nilo
L’Egitto emerge come il leader indiscusso dell’acquacoltura mediterranea, con la tilapia del Nilo come specie dominante. Questo paese, grazie alle sue condizioni climatiche favorevoli e a un solido sostegno governativo, ha visto una crescita straordinaria nella produzione ittica. Secondo lo studio, l’Egitto continuerà a guidare il settore con una produzione prevista di oltre 2 milioni di tonnellate entro il 2030. Questa crescita è un segnale chiaro del ruolo centrale che il paese avrà nel futuro dell’acquacoltura mediterranea.
L’espansione delle specie marine in Grecia e Turchia
Oltre all’Egitto, la crescita delle specie marine, come il branzino europeo e l’orata, in Grecia e Turchia sottolinea l’importanza dell’innovazione tecnologica nell’espansione dell’acquacoltura. Questi paesi, adottando tecnologie avanzate e strategie di gestione sostenibili, hanno consolidato la loro posizione di leader nella produzione marina, contribuendo significativamente al raggiungimento dei 2,8 milioni di tonnellate di produzione totale nel 2020. Le proiezioni indicano un’ulteriore crescita che porterà la produzione complessiva a 3,65 milioni di tonnellate entro il 2030.
La sfida della diversificazione
Nonostante i successi raggiunti, lo studio mette in luce un rischio significativo per il futuro dell’acquacoltura mediterranea: la dipendenza da poche specie dominanti. Questo potrebbe rappresentare un limite alla sostenibilità a lungo termine del settore. Per mitigare questo rischio, viene suggerita una maggiore diversificazione delle specie allevate. Tale diversificazione non solo migliorerebbe la sicurezza alimentare nella regione, ma aprirebbe anche nuovi mercati, favorendo l’innovazione e l’adattamento alle mutevoli condizioni climatiche e socioeconomiche.
L’evoluzione naturale e il climax antropico
Un aspetto particolarmente interessante dello studio è il parallelo tracciato tra l’evoluzione dell’acquacoltura e i processi ecologici naturali. L’acquacoltura mediterranea sembra aver raggiunto uno “stadio climax antropico”, una fase di equilibrio che, anziché rappresentare un punto di arresto, costituisce una solida base per ulteriori sviluppi. Questo climax, simile a quello degli ecosistemi naturali, suggerisce che il settore è ora maturo per una nuova fase di crescita, caratterizzata da una maggiore diversificazione e sostenibilità.
Opportunità per l’Italia e il ruolo di Malta
L’Italia, nonostante un ruolo storico nell’allevamento di trote e mitili, ha visto una crescita più moderata rispetto ad altri paesi mediterranei. Tuttavia, l’adozione di modelli sostenibili e diversificati potrebbe permettere al paese di riconquistare una posizione di rilievo. Malta, con la sua produttività relativa notevole, rappresenta un caso di successo grazie alla combinazione di tecnologia avanzata e sostegno statale, dimostrando come anche paesi di piccole dimensioni possano avere un impatto significativo nel settore.
Il futuro dell’acquacoltura mediterranea appare promettente, con l’Egitto che continuerà a guidare la produzione e paesi come Grecia, Turchia e Malta che emergono come protagonisti nell’espansione delle specie marine. La chiave per un futuro sostenibile risiede nella diversificazione delle specie e nell’adozione di tecnologie innovative, che consentiranno alla regione di affrontare le sfide globali legate alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità ambientale.
Acquacoltura nel Mediterraneo: evoluzione e prospettive
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