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Pesca, a quante altre tragedie dovremo assistere prima che si intervenga con misure concrete? – “La notizia di un altro lavoratore che, mentre si trovava a bordo di un peschereccio, ha perso la vita in mare, ci lascia sgomenti e, al tempo stesso, pieni di rabbia per tutte le volte che abbiamo chiesto che il tema della salute e sicurezza a bordo delle imbarcazioni della pesca professionale diventasse una priorità nell’agenda politica del governo. A quante altre tragedie dovremo assistere, e quanto altro tempo dovrà passare, prima che vengano emanati i decreti attuativi specifici del testo unico sulla sicurezza (d.lgs. 81/2008) per tutelare la salute dei pescatori?”.

Lo dichiara Maria Laurenza, segretaria generale Uila Pesca, in merito alla tragedia avvenuta ieri a largo di Fano in cui ha perso la vita un pescatore tunisino di 51 anni, caduto in mare mentre era a lavoro.

“In attesa che siano chiarite le dinamiche e le cause di questa disgrazia, ci stringiamo al dolore dei familiari della vittima. Tuttavia, sollecitiamo nuovamente le istituzioni ad una presa di coscienza su quanto sia urgente adottare non solo misure che permettano alle imprese di mantenere reddito e occupazione, ma anche interventi concreti che restituiscano dignità e valore al lavoro dei pescatori, a partire dal riconoscimento del carattere usurante della pesca, considerata tra le attività lavorative più gravose e pericolose al mondo.”

Pesca, a quante altre tragedie dovremo assistere prima che si intervenga con misure concrete?

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