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Perché i giovani mangiano meno pesce nonostante la sua sostenibilità? – Perché i giovani adulti consumano sempre meno pesce, nonostante una crescente consapevolezza sulla sostenibilità del prodotto? Uno studio innovativo dell’istituto di ricerca alimentare Nofima ha utilizzato la realtà virtuale (VR) per rispondere a questa domanda, rivelando dati sorprendenti sul comportamento dei consumatori.

All’interno di un supermercato virtuale, 18 giovani tra i 18 e i 35 anni hanno esplorato le corsie digitali per scegliere tra nove prodotti ittici. Dotati di occhiali VR con tecnologia di eye tracking e sensori sulle mani per misurare l’eccitazione emotiva, hanno selezionato due prodotti da acquistare, fornendo dati preziosi su come interagiscono con il pesce nei punti vendita.

I risultati parlano chiaro: le scelte sono fortemente guidate dal gusto e dalle abitudini consolidate. Il salmone e il merluzzo norvegese si confermano i favoriti, mentre l’aringa in salamoia è stata del tutto ignorata. Il prezzo, nonostante non fosse esposto nel test, ha giocato un ruolo decisivo: i partecipanti hanno comunque fatto supposizioni sui costi, dimostrando quanto sia un fattore chiave nelle loro decisioni d’acquisto.

Un altro aspetto critico emerso riguarda la percezione della sostenibilità. Sebbene molti abbiano dichiarato di voler scegliere prodotti sostenibili, la maggior parte ha trovato difficile distinguere tra le varie etichette. Solo due partecipanti hanno notato il marchio MSC, mentre simboli nazionali, come la bandiera norvegese, hanno avuto un impatto maggiore sulle scelte.

L’eye-tracking ha evidenziato che l’attenzione era rivolta principalmente ai marchi dei produttori, alle diciture di origine e alle immagini sulle confezioni. Molti hanno espresso scetticismo sull’acquacoltura, citando la copertura mediatica negativa, ma alla fine hanno comunque optato per il salmone e la trota allevati. Questo suggerisce una discrepanza tra intenzioni e azioni concrete, influenzate anche dalla difficoltà di reperire pesce selvatico nei supermercati.

Oltre alla sostenibilità, la salute ha giocato un ruolo importante: circa la metà dei partecipanti ha affermato di voler mangiare più pesce per motivi nutrizionali. Tuttavia, molti hanno riferito di sentirsi frustrati nel tentativo di fare scelte consapevoli, lamentando la mancanza di informazioni chiare sulle confezioni.

La realtà virtuale si è rivelata uno strumento di ricerca rivoluzionario, capace di tracciare il comportamento dei consumatori in modo dettagliato. Grazie all’U e alle interviste, gli esperti hanno ottenuto una comprensione più profonda delle dinamiche di acquisto e dei fattori che influenzano le decisioni dei giovani adulti.

Il messaggio per l’industria ittica è chiaro: per aumentare il consumo di pesce tra i giovani, occorre rendere le informazioni più accessibili, migliorare la comunicazione sulla sostenibilità e considerare il prezzo come elemento cruciale. Solo così il mercato potrà riconquistare una fetta di consumatori sempre più attenta e consapevole.

Perché i giovani mangiano meno pesce nonostante la sua sostenibilità?

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