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Il polpo fondamentale nel controllo delle specie invasive nel Mediterraneo – Un recente studio condotto dall’Istituto di Scienze Marine (ICM-CSIC) ha rivelato dettagli inediti sulla dieta del giovane polpo comune (Octopus vulgaris), gettando nuova luce sul suo ruolo ecologico nel Mediterraneo. Questa ricerca, sviluppata nell’ambito dei progetti OCTOSET ed ECOPHYN State Plan, ha identificato per la prima volta le esigenze alimentari dei polpi nelle prime fasi della loro vita sul fondale marino, una conoscenza fondamentale per la gestione sostenibile di una delle specie ittiche più apprezzate e sfruttate.

Analisi della dieta del giovane polpo

I giovani polpi appena insediati sul fondale marino si nutrono principalmente di anfipodi, un gruppo di piccoli crostacei che include la specie invasiva Jassa slatteryi. Questo aspetto, evidenziato dallo studio, suggerisce che i polpi possano svolgere un ruolo significativo nella regolazione di questa specie aliena, ormai diffusa nel Mediterraneo. I risultati mostrano che il 90% degli stomaci analizzati conteneva resti di Jassa slatteryi, indicando una preferenza alimentare che potrebbe avere un impatto positivo sull’ecosistema locale, limitando la proliferazione di questa specie invasiva.

Tecnologie molecolari per una maggiore precisione

La ricerca ha utilizzato avanzate tecniche molecolari per identificare con precisione le prede consumate dai giovani polpi, superando le limitazioni delle tecniche tradizionali basate sull’analisi morfologica. Queste tecnologie hanno permesso di rilevare che, oltre agli anfipodi, gli idrozoi costituiscono il secondo gruppo più frequente nella dieta di questi cefalopodi. Questo livello di dettaglio non sarebbe stato possibile con metodi convenzionali, che non avrebbero potuto identificare resti di prede composte principalmente da acqua, come gli idrozoi.

Implicazioni per la gestione sostenibile delle popolazioni di polpo

Lo studio ha utilizzato un innovativo raccoglitore di polpi giovanili, brevettato come modello di utilità, che ha permesso di catturare gli esemplari necessari per l’analisi. Questo strumento ha già suscitato l’interesse di gruppi di ricerca internazionali, aprendo la strada a future collaborazioni e alla possibile replica degli esperimenti in diversi contesti marini.

Il campionamento, durato tre anni nella zona di pesca di Vilanova i la Geltrú (Barcellona), ha consentito di acquisire dati preziosi sulle modalità di insediamento e reclutamento delle popolazioni di polpo, fornendo informazioni cruciali per una gestione più efficace e sostenibile della specie.

Prospettive future: microbioma e conservazione marina

I ricercatori intendono proseguire le loro indagini sull’ecologia trofica del polpo comune, focalizzandosi in particolare su come le variazioni nella dieta possano influenzare la composizione del microbioma nel tratto digestivo del cefalopode. Questo aspetto, ancora poco esplorato, potrebbe offrire nuove prospettive non solo sulla salute e il benessere del polpo, ma anche sul suo potenziale biotecnologico nella produzione di enzimi e composti bioattivi.

Inoltre, la comprensione del microbioma del polpo potrebbe rivelarsi cruciale per la conservazione degli ecosistemi marini, fornendo indizi precoci sugli squilibri ecologici e sulla diversità microbica, oltre a contribuire alla valutazione dell’impatto dei cambiamenti climatici sugli habitat marini.

La dieta del giovane polpo comune, svelata per la prima volta da questo studio, rappresenta un tassello fondamentale per comprendere meglio l’ecologia del Mediterraneo e per sviluppare strategie di gestione sostenibile. Le nuove tecniche e gli strumenti innovativi utilizzati nella ricerca aprono la strada a future scoperte e collaborazioni internazionali, con importanti ricadute per la conservazione della biodiversità marina e la sostenibilità delle risorse ittiche.

Il polpo fondamentale nel controllo delle specie invasive nel Mediterraneo

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