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Europêche spinge l’UE verso importazioni ittiche sostenibili – Con un comunicato ufficiale, Europêche – la principale organizzazione rappresentativa della pesca europea – ha preso una posizione netta sulla consultazione pubblica avviata dalla Commissione europea riguardo il futuro dei contingenti tariffari autonomi (ATQ). Il cuore del messaggio è chiaro: l’accesso preferenziale al mercato europeo per i prodotti della pesca non può più prescindere da criteri di sostenibilità ambientale e sociale.
L’attuale sistema ATQ consente l’importazione a dazio zero di oltre 900.000 tonnellate l’anno di prodotti ittici trasformati, provenienti da paesi terzi, in base al solo criterio dell’ordine di arrivo. Una modalità che, secondo Europêche, ha favorito pratiche commerciali distorsive, danneggiando la competitività delle flotte europee e favorendo paesi terzi non vincolati agli standard ambientali e lavorativi dell’UE.
Nel comunicato, Daniel Voces, direttore generale di Europêche, denuncia con forza l’incoerenza di una politica commerciale che “predica sostenibilità all’interno dei confini europei ma consente esenzioni tariffarie a prodotti che non rispettano gli stessi principi”. Secondo Voces, l’UE ha ora l’occasione storica di trasformare le ATQ da semplici strumenti economici a leve strategiche per promuovere una pesca globale più giusta, trasparente e rispettosa delle risorse marine.
A preoccupare l’associazione è anche l’impatto diretto su settori vulnerabili come quello del tonno, in cui ogni anno entrano in Europa 35.000 tonnellate di filetti importati in esenzione doganale da paesi asiatici, molti dei quali coinvolti in pratiche di pesca INN (illegale, non dichiarata, non regolamentata) e violazioni dei diritti dei lavoratori. Queste importazioni, evidenzia Europêche, finiscono per inondare il mercato europeo in pochi giorni, con effetti devastanti sui prezzi e sulla tenuta della flotta comunitaria.
Il comunicato definisce cinque priorità strategiche per una riforma coerente con i valori dell’Unione: sostenibilità obbligatoria per l’accesso ai dazi agevolati, esclusione dei paesi coinvolti nella pesca INN, sostegno concreto alla produzione interna, reciprocità commerciale e allineamento del regime ATQ con le altre politiche UE, incluse le nuove direttive sulla due diligence aziendale e sul controllo della pesca.
Javier Garat, presidente di Europêche, sottolinea che le quote tariffarie autonome devono diventare uno strumento per rafforzare l’autonomia strategica del settore ittico europeo, non per minarla. “Oggi stiamo concedendo vantaggi tariffari a paesi come la Cina senza alcuna contropartita in termini di trasparenza, sostenibilità o reciprocità. Questo deve finire.”
Con questa presa di posizione ufficiale, Europêche intende stimolare un’azione politica decisa da parte della Commissione europea. La sfida è quella di coniugare competitività e responsabilità, offrendo alle industrie europee di trasformazione materie prime accessibili, ma senza più sacrificare l’ambiente marino e la dignità del lavoro in nome del prezzo più basso.
La consultazione pubblica si chiuderà nelle prossime settimane, e i risultati potrebbero ridefinire i rapporti commerciali dell’UE con i partner globali del comparto ittico. Europêche, intanto, ha tracciato una linea netta: le esenzioni tariffarie devono diventare un premio per chi rispetta le regole, non un rifugio per chi le aggira.
Europêche spinge l’UE verso importazioni ittiche sostenibili
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