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Pesca e politica. Gli eurodeputati Italiani pronti a salvare il settore? – La commissione pesca dell’Unione Europea svolge un ruolo determinante riguardo le politiche di sviluppo del settore e rappresenta da sempre un ambìto incarico politico per molti deputati del Parlamento europeo.

Oggi più che mai le contrapposizioni riguardanti un tema scottante come la pesca sono sempre più frequenti e in mancanza di programmi ben precisi ci si avvia ad una progressiva azione, tra imposizioni e vincoli che ne stanno determinando un’ingiusta fine.

Diversi deputati europei italiani siedono sugli scranni di questa importante commissione che decide le sorti della pesca in Europa. Oggi, come non mai, il comparto, oltre che di una forte presa di posizione a difesa e tutela dell’ambiente, necessita che chi di competenza volga lo sguardo a chi di pesca vive e dunque alle imprese che coraggiosamente resistono ai “colpi di mare” che nell’ultimo decennio hanno più che dimezzato una intera categoria con gravi ripercussioni sull’economia e dunque sulle famiglie degli stessi lavoratori del mare.

Per la parte italiana all’interno della commissione siedono il Vicepresidente Giuseppe Milazzo, siciliano, del gruppo dei conservatori e riformisti europei, così come allo stesso gruppo appartiene Carlo Ciccioli, marchigiano, entrambi importanti esponenti del Partito di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Al gruppo del Partito popolare europeo siede invece Marco Falcone siciliano di Forza Italia, mentre del gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici Giuseppe Lupo, anch’esso siciliano, del Partito Democratico. Dunque, quattro deputati di cui uno vicepresidente che hanno responsabilità davvero importanti.

Mai come questa volta si avverte l’obbligo di una inderogabile inversione di tendenza che serva ad armonizzare e riequilibrare le opposte esigenze attraverso provvedimenti ad acta al fine di poter garantire il massimo rendimento disponibile con la produzione di utili a cui le imprese non possono rinunciare.

Le domande che vanno poste ai nostri rappresentanti sono le seguenti:
– avete le idee chiare di come agire in seno alla commissione e soprattutto quali sono i provvedimenti che intendete far adottare per il raggiungimento delle finalità sopra richiamate?
– avete ascoltato le associazioni di categoria direttamente interessate per capirne a fondo le problematiche che attanagliano da anni le società di pesca e dunque dei pescatori?
– avete preso in seria considerazione l’ampliamento degli areali di pesca del bacino del Mediterraneo in primis quelli dei Paesi transfrontalieri come più volte reclamati dagli addetti ai lavori?

Il suggerimento, che temiamo rimanga inascoltato, è quello che i quattro rappresentanti debbano in totale accordo stabilire una linea comune, scevra da condizionamenti politici che ideologicamente li vedono contrapposti, o ancora peggio di interessi che nulla hanno a che vedere con la urgente quanto irrinunciabile azione a tutela e difesa del comparto. Lo faranno?

Pesca e politica. Gli eurodeputati Italiani pronti a salvare il settore?

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