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Allevamenti ittici, differenze tra intensivo, estensivo e semi-estensivo – Quando ci troviamo in fila al banco della pescheria, capita spesso di sentire frasi come: “Queste orate sono allevate in mare!” Ma cosa significa esattamente? Non è forse naturale che le orate vivano in mare? Questa informazione potrebbe essere un indizio di qualità o semplicemente una parte del processo di allevamento? L’operatore sta forse suggerendo che le orate allevate in mare siano migliori di quelle pescate o di quelle provenienti da allevamenti a terra? Per evitare confusione e rispondere a queste domande, dobbiamo partire dalle differenze tra i vari tipi di allevamenti di pesci.

L’acquacoltura è una pratica che nasce migliaia di anni fa, con le prime tracce che risalgono al periodo neolitico. Già durante l’Impero Romano, questa pratica era diffusa in tutto il Mediterraneo, con particolare attenzione all’allevamento di molluschi e pesci nelle lagune.

Le lagune romane venivano utilizzate per la produzione di ostriche e altre specie, come spigole, orate, murene e anguille. Queste ultime, in particolare, venivano conservate vive in vasche chiamate “murenari“. L’allevamento estensivo di questi animali rappresentava una vera prelibatezza per le classi abbienti dell’epoca. Inoltre, altre testimonianze storiche mostrano come molte ville pugliesi fossero dotate di piscine interne, utilizzate per l’allevamento di pesci.

Nel corso dei millenni, l’acquacoltura ha conosciuto una forte evoluzione, arrivando oggi a coprire oltre il 50% della produzione mondiale di pesce. Si tratta di un settore in continua espansione, grazie a tecniche di allevamento sempre più efficienti.

Oggi possiamo distinguere tra acquacoltura marina e d’acqua dolce, in base all’habitat in cui avviene la produzione. Un’altra importante classificazione riguarda il tipo di intervento umano necessario, con tre principali modalità di allevamento: intensivo, semi-estensivo ed estensivo.

Allevamento intensivo

L’allevamento intensivo è spesso caratterizzato da un’alta densità di pesci in spazi delimitati, con l’alimentazione fornita dall’uomo, tramite mangimi. Questa tipologia richiede un monitoraggio costante dei parametri ambientali per garantire condizioni ottimali di salute e crescita dei pesci, a volte ricorrendo a farmaci e sostanze chimiche per prevenire malattie, con l’obiettivo di massimizzare la produzione in un ambiente controllato.

Allevamento estensivo

L’allevamento estensivo è la forma più antica di acquacoltura. I pesci vengono allevati in grandi bacini d’acqua, come lagune o valli costiere, senza l’uso di mangimi o interventi esterni. Gli animali si nutrono esclusivamente delle risorse naturali presenti nell’ambiente. Anche l’allevamento dei molluschi bivalvi, come cozze e ostriche, rientra in questa categoria, in quanto si nutrono filtrando l’acqua marina.

Allevamento semi-estensivo

L’allevamento semi-estensivo si colloca a metà strada tra l’intensivo e l’estensivo. I pesci sono allevati in ambienti naturali, ma l’alimentazione è integrata con mangimi supplementari, oltre a quanto offerto dall’ecosistema locale.

Fin dall’antichità, i pescatori hanno sfruttato la naturale tendenza di alcune specie di pesci a migrare verso aree costiere, attratti dalla maggiore disponibilità di cibo e dalle condizioni più favorevoli. In passato, valli e bacini costieri venivano utilizzati per raccogliere i pesci quando, maturi, tornavano verso il mare aperto. Questo principio è alla base dell’acquacoltura estensiva, che richiede un minimo intervento umano.

L’acquacoltura, con la sua lunga storia e continua evoluzione, gioca oggi un ruolo fondamentale nell’alimentazione globale e nella gestione delle risorse ittiche. È essenziale che l’espansione di questo settore avvenga con un occhio vigile verso la sostenibilità.

La qualità del pesce, il benessere degli animali e la salute degli ecosistemi marini sono tutte facce della stessa medaglia. Solo attraverso scelte consapevoli possiamo garantire un futuro in cui i pesci continuino ad essere una risorsa preziosa e inesauribile.

Allevamenti ittici, differenze tra intensivo, estensivo e semi-estensivo

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