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Plastica e rifiuti marini in calo del 29% lungo le coste UE – L’Europa compie passi avanti nella lotta all’inquinamento marino. Il nuovo EU Coastline Macro Litter Trend Report rivela una riduzione del 29% della presenza di macro rifiuti (oggetti superiori ai 2,5 cm) lungo le coste dell’Unione Europea tra il periodo di riferimento 2015-2016 e il biennio 2020-2021. Un risultato che testimonia l’efficacia delle politiche ambientali europee, ma che non consente di abbassare la guardia.

Il Mar Baltico si distingue con una riduzione record del 45%, mentre il Mar Mediterraneo e il Mar Nero registrano cali significativi in termini assoluti. Le spiagge europee mostrano un calo del 40% dei rifiuti di plastica monouso, come sacchetti e imballaggi, e una riduzione del 20% degli oggetti legati alle attività di pesca. Questi progressi sono il frutto di un impegno congiunto di istituzioni, comunità locali, settori produttivi e cittadini, stimolati dalla Marine Strategy Framework Directive (MSFD).

Il ruolo cruciale della direttiva MSFD

La Marine Strategy Framework Directive rappresenta il pilastro della politica ambientale marina dell’UE, mirata a raggiungere uno stato ecologico soddisfacente delle acque marine europee. Il Technical Group on Marine Litter (TG ML) ha sviluppato un approccio metodologico per monitorare i trend dei rifiuti marini, supportato dal Joint Research Centre (JRC) e dall’European Marine Observation and Data Network (EMODnet). Grazie a questi strumenti, è stato possibile definire obiettivi intermedi per ogni Stato membro e misurare i progressi verso l’obiettivo finale: ridurre del 50% i rifiuti plastici in mare entro il 2030, come stabilito dal Zero Pollution Action Plan.

Le ombre dietro i progressi: criticità e sfide future

Nonostante i risultati positivi, la media europea dei rifiuti marini rimane preoccupante: nel 2020-2021 si registravano ancora 203 oggetti ogni 100 metri di costa, ben al di sopra della soglia raccomandata di 20 oggetti. Le criticità principali riguardano la gestione di nutrienti, contaminanti chimici e inquinamento acustico subacqueo. Inoltre, il degrado degli habitat marini e la perdita di biodiversità continuano a rappresentare una sfida.

Il recente report della Commissione Europea sottolinea la necessità di aumentare l’ambizione delle misure adottate e accelerare le azioni per proteggere la biodiversità marina. Le raccomandazioni includono un maggiore investimento finanziario, la coerenza tra le politiche nazionali e una governance più efficace per garantire programmi di misure ambiziosi e coordinati.

Pesca e acquacoltura: alleati strategici nella tutela marina

Il settore della pesca può svolgere un ruolo fondamentale nella riduzione dei rifiuti marini. Le attività di fishing for litter, che coinvolgono i pescatori nella raccolta dei rifiuti durante le normali operazioni di pesca, rappresentano un esempio virtuoso di collaborazione tra industria e ambiente. Inoltre, la promozione di pratiche sostenibili e la gestione responsabile degli attrezzi da pesca possono ridurre significativamente l’impatto delle attività ittiche sull’ambiente marino.

Per l’acquacoltura, l’adozione di tecnologie innovative e materiali biodegradabili contribuisce a ridurre la dispersione di rifiuti. Il settore ha anche l’opportunità di promuovere la sensibilizzazione ambientale, coinvolgendo le comunità costiere e favorendo un approccio integrato alla gestione delle risorse marine.

Un futuro sostenibile richiede impegno continuo

L’EU Coastline Macro Litter Trend Report è un segnale positivo, ma non definitivo. La strada verso mari realmente puliti richiede un impegno costante da parte di governi, industria e cittadini. La sostenibilità non è un traguardo, ma un percorso che necessita di azioni concrete, investimenti e una visione condivisa per proteggere il nostro patrimonio blu.

Plastica e rifiuti marini in calo del 29% lungo le coste UE

 

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